"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

lunedì 30 settembre 2013

PAT TREVISO - RICHIESTA DI PROROGA E CHIARIMENTI


Con la presente, il sottoscritto Romeo Scarpa, presidente della sezione di Treviso di ITALIA NOSTRA, esprime alcune considerazioni sul tema del Piano di Assetto del Territorio adottato dalla precedente amministrazione.

  1. Richiesta di proroga dei termini per le osservazioni
Si richiede formalmente di prorogare il termine (8 ottobre p.v.) per presentare osservazioni al PAT di almeno 60 giorni, in quanto:
  • la nuova amministrazione ha fatto una prima presentazione pubblica 5 giorni fa raccogliendo una significativa partecipazione rispetto agli appuntamenti della precedente amministrazione;
  • il volantino predisposto dal Comune a molti residenti non è arrivato; la riunione del 24-9 è stata un buon successo, ma 300 persone (pari allo 0,4% della popolazione di Treviso con diffusione di 35.000 inviti/comunicati in carta patinata formato A3) sono sostanzialmente poco. Forse è il caso di decentrare le riunioni e di fare informazioni con canali piu' normali ed economici (stampa e passaparola)?
  • permangono nei Cittadini molti dubbi sulla tipologia di osservazioni che sono ammissibili per un strumento come il PAT; infatti oltre il 90% delle osservazioni finora presentate riguardano cambi di destinazione d'uso di terreni privati: questo è un'evidente dimostrazione che l'informazione è stata i

    nsufficiente.
  • un solo incontro pubblico per ascoltare i cittadini fatto in giorno feriale ed orario pomeridiano non è certamente sufficiente per coinvolgere i cittadini. Sarà il solito palcoscenico per lo “sfogatoio” di molti oratori come l'altra volta? Questa non è “partecipazione”, anzi è una partecipazione poco utile.
Vi allego un esempio di cosa è stato fatto a Venezia nel 2012 cioè un'intera giornata di incontro e dibattito coordinata dall'Università dove le proposte di tutti sono state illustrate, discusse per avere in modo trasparente critiche e valutazioni. Non è molto difficile da fare e ci sono anche in seno alla nuova amministrazione persone con le competenze adeguate (vedi allegato 1)

2. Cosa pensa la nuova amministrazione? Cosa fanno i “saggi”?
La nuova amministrazione è insediata da oltre 3 mesi e crediamo abbia avuto tutto il tempo (ferie comprese) per conoscersi e definire una posizione sulle priorità di modifica di questo PAT.
Il fatto che ci sia un gruppo di lavoro di persone di valore che consiglia l'assessore è un bene, come pure il fatto che la coalizione faccia dei seminari per discutere.

Vorremmo però che la questione si allargasse in modo trasparente e chiaro con una presentazione sia del lavoro dei “saggi” che della posizione della nuova amministrazione, prima che si chiuda il termine delle osservazioni.
La questione non è di non avere fiducia... “Mi fido, ma ti peso...” come dicevano i vecchi mugnai !

Questo significa che il termine per le osservazioni dipende dal percorso partecipativo che si propone e che non crediamo si esaurisca nei due incontri programmati.

3. Chiarezza sulle osservazioni
Treviso arriva dopo 10 anni dalla Legge Urbanistica a fare il PAT e quindi crediamo ci sia consolidata esperienza anche sul caso atipico di uno strumento adottato da una amministrazione e portato all'approvazione da un'altra in copianificazione con la Provincia.
La potestà decisoria in tema di urbanistica resta evidentemente al Comune cioè al Consiglio Comunale e non è certamente lo strumento della Conferenza di Servizi che puo' alterare tali competenze.

L'accordo di co-pianificazione con la Provincia sulla questione “osservazioni” prevede che ci siano osservazioni accoglibili senza ripubblicazione del piano ed osservazioni accoglibili che richiedono ripubblicazione parziale o totale del piano adottato.

