"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

venerdì 8 novembre 2013

PRAC APPROVATO IN GIUNTA, MA LA MORGANELLA VA...

IL PRAC, insieme con il Piano dei Trasporti Regionale, è una delle perle di efficienza del nostro Veneto: risalgono agli anni '90 del secolo scorso e sono stati lasciati nel limbo per poter procedere di proroga in proroga e di deroga in deroga fino a giorni nostri.

Simpatiche le affermazioni di Baggio che parla di tutela dell'ambiente e sostenibilità quando in cava Morganella proprio in questi giorni approfondiscono la cava da 40m a 60m, abbondantemente sotto falda e con ricavi milionari per Ponzano, che vende il suo territorio come le prostitute vendono il loro corpo...

Solo che qui il territorio non è solo di Ponzano, ma anche nostro e quindi è un po' come quello che fa il gay con il culo degli altri!!



DAL GAZZETTINO

Circa 17 milioni di metri cubi complessivi per i prossimi dieci anni. Tanto è il materiale che potrà essere scavato nella Marca secondo il Piano regionale dell'attività di cava, approvato l'altro ieri dalla giunta regionale. Un taglio netto, se si considera che solo cinque anni fa, nel 2008, una precedente versione del documento, poi mai divenuta operativa, prevedeva nuove autorizzazioni per oltre cinquanta milioni di metri cubi.Non solo, il Prac pone una serie di altri paletti per le escavazioni in provincia di Treviso: nessuna nuova cava in zone «vergini» e stop agli scavi in falda (ovvero quelli in cui il piano di scavo avviene ad una quota inferiore alla superficie freatica), compresi eventuali ampliamenti di «fosse» già realizzate a questi livelli. 
Sarà invece possibile estendere siti già esistenti (ad esempio abbattendo il diaframma tra due cave), ma i singoli casi verranno valutati di volta in volta e comunque l'aumento non potrà superare il 20 per cento del precedente volume. A proposito degli ampliamenti, il Prac introduce anche un'ulteriore novità: per ottenere l'autorizzazione, in base alla normativa attuale, i cavatori interessati devono presentare un programma di riqualificazione dell'area. Ora, le nuove disposizioni stabiliscono che questo progetto di recupero possa essere rivisto una volta terminato il lavoro delle ruspe, per adeguarlo alle esigenze che nel frattempo siano sopravvenute. E, in cambio del via libera all'escavazione, oltre al consueto canone, i Comuni potranno richiedere anche la realizzazione di opere pubbliche.Il Prac ora affronterà un iter piuttosto laborioso: una volta pubblicato, potranno essere presentate delle osservazioni. Poi, dopo essere stato sottoposto a Valutazione ambientale strategica, dovrà essere nuovamente adottato dalla giunta, prima di essere definitivamente approvato dal Consiglio regionale. Il Piano, strumento attuativo, peraltro, non va confuso con la legge (anch'essa all'esame della Regione), che invece detta le linee guida del settore. 
«Rispetto al passato il nuovo Piano cave risponde in maniera concreta alle esigenze del territorio - commenta il consigliere regionale trevigiano Luca Baggio nel suo ruolo di presidente della terza commissione competente anche su cave e torbiere -. 
Gli obiettivi di tutela ambientale, sia della legge che del Prac, sono stati attuati, considerando anche il fabbisogno ridotto per la crisi. Prova ne sia che i quantitativi sono stati ridotti ad un terzo di quanto era stato previsto nel 2008». Mattia Zanardo

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