La vicenda della famiglia Caldato Giuseppe e figli per l'area agricola inserita, obtorto collo, nel PdL Castellana 3 è emblematica e merita una seria riflessione da parte di tutti in modo sereno, lasciando per un attimo perdere le questioni partitiche che avranno tempo e modo di essere valutate.
La “proprietà privata” è sacra. Lo è nel senso comune italiano molto di più' della “proprietà comune” come se non ci fosse un nesso strettissimo tra le due cose.
Le trasformazioni urbanistiche e l'assenza di una gestione che tutelasse entrambi gli interessi (pubblico e privato) sono la principale causa del caos in cui viviamo nel Veneto: città diffusa piena di strade e capannoni...
In questo caso una famiglia, uno di noi, riconosce alla terra agricola un “valore assoluto”, non commerciabile, non vendibile.
Non è solo “sentimentalismo”, come qualcuno frettolosamente puo' pensare, ma è una riflessione precisa sul senso della nostra vita e sull'importanza di quello che ci è stato dato e che vorremmo tutti dare ai nostri figli: una terra sana, un modo di vivere equilibrato...
In questo caso abbiamo l'esempio di una “prevaricazione” oggettiva da parte dell'amministrazione comunale, che ti “rende ricca per arricchirsi”, ma poi alla fine svende il nostro futuro, la nostra storia, le nostre tradizioni.
Discorsi esagerati per tre campi di terra? Moltiplicateli per i milioni di metri quadri produttivi del Veneto ed avrete il quadro di una terra svenduta per avere più' “schèi”.
In questo caso, i proprietari, dopo aver tentato di arginare la burocrazia che ti dissangua e ti spolpa, hanno detto “basta” e noi di Italia Nostra siamo con loro.
La questione è amministrativa, politica e sociale e su tutti i fronti abbiamo iniziato a “dialogare” ed ad “agire”.
Da un punto di vista amministrativo l'assessore Zugno è già informato e sarà interessato dai Consiglieri Luigi Caldato e Antonella Tocchetto per trovare una soluzione ad questo “regalo” non voluto.
La richiesta precisa è di annullare il cambio d'uso del PRG 2003 con restituzione di tutte le somme finora versate per quella decisione, che alla fine ha solo danneggiato la famiglia Caldato.
Dal punto di vista politico e sociale, il discorso è appena iniziato, ma Italia Nostra di propone di coordinare un insieme di progetti di soggetti cooperativi e privati che, insieme con la famiglia Caldato, possano creare un'area agricola “a parco”.
Un orto urbano, un punto di incontro, un “qualcosa” che dia un senso preciso e concreto al grido di allarme che loro per primi e da soli hanno lanciato:
“Basta capannoni, lasciateci la nostra terra, la terra dei nostri padri....”
Le possibilità sono moltissimi ed i mezzi come al solito pochissimi, ma le potenzialità un simile “progetto di sviluppo” sono enormi e rispondono ai desideri di moltissime persone che non ne possono più' di strade, marciapiedi e cemento e sono disposte a pagare per non costruire.
Il progetto di Italia Nostra di Treviso è quindi di dare un contenuto reale ad una serie “desideri” di molti trevigiani, che chiedono:
- spazi per incontrarsi nel verde;
- zone per poter avere un piccolo orto dove ritornare veramente alla terra
- possibilità di sviluppare progetti di mutualità, solidarietà di tipo sostenibile
- incentivare un turismo a basso impatto
Per questo si lavorerà e financo si pagheranno quelle tasse (non dovute) se non sarà possibile toglierle.
Pagheremo tutti per non costruire capannoni inutili e per non perdere pezzi di territorio agricolo che sono ben più' preziosi di mille aree industriali che resteranno vuote se non si invertirà la tendenza alla delocalizzazione produttiva, che i nostri imprenditori praticano dopo aver, spesso, massacrato il nostro territorio
Lo sviluppo di questo progetto, in accordo con la famiglia, potrete seguirlo sulla stampa o sul blog di italia nostra (http://italianostra-treviso.blogspot.com/).
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