"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

giovedì 13 settembre 2018

PARCO SILE: LA SOLITA RIFORMA “A PAROLE”

Non c'è nessuna “rivoluzione” nella nuova riforma dei parchi regionali veneti perchè non è una legge regionale che modifica un modo di gestire una risorsa preziosa come un'area naturale protetta, ma un idem sentire che purtroppo non c'è e siamo pronti a scommettere non ci sarà nemmeno un futuro.

Per carità, non c'è nulla da difendere della precedente impostazione che era governata dagli interessi di partito e da miseri localismi, ma nulla ora fa presupporre che sarà diverso perchè il controllo è saldamente nelle mani della Giunta Regionale (a sua discrezione...) e dai Sindaci, che non sono proprio dei difensori dell'ambiente (ma di più dei loro voti).

Il precedente Consiglio del Parco era costituito da 40 persone (3 per Comune con 2 di maggioranza ed uno di opposizione e dalle Province con Treviso che ne nominava 5, Padova 1, Venezia 1), ora viene sostituito dalla Comunità del Parco dove invece saranno “solo” 20:
  • 11 sindaci 
  • 3 nomine dirette della Giunta Regionale 
  • 1 dalla Provincia più rappresentativa 
  • 1 per le attività produttive 
  • 1 per le attività turistiche 
  • 2 associazioni ambientaliste 
  • 1 associazioni ittiche 
  • 1 (persino) dalle associazioni venatorie che nei parchi non possono cacciare...
Da notare che le precedenti divisioni tra colori partitici dei Comuni ed i loro piccoli interessi particolari restano, ma si aggiungono anche interessi ultronei (le attività produttive, il turismo ed addirittura i cacciatori) quando la finalità di un parco è (dovrebbe essere) la conservazione del bene comune, non il suo sfruttamento, com'è stato fatto fino ad oggi.

Ma non c'è proprio la cultura in questo senso e si ricercano incentivi per fare piste ciclabili, bed & breakfast, chioschi mentre i grandi alberi del parco muoiono o le risorgive vengono alimentate con le pompe.

Ma d'altronde la gestione passata, attuale e futura è precisa responsabilità di una parte politica (Lega un tempo Nord), ben coadiuvata da un'inconsistente opposione (PD), per cui si fa di tutto e di più … “par far bisiness, schèi...” e non basta qualche finanziamento europeo raccolto per merito di studi privati per modificare la rotta.

La Giunta esecutiva del Parco era costituita da 5 persone nominate dal Consiglio del Parco e mai nessuno è entrato in questo “fortino”, difeso anche oltre la quiescenza da un direttore facente funzioni con laurea in legge; domani si chiamerà Consiglio Direttivo e sarà formata da 5 persone: 2 nominate direttamente dal Presidente dalla Regione, un Sindaco, un rappresentante del settore primario (agricoli sempre privilegiati) ed un altro eletto dalla Comunità.

Scommettiamo che saranno tutti omogenei all'attuale maggioranza e continueranno a fare come prima?

Scomettiamo che il direttore sarà un'altra persona di fiducia che custodirà gli armadi ed i finaziamenti “a norma di legge”?

La parole dell'Assessore Corazzari sono quindi parole al vento.

"Tutto cambia, perchè nulla cambi” - il buon Tomasi di Lampedusa forse era parente dei leghisti di Luca Zaia.

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