"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

venerdì 17 dicembre 2021

PARK MIANI: INCAPACITA’ STRUTTURALE O STRATEGIA DEI FURBETTI?

 



Confesso di aver parcheggiato poche volte al Miani, sia perché fuori zona sia perché a Treviso si può, da sempre, parcheggiare praticamente dappertutto.

La vicenda della prossima dismissione discussa dall’attuale amministrazione rende evidente l’incapacità strutturale di questi politici (sempre gli stessi e per la maggior parte della Lega – un tempo Lega Nord).

Sono decenni che si chiedono parcheggi contenitore appena fuori Mura con contestuale pedonalizzazione del centro storico ed invece, ora,  cosa si decide?

Si vende uno dei pochi contenitori di auto realizzato a caro prezzo e gestito dalla solita partecipata per “scaldasedie” sempre in perdita e stop.

Si propone però un parcheggio di fronte alle Mura (ex Pattinodromo) per riparare ad un madornale errore amministrativo di Gobbo e Gentilini complice ACTT di Zampese (toh, eccoli ancora), condonato dal pavido Manildo (ex Park Vittoria).

E siamo ancora a sentire importanti personalità, come il presidente di Confcommercio, Pozza, che pontifica sulla riesumazione di quell’oscenità in piazza Vittoria con 3 piani interrati perché “il trevigiano è abituato così…”. E poi parliamo di amare la città e le sue bellezze storiche…

Da “anziano” al loro pari, ritengo che siano tutte politiche fallimentari di persone ancorate in un mondo che non esiste più.

Spero nei giovani e nella loro voglia di cambiare questo mondo, non tanto per la rivoluzione contro il capitalismo, ma per salvare un minimo di condizioni decenti di vita e salubrità. Treviso doveva essere pedonalizzate 20 anni fa, ma le menti eccelse della Lega non ebbero alcuna visione, come sulla differenziata che a Treviso è arrivata 15 anni dopo i comuni della cintura.

Con questi politici non si salva l’ambiente e la salute e non si salvano nemmeno gli affari. Prima si mandano in pensione o al bar, meglio è.

 

post scriptum

Mi sorge anche il dubbio che sia l'unica strategia che sono in grado di pensare questi equiibristi del potere perchè Lorsignori, al massimo fanno e fanno fare affari, con acquisti e vendite e cambi di destinazione d'uso...

Magari sono più furbi di quello che penso io, ma certamente ce lo stanno continuando a raccontarci panzane. Ieri ed oggi.

Ma un sussulto di orgoglio trevigniano nel chiedere conto di questi sperperi non c'è mai?

giovedì 16 dicembre 2021

A TREVISO ARIA PESSIMA, MA NON PER L’AEROPORTO… 32.000 TREVIGIANI A CASA PER FAR VOLARE GLI AEREI?

 

Nella transizione ecologica trevigiana ci deve essere qualche tassello, non di piccola dimensione, fuori posto e nemmeno un assessore all’ambiente titolato in materia pare riuscire/volere a fare nulla.

L’aria a Treviso, come in tutta la pianura padana, è “pessima” a livello qualitativo perché non possiamo più parlare di sforamenti dei limiti (50 microgrammi per metro cubo), ma dobbiamo dire che siamo 3 volte oltre i limiti e quindi arrivano le ordinanze urgenti del sindaco per tutelare i cittadini, ma anche, e forse soprattutto sè stesso.

“Stop immediato alle auto private fino ad euro 5 fino a cessata emergenza”.

Si tratta della così detta “emergenza periodica”, che non può più chiamarsi emergenza perché è noto che si verifica ogni anno da decenni senza un intervento strutturale di lungo periodo e qui le colpe non sono dell’ultimo sindaco, ma anche dei precedenti.

Quello che però va detto a chiare lettere è che Qualcuno è al di fuori di queste regole e lo è da sempre...

Parliamo di SAVE-AERTRE che con un solo decollo aereo inquina come 600 auto euro 0.

In questo caso, e non da ora, nessuno ha avuto il coraggio di fare un’ordinanza urgente, almeno per i periodi di picco, per fermare i voli dell’aeroporto Canova perché si potrebbe fermare l’economia ed il business. Ma la salute non è prioritaria?

