"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

martedì 28 febbraio 2017

ARCHITETTURA NATURALE

Due incontri importanti per capire che una casa non è una cosa sempre uguale...
L'ambiente interno, i materiali, gli impianti.... intanto partiamo da dentro perchè se guardiamo fuori è da piangere.

lunedì 27 febbraio 2017

VOGLIAMO OCCUPARCI DELLE NOSTRE ACQUE?

In questa settimana si aprirà la stagione della pesca e dovrebbe essere una festa per un'area piena di acqua di risorgiva dove dovremmo avere marsoni e marmorate a iosa...

Purtroppo invece la pesca si apre con immissioni le più varie e strane per ovviare ad una semplice regola: il pesce (come tutti gli altri animali) non si sviluppa e non si riproduce se non c'è un ambiente adatto. O meglio si sviluppano altre specie che sono alloctone e creao danni.

Questa è l'acqua di uno dei canali che costeggia l'abbandonato stadio Tenni a 500 metri in linea d'aria dalla sua immissione in Sile. Non credo che nessuno si metta a pescare lì...

Quindi è meglio che ci occupiamo delle nostre acque o saranno le nostra acque ad occuparci di noi, mandandoci in ospedale a disintossicarci perchè prima muoiono i pesci.. ma subito dopo veniamo noi!


PARCO STORGA: LA MANODOPERA C'E'..

Come già detto varie volte da molti la manodopera c'è (tra poco alla Caserma Serena di Casier saranno in 500), si tratta di organizzare i corsi ed avere il permesso dalla Provincia di operare.
Ci riusciremo?



giovedì 23 febbraio 2017

CAPITOZZARE?

Il termine capitozzatura è stato preso a prestito dal mondo agricolo. 
La capitozzatura veniva praticata ai salici ed ad un limitato numero di alberi perché ogni capitozzatura ha come conseguenza la nascita, dal tronco tagliato, di molti rametti. 
Un tempo, questa tecnica era utile perché i nuovi rametti dei salici venivano usati per fare i legacci per i vigneti ecc. 
Oggi, capitozzare un albero significa fare un'operazione poco lungimirante, perché dal nuovo tronco nasceranno molti rami che poi dovranno essere tagliati nuovamente. 
Oltre tutto i tagli su parti con diametro superiore a 7-8 cm fanno molta fatica a rimarginarsi e sono quindi "porta" di accesso per attacchi fungini e insetti.
C'è un modo per tagliare adeguatamente un albero, come c'è un modo adeguato di tagliare i capelli!
La differenza è che mentre per i capelli facciamo più o meno a seconda della moda con la fantasia dettata dal mondo del calcio, per gli alberi usare la stessa tecnica significa condannarli a morte oppure avere maggiori lavori da fare l'anno dopo.

Ne riparleremo al corso di ecologia urbana.

CONFERENZA ARCHEOLOGIA n.1: UN SUCCESSONE!


Bellissima serata martedì scorso nella nostra sede, che si è rivelata troppo piccola per contenere tutte le persone che avrebbero voluto assistere alla conferenza su Palmira ed Aleppo, che purtroppo sono scomparse nel dramma della guerra.

Marco Perissinotto ha fatto una rassegna delle opere presenti nell'ormai ex museo di Aleppo e una descrizione della città della regina Zenobia, l'augusta regina di Palmira che scatenò l'ira di Aureliano.

Ringraziamo Marco per la sua verve e la precisione del suo racconto e ringraziamo le molte persone presenti. 

Vi aspettiamo il 7 marzo, sempre con Marco per un tour... della PERSIA

martedì 21 febbraio 2017

PIAVE E PESCI, MANCA L'ACQUA!!

Sembra una questione secondaria rispetto a quello che succede: il dramma del PD, le piste ciclabili, il Piano di Interventi, lo Storga.... ma in realtà quello che viene descritto di seguito è il vero dramma, che pare preoccupare solo pochi di noi:
MANCA L'ACQUA!

Ora muoiono i pesci, ma in futuro saremo noi ad avere problemi.
Prima ce ne rendiamo conto e meglio è. 
Noi invece stiamo a crogiolarci sui vigneti patrimonio dell'Unesco, ma il DEFLUSSO MINIMO VITALE che chiediamo da anni è solo un sogno, mancano almeno 10-15 metri cubi al secondo.
RIDATECELI!!

FOSSI E PISTE CICLABILI



Non ho partecipato all'illustrazione del progetto della pista ciclabile di Santa Bona, ma ho letto i resoconti e sentito i commenti critici.

La cosa veramente buona e giusta è che si proceda finalmente con la fognatura pubblica, che è uno dei lavori prioritari per l'intera città che ricordo è a livelli di città "araba", visto che anche nella mia Presicce (provincia di Lecce) c'è la fognatura pubblica su almeno il 60% del territorio.

Il resto è poco cosa: l'illuminazione pubblica a led non è una novità e rappresenta solo il minimo in tema di risparmio energetico sull'illuminazione stradale.
Restano però alcune questioni non secondarie:
  • taglio di 31 alberi lungo la strada
  • tombamento di un tratto non secondario di corso d'acqua
  • pista ciclabile con segno di pennello.
Mi chiedo semplicemente questo: se ci fosse Giuseppe Basso ai Lavori Pubblici e Gobbo sindaco quale sarebbe stata la differenza di questo progetto? Nessuna. Il progetto è proprio lo stesso nelle scelte perchè su fognature e led non c'è nulla da scegliere.

L'aggravante è inoltre che si erano anche inviate delle lettere di espropri (non so bene per cosa) e poi si sono ritirate perchè è molto più semplice per i politici sacrificare quelle cose che non sono di nessuno (o meglio sono di tutti, ma preoccupano solo pochi contestatori e sono alberi e fossi).

Un intervento "diverso" di un'Amministrazione innovativa di centro sinistra avrebbe dovuto dare un segnale di penalizzazione al trasporto con auto favorendo le bici con vera pista, affrontando anche malumori dei residenti per espropri o per sensi unici.
Si preferisce invece seguire i "desiderata" della gggente, che però alle elezioni non si ricorderà di queste piccole "marchettine" e voterà secondo coscienza (cioè Lega o M5S perchè ci sono i negri ed i politici ladri).
Noi lo stesso ci ricorderemo di queste scelte ed allora mi chiedo: dove troveranno i voti?

PARCO STORGA, E ORA??

Confesso di non aver ancora visionato l'esito dei "lavori" della Protezione Civile dei primi di febbraio. Ho mandato degli emissari che mi hanno dapprima rassicurato sul fatto che non avessero fatto danni (fatto temuto), ma ieri Toni Frigo mi ha notevolmente stupito, quando reduce da un suo giro perlustrativo, mi ha chiamato dicendomi: "Ohi, ma gatù visto.... no'i gà fato quasi un casso...".
Non ricordo le parole esatte, nè se fossero in dialetto, ma certamente era infuriato e deluso perchè con 200 persone e 13.000 euro certamente pensava si potesse fare di più.

Io avevo già commentato "a caldo" che i piccioni soddisfatti da Marcon erano in sostanza uno solo: l'esercitazione di Protezione Civile, mentre il parco era stato solo il teatro dell'attività dei volontari...
L'articolo di Toni dà un quadro peggiore di quanto io prevedessi e perciò andrò a vedere, ma non dubito di quanto mi ha riferito perchè è tipico dell'Ente Pubblico far più grancassa mediatica che lavoro.

Farò certamente un mio resoconto, ma ritengo che dobbiamo pensare di arrangiarci con le poche e volontarie forze di tutti quelli che hanno offerto la loro collaborazione.
Troviamoci, prepariamo due o tre cose e procediamo. Poi potremo dire ai nostri amici politici che sono i soliti fanfaroni.



domenica 19 febbraio 2017

AEROPORTO DI TREVISO: SOSTENIBILITA'?

Diamo spazio a questa comunicazione del COMITATOPER LA RIDUZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE DELL’AEROPORTO DI TREVISO

Quello che si sta programmando a S. Giuseppe è un disastro ambientale annunciato come se in quel luogo ce ne fosse ulteriormente bisogno.

Già la centralina di Strada S. Agnese di S. Giuseppe da quando è stata postata ha sempre dato il PM 10 al di fuori della norma annuale...

Con la realizzazione del Piano degli Interventi si prevede una situazione che potrebbe superare Shangai, una delle metropoli più inquinate del pianeta!

Non siamo contro tutte le opere programmate, ma aggiungere ad un aeroporto, tra l'altro senza V.I.A., altri insediamenti commerciali e logistici è una follia sia in termini ambientali che sociali.

