"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

giovedì 31 gennaio 2019

VILLE VENETE, BANCHE E CENTRI COMMERCIALI

Ho sfogliato questa sera una serie di edizioni della settimana della Tribuna (domani lo farò con il Gazzettino per pr condicio) e  mi ha colpito una serie di titoli che danno il senso del disastro che stiamo inconsapevolmente (?) subendo/vivendo.

 I temi sono:
  1. le banche e le fondazioni bancarie, in primis la nostra disgraziata Fondazione Cassamarca
  2. i centri commerciali che sembrano essere una malattia infettiva inarrestabile
  3. lo stato di degrado delle ville di pregio ("beni culturali") che vengono vendute o restano chiuse
Per il mio modesto parere, la questione è di una gravità spaventosa a livello culturale perchè stiamo dilapidando un patrimonio che il mondo ciinvidia per realizzare delle oasi artificiali che negli USA sono già superate con la corresponsabibilità di manager e politici, che non sanno fare di meglio che incetiva una corsa verso il burrone culturale con leggi tipo il Piano Casa.

Non è facile spiegare in un breve scritto quanto mi pare chiarissimo e però pochissimi "vedono" perchè siamo tutti immersi in questioni piccole, che non hanno il respiro dei secoli e del rispetto per i valori culturali che abbiamo ereditato.

Il primo tradimento è quello compiuto dalle Fondazioni Bancarie, che sono state gestiti come piccoli/grandi centri di potere, non per il bene della collettività come ai tempi della Balena Bianca, ma per diventare Grandi (o Grossi? Imprenditori e fare scelte che hanno portato, per esempio Fondazione Cassamarca, al disastro patrimoniale, che non paga nessuno nè a livello di responsbailità di scelte, nè a livello politivo
La svendita delle ville e anche di villa Emo è una sconfitta secca per la solidità dell'economia veneta, non perchè si perde una posta economica, ma perchè si perde... la faccia.

 Il secondo tradimento è quello perpetrato dai politici veneti, ed in primis dal centrodestra e dalla Lega che da sempre governano in Regione, che a livello legislativo hanno smantellato lo smantellabile, tanto che ora sono costretti a "interpretazioni autentiche delle interpretsazioni autentiche" tanto è il caos normativo generato dalla furia derogatoria.
La normativa regionale sul commercio ha dato via libera alla furia del mercato per cui, solo a  Treviso, ci sono così tanti centri commerciali che pare che i nostri concittadini mangino 8 volte al giorno...

Il terzo tradimento è stato quello verso la nostra storia e le nostre tradizioni che non siamo in grado di difendere se le ville venete restano vuote o vengono vendute al primo straniero che arriva... A Venezia, questo è giò preassi da decenni, ora gli affari si spostano in Provincia?
La nostra politica che sponsorizza il Prosecco patrimonio dell'Unesco non riesce nemmeno a garantire un contributo che annulli gli effetti dell'ICI ai proprietari delle ville, che si impeganno in interventi di restauro...
Il Piano Casa, invece, fa un bel regalo ai chi costruisce visto che non si pagano gli oenri di urbanizzazione, che vanno ai Comuni (che stranamente non protestano). Diversi parametri?
Il Comune di Treviso (e molti altri enti pubblici) hanno ville vuote e non usate che "SONO NOSTRE":
  • villa Franchetti a Preganziol
  • villa Margherita a Treviso
  • le proprietà che ora svende afFondazione Cassamrca...
  • le grandi aree tipo ex Caserma Salsa, ex Caserma Piave...
NON SI POTREBBERO FARE CENTRI COMMERCIALI NELLE VILLE VENETE NEL RISPETTO DEL VINCOLO?
Si avrebbero questi vantaggi:
  • meno consumo del suolo
  • centri commerciali in posti di pregio
  • utilizzo dei fsbbricati storici che avrebbero un utilizzo
Molti si stupiranno della proposta perchè sembra proporre di "copiare" quanto fatto a Venezia per il Fontego dei Tedeschi o per l'ex Cinema Italia, operazioni che hanno attirato non poche critiche, ma,,,, E' PREFERIBILE RINUNCIARE AD UNA SFIDA (anche progettuale e culturale) LASCIANDO CHE TUTTO SI VENDA O RESTI VUOTO?