Facciamo due calcoli:

  • da decenni SAVE-AERTRE fa almeno 20.000 movimenti/anno cioè circa 54 movimenti/giorno
  •  se un movimento inquina come 600 auto euro 0 significa che in un giorno l’inquinamento prodotto dall’aeroporto è pari a quello di 54*600=32.400 auto dei trevigiani
In pratica fermiamo i trevigiani in auto per far volere gli aerei??

Non sono certamente calcoli raffinati, ma la sostanza è che il trevigiano medio rispetta le regole del suo sindaco per il bene di tutti, mentre il gestore dell’aeroporto non rispetta nemmeno i movimenti che erano legittimi (16.300/anno).

E' giusto fermare le auto perchè l'emergenza è continua, ma come possiamo permettere che chi inquina più dei singoli in auto non faccia nessun sacrificio?

Ah, scusate... è un potente... è l'economia.... è ......



sabato 11 dicembre 2021

PEDONALIZZAZIONE: UNA QUESTIONE TRENTENNALE SENZA COLPEVOLI?


Gli ultimi commenti di questi giorni sulla questione pedonalizzazione del centro storico di Treviso sfondano porte aperte per ITALIA NOSTRA Treviso, visto che da almeno 40 anni ne è testimone  l’ex presidente storico della nostra sezione, l’arch. Berto Zandigiacomi.

La mancanza di visione di lungo periodo è una caratteristica tipica di chi non sa darsi un reale priorità e vuole “la moglie ubriaca e la botte piena”.

In questo caso c’è stato l’ostracismo di una categoria ben precisa e molto ascoltata da tutti i politici locali di ogni colore: i commercianti del centro storico, che non hanno mai amato questa diversa fruizione della città pensando di perdere i loro affari.

Nel tempo la loro visione non strategica è stata fallimentare perché i centri commerciali hanno “divorato” il commercio del centro storico, che oggi langue ed a malapena sopravvive.

In pratica abbiamo avuto “la moglie che non beve” (i commercianti del centro) e “la botte vuota” (il centro con le vetrine vuote”): ottimo affare!!

C’è qualcuno tra i partiti politici che ha il coraggio di alzare la manina e dire: “Sì, è vero… abbiamo sbagliato tutto. Non abbiamo capito nulla. Siamo pronti a non ripetere i vecchi errori.”??

Dubito. Tutti ora sono green e propongono misure palliative per darsi un tono e "cacciare" i finanziamenti del PNRR, che verranno sprecarti nella maggior parte dei casi.

Ho ripercorso gli ultimi 10 anni di blog, senza tanto sforzarmi, ed allego per i volonterosi una serie di articoli dal 2012 al 2020, che danno sempre la stessa versione:

TREVISO è un piccolo centro storico e va pedonalizzata con parcheggi fuori terra in periferia e navette (meglio se gratuite) frequenti.

Sin dalla lontana battaglia per non fare la tangenziale est in mezzo alle risorgive della Storga, abbiamo anche detto che l’autostrada A27 va liberalizzata, senza fare altre infrastrutture. Lo ricordo perché stiamo parlando in questi giorni di finta Transizione Ecologica di Terraglio est e IV Lotto della tangenziale per collegare due supermercati…

E’ di poca soddisfazione verificare di aver avuto ragione. Cassandra non è un bel personaggio.

Ecco i link

2017

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2017/08/pedonalizzazione-cen-tro-storico-caiher.html

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2017/05/ma-chi-era-contro-la-pedonalizzazione.html

2016

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2016/09/parcheggi-e-visioni-di-citta.html

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2016/08/da-che-pulpito.html

2012-2013

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2013/08/pat-treviso-mobilita-parte-1-rev0.html

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2013/08/pat-treviso-mobilita-parte-2-rev0.html

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2012/08/resoconto-incontro-fiera-7-8-2012.html

Gli ultimi commenti di questi giorni sulla questione pedonalizzazione del centro storico di Treviso sfondano porte aperte per ITALIA NOSTRA Treviso, visto che da almeno 40 anni ne è testimone vivente l’ex presidente storico della nostra sezione, l’arch. Berto Zandigiacomi.

La mancanza di visione di lungo periodo è una caratteristica tipica di chi non sa darsi un reale priorità e vuole “la moglie ubriaca e la botte piena”. In questo caso c’è stato l’ostracismo di una categoria ben precisa e molto ascoltata da tutti i politici locali di ogni colore: i commercianti del centro storico, che non hanno mai amato questa diversa fruizione della città pensando di perdere i loro affari.