Inoltre contestiamo i Piani d'intervento così presentati, senza almeno gli schizzi o i disegni di quello che si vuol fare. Insomma un P.I. con su scritto due volte people mover sembra la stessa strategia usata dai colonizzatori che davano gli specchi ai nativi in cambio dell'oro che in questo caso corrisponde alla svendita della Salute Pubblica!

Non esiste e neanche è stata ricercata la sostenibilità ambientale e neanche sociale ma quello che terrorizza è la sostenibilità economica che per il P.I. programma complesso 1;2;3 non c'è!

Al momento non ci sono né soldi pubblici né soldi dei privati Marchi e la SAVE ha già declinato con un no grazie! Il pericolo di disastro ambientale si somma alla confusione progettuale ed è per questo che non ci resta di consigliare a Sindaco, Assessori, Giunta e tecnici del comune di Treviso di andare su Wikipedia a leggersi cosa significa sostenibilità!

A seguire il lavoro di analisi e di costatazioni sul Piano degli Interventi e quel che sarà della zona Aeroporto, quartiere S. Giuseppe e zone limitrofe.

Lunedì 6 febbraio c.a. presso l'Auditorium Stefanini, alle ore 20.45, in occasione della conferenza plenaria partecipativa saremo presenti per consentire una opportuna verifica delle argomentazioni proposte.
Si rende utile garantire la partecipazione, pertanto, lo scopo della presente è rivolto, oltre che ad una doverosa informazione, anche all'invito alle associazioni che sempre ci hanno sostenuto di presenziare all'incontro, supportando così la veridicità delle segnalazioni presentate.

Chi volesse averla puo' richiedere la relazione redatta dal Comitato direttamente a loro oppure a noi.
Cordiali saluti
Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'Aeroporto di Treviso


comitatoaeroportotv@gmail.com
www.comitatoaeroportotv.it

COSTRUIRE CON LA CANAPA - VISITA AD AZIENDA FLORIAN

Vi informo che SABATO 25 febbraio p.v. alle ore 15 andremo in visita all'azienda FLORIAN che promuove la costruzione con CANAPA e CALCE.
E' una visita aperta a tutti, ma credo interessi soprattutti quelli del settore edile (cioè geometri, architetti ed ingegneri, ma anche agricoltori).
 
C'è un gruppo di studio a Venezia con artigiani, università di Ca' Foscari e IUAV che studia con noi e Legambiente come provare a rilanciare una vera filiera che in passato avevamo ed ora abbiamo svenduto ai cinesi!
 
Ritrovo per tutti noi davanti alla Chiesa di Santa Maria del Rovere alle ore 14.45 (per Gegia alle 14.40 visto che abita vicino)
 
 

H-FARM: ESEMPIO VIRTUOSO O ALTRO?

E' stato presentato il mega progetto di H-Farm per un polo scolastico in quel che era il regno del De Polone, quell'area di Ca' Tron dov'era partita una ricerca sugli OGM (ricordate?).
Ora si prepara un intervento a METRO CUBO ZERO diventato strategico per la Regione Veneto e che quindi avrà l'iter dell'ACCORDO DI PROGRAMMA ai sensi dell'art.32 della LR 11/2004.

Il contenuto è stato spiegato in alcune iniziative publbiche sia a Quarto d'Altino che a Rocade, ma a Treviso rimane un mistero, quasi che Roncade e Quarto fossero in capo al mondo.
Chi vuole capirci un po' di più puo' vedere il link http dove sono pubblicati gli elaborati (canche se sono un pacco, firmati digitalmente per cui bisogna avere dike).

E' opportuno capire che:
  • demoliranno i fabbricati rurali e rinunceranno a cubature per costruire ex novo
  • porteranno nell'area circa 3000 persone al giorno che non sono poche visto le strade attuali
  • parlano di mobilità pedonale (ora nelle relazioni) e di SFMR (cioè di Servizio Ferroviario Mai Realizzato)
  • c'è anche una nuova passerella sul Sile, che tanto il Parco ha fatto di tutto e di più e peggio di così non si puo' fare.
Devo dire che la variante già fatta con i parcheggetti con il monoblocco di cemento fatto a Bagaggiolo non ha mostrato molto rispetto per l'ansa del Sile, ma non voglio avere pregiudizi.
Vedremo se fare osseervazioni... entro il 25-2 p.v.



RIFORMA DEI PARCHI VENETI?

Il Consiglio Regionale Veneto sta per esaminare una proposta di legge (Zaia accorpata anche con proposte di altri) che prevede di accentrare la gestione dei parchi (Colli Eugani, Delta Po e Sile) in mano alla Giunta Regionale.

Oggi come oggi il sistema attuale non funziona perchè figlio di una modalità partecipativa con troppe persone poco interessate.
Per esempio il Parco del Sile è da sempre in mano alla Lega ed al Centrodestra che ne hanno fatto, ai bei tempi un centro di spesa per finalità incongrue (girano voci nsistenti su cui non ho prove materiali di finanziamenti alla Festa della Lega di Fiera, ma son solo voci perchè se avessi le famose prove sarei già in Procura...), alla gestione attuale, che in tempi di magra si preoccupa di spendere in modo "quasi" regolre i fondi europei.
La "quasi" regolarità è un sostanziale utilizzo dei fondi per cose che non servono e/o per fare favori a destra e centro destra facendo anche danni all'area protetta come nel caso di San Michele Vecchio a Quarto d'Altimo o Greenway.

La riforma di Zaia propone di accentrare in mano alla Giunta, cioè ai soliti il potere gestionale (soldi e nomine) incaricando persone "fedeli" e competenti quanto basta a loro per continuare il gioco.
Difficile parlare seriamente di BIODIVERSITA' con persone come l'ex presidente del Parco Sile Pettenà oppure con altri soggetti che hanno una visione "industriale" delle aree protetta.

Impres tecnicamente impossibile per carenza di volontà politica...
L'appello di Legambiente è corretto, ma è mandato a persone che non hanno alcun interesse ad ascoltarlo...

FORUM AMBIENTE: SITUAZIONE AL FEBBRAIO 2017


Mercoledì 8 febbraio 2016 alcune Associazioni partecipanti al Forum Ambiente hanno avuto un incontro con la Giunta Comunale (presente quasi al completo) per presentare il metodo di lavoro seguito e le proposte contenute nel documento che vi alleghiamo di seguito.

Il Forum Ambiente è stato convocato dal competente Assessorato alla fine del 2015 ma ha iniziato ad operare effettivamente solo un anno dopo.

Hanno partecipato una decina di associazioni o gruppi ed è stato coordinato dalla Cooperativa “Il Sestante” fino al 31.12.2016.

In questo periodo ci sono stati circa 20 incontri: all’inizio si è mirato ad individuare i temi di maggior interesse per i partecipanti tentando poi di stabilire alcune categorie di intervento.
I temi risultanti sono stati l’acqua e l’aria (inquinamento e modi per diminuirlo) con le seguenti categorie:
  • problemi collegati a insufficienza o mancanza di normativa
  • problemi di mancanza di coordinamento con i Comuni contemini o aderenti all’ “agglomerato”
  • approfondimenti di conoscenze, di indagini, di atti, di progetti o di interventi da sottoporre a ulteriori verifiche
  • proposte concrete di interventi con carattere di urgenza, di fattibilità, di ampio interesse,di costo contenuto
In mancanza di altre indicazioni da parte della Giunta Comunale, le Associazioni che finora hanno partecipato ai lavori del Forum Ambiente ritengono utile continuare questa esperienza allargando ulteriormente la partecipazione e chiedono fin da ora un'ampia verifica delle proposte che il Forum ha avanzato e che, come detto sopra sono in calce alla presente.

Nel frattempo l’Amministrazione Comunale comunicherà se intende o meno continuare questa esperienza, ma le Associazioni presenti all’incontro hanno già deciso affermativamente.
Nei prossimi incontri saranno possibili ulteriori chiarimenti, approfondimenti ,proposte ma fin da ora è possibile inviare osservazioni e proposte per posta, a mano o alla mail alessioimbo@gmail.com .

E' disponibile anche un documento redatto da EnergoClub sull'aria con dati e proposte molto interessanti che potete richiedere per averlo via mail.

ITALIA NOSTRA sez. Treviso invia la presente a soci e amici ed alla stampa e chiede a tutte le associazioni di allargare ” il giro” per giungere ad un ulteriore aumento della partecipazione.

p.ITALIA NOSTRA Treviso

il presidente Romeo Scarpa 348 8717810



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Proposte del Forum Ambiente all’A.C. di Treviso.

