"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

sabato 24 luglio 2010

PEDEMONTANA: PUBBLICO DIBATTITO martedì 27-7 ore 20.30

Martedì 27 luglio 2010 ore 20.30 presso auditorium comunale di Volpago del Montello il sindaco e tutti i colleghi del Montello incontrano il presidente della Regione Zaia ed i consiglieri regionali trevigiani per un pubblico dibattito sulla Pedemontana.

domenica 11 luglio 2010

PAGHEREMO IL DIRITTO DI NON COSTRUIRE CAPANNONI

La vicenda della famiglia Caldato Giuseppe e figli per l'area agricola inserita, obtorto collo, nel PdL Castellana 3 è emblematica e merita una seria riflessione da parte di tutti in modo sereno, lasciando per un attimo perdere le questioni partitiche che avranno tempo e modo di essere valutate.

La “proprietà privata” è sacra. Lo è nel senso comune italiano molto di più' della “proprietà comune” come se non ci fosse un nesso strettissimo tra le due cose.
Le trasformazioni urbanistiche e l'assenza di una gestione che tutelasse entrambi gli interessi (pubblico e privato) sono la principale causa del caos in cui viviamo nel Veneto: città diffusa piena di strade e capannoni...

In questo caso una famiglia, uno di noi, riconosce alla terra agricola un “valore assoluto”, non commerciabile, non vendibile.
Non è solo “sentimentalismo”, come qualcuno frettolosamente puo' pensare, ma è una riflessione precisa sul senso della nostra vita e sull'importanza di quello che ci è stato dato e che vorremmo tutti dare ai nostri figli: una terra sana, un modo di vivere equilibrato...

In questo caso abbiamo l'esempio di una “prevaricazione” oggettiva da parte dell'amministrazione comunale, che ti “rende ricca per arricchirsi”, ma poi alla fine svende il nostro futuro, la nostra storia, le nostre tradizioni.
Discorsi esagerati per tre campi di terra? Moltiplicateli per i milioni di metri quadri produttivi del Veneto ed avrete il quadro di una terra svenduta per avere più' “schèi”.

In questo caso, i proprietari, dopo aver tentato di arginare la burocrazia che ti dissangua e ti spolpa, hanno detto “basta” e noi di Italia Nostra siamo con loro.
La questione è amministrativa, politica e sociale e su tutti i fronti abbiamo iniziato a “dialogare” ed ad “agire”.

Da un punto di vista amministrativo l'assessore Zugno è già informato e sarà interessato dai Consiglieri Luigi Caldato e Antonella Tocchetto per trovare una soluzione ad questo “regalo” non voluto.
La richiesta precisa è di annullare il cambio d'uso del PRG 2003 con restituzione di tutte le somme finora versate per quella decisione, che alla fine ha solo danneggiato la famiglia Caldato.

Dal punto di vista politico e sociale, il discorso è appena iniziato, ma Italia Nostra di propone di coordinare un insieme di progetti di soggetti cooperativi e privati che, insieme con la famiglia Caldato, possano creare un'area agricola “a parco”.
Un orto urbano, un punto di incontro, un “qualcosa” che dia un senso preciso e concreto al grido di allarme che loro per primi e da soli hanno lanciato:
“Basta capannoni, lasciateci la nostra terra, la terra dei nostri padri....”

Le possibilità sono moltissimi ed i mezzi come al solito pochissimi, ma le potenzialità un simile “progetto di sviluppo” sono enormi e rispondono ai desideri di moltissime persone che non ne possono più' di strade, marciapiedi e cemento e sono disposte a pagare per non costruire.

Il progetto di Italia Nostra di Treviso è quindi di dare un contenuto reale ad una serie “desideri” di molti trevigiani, che chiedono:
- spazi per incontrarsi nel verde;
- zone per poter avere un piccolo orto dove ritornare veramente alla terra
- possibilità di sviluppare progetti di mutualità, solidarietà di tipo sostenibile
- incentivare un turismo a basso impatto
Per questo si lavorerà e financo si pagheranno quelle tasse (non dovute) se non sarà possibile toglierle.