Nel tempo la loro visione non strategica è stata fallimentare perché i centri commerciali hanno “divorato” il commercio del centro storico che oggi langue ed a malapena sopravvive.

In pratica abbiamo avuto “la moglie che non beve” (i commercianti del centro) e “la botte vuota” (il centro con le vetrine vuote”): ottimo affare!!

C’è qualcuno tra i partiti politici che ha il coraggio di alzare la manina e dire: “Sì, è vero… abbiamo sbagliato tutto. Non abbiamo capito nulla. Siamo pronti a non ripetere i vecchi errori.”??

Ho ripercorso gli ultimi 10 anni di blog, senza tanto sforzarmi, ed allego per i volonterosi una serie di articoli dal 2012 al 2020, che danno sempre la stessa versione:

TREVISO è un piccolo centro storico e va pedonalizzata con parcheggi fuori terra in periferia e navette (meglio se gratuite) frequenti.

Sin dalla lontana battaglia per non fare la tangenziale est in mezzo alle risorgive della Storga, abbiamo anche detto che l’autostrada A27 va liberalizzata, senza fare altre infrastrutture. Lo ricordo perché stiamo parlando in questi giorni di finta Transizione Ecologica di Terraglio est e IV Lotto della tangenziale per collegare due supermercati…

E’ di poca soddisfazione verificare di aver avuto ragione. Cassandra non è un bel personaggio.

Ecco i link

2017

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2017/08/pedonalizzazione-cen-tro-storico-caiher.html

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2017/05/ma-chi-era-contro-la-pedonalizzazione.html

2016

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2016/09/parcheggi-e-visioni-di-citta.html

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2016/08/da-che-pulpito.html

2012-2013

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2013/08/pat-treviso-mobilita-parte-1-rev0.html

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2013/08/pat-treviso-mobilita-parte-2-rev0.html

https://laudatosi-treviso.blogspot.com/2012/08/resoconto-incontro-fiera-7-8-2012.html

lunedì 6 dicembre 2021

GRAVE DI CIANO: UNA DOMANDA E DUE IMPOSTAZIONI

 


A Mosnigo di Moriago il 2 dicembre un’affollata assemblea pubblica si è svolta in contemporanea con una trasmissione a Rete Veneta sul medesimo tema: la potenziale pericolosità di una piena della Piave e le possibili risposte a questo problema.

Da un lato il potere della Regione Veneto (l’assessore Bottacin e il prof. D’Alpaos ospiti di Bacialli, senza contraddittorio, con il sindaco di Ponte di Piave) dall’altra un nutrito gruppo di amministratori del Medio Piave (dalla sindaca di Crocetta al Vicesindaco di Vidor).

 

Il tema “PIAVE” è un problema complesso di cui si discute da 50 anni; è divenuto urgente negli ultimi due anni da quando il progetto delle casse di espansione nelle grave di Ciano del Montello è LA soluzione e non una delle potenziali soluzioni.

Ci sono due modi di affrontare un simile problema: il “metodo ingegneristico” ed il “metodo ambientale” e nei passaggi seguenti vorrei mostrare le differenze tra le due impostazioni.

 

1.       Il metodo “ingegneristico”

Il prof. D’Alpaos è un emerito professore di idraulica dell’Università di Padova e quindi rappresenta un’autorità scientifica nella sua materia: il tema non è contestare la sua indubbia competenza, quanto valutare se l’impostazione globale della sua proposta tecnica e tecnologica sia adeguata alla risoluzione della questione posta.

Gli studi e la professione di D’Alpaos prevedono una risposta tecnica ad un fenomeno naturale: l’ingegnere costruisce dighe, argini, devia fiumi… Nella sostanza D’Alpaos e la Piave sono antagonisti (nemici): uno deve prevalere sull’altro, uno deve domare l’altro e fino ad oggi il fiume ha resistito alle proposte di opere dell’Università di Padova (vedi diga di Falzè a Sernaglia).

D’Alpaos vede i pericoli dati dalla vegetazione in alveo per altre opere umane (i ponti, le fabbriche) e non f mai alcuna considerazione ecosistemica. Non competono a lui, che è un puro ingegnere idraulico.