Testualmente infatti si dice al punto 12 dell'accordo di copianificazione:
Le osservazioni accoglibili dovranno configurarsi come osservazioni portatrici di interessi collettivi, coerenti con gli obiettivi del documento preliminare e tendenti a proporre ipotesi di miglioramento del piano. L’accoglimento di tali osservazioni non comporta la ripubblicazione del piano che dovrà invece avvenire nei seguenti casi:
1.inserimento di previsioni in contrasto con gli obiettivi del documento preliminare;
2.aumento della capacità insediativa complessiva del piano al di fuori delle tolleranze dimensionali definite nel rapporto ambientale che valuta sostenibilità del PAT;
3.stralcio di specifiche previsioni progettuali di livello strutturale contenute nel piano o inserimento di nuove previsioni di livello strutturale;
4.modifica sostanziale o stralcio di ambiti soggetti a specifica trattazione disciplinare atta a garantire la tutela e conservazione delle caratteristiche naturali, paesaggistiche e culturali.”

E' quindi evidente che, se la nuova Amministrazione intende tenere fede alle promesse elettorali, il piano dovrà essere in parte o tutto ripubblicato perchè molte sono le questioni che tutti noi abbiamo criticato e continuiamo a criticare di questo documento.


Cito senza approfondire troppo:
  • carenza della studio demografico che non considera i dati del censimento ISTAT 2011 che oggi sono pienamente disponibili;
  • aree bianche” in Tav. T04, che sembrerebbero aree per le quali non è prevista una pianificazione e quindi contrasto con il I° comma , art. 7 della L.1150/1942, che dice che il PRG (oggi PAT) deve considerare la totalità del territorio comunale;
  • carenza di tutela dei fiumi di risorgiva”; nel PAT adottato si pensa solo alla Storga, mentre si “dimenticano” gli altri quattro: Limbraga, Botteniga, Cerca di S.Bona, Cerca di Monigo. Il fontanasso da cui nasce la Cerca di Monigo è addirittura inserito in ambito di urbanizzazione consolidato: si progetta di riempirlo per renderlo edificabile?
  • Si è parlato di vincolo archeologico: non esiste nella tavola dei vincoli alcuna indicazione che espliciti le vaghe indicazioni dell'art. 14.4.10 delle N.T.A.... Anzi, in presentazione, si è accennato ad un accordo per alleggerire questo vincolo in centro storico: per quale motivo? Sono stati fatti nuovi studi che consentono di soprassedere??
  • Il piano del verde presenta ampie parti discutibili...
  • la questione del dimensionamento del PAT e del mantenimento del volume residuo del precedente PRG non è un “obbligo divino”, ma una scelta politica che va motivata; la giurisprudenza sul tema è ampia e consolidata e non prevede legittimazioni senza limiti né per i vincoli, ma nemmeno per i piani di lottizzazioni; non va mistificata la questione...

Altro punto da chiarire in modo netto è il criterio di valutazione delle osservazioni ed i passaggi amministrativi e politici che saranno fatti prima di indire la conferenza di servizi.
Le osservazioni vanno inviate in Provincia con una proposta di controdeduzione: chi la farà? chi la approverà e con che modi?
E' evidente che non potranno essere solo gli Uffici ed i Progettisti a svolgere tale compito, che nel loro caso è un puro compito tecnico cioè di valutare se l'osservazione sia ammissibile in termini generali e sia congruente o meno con il Documento Preliminare; già la valutazione se l'osservazione sia “migliore” o “peggiore” è una valutazione non piu' solo tecnica perchè deve riferirsi oltre che al quadro normativo sovraordinato anche alle scelte delle nuova amministrazione che non sono certo espresse nel Documento Preliminare firmato dall'architetto Barbieri nel 2011!!

Crediamo che le osservazioni saranno quindi valutate anche dal gruppo dei “saggi” nominati dall'assessore, ma è necessario che ci sia preventiva chiarezza per i cittadini sui principi che saranno considerati in fase di valutazione.