Premesso che il Forum assume le azioni finora intraprese dall’Amministrazione relative all’adozione del P.A.E.S., Treviso Adapt ed il progetto Remedio nel quale viene delineata la proposta “ Strada Ovest in classe A”;
- si ritiene che le misure contenute in tali atti siano idonee ed efficaci per perseguire il contenimento dell’inquinamento dell’aria derivante dalla produzione di CO2;
- si evidenzia come la tutela del territorio si ripercuota positivamente nella valorizzazione dello stesso con evidenti ricadute economiche anche nello sviluppo del turismo ecosostenibile: pertanto si sottolinea che dovrebbe essere prodotta una documentazione degli elementi di valore sia ambientale sia culturale sia architettonico in modo tale che la loro pubblicizzazione in internet abbia una ricaduta economica sul territorio in termini di turismo.
- si segnala come siano prioritarie le seguenti azioni atte a ridurre i fattori ambientali d’inquinamento attuabili negli ambiti suolo/verde pubblico – mobilità – acqua - aria. A fronte della evidente interconnessione stretta tra detti elementi esse sono qui di seguito elencate per facilità di classificazione;
1. Suolo / Verde pubblico.
1.-Salvaguardia dei polmoni verdi presenti nel territorio :
2-realizzazione del Bosco del respiro 2;
3.-realizzazione dell’area umida della Botteniga ed estensione dell’area pubblica fino all’area destinata dal Piano Regolatore a verde pubblico lungo il Giavera fino alla ex cartiera;
4.-realizzazione di un percorso naturalistico che dalle sorgenti del fiume Botteniga giunga almeno in Viale della Repubblica
5.-Adozione del Regolamento del Verde; emissione ed applicazione di ordinanza relativa all’obbligo di manutenzione delle aree destinate a verde pubblico per quanto ancora di proprietà privata e prescrizioni relative alla manutenzione delle siepi arboree, dei fossi privati, allo sfalcio dei prati.

2. Mobilità sostenibile.
1. La rete delle piste ciclabili realizzate nel territorio comunale deve avere il necessario raccordo con le ciclabili dei Comuni limitrofi, sì da configurare una Rete ciclabile intercomunale. A tal fine le politiche della mobilità ciclistica dei diversi Comuni dovranno avere il necessario coordinamento. Ciò comporta una profonda revisione del Bicyplan vigente e permetterà di individuare piste ciclabili in sede propria
2. Realizzazione di collegamenti ciclabili tra i quartieri e dai quartieri al centro città tali da costituire una vera e propria messa in rete dei quartieri, una grande tangenziale di piste ciclabili o ciclopedonali intersecata da assi di connessione tra periferia e centro città. Prioritaria realizzazione di una pista ciclabile che permetta agli studenti provenienti dai vari quartieri a Nord-Est della città di recarsi al polo scolastico di Santa Bona. Consolidamento e proseguimento della politica di pedonalizzazione del Centro storico.

3 Promozione degli spostamenti a piedi realizzando mappe evidenzianti i percorsi all’interno e tra i quartieri che evidenzino gli elementi di pregio architettonico, naturalistico, di strutture relative ad attività economiche e produttive susseguitesi nel tempo. Tali percorsi dovrebbero essere riportati in pannelli ben visibili nel centro storico e nei quartieri. Consolidamento e proseguimento della politica di pedonalizzazione del Centro storico.

4. Creazione di parcheggi scambiatori nei quali siano presenti stazioni di bike-sharing.
5. Promozione dell’uso del Bikesharing rendendone possibile l’ utilizzo occasionale (la modalità attuale richiede di effettuare un pagamento mensile mentre in molte città europee le bici sono prelevabili tramite bancomat per unità orarie ).

6. Installazione di telecamere nei parcheggi di biciclette in zone d’uso prioritario (ospedale, stazione dei treni, parco di villa Margherita, piazza Borsa, piazza Duomo) e pubblicità delle zone già dotate del sistema di sorveglianza elettronica.

7. Ordinanza che vincoli le imprese che costruiscono nuovi edifici a dotare i condomini di colonnina per la ricarica delle auto elettriche.

8. Aumento della frequenza oraria degli autobus e dell’arco di copertura oraria nella giornata anche variando la stessa in relazione alle ore di punta (la gran parte delle linee ha la stessa frequenza oraria di 30 anni fa a fronte di un aumento verticale dell’afflusso di popolazione dalla periferia al centro anche a causa del progressivo trasferimento dei nuclei familiari nei Comuni periferici).

9. Diminuzione o eliminazione del transito attraverso il Centro Storico delle linee provenienti dai Comuni periferici e collegamenti del centro mediante bus elettrici di ridotta dimensione
.
10. Aumento del numero dei veicoli pubblici con motore elettrico e/o ibrido.

11. Previsione di azioni di contenimento del traffico che si riverserà sulla zona di San Pelajo quando verrà attivato il casello dell’autostrada Pedemontana Veneta previsto a Povegliano; per esempio con divieto di transito ai mezzi pesanti .