Pagheremo tutti per non costruire capannoni inutili e per non perdere pezzi di territorio agricolo che sono ben più' preziosi di mille aree industriali che resteranno vuote se non si invertirà la tendenza alla delocalizzazione produttiva, che i nostri imprenditori praticano dopo aver, spesso, massacrato il nostro territorio

Lo sviluppo di questo progetto, in accordo con la famiglia, potrete seguirlo sulla stampa o sul blog di italia nostra (http://italianostra-treviso.blogspot.com/).

giovedì 8 luglio 2010

TENETEVI I VOSTRI REGALI E LASCIATECI LA TERRA


Nel 2003 viene approvato il PRG di Treviso che porta in dote migliaia di metri cubi di residenze e capannoni.
E' lo “sviluppo” di una città urbanisticamente governata solo dagli interessi di bottega.
Tutti chiedono ed a tutti viene dato, senza alcuna regola o strategia; è la fiera dell'abbondanza: il mattone, in teoria, porta ricchezza per tutti...

Il Comune di Treviso “si ingrassa” di oneri di urbanizzazione e la sbornia da metri cubi arriva fino al 2008; ora c'è la crisi e colossi immobiliari come Fondazione Cassamarca sono costretti a “diete” strettissime causa errori madornali di strategia e programmazione.

Nell'insieme dei terreni che mutano destinazione d'uso (il giochino più' redditizio del mondo...) c'è anche un terreno agricolo di 10.000 mq vicino alla Castellana: due campi con erba medica, una vigna, un orto e tre case...
Il frutto di una vita di sacrifici di una dinastia di lavoratori onesti e legati alla loro terra.

Un “colpo di fortuna” per il senso comune generale....
Una proprietà che prima vale 100.000 euro e dopo un timbro su un PRG “vale” 10 volte tanto: un milione di euro! Chi puo' rinunciare ad una simile “fortuna”?? Chi puo' lamentarsi??

I beneficiari di questo “regalo” però non lo vogliono, non è un regalo! E' una maledizione perchè per loro i soldi non sono la priorità, non sono la vita.
Noi vogliamo poter tenerci questo pezzo di terra così com'è, vorremmo poterlo mettere a disposizione anche di altri per far godere anche a loro quest'angolo di paradiso...
Vogliamo vedere il falco che si posa sui rami degli alberi, vogliamo piantare altri alberi...
Vogliamo poter mantenere la terra dei nostri padri e dei nostri nonni, che hanno sudato e lottato per questa terra, che ha dato loro frutti abbondanti.
Avremmo accettato un esproprio per un ospedale, per una scuola, per un'opera pubblica necessaria, ma..... capannoni??! Ancora capannoni?
No, è un insulto all'intelligenza ed ai valori inestimabili di cose che se perdute non riavremo più'....”

Ho dovuto farmi ripetere questa storia più' volte perchè molte sono i pasticci urbanistici, ma mai mi era capitata una vicenda simile....
Questi i motivi che mi hanno detto con le lacrime agli occhi per la rabbia e per i dolori che la vita periodicamente porta; queste le parole che hanno fatto venire anche a me le lacrime...

La beffa terribile è che il regalo del Comune di Treviso non è gratis; anzi il Comune è in clamoroso conflitto di interesse! Chi beneficia di un cambio d'uso di un terreno da agricolo a produttivo deve pagare l'ICI e sono circa 10.000 euro/anno, reddito che un campo agricolo non puo' certamente dare come rendita.
La burocrazia poi, implacabile, fa il resto ed onesti cittadini si trovano “stritolati” a dover pagare fino a 50.000 euro per tasse e sovratasse....
I proprietari, involontariamente milionari, devono prendere liquidazioni, risparmi, fare mutui per pagare le tasse su un bene che non vogliono!

L'Amministrazione comunale, che ha fatto di tutto con il PRG, arrivando a quasi 40 varianti parziali, come unico rimedio propone un “amico” costruttore che potrebbe acquisire i diritti edificatori di quel terreno facendoli poi “atterrare” in altro sito.
Poche migliaia di euro per poter pagare altre tasse (questa volta a Roma), ma anche questo piccolo aiuto sfuma perchè quei diritti non valgono nulla in un territorio che ha capannoni sfitti dappertutto!

Ora loro hanno deciso di non pagare più' tasse ingiuste e di rendere pubblica la loro situazione per avere aiuto e solidarietà e per realizzare quello che hanno sempre voluto:

MANTENERE LA LORO TERRA AGRICOLA.

Noi tutti non possiamo restare indifferenti a questo e siamo pronti a mobilitarci per “acquisire” il diritto a non costruire nulla e poter fare un parco agricolo dove avrebbero dovuto sorgere inutili capannoni.
Servono 12.000 euro come primo passo per le tasse di Roma e poi tutte le iniziative, politiche e sociali per avere la restituzione dei soldi versati e della destinazione originaria dei terreni.

TENETEVI IL VOSTRO REGALO E LASCIATECI LA TERRA