Non sarebbe meglio ridare ai paesi la centralità dei loro contesti storici nell ville con parcheggi stidiati in modo non impattante e spazi diversi dal devastante e depressivo tipo Centro Commerciale?

Ah, dimenticavo... siamo in Italia e non è prorio immaginabile discutere di queste cose perchè si va da "qua son paròn mì e fasso queo che vojo" a "mi no vaeo a combatar, tanto a villa non ga mia e rode..."

# VILLA EMO E' DI TUTTI.


La vicenda della vendita di villa Emo, mirabile opera del Palladio ad un soggetto privato da parte della Fondazione Bancaria che ne deteneva la proprietà, è un triste segnale del decadimento della nostra regione, dove, per motivi contabili, non si esita nel mettere a reddito i suoi simboli.

Poco interessano ora le “lacrime di coccodrillo” di molti politici e cittadini, che fingono di non sapere e capire, che la malagestione delle banche cooperative nel Veneto ha dato un altro amarissimo frutto, oltre ai danni fatti a migliaia di persone.

ITALIA NOSTRA Onlus, come associazione, da sempre si occupa di “la tutela del Patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione”, ritiene che l'alienazione di un simile bene ad un privato cittadino sia sempre una gravissima perdita culturale, elemento ben più devastante della perdita patrimoniale.

La rinuncia a detenere e proteggere un simile “bene comune”, frutto della ricchezza dei nostri avi, è la plastica dimostrazione del fallimento culturale della nostra società, che pesa ben più della risibile somma di 15 milioni di euro che sarà pagata e che rappresenterà una goccia nei bilanci sfondati di quelle perverse creature che sono le Fondazioni bancarie, rappresentate a Treviso, dalla pessima Fondazione Cassamarca, che ha dilapidato un patrimonio di 1000 milioni di euro in 25 anni sotto la guida dell'ineffabile Dino De Poli, ora per fortuna in quiescenza.

La legge italiana, ed in particolare il Decreto Legislativo 42/2004 (erede della gloriosa Legge 1089/39) protegge simili “beni culturali”, che devono essere conservati e dati in fruizione pubblica, anche da un acquirente privato.

Lavoreremo per chiedere alla Sopritendenza Regionale del Veneto ed al Ministero per i Beni e le Attività Culturali che l'attuale decreto di vincolo venga revisionato, in modo da garantire la fruizione pubblica del bene e la sua tutela per tutti i cittadini italiani e stranieri e come testimonanza del genio del Palladio, che vale come 100 metri di Superstrada Pedemontana Veneta!

Non si tratta di una “guerra al privato”, ma di una “legittima difesa” di un bene comune, che trova la sua principale ragion di essere solo se resta principalmente di fruizione pubblica.

Si tratta di un percorso non semplice e non sempre dagli esiti scontati perchè le aspirazioni del proprietario privato sono spesso dettate da logiche economiche e da ragionamenti che lasciano poco spazio alla tutela, ma speriamo che la nuova proprietà sia “più illuminata” dalla Fondazione bancaria, che aveva in custodia tale bene ed ha pensato di venderlo per salvaresi da un crack, che se non arriverà oggi, probabilmente sarà solo rinviato.

Se però ci fossero idee diverse o un uso squisitamente privatistico del bene, è opportuno che il decreto di vincolo sia revisionato, precisando con chiarezza obblighi e possibilità di trasformazione e garantendo il pubblico interesse in misura anche maggiore di com'è stato fino ad oggi.

Su questo tema si concentreranno i nostri sforzi a livello di sezione di Treviso, di Comitato Regionale e Nazionale con la richiesta a tutti di aderire ad un simile lavoro, perchè

# VILLA EMO E' DI TUTTI.


Per adesioni, iniziative o altre idee scrivere a: treviso@italianostra.org #villaemoèditutti