3. Acqua.
Le azioni individuate consentono di dare rapidamente seguito ai 5 indirizzi di azione indicati nel documento “Treviso ADAPT”, allegato alla D.C.C. del 30 settembre 2016, sommariamente elencati all’ultima pagina della “Relazione Tecnica-Illustrativa”. In particolare il Forum Ambiente intende sottolineare le azioni che si intendono facilmente e velocemente attuabili:
1. Ridurre le portate derivate dal Piave, stabilendo i protocolli d'intesa con i soggetti responsabili della gestione delle acque. L’azione pare importante e sicuramente utile soprattutto per gli aspetti inerenti il tema del rischio idraulico. Si avverte comunque che un calo delle portate va affiancato ad una estesa revisione della rete fognaria con l’estensione della stessa nelle aree cittadine attualmente non servite ed anche che non devono essere dimenticati prevedibili momenti di siccità: si ritiene opportuno rivedere i momenti di “troppo pieno” del sistema di irrigazione intervenendo nella immissione nel reticolo idraulico o in falda.
2. Eseguire gli interventi che nel loro complesso concorrono al riassetto idraulico delle risorgive del Sile; in particolare :
1. adozione di sistema di raccolta e depurazione dei reflui;
2. attivazione di accordi con il Consorzio di bonifica per una gestione dello scarico delle acque non impattante sulla qualità delle acque di risorgiva, prevedendone una diversa destinazione di deflusso e la realizzazione di strutture di fitodepurazione dell’acqua ;
3. accordo con i soggetti di gestione dei rifiuti e sfalcio (Contarina, Consorzio di Bonifica, Centrale di Silea) che intervengono sul corso e sulle rive del Sile.
3. Redazione di un piano degli interventi idraulici di manutenzione straordinaria di canali e invasi, sulla base dello “Studio idraulico del territorio di Treviso” (datato 15 giugno 2006) aggiornato, approfondito, corretto e completato, andando a dirimere il complicato groviglio di responsabilità e competenze. Similarmente redigere il piano degli interventi idraulici di manutenzione straordinaria "pubblica" per fosse biologiche e tombini. Una volta individuati gli interventi da compiere, fissare il piano di attuazione pluriennale di tali interventi "pubblici" e monitorare l’effettiva realizzazione, soprattutto attraverso indicatori pubblicizzati alla cittadinanza.
4. Definizione dei modi e dei tempi della realizzazione degli spurghi e della manutenzione straordinaria di fosse biologiche/vasche Imhoff da parte dei privati. In tal senso devono essere individuate le modalità con cui controllare l’effettiva realizzazione e le conseguenze amministrative che eventuali mancanze possono comportare.
5. Realizzazione della cartografia di dettaglio dei corsi d'acqua e dei canali di Treviso, integrando qualsiasi informazione: competenze, obblighi di intervento in emergenza, obblighi di interventi per manutenzione ordinaria e straordinaria, sistemi di monitoraggio, sistemi di telecontrolli/telemanovre. Oltre a queste informazioni, già riportate nel documento Treviso Adapt, il Forum intende sottolineare che devono essere aggiunti: i punti autorizzati di scarico industriale, i punti autorizzati di scarico civile, l’ubicazione delle vasche Imhoff, l’ubicazione dei pozzi ad uso privato, le aree servite da acquedotto e le aree servite dalla rete fognaria. Si ricorda che lo studio puntuale è già stato redatto negli anni 1990/1991 in una “Indagine conoscitiva” sui corsi d’acqua del Centro Storico redatta dagli Ingg. F. Boghetto e G. Negro. Lo scopo è di creare un unico “database” delle informazioni inerenti le acque anche in prospettiva di condividere tali informazioni con la cittadinanza.
6. Ripristino delle fasce di rispetto idraulico dei corsi d'acqua perché, come è correttamente riportato nel documento, esse sono "...indispensabili per controllo e manutenzione della rete scolante, con l’opportunità di valorizzazione delle stesse ad uso ciclopedonale e turistico, anche in relazione ai vecchi opifici, e per la funzione ausiliaria che possono fornire gli utenti in termini di affezione e controllo". In tal senso si invita a prendere in considerazione alcuni casi da cui iniziare un percorso di attuazione/ripristino in quanto interessati da progetti in corso di realizzazione, da ampie proprietà pubbliche, da precise prescrizioni e destinazioni d’uso dello strumento urbanistico vigente e da momenti significativi di partecipazione:
1 In particolare l’intero ambito del fiume Storga in quanto interessato da progetti in corso (manutenzione del Parco Provinciale, progetto di sistemazione idraulica e di salvaguardia contro i fenomeni di allagamento, costruzione della fognatura e della rete di acquedotto a valle della linea ferroviaria Treviso-Portogruaro);
2 la ricostruzione del salto d’acqua e della relativa briglia all’ex-Mulino Sarzetto sulla Botteniga nella zona di via del Mandruzzato (lo scopo è di rialzare il livello dell’acqua a Nord dello stesso al fine di assicurare un apporto d’acqua di minimo vitale ai fossati della via e di ripristinare l’area umida esistente fino a 30 anni fa nella zona tra il convento delle Visitandine e le sorgenti dal lato dell’agriturismo “Botteniga”) (progetto di percorso naturalistico, ricostituzione di area di particolare interesse per la biodiversità, progetto di percorso ciclopedonale);
3 la continuazione del percorso pedonale lungo il Canale Piavesella in prosecuzione di quello esistente nel Comune di Villorba;
4 la pulizia del fondale del Fontanile delle Cerca di Monigo in quanto sottoposto a pericolo di occlusione delle sorgenti (Segnalazione Geom. Zucchegna).-7.3 .continuazione del percorso ciclopedonale attiguo al di quello realizzato nel Comune di b
7. Intervento per completare la realizzazione della rete fognaria e per adeguare il sistema di depurazione all’aumentato carico. Il Forum Ambiente ribadisce l’importanza e la priorità di questa azione, per sanare una mancanza storica della città, per elevare la città alla dignità delle altre città europee con cui intende confrontarsi, per muovere il primo e fondamentale passo per ridurre il carico organico scaricato nelle acque del Sile ed iniziare a rimediare alle criticità del fiume stesso.
8. Realizzazione di un monitoraggio della qualità dei corsi d’acqua interni alla città. Il Forum Ambiente conviene che i monitoraggi di ARPAV rappresentino correttamente la qualità media dei fiumi che attraversano il territorio di Treviso ma ritiene anche necessaria la conoscenza della rete minore che non è oggetto di monitoraggio nè potrebbe esserlo nell’ambito di un monitoraggio a scala regionale. Il Forum richiede quindi all’Amministrazione che si attivi per monitorare tale rete minore individuando i seguenti punti di particolare interesse, analizzando la condizione sia all’inizio che alla fine per verificarne ogni variazione:
1 - il percorso della Cerca di Monigo dal fontanile compreso, il fosso da Paludetti presso la chiesa Ortodossa e la “Madonnina” e il fosso proveniente dall’area di via Santa Bona Nuova all’immissione nel Sile; 2 - il percorso della Limbraga dalle risorgive alla confluenza nel Sile; 3- il fontanile della Botteniga, la foce del Cerca di Santa Bona nella Botteniga,i fossi che confluiscono nella Botteniga stessa, tra i quali il fosso da via del Mandruzzato ed il fosso da via San Pelajo 200 metri a monte del monastero delle Visitandine; 4 - il reticolo di canali del centro città; 5 - il percorso della Storga dalle risorgive alla confluenza nel Sile; 6 - il fosso ad Est della chiesa di San Giuseppe;
9. Esame dell’impatto del sistema di canalette che confluiscono nelle acque del Botteniga , del Pegorile e del Cerca :
1 - il percorso della Cerca di Monigo dal fontanile, compresi il fosso da Paludetti alla confluenza presso la chiesa Ortodossa e la “Madonnina” e il fosso proveniente dall’area di via Santa Bona Nuova, all’immissione nel Sile; 2 - il percorso della Limbraga dalle risorgive alla confluenza nel Sile; 3- il fontanile della Botteniga, la foce del Cerca di Santa Bona nella Botteniga,i fossi che confluiscono nella Botteniga stesso, tra i quali il fosso da via del Mandruzzato ed il fosso da via San Pelajo 200 metri a monte del monastero delle Visitandine; 4 - il reticolo di canali del centro città; 5 - il percorso della Storga dalle risorgive alla confluenza nel Sile; 6 - il fosso ad Est della chiesa di San Giuseppe;
10. Progettazione e realizzazione della pulizia dei fondali del Sile e dei corsi d’acqua maggiori che attraversano Treviso. Si rammenta che le modalità di realizzazione dovranno essere sostenibili per gli aspetti più biologici e di tutela degli ecosistemi e dovranno considerare gli aspetti inerenti il tema rifiuti. In tal senso il Forum sollecita approfondimenti analitici dei sedimenti fluviali anche in vista della loro caratterizzazione. Si invita l’Amministrazione a presentare al Forum il progetto per un utile confronto preliminare.
11. Integrazione nello stesso documento “Treviso Adapt” di un’analisi del rischio che si verifichino fenomeni siccitosi che possano interessare Treviso e comuni limitrofi oppure le aree da cui derivano le acque superficiali e sotterranee della città. I cambiamenti climatici espongono infatti anche a questi fenomeni e i recenti problemi di siccità che hanno interessato la provincia vanno considerati attentamente.
12. Revisione delle stime di recupero del deficit di invaso. Il Forum Ambiente intende esprimere le proprie perplessità circa la possibilità che il deficit d’invaso, così come evidenziato nei documenti citati nel Treviso Adapt e riportato nella Relazione stessa, sia recuperabile dalle trasformazioni territoriali previste dal PAT tenuto conto che le aree originariamente previste come edificabili sono state notevolmente ridotte.
13. Emanazione di apposita ordinanza per ricordare le modalità di fruizione delle pompe artesiane. Il Forum Ambiente ricorda infatti che il comune di Treviso ricade nei "Comuni compresi nelle aree di tutela primaria degli acquiferi" in base all'Allegato E dell'Allegato D delle Norme Tecniche Attuative - D.G.r. 842 del 15 maggio 2012. In tal senso tutto il territorio comunale è soggetto alle norme specifiche di tutela quantitativa delle acque sotterranee ed in particolare a quanto indicato al comma 3 Articolo 40 e riportato di seguito: “Nelle aree di cui al comma 1 (ovvero i Comuni compresi nelle aree di tutela primaria degli acquiferi , n.d.r. ) si applicano le seguenti disposizioni:
a) i prelievi per uso domestico non possono superare il limite di 0,1 l/s, quale portata media giornaliera;
b) i pozzi ad uso domestico devono essere dotati di apparecchi di misura dei consumi, in portata o volume. I dati dei consumi in termini di volume annuo, dovranno essere trasmessi annualmente all’AATO territorialmente competente, che provvederà all’inoltro in Regione;
c) per i pozzi a salienza naturale dovranno essere installati dispositivi di regolazione atti a impedire l’erogazione d’acqua a getto continuo, limitandola ai soli periodi di effettivo utilizzo. Sono vietati i pozzi a salienza naturale destinati all’utilizzo ornamentale (fontane a getto continuo): entro la data del 30 giugno 2012 i pozzi esistenti di tale tipologia (pozzi a salienza naturale destinati all’utilizzo ornamentale senza specifico impiego, fontane a getto continuo) devono essere chiusi con le modalità stabilite dall’amministrazione competente al rilascio delle concessioni. Nel caso di mancato rispetto di tale disposizione il Sindaco, previa diffida agli interessati, procede all’esecuzione d’ufficio a spese dell’inadempiente.”
14. Considerato il totale disinteresse dell’Ente Regionale Parco del Sile al percorso cittadino del fiume si ritiene che sia auspicabile promuovere un Contratto di Fiume per l’intero suo percorso (o per tratti omogenei dello stesso) e per i fiumi di risorgiva del Sile al fine di realizzare un maggior coinvolgimento della popolazione e delle istituzioni pubbliche.
15. Valutazione estremamente prudenziale dei progetti di tombinamento di corsi d’acqua.
16. Si ritiene infine che debbano essere variate le seguenti proposte contenute nel PAES (Piano di Azioni per l’Energia Sostenibile): -RINN-05: considerati i valori storico-ambientali eliminare ogni installazione prevista in aderenza o nelle vicinanze delle Mura ed eventualmente inserirne alcune in località Corti (ex Cartiera), a monte della confluenza della Piavesella (ex Opificio Frescura), in Via Fonderia e all’ex Mulino Sarzetto. -TRA-01: negare ogni possibile ampliamento dell’Aeroporto Canova in quanto ogni possibile diminuzione “efficientistica” sarebbe inutile, anzi peggiorativa, a fronte del maggior inquinamento globale indotto; -TRA-06: revisione integrale del “Biciplan” e suo coordinamento con le previsioni degli analoghi strumenti dei Comuni limitrofi puntando comunque, in via prioritaria, alla realizzazione di percorsi ciclopedonali in sede propria. -VER-01: coinvolgimento in via prioritaria e condizionante degli abitanti.
4.Aria Nella consapevolezza che il problema dell’inquinamento atmosferico colpisce tutta la pianura dell’Italia settentrionale, (e non solo), e che, di conseguenza, non trova effettiva soluzione se non viene affrontato almeno in un ambito generale, si propongono quantomeno ai comuni dell'agglomerato i seguenti indirizzi d’azione :
1. Adozione simultanea, da parte di tutti i comuni dell’agglomerato, delle misure atte al contenimento dell’inquinamento dell’aria proposte nelle indicazioni regionali indicate dall’Arpav come utili a ripristinare un miglioramento della qualità dell’aria qualora