Noi chiediamo inoltre che dopo la fase di valutazione ci sia un pubblico confronto sia in Commissione Urbanistica e poi in Consiglio Comunale, preceduti da uno o piu' incontri tematici.

Si allungheranno i tempi? Ci saranno nuovi costi? Sono scuse che non reggono.
Dopo vent'anni di piani di lottizzazioni approvati come se piovesse, non c'è fretta e conviene a tutti fare un lavoro utile e condiviso.
Il problema dei costi è inoltre risibile perchè i Progettisti hanno una convenzione che prevede come deve essere svolto l'incarico e con quali compensi; nel caso la ritengano inadeguata o troppo onerosa per loro, possono rinunciare: architetti ed urbanisti in questo periodo se ne trovano molti...

4. I nuovi strumenti della pianificazione concertata
I nuovi strumenti per attuare il PAT (perequazione, compensazione, credito edilizio, etc..) devono essere spiegati e resi concreti ai cittadini per dare l'idea di cosa si puo' succedere con i futuri Piani degli Interventi.

Pensare di modificare ed attuare il PAT adottato con i futuri Piani degli Interventi è una delega “in bianco”, che non è possibile né opportuno concedere a nessuno.

Si facciano esempi concreti sul modo con cui, per fare un esempio a caso, si puo' procedere a trovare un accordo con Tecla per acquisire l'area “ex Telecom” dando in cambio un altro fabbricato pubblico in periferia.
I problemi di “regolamenti” o del “destinatario” di tale spazio pubblico sono questioni successiva...
Si spieghi come si attua la politica concertata alternativa all'esproprio... Si spieghi come si riesce ad incentivare il recupero degli edifici dismessi senza dare sempre e solo “premi di cubatura”, che oltre tutto sono svalutati da tutti i Piani Casa che si vogliono rendere stabili.

La discussione sulla politica urbanistica prevede questo e altri temi, che poi non si potranno piu' fare perchè i Piani di Intervento sono discussi solo in Giunta...

Ringraziando per l'attenzione, porgo cordiali saluti.


per Italia Nostra sezione di Treviso
Romeo Scarpa

sabato 28 settembre 2013

DIGIUNO PER L'AMBIENTE - TESTIMONIA CON NOI IN LOGGIA DEI CAVALIERI

LE ASSOCIAZIONI, I COMITATI ed i CITTADINI DI TREVISO
ADERISCONO ALLA CAMPAGNA
DIGIUNA PER L'AMBIENTE”
promossa dai BEATI COSTRUTTORI DI PACE

RITROVO PUBBLICO DI TESTIMONIANZA
DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013 DALLE 13 ALLE 22
ALLA LOGGIA DEI CAVALIERI DI TREVISO


Il digiuno promosso da don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace è un grido di allarme di una persona saggia ed umile, che da sempre è in prima linea per la difesa dei valori primari e delle persone piu' deboli.
Il suo discorso di fronte al Consiglio Regionale Veneto è una chiara denuncia di una situazione schizzofrenica, che si fa sempre piu' grave ed insostenibile per il nostro pianeta e per l'intero territorio veneto.

I dati del disastro sono lì di fronte a tutti, in primis di fronti ai nostri rappresentanti politici, che però non hanno la capacità di “inventare” un nuovo modo di sviluppo, che esca dalla presunta obbligatorietà della crescita del PIL e di investimenti spesso infruttuosi per il nostro benessere e per migliorare la qualità della vita.