In questo epigono della cultura scientifica novecentesca è racchiusa tutta la filosofia occidentale del secolo breve, per la quale i problemi complessi vengono suddivisi in problemi più semplici e risolti grazie all’intervento dell’opera dell’Uomo che prevale sulla Natura.

Per D’Alpaos, ritengo, la Piave va gestita, “domata”, incanalata dove l’Uomo vuole al servizio totale del bacino.

 

2.       Le necessità della politica

Si aggiunga a questo che la politica attuale deve dimostrare di “fare qualcosa”. Non importa “cosa”.

E’ necessario aver programmato un qualsiasi intervento perché al primo evento disastroso (che certamente ci sarà), la politica dirà che …. “il progetto era pronto, ma non si è potuto attuare per….”.

Si discuterà di colpe, ritardi…. si faranno polemiche “sugli ambientalisti che devono andare in vacanza e lasciare il fiume ai professori universitari….”.

La politica piccola (della Regione Veneto) vuole solo salvarsi il culo di fronte ad una catastrofe che ha solo contribuito ad aggravare con inerzia e favori alle lobbies, in primis dei cavatori.

 

3.       Il metodo “ambientale”

Quello che stanno facendo i comitati del medio e basso Piave e le associazioni, con le limitate risorse disponibili, è la vera transizione ecologica, perché propongono un vero e radicale cambio di logica.

La Piave, che rappresenta l’acqua e quindi la vita, non è “nemico” del territorio, ma ne è parte integrante; è il nerbo di queste terre e non solo per il sangue che si è diluito lungo il costo in episodi storici tragici, ma anche per tutto quello che il fiume dà e continua a dare, se verrà rispettato.

La Piave merita e deve essere rispettato ed assecondato e quindi più che ascoltare esclusivamente il parere di un emerito professore di idraulica, è necessario ascoltare chi osserva il fiume e che, con altre competenze, riesce a dare una visione “altra” della questione. Ovviamente non parlo di fare una mega commissione, ma di aprire una vera e paritaria discussione scientifica, dove non sia predeterminata, come al solito, la “soluzione che la politica chiede”.

La filosofia orientale ci insegna che “il meglio non è vincere 100 battaglie, ma sottomettere il nemico senza combattere” e noi con la Piave ne abbiamo la possibilità perché il fiume nasce meandriforme in funzione della conformazione del territorio: si allarga dove può ed è stretto dove l’orografia lo costringe.

Passiamo da un alveo di centinaia di metri ad un alveo di chilometri, formatosi in secoli ed ora arrivano i Sapiens Sapiens, tipo l’assessore Bottacin, a fare meglio?

 

4.       Le necessità dei comitati e delle associazioni

I problemi della Piave esistono e non sono solo il problema della sicurezza idraulica, come vogliono far credere coloro che enfatizzano, pro domo loro, tale questione.

Invece di realizzare, manu militari una bacino di espansione del fiume dove già si espande naturalmente creando un ecosistema stuendo (le grave di Ciano), vogliamo analizzare risposte diffuse senza fare una misera guerra tra Crocetta e San Polo di Piave (prima i Veneti del sud)?

Vogliamo parlare di escavazioni, industrie pericolose in alveo, costruzioni sugli argini, interramento del basso corso, dighe del bellunese o vogliamo settorializzare tutto in funzione dell’esperto più esperto e di dove conviene spendere?

La prima questione, non negoziabile, è che sia riconosciuto che il fiume ha bisogno del suo spazio e quindi chi ha invaso le sue naturali casse di espansione, deve essere pronto ad andare via (demolizioni di case e vigneti) e devono essere totalmente revisionati i metodi di escavazione, funzionali solo alla lobbies dei cavatori e non alla ricomposizione ambientale e morfologica del fiume.

Se i cavatori voglio ghiaia da scavare possono andare anche nel bellunese e ripulire le briglie…

 

5.       Conclusione

Purtroppo ritengo che sia un dialogo tra sordi, in cui non c’è la minima volontà di ascoltare l’altro soprattutto da parte del potere regionale, che forte del megafono mediatico locale, pensa di poter avere una facile vittoria.

Forse non ha tenuto conto che la Piave è stato un limite invalicabile per lo “straniero” e Lorsignori sono ormai diventati “stranieri” alla loro stessa gente.