2. Adozione delle misure atte a realizzare una transizione dalle fonti fossili alle fonti di energia rinnovabili, attuando in tutto l’agglomerato urbano, l’approccio “fonti fossili-zero” e “combustioni-zero” sia nelle pratiche autorizzative per nuovi insediamenti abitativi, civili e industriali o negli ambiti sottoposti a ristrutturazione edilizia che nei processi primari (cicli alimentari) e secondari (produzione energia elettrica e termica). Promuovendo quindi la diffusione.
  • delle buone pratiche e l’informazione emergenziale basata sulla conoscenza delle sorgenti inquinanti per assicurare la salubrità nelle abitazioni e negli ambienti urbani;
  • dei prodotti locali e relativi servizi che si distinguono per l’elevato rapporto fruibilità e basso impatto ambientale;
  • delle buone pratiche agronomiche, agroforestali e di gestione rifiuti organici, per sequestrare il carbonio come “biochar” da impiegare come ammendante per ripristinare i livelli di carbonio nei terreni non fertili. per le aree da bonificare, per le colture biologiche, per limitare la liberazione di metano nei processi di degradazione dei materiali di origine biologica, per evitare l’suo di sementi modificate e fertilizzanti di sintesi.
3. Tutela dei polmoni verdi in considerazione del fatto che Il patrimonio arboreo della città cattura le polveri PM10 presenti nell’aria e assorbono anidride carbonica ;

4. Adeguamento dei regolamenti comunali non alla normativa attuale ma a quella futura indicata dalla UE che prevede la ristrutturazione e la realizzazione di nuovi edifici ad energia quasi zero (edifici NZEB) o a energia attiva, in anticipo rispetto alle direttive UE.
5. L’azzeramento di nuove concessioni edilizie per favorire il recupero dell’esistente e la rigenerazione urbanistica dei quartieri e dei comuni;
6. La realizzazione di “impianti fotovoltaici collettivi” tramite parchi fotovoltaici installati nelle ex aree utilizzate come discarica o nei tetti degli edifici pubblici e nelle superfici ben esposte della barriere insonorizzanti di tangenziali e autostrade;
Treviso 21.12.2016
Sintesi redatta da Berto Zandigiacomi per conto delle associazioni partecipanti al FORUM AMBIENTE: EnergoClub Onlus, Aido TV, Comitato Aeroporto Canova, Comitato Aria Pulita, Comitato Viabilità Nord x TV, Fiab TV, Italia Nostra TV, Legambiente TV, WWF Villorba, Territorialisti TV )



CONSIGLIO COMUNALE TREVISO 22-2-17 ore 17

Mercoledì si riunisce il Consiglio Comunale con argomenti piuttosto piatti tra cui spicca una proposta della Lega per TREVISO CAPITALE DELLA CULTURA ed un'altra per una lapide alla CADORIN.
Il resto è ordinaria amministrazione o espresso in burocratese per cui di ignota importanza.


CORSO DI ECOLOGIA URBANA

Corso di Ecologia Urbana da lunedì 20 febbraio, dalle 18,00 alle 20,00, presso Teatrino del Parco Alberi Parlanti in viale Felissent a Treviso, iniziano le Lezioni di archeologia urbana: 4 incontri che hanno l'obiettivo di educare i cittadini all'osservazione e alla salvaguardia del verde urbano.

Le iscrizioni sono ancora aperte.
Il costo per partecipare alle 4 lezioni è di 20 euro - maggiori informazioni nell'allegato.
Il link per la reegistrazione è http://bit.ly/2ktTbow


SARTOR PARLA DELL'OSPEDAL GRANDO


SANTA BONA: TIGLI O BICI? DOMANI SE NE PARLA AL MAZZOTTI

E' molto interessante vedere che cambiando gli attori alla guida dell'Amministrazione, non cambiano le soluzioni tecniche, visto che i tecnici sono sempre gli stessi.

Una pista ciclabile è sempre una cosa buona? Non ne siamo sempre convinti perchè è necessario sempre vedere il contesto in cui si pone la questione.
Il tema è analogo a quello delle "energie rinnovabili": bruciare cippato è ecologico? Il biodiesel è ecologico? I pannelli solari messi a terra sono ecologici?
Non è tutto semplice e noi da tempo diciamo che le piste ciclabili sono da promuovere e fare, ma per fare queste non devo sacrificare altri elementi importanti del paesaggio che sono i fossi oppure gli alberi.

Il Parco Ciclabile del Sile è un esempio paradigmatico di come NON FARE visto che ha piegato e violentato in vari punti le restere con passerelle metalliche che gridano vendetta.

Ora arriviamo alla pista ciclabile di Santa Bona, che prevede nel progetto che sarà presentato domani sia dei tomabamenti di fosso che dei dei tagli di tigli: NON CI SIAMO.
Pare inoltre che non sarà una pista protetta, ma una pista "fata col pénèo zaéo.." e quindi una pista sostanzialmente che non protegge i cicli.

Vorrei capire perchè non si riesce mai a proporre di far fare dei sacrifici agli automobilisti creando un bel SENSO UNICO e recuperando larghezza di strada senza chiudere i fossi o tagliare gli alberi?
Mi diranno che non si può per questo o quel motivo tecnico, ma la verità è che la mentalità di questa Giunta non è molto diversa da quella delle precedenti e lo dimostrano i tecnici che usano, che sono sempre gli stessi.


RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE A VICENZA

Interessante convegno a Vicenza la prossima settimana durante la Fiera di Caccia&Pesca che la sinistra ha abbandonato a Lega e Berlato.

Ci sono delle voci degni di attenzione come il "cacciatore di siluri" Marco Mancini che ha impiantato con Corrado Forlani il centro ittiogenico a Villa Letizia, che ora si vorrebbe sfrattare.
Altre voce sono più "compromesse", ma mi taccio per decenza e rispetto...
Mi fa strano che non ci sia nessuno del Parco Ciclistico del Sile, ma forse hanno preso atto e vanno con Mosole a propagandare il nuovo velodromo di Spresiano...

sabato 18 febbraio 2017

NIENTE PAURA, E' SOLO CULTURA

Oltre a questi incontri ce ne sarà uno sul Bastione del Castello con il Gruppo di TREVISO SOTTERRANEA

PROTEGGIAMOCI DAI VIGNETI: L'ESEMPIO DI PIEVE DI SOLIGO

Non è ancora molto noto il contenuto della nuove norme che il Comune di PIEVE DI SOLIGO si è dato con la variante 12 al Piano degli Interventi, ma si tratta di una forte innovazione perchè viene stabilito per norma che IL VIGNETO E' PERICOLOSO.