Il Piano Regionale di Coordinamento (PTRC) ancora nel 2009 evidenzia che nel Veneto l'impronta ecologica degli abitanti è pari a 6,43 ettari/pro capite anno a fronte di una media nazionale di 4,2 ettari pro capite/anno.
Significa che per sostenere i consumi e assorbire l’inquinamento di ogni abitante veneto sono necessari 6,43 ettari di terreni “biologicamente attivi”, molto oltre la media nazionale.
Si rileva inoltre che la “ bio-capacità ” del Veneto è pari a 1,62 ettari/abitante e quindi c'è un “deficit ecologico” di 4,81 ettari pro capite/anno; deficit finora compensato con lo sfruttamento di risorse di altre regioni e continenti, ma che è facile prevedere, con la rapida crescita economica di Paesi emergenti, non sarà più praticabile in un prossimo futuro.
Questo è il vero “spread” che ci porterà alla rovina, se non modifichiamo modello di sviluppo e comportamenti!!

Questo deficit significa che il Veneto non ha l'autosufficienza alimentare!!

La pianura padana è una delle zone più inquinate e inquinanti d’Europa con una crisi strutturale a cui rispondiamo con progetti tanto faraonici quanto inutili, quando ci sarebbero molte “grandi opere di manutenzione” da avviare e che darebbero lavoro a migliaia di persone in difficoltà.
Inoltre in questo modo verrebbe intrapresa una strada virtuosa che è già un impegno comunitario: la riduzione, da oggi al 2050, del 70% del consumo energetico nei trasporti rispetto al 2009 e la riduzione del 60% delle emissioni di gas climalteranti rispetto al 2008!

In realtà la politica nazionale e regionale risponde con Grandi Opere in “project financing”, che si rivelano vere e proprie trappole per i cittadini e per le imprese oneste, che non sono coinvolti in questi affari, che spesso degenerano in malaffare.
Sono 30 le grandi opere avviate o in fase di realizzazione con questa tecnica finanziaria, dove il capitale privato si impegna a realizzare opere pubbliche in cambio della gestione di un servizio per un periodo ad una tariffa concordata con la Pubblica Amministrazione.
Il sistema in sé non ha nulla di “malvagio”, ma la sua applicazione veneTA (italiana) è degenerata perchè qui il privato realizzerà le opere, solo se l’Amministrazione pubblica si impegna a coprire icosti, anche qualora gli investimenti necessari fossero maggiori del previsto o i ricavi fossero inferiore alle ipotesi del piano finanziario (l'opera costa di piu' per essere fatta oppure rende di meno di quanto ipotizzato).
Dunque per i privati proponenti del progetto finanziato il rischio è sostanzialmente nullo con guadagno certo, mentre per la collettività, l'utilità dell'opera è incerta ed è altissimo il rischio di creare un debito differito di ingenti proporzioni, addossato alle future generazioni (vedere il caso della Pedemontana...).
Il potere politico inoltre varie utilità da questo sistema: nel caso il politico sia onesto c'è il merito di aver promosso un'opera che dà lavoro e risolve un problema pubblico, ma piu' spesso succede che dai flussi di opere, spesso non prioritarie, cadano “briciole” che servono proprio all'attività politica dei partiti (vedi il caso del Mose oppure gli scandali sulla TAV a Firenze).


Questo è il quadro. Questi sono i dati che evidenziamo e che portano a chiedere da subito una moratoria di queste grandi opere per fare un serio ragionamento su dove debbano essere investiti i (pochi) soldi che ci sono.

Questo è il nodo centrale, questo è il futuro.

Progetti partiti in tempi ormai lontani e che non rispondono né ai servizi veri per la popolazione, né al restauro e alla bellezza del territorio e del paesaggio.


  • Chiediamo quindi che il territorio e il paesaggio diventino il centro di interesse collettivo, capace di attirare gli investimenti necessari per mettere in sicurezza il sistema acqua bene comune, invece di fare le scelte più impattanti, mettendo a rischio le falde e le ricariche e rubando suolo alle coltivazioni.
  • Chiediamo un piano dei trasporti (fermo al 1990!!) integrato ferrovia-strade a partire dai bisogni della popolazione, che si sposta sempre più con i mezzi pubblici per necessità, invece di privilegiare solo la fetta ricca della società, con TAV e fantomatici corridoi, che esistono solo nella testa di alcuni politici, ma certamente non nella realtà né all’est néall’ovest dell’Italia.
  • Chiediamo di dare garanzie di lavoro alle imprese ed alle persone con manutenzioni diffuse, fognature, messa in sicurezza degli edifici ed adeguamento energetico cioè movimentando il nostro sapere storico nel restauro edilizio;