Nelle nuove norme che riporto di seguito si prevedono delle distanze di 50 metri dalle abitazioni, di 5 metri dalle piste ciclabili e dai percorsi con obbligo di impianto di siepi.
C'è il diritto di "fare schèi" (protetto da Zaia e Co che pensa a dare diritti di impianti e nuoovi ospedali in un abbraccio dalla botte alla cassa da morto), ma c'è anche il diritto a non morire avvelenati.




CONSUMO DEL SUOLO: ECCO LE PRIME DICHIARAZIONI DELLA REGIONE VENETO

L'ex Sindaco di Jesolo, presidente della 2° commissione regionale (urbanistica), rivendica il "successo" di aver licenziato la Legge Regionale sul "CONTENIMENTO DEL CONSUMO DEL SUOLO",
Se leggete le sue dichiarazioni, si vede che la sua principale preoccupazione NON è contenere il consumo del suolo, MA DIRE CHE
IL VENETO NON SI FERMA!!

Mai parole sono più rivelatrici del fatto che a questi non importa nulla di contenere il consumo del suolo...
Si danno una patina del loro colore preferito, ma devono lasciar mano libera...

giovedì 16 febbraio 2017

PIANO LOTTIZZAZIONE PANIGAI: LA STORGA E' AREA SIC-ZPS!

 REGIONE VENETO
Area Tutela e Sviluppo del Territorio
dott. Corrado Soccorso

e,p.c. COMUNE DI TREVISO
Al Sindaco e Assessore all'Urbanistica
 

Oggetto: Istanza di verifica 1^ Variante Piano di Lottizzazione Panigai.

In continuazione con l’istanza inviatavi per conoscenza il 02.09.2016, e in vista del vaglio cui dovrà essere sottoposta dalla Commissione VAS la Variante in oggetto, si ritiene di dover segnalare le nostre riserve concernenti tale progetto e il quadro nel quale esso si inserisce, anche in relazione ad ulteriori perplessità emerse nell’approfondimento della documentazione.

Il fiume Storga è un piccolo affluente di sinistra del Sile di poco più di 5 km, tutto nel Comune di Treviso, nasce a nord-est della Città e scorre lungo tutto il suo lato est, per la gran parte in aperta campagna, e conserva notevoli porzioni di naturalità. Ha degli inserimenti abitativi lungo viale Brg Marche e via Callalta, dove peraltro insistono valenze storiche e di paleologia industriale importanti.

Per queste sue caratteristiche da molti decenni è oggetto dell’attenzione di biologi e naturalisti, di Istituzioni e Associazioni, e dell’appassionato lavoro di gruppi di cittadini che ne hanno chiesto la tutela e una fruizione consapevole. Nel tempo da parte di essi è stato messo a punto un progetto che si è inserito nel percorso della pianificazione territoriale della Provincia e del Comune di Treviso.
A - Ecco in sintesi il quadro generale.
  • LA REGIONE VENETO nell’ambito della revisione della Rete Natura 2000, con DGR 2673 del 06.08.2004 amplia l’area SIC IT3240031 denominata “Fiume Sile da Treviso Est a San Michele Vecchio”, includendo tutto il corso del fiume Storga più due ampi slarghi, e il fiume Melma.
  • LA PROVINCIA, in quanto proprietaria di un’area di 70 ettari alle sorgenti, vara il programma Risorgive Storga e nel 2001 inaugura l’attuale Parco della Storga di 66 ettari, improntato alla conservazione dell’habitat e ad una fruizione differenziata aperta ai cittadini.
  • LA PROVINCIA in quanto Ente Istituzionale, con il PTCP del 2010 istituisce il Parco Urbano Rurale della Storga” (art. 28 e art. 42 N.T.) definendo quest’area “Fulcro per la posizione geografica, la struttura ambientale e le componenti faunistiche e vegetazionali” di un’area più ampia da tutelare, che comprende anche il Melma e le Fontane Bianche, definendone gli obiettivi e le direttive ai quali gli strumenti urbanistici comunali dovranno uniformarsi e predisponendo uno specifico Progetto (All FF, Progetto n. 5). In effetti il bacino della Storga confina a nord con le Fontane Bianche, a sud con il Parco del Fiume Sile, a est con il compendio Melma-Piovenzan, a ovest con il Parco di Villa Margherita.
  • IL COMUNE DI TREVISO, nel P.A.T. del 2015, recepisce il PTCP per la sua quota di territorio, istituendo e perimetrando il medesimo Parco che ora comprende tutto il corso della Storga e su entrambe le sponde. Il P.I. in corso di elaborazione, in sintonia con il PTCP, dovrà definirne strategie e contenuti. Già negli anni 2001-2004 il Comune aveva inaugurato tre Sentieri Natura lungo il corso del fiume, attestandone la valenza ambientale, due nei pressi del Pdl in oggetto.
B - Le nostre perplessità e dubbi.
Il Piano di Lottizzazione Panigai copre un’area di 24.400 mq tra viale Brg Marche e via Panigai e comprende 12.000 mc di edificato, più strade, parcheggi e opere accessorie. La Variante in oggetto, approvata dalla Giunta Comunale il 10.08.2016, sposta parte della cubatura residenziale (da 10.000 a 9.000 mc) a commerciale (da 2.000 a 3.000 mc), rendendo più “appetibile” un progetto fermo da 7 anni e mai realizzato. Le perplessità sull’opportunità di tale realizzazione riguarda i seguenti punti.
  1. Il PdL Panigai sopprime una ulteriore area verde senza una reale necessità, prevede locali interrati in area di risorgiva e insiste nello stesso luogo dove il PTCP e il PAT hanno istituito il Parco Urbano Rurale della Storga e proprio nel suo punto più critico di connessione tra le aree verdi a nord e quelle a sud di viale Brg Marche (All. 1).
  2. Il Progetto ignora l’esistenza del vincolo Regionale/Europeo sul fiume Storga dichiarando che l’area SIC IT3240031 si trova a 2.000 ml di distanza (Rapporto Ambientale Preliminare pag. 13) e poi a 1.450 ml (Studio di Incidenza Ambientale pag. 16), mentre si trova a 300 ml, bypassando completamente l’ampliamento del 2004, e concludendo ovviamente che a tali distanze nessun effetto negativo si ha sui Siti Natura 2000 e quindi non necessita di VINCA (R.A,P. pag. 18 e S.I.A. pag. 59). Ne consegue pure che neanche la concessione originaria del 2007 ha tenuto conto dell’area SIC che era già presente dal 2004. Serve invece una VINCA Appropriata e Completa e non solo lo Screening. Quale utile contributo, alleghiamo due recenti relazioni ambientali sull’ambiente Storga, una faunistica redatta dal Dr. Francesco Mezzavilla e una relazione sugli aspetti naturalistici del Dr. Emanuele Baldan e della D.ssa Anna Paola Cagnotto (All. 2).
  3. Risorgive. L’area è ricca di risorgive per attestazione della stessa Committenza (Rapporto Ambientale Preliminare pag. 12 e Studio di Incidenza Ambientale pag. 24) e per attestazione del Comune di Treviso che a poca distanza vi ha inaugurato nel 2001 un Sentiero Natura denominato non a caso “Sentiero dei Fontanili” e poco più giù il “Sentiero dei Picchi” anch’esso con splendidi fontanili. D’altronde tutta l’area da sempre è chiamata Selvana “Bassa” per la prossimità con la prima falda freatica.
  4. Smaltimento reflui fognari. Gli scarichi fognari unitamente alle acque meteoriche provenienti dai parcheggi (disoleate), ancorché depurati dalle vasche imhoff e da un trattamento di fitodepurazione da effettuarsi in un bacino di laminazione, saranno convogliati nel Rio Fossetta, proprio quello nel quale la Committenza attesta la presenza di polle di risorgiva (Rapporto Ambientale Preliminare pag. 12 e Studio di Incidenza Ambientale pag. 24) e sul quale realizzerà un ponticello con oblò vetrato “al fine di preservarla” (???) e “di renderne possibile la visione”. Dato che in zona non esiste una rete fognaria, è stata chiesta al Genio Civile “l’autorizzazione per lo scarico di reflui fognari, acque nere e meteoriche” nel predetto corso d’acqua e pagati i relativi diritti (All. 4). E’ il caso di sottolineare che qui l’acqua sgorga a 8-12 gradi e dopo poche centinaia di metri raggiunge la Storga e, a parte le forti riserve sulla reale efficacia della depurazione, resta insoluto il divario di temperatura degli scarichi rispetto all’acqua di risorgiva.
  5. Locali interrati. Lo Studio di Incidenza Ambientale a pag. 17 accenna in modo molto soft alla necessità di “momentanei emungimenti delle acque” da risolversi con pompe da aggottamento, escludendo “fin d’ora l’impiego di sistemi well-point”. Ben diverso risulta il contenuto delle Norme Tecniche di Attuazione, documento che non rientra nel vostro esame, quando all’art. 10 e in tutto l’art. 12 afferma chiaramente e compiutamente che “è consentita la costruzione di locali interrati” (previo nulla-osta del Dipartimento difesa Suolo e Foreste) e, per evitare l’emungimento libero, si dovrà realizzare un tappo di fondo e confinare l’area con palancole, il tutto senza uso di well-point (All. 3). A parte l’inopportunità di realizzare tali interrati in area di risorgiva a tutela della 1^ falda freatica, è straordinario che non si abbia notizia nella zona di un solo scavo effettuato a livello della 1^ falda senza uso di well-point, e nelle precedenti esperienze l’acqua della Storga è stata marrone per mesi. Non solo, la richiesta di Concessione Idraulica protocollata al Genio Civile il 10.02.2015 che si conclude con la “Concessione Provvisoria per abbassamento Falda Freatica mediante impianti “Well-point” e scarico su corsi d’acqua superficiali” con impegno a versare la cauzione, non risulta stralciata ma subito di seguito debitamente sottoscritta (All. 4).
Per tutte le ragioni esposte si confida in un attento esame del progetto presentato all’esame della Commissione VAS, per gli effetti diretti e indotti su un’area che Istituzioni, Associazioni e cittadini stanno cercando di preservare e valorizzare. Si rimane a disposizione per chiarimenti e/o documentazione di supporto. Gli allegati si riferiscono a documenti non in Vs. possesso, mentre per il Rapporto Ambientale Preliminare e lo Studio di Incidenza Ambientale ci siamo limitati a citare le pagine dei passaggi significativi.
Cordiali saluti.