  • Chiediamo un turismo sostenibile che si renda conto che la quantità di presenze a basso costo è una politica sbagliata, già sperimentata con le piccole manifatture che ora sono in ginocchio per l'avvento dei paesi emergenti; chiediamo di proteggere i nostri siti piu' preziosi, il Sile e tutte le nostre bellezze storico artistiche.
Per questo aderiamo alla campagna di DIGIUNO PER L'AMBIENTE e ne faremo molte altre.


Per questo Vi chiediamo di fermarvi e di pensare.... prima che sia tardi.


per ITALIA NOSTRA Treviso

Romeo Scarpa

Per SALVIAMO IL PAESAGGIO
Giuliano Carturan

Per LEGAMBIENT
Silvana Carchidi e Stefano Dall'agata

PER IL COM.. RIDUZIONE IMPATTO AEROPORTO DI TREVISO
Dante Faraoni

etcc.... (domani integriamo)

PS Portatevi un tavolino ed una sedia, i vostri manifesti, volantini e cartelloni 

venerdì 27 settembre 2013

DIGIUNO PER L'AMBIENTE (il discorso di don Albino)

Ecco uno stralcio del discorso di don Albino Bizzotto al Consiglio Regionale Veneto... Cercavo di fare una sintesi laica, ma c'è poco da sintetizzare...


IL PIANETA
dalla “Carta della Terra”.
Ci troviamo di fronte a una svolta nella storia del pianeta, in un momento in cui l’umanità deve scegliere il suo futuro (...) La scelta sta a noi: o creiamo un’alleanza globale per proteggere la Terra e occuparci gli uni degli altri, oppure rischiamo la distruzione, la nostra e quella della diversità della vita”.



Le due principali fonti di distruzione:
a) la macchina di morte della tecno-scienza: armi nucleari, chimiche e biologiche (25 modi diversi per distruggere l’umanità)
b) il caos che abbiamo creato nel sistema Terra e che si manifesta attraverso il riscaldamento globale. Negli ultimi 5 anni si sta registrando, non solo il disgelo delle
calotte polari, ma anche lo scioglimento del permafrost, il suolo perennemente
ghiacciato del Canada e della Russia, con l’immissione in atmosfera di milioni di
tonnellate di metano, che è 23 volte più dannoso dell’anidride carbonica per l’effetto serra. L’ossido nitroso, liberato dai fertilizzanti è 40 volte più distruttivo.


Secondo l’ultimo rapporto ONU di valutazione degli Ecosistemi del Millennio, dei
24 elementi che sono fondamentali per la vita, 15 registrano un elevato grado di
degenerazione; il pianeta è esausto, la madre Terra ha raggiunto il limite di sopportazione.
Il 20 agosto scorso l’umanità ha esaurito le risorse naturali che aveva a disposizione
per l’intero 2013; in meno di 8 mesi sono state consumate le riserve di cibo (vegetale
e animale), acqua e materia prime che sarebbero dovute bastare fino al 31 dicembre,immettendo nell’ambiente (suolo, fiumi, mari, atmosfera) una quantità di rifiuti e inquinanti superiore alla capacità di smaltimento del pianeta.


Questi dati, probabilmente noti a molti di voi, li sentite come una notizia pur impor-
tante o come una emergenza reale? E se è vera emergenza va affrontata direttamente esubito, o dobbiamo aspettare che tutti siano d’accordo per partire?
Quelli forniti non sono sentimenti, sono dati. Questo mondo in cui siamo cresciuti è
finito, la crisi sta imprimendo un velocità imprevedibile. Qualcuno pensa che in qual-
che modo la crescita sarà una via d’uscita? Questa crisi non è solo economico - finanziaria, è entropica. Il pianeta così come stanno le cose, oggettivamente non ce la fa più.






il Veneto.