A nome di: 
ITALIA NOSTRA TREVISO - R. Scarpa
GRUPPO DI LAVORO STORGA - E. Bortolanza
GRUPPO RADICI FELICI - R. Anelli
LEGAMBIENTE CIRCOLO PIAVENIRE - M.Fintina
SALVIAMO IL PAESAGGIO TV SUD - G.Carturan
ASSOCIAZIONE ECO-FILOSOFICA - P.Scroccaro
















LA LEGGE REGIONALE SUL “CONTENIMENTO DEL CONSUMO DEL SUOLO” E' UNA PRESA IN GIRO

Per un incontro pubblico, ho riletto il “capolavoro normativo” che il Consiglio Regionale si prepara ad approvare il prossimo 14 marzo relativamente alle DISPOSIZIONI PER IL CONTENIMENTO DEL SUOLO.

Il testo che andrà in aula è frutto di un anno di lavoro con doppie audizioni dei vari portatori d'interesse, ma è complessivamente molto deludente.
Si tratta di una legge “fuffa”, se non truffa, dove una delle regioni più cementificate d'Italia finge di preoccuparsi della questione, mentre in realtà lascia quasi tutto inalterato.

L'analisi del testo è presto fatta se si considerano gli elementi cardine cioè gli articoli 1-2-11 e 12, dove emergono tutte le contraddizioni tra le dichiarazioni di principio con ciò i politici si sciacqueranno la bocca e la coscienza e le “disposizioni finali” e/o “transitorie”, dove emerge la cruda realtà e la volontà di non toccare seriamente alcun interesse sul tema.

Vediamo in breve alcuni di queste “perle” normative, che potrebbero anche essere peggiorate in sede di approvazione con emendamenti ancora più permissivi.

L'articolo 1 è il cardine di tutte le leggi e contiene i principi generali cioè le dichiarazioni d'intenti che dovrebbero informare gli articoli successivi... In questo caso, come spesso succede per le norme regionali, vi sono contraddizioni totali tra principi e deroghe, come vedremo trattando gli articoli 11 e 12.
L'articolo 1 non sembra lasciare dubbi: dovremmo essere in presenza di un'ottima legge, se queste sono le premesse... Tutto perfetto?

    Art. 1 – Principi generali.
1. Il suolo, risorsa limitata e non rinnovabile, è bene comune di fondamentale importanza per la qualità della vita delle generazioni attuali e future, per la salvaguardia della salute, per l'equilibrio ambientale e per la tutela degli ecosistemi naturali, nonché per la produzione agricola finalizzata non solo all'alimentazione ma anche ad una insostituibile funzione di salvaguardia del territorio.
Il presente Capo detta norme per il contenimento del consumo di suolo assumendo quali principi informatori: la programmazione dell’uso del suolo e la sua riduzione progressiva e controllata, la tutela delle superfici agricole e forestali e delle loro produzioni, la rinaturalizzazione di suolo impropriamente occupato, la riqualificazione e la rigenerazione degli ambiti di urbanizzazione consolidata, contemplando l’utilizzo di nuove risorse territoriali esclusivamente quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente, in coerenza con quanto previsto dall’articolo 2, comma 1, lettera d) della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio”.


I primi dubbi arrivano subito con l'articolo 2 relativo alle “definizioni”, dove si precisa il significato dei termini utilizzati per l'applicazione della legge. Sembra una questione banale, ma non lo è. Da molto tempo si dice che c'è grande incomprensione (voluta) proprio sui termini e sulle definizioni, che non sono più così univoche e richiedono sempre continue precisazioni perché ci sono mille interpretazioni di quello che un tempo era chiaro.
Senza analizzare le definizioni, che non sono particolarmente chiare, né innovative, mi interessa sottolineare una particolare definizione che è quella di “ambito d urbanizzazione consolidata”; a prima vista si direbbe che con questo termine giuridico si voglia definire ciò che è “veramente” costruito, ma non è così!
Il perimetro di questo “ambito” consolidato comprende anche aree vergini, non edificate, che sono solo oggetto di un qualche piano urbanistico approvato”!
Nella sostanza non si è considerato come “consolidato” ciò che è costruito o al massimo è non costruito ma convenzionato, ma tutto ciò che nel Veneto è approvato come piani di lottizzazione!
In pratica si è consolidata l'ipertrofica pianificazione urbanistica dei Comuni veneti, che hanno sempre fatto cassa con il territorio...
Considerando il surdimensionamento dei vecchi PRG (ora tramutati in PAT e PI) possiamo tranquillamente dire che il perimetro del “consolidato” comprende almeno una quota in eccesso, che oggi è verde e/o agricola, pari al 20-25% del realmente costruito.

    Art. 2 – Definizioni
Ai fini del presente Capo, si intende per:
  • superficie naturale e seminaturale: (….)
  • consumo di suolo: (….)
  • impermeabilizzazione del suolo: (….)
  • ambiti di urbanizzazione consolidata: l’insieme delle parti del territorio già edificato, comprensivo delle aree libere intercluse o di completamento destinate dallo strumento urbanistico alla trasformazione insediativa, delle dotazioni di aree pubbliche per servizi e attrezzature collettive, delle infrastrutture e delle viabilità già attuate, o in fase di attuazione, nonché le parti del territorio oggetto di un piano urbanistico attuativo approvato e i nuclei insediativi in zona agricola. Tali ambiti di urbanizzazione consolidata non coincidono necessariamente con quelli individuati dal piano di assetto del territorio (PAT) ai sensi dell’articolo 13, comma 1, lettera o), della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11;

Se passiamo ad esaminare il percorso che intende fare la Regione per arrivare a stabilire come diminuire il consumo del suolo specificato nell'articolo 4 della presente legge, si intuisce che l'orizzonte del 2050 è veramente troppo vicino.
Teoricamente in 6 mesi la Giunta Regionale deve definire, comune per comune, come dare le quote di diminuzione di consumi di suolo; peccato che non sia nemmeno noto e certo il punto di partenza, visto che i dati non vengono forniti o sono così confusi che non si capisce nulla. Da dove partiamo??
Basta poi leggere i criteri che saranno considerati per definire tale ripartizione e sarà un successo se la decisione arriverà... nel 2050. Tenete conto che la legge sulle cave aspetta dagli anni '80 e che per ridurre le ULSS hanno discusso per mesi.
Ulteriore riprova del fatto che nessuno dei politici regionali ritiene possibile rispettare il termine dei 180 giorni viene dalla lettura dei commi 2 e 6 dell'articolo 12, che consentiranno di fare fino al 50% del consumo di suolo che si vorrebbe bloccare, se la Regione non rispetterà i termini. Nessun blocco! Ma la licenza di consumare il 50% di quello che dovrei bloccare subito, che già non comprende il verde interno al “consolidato” ampliato.

    Art. 4 - Misure di programmazione e di controllo sul contenimento del consumo di suolo
1. Il consumo di suolo è gradualmente ridotto nel corso del tempo ed è soggetto a programmazione regionale e comunale.
2. La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, stabilisce entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge:
  1. la quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio regionale nel periodo preso a riferimento, in coerenza con l’obiettivo comunitario di azzerarlo entro il 2050, e la sua ripartizione per ambiti comunali o sovracomunali omogenei, tenendo conto, sulla base delle informazioni disponibili in sede regionale e di quelle fornite dai comuni con le modalità e nei termini indicati al comma 5, dei seguenti aspetti:
1) delle specificità territoriali, in particolare di quelle montane, in armonia con quanto previsto dalla legge regionale 8 agosto 2014, n. 25 “Interventi a favore dei territori montani e conferimento di forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria alla provincia di Belluno in attuazione dell'articolo 15 dello Statuto del Veneto.”;
2) delle caratteristiche qualitative e idrauliche dei suoli e delle loro funzioni eco-sistemiche;
3) delle produzioni agricole, delle tipicità agroalimentari, dell’estensione e della localizzazione delle aree agricole rispetto alle aree urbane e periurbane;
4) dello stato di fatto della pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistica;
5) dell’esigenza di realizzare infrastrutture e opere pubbliche,
6) dell’estensione del suolo già edificato, della consistenza numerica degli alloggi, delle aree e degli edifici dismessi o, comunque, inutilizzati.

La vera natura della legge arriva dalla lettura degli articoli 11 e 12, che riassumono i veri portatori di interessi che interessano ai consiglieri regionali cioè coloro che chiedono favori e sono i grandi elettori.
L'elenco è presto fatto: i costruttori che hanno piani di lottizzazione approvati, i piccoli industriali che invece di andare in una delle mille zone industriali trasformato il loro terreno agricolo con lo “sportello magico” del SUAP, gli agricoltori grandi e piccoli, i cavatori, l'edilizia in generale con il demenziale Piano Casa, i gruppi che infestano le periferie con i “piccoli” centri commerciali liberalizzati dalla LR 50/2012.

La “perla” però sta tutta nel comma i) di questo articolo che consente sempre di “consumare suolo”, ma non a tutti...
Si crea una corsia preferenziale che consentirà di fare quello che a tutti sarà proibito dopo l'entrata in vigore della legge, cioè fare varianti urbanistiche finalizzate a creare nuove aree di espansione.
Sarà sufficiente che un Comune, in accordo con la Regione, individui in un Piano Regionale, magari di 20 anni fa, (PTRC o Piano di Area o Piano Strategico) una previsione, anche generica, e diventeranno possibili interventi edilizi e varianti urbanistiche che interessano superfici agricole o naturali e consumano suolo senza alcun limite. Bella novità e soprattutto bel potere discrezionale nelle mani della Giunta!

    Art. 11- Disposizioni finali
1. Sono sempre consentiti sin dall’entrata in vigore della presente legge:
  1. gli interventi previsti dallo strumento urbanistico generale ricadenti negli ambiti di urbanizzazione consolidata;
  2. gli interventi di cui agli articoli 5 e 6, con le modalità e secondo le procedure ivi previste;
  3. i lavori e le opere pubbliche o di interesse pubblico;
  4. gli interventi di cui agli articoli 2 e 3 e agli articoli 4 e 4 bis, limitatamente agli ampliamenti delle attività esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 55 “Procedure urbanistiche semplificate di sportello unico per le attività produttive”(SUAP);
  5. gli interventi di cui all’articolo 44 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, e, comunque, tutti gli interventi connessi all’attività dellimprenditore agricolo;
  6. l’attività di cava ai sensi della vigente normativa;
  7. gli interventi di cui alla legge regionale 8 luglio 2009, n. 14 “Intervento regionale a sostegno del settore edilizio” (Piano Casa 1-2-3 prorogato fino al 2018) e per favorire l'utilizzo dell'edilizia sostenibile e modifiche alla legge regionale 12 luglio 2007, n. 16 in materia di barriere architettoniche”, le cui premialità sono da considerarsi alternative e non cumulabili con quelle previste dal presente Capo;
  8. gli interventi di cui alla legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto" e ai relativi provvedimenti attuativi (centri commerciali inferiore a 1500 mq fuori dai centri storici);
  9. gli interventi attuativi delle previsioni contenute nel piano territoriale regionale di coordinamento (PTRC), nei piani di area e nei progetti strategici di cui alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11.
  1. Ai fini della realizzazione degli interventi di cui al comma 1, lett. b), sono consentite eventuali varianti allo strumento urbanistico comunale.

L'articolo 12 completa il “capolavoro” di eccezioni elencato dall'articolo 11 con alcune bizzarrie che dimostrano l'insofferenza per i Consiglieri Regionali per qualsiasi limite: nemmeno nel periodo transitorio si è in grado di contenere veramente il “consumo del suolo”.
Il comma 2 dell'articolo 12 consente ai Comuni di usare il 30% della propria capacità edificatorio nel periodo transitorio; in pratica in un legge che vorrebbe limitare il consumo del suolo, si incentivano i Comuni ad usare subito almeno il 30% di quello che a breve verrà bloccato! Si avrà l'effetto domino che si crea quando si annunciava un condono edilizio?
Non si capisce nemmeno come si gestirà questa quota del 30% di consumo di suolo: “chi prima arriva, prima consuma?”

Il comma 10 di questo articolo deroga anche dal divieto di far varianti urbanistiche per chi non ha ancora fatto il PAT a 12 anni dall'approvazione della LR11/2004! Ecco, si arriva a premiare chi non ottempera: ottimo esempio per chi ha speso soldi per fare i nuovi strumenti urbanistici.

    Art. 12 - Disposizioni transitorie
1. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 11, fino all'emanazione del provvedimento di cui all’articolo 4, comma 2, lettera a):
a) non è consentito consumo di suolo;
b) non è consentita l'introduzione nei piani territoriali ed urbanistici di nuove previsioni che comportino consumo di suolo.
2. In deroga alla limitazione di cui al comma 1, lettera a), sono consentiti gli interventi negli ambiti inedificati nella misura del 30 per cento della capacità edificatoria complessivamente assegnata dagli strumenti urbanistici generali.
3. Sono fatti salvi i procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge relativi:
a) ai titoli abilitativi edilizi, comunque denominati, aventi ad oggetto interventi comportanti consumo di suolo;
b) ai piani urbanistici attuativi, comunque denominati, la cui realizzazione comporta consumo di suolo.
4. Per i procedimenti in corso di cui al comma 3 si intendono:
a) nel caso dei titoli abilitativi edilizi, i procedimenti già avviati con la presentazione allo sportello unico della domanda di permesso di costruire ovvero delle comunicazioni o segnalazioni, comunque denominate, relative ai diversi titoli abilitativi, corredate dagli eventuali elaborati richiesti dalla vigente normativa;
b) nel caso dei piani urbanistici attuativi, i procedimenti già avviati con la presentazione al comune della proposta corredata dagli elaborati necessari ai sensi dell'articolo 19, comma 2, della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11.
5. Sono, altresì, fatti salvi gli accordi tra soggetti pubblici e privati, di cui all'articolo 6 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, già sottoscritti alla data di entrata in vigore della presente legge nonché gli accordi di programma di cui all’articolo 7 della medesima legge regionale n.11 del 2004, relativamente ai quali entro la medesima data la conferenza decisoria abbia già perfezionato il contenuto dell’accordo.
6. Qualora il provvedimento di cui all’articolo 4, comma 2, lettera a), non sia emanato nel termine indicato, la percentuale di cui al comma 2 è incrementata di un ulteriore 20 per cento.
7. (…)
8. (...)
9. (…)
10. Per le finalità di cui al comma 7 e di cui agli articoli 5 e 6, i comuni non ancora dotati di PAT possono adottare, in deroga al divieto di cui all’articolo 48, comma 1, della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, una variante al piano regolatore generale con la procedura di cui all'articolo 50, commi 6 ,7 e 8, della legge regionale 27 giugno 1985, n. 61 "Norme per l'assetto e l'uso del territorio.

Questa è la legge, che sta per essere approvata e che verrà propagandata come una legge innovativa e sostenibile.
Informatèvi e dite loro che non ci prendano in giro.