Il Veneto è una delle Regioni più attive nel mondo nell’affaticare il pianeta. C’è stata
una crescita esponenziale delle infrastrutture viarie e delle urbanizzazioni, una crescita indifferente alla storia, alla natura dei luoghi e ai valori del paesaggio veneto, accompagnata dalla polverizzazione delle imprese diffuse ovunque, che hanno comportato la dispersione insediativa e la conseguente congestione delle infrastrutture dellamobilità.


La cementificazione dei suoli riguarda quindi anche i terreni più fertili della pianura
veneta, mentre la costruzione di sempre nuove strade, autostrade e superstrade, svincoli e tangenziali hanno determinato una ulteriore frammentazione degli spazi destinati all’agricoltura.

È stato un crescendo dagli anni '80 in poi: dai 72 milioni di mq all’anno di perdita di
Suolo Agrario Utilizzato degli anni Ottanta, ai 97 milioni mq/anno negli anni Novan-
ta, ai 182 milioni mq/anno dal 2000 in poi.

Un consumo di suolo pari a 38 ettari al giorno. Tra Il 2000 e 2010, a fronte di un in-
cremento della popolazione di 429.274 abitanti, sono state costruite 367.354 nuove
abitazioni per una popolazione di 1 milione di abitanti.


Il Veneto così risulta la regione più cementificata d’Italia. Un modello di sviluppo la
cui insostenibilità viene evidenziata anche dai dati relativi all’impronta ecologica dei
suoi abitanti .

Nel 2009 al Piano Regionale di Coordinamento (PTRC) si riscontra che, a fronte di una media nazionale pari a 4,2 ettari pro capite/anno, l’impronta ecologica degli abitanti del Veneto è pari a 6,43 ettari pro capite/anno. Cioè per sostenere i consumi e assorbire l’inquinamento di ogni abitante veneto sono necessari 6,43 ettari di terreni “biologicamente attivi”.

Ma la “ biO-capacità ” del Veneto è pari a 1,62 ettari/abitante, quindi un “deficit ecologico” di 4,81 ettari pro capite/anno; deficit finora compensato con lo sfruttamento di risorse di altre regioni e continenti, ma che è facile prevedere, con la rapida crescita economica di Paesi emergenti, non sarà più praticabile in un prossimo futuro.


Il Veneto già oggi non ha l’autosufficienza alimentare.


Sono cifre che basta conoscere o cifre che ci impongono una svolta?
È in emergenza reale anche il Veneto o si trova soltanto in una situazione un po’ critica?
Al camper durante il digiuno erano appesi i 30 progetti iniziati o in partenza di strade
e autostrade, i vari poli ospedalieri e le opere marittime.
Non c’erano Veneto city – Tessera city – Motor city – né le cave, le discariche (a parte quella di Vianelle) le centrali idroelettriche, a biogas, a biomasse, né i dati rispetto alla fragilità idrica del territorio e all’inquinamento dell’aria.


La pianura padana è una delle zone più inquinate e inquinanti d’Europa . E pensare che a livello comunitario al 2050 dovremo ridurre del 70% il consumo energetico nei trasporti rispetto al2009 e ridurre del 60% le emissioni di gas climalteranti rispetto al 2008!


Un documento della Chiesa italiana del settembre 2012 è intitolato “Educare alla cu-
stodia del creato per sanare le ferite della Terra” e testualmente dice: “Ritessere
l’alleanza tra l’uomo e il creato significa anche affrontare con decisione i problemi
aperti e i nodi particolarmente delicati, che mostrano quanto ampie e complesse sianole questioni legate all’intreccio tra realtà ambientale e comunità umana”.


Accanto all’annuncio infatti, è necessaria anche la denuncia di ciò che viola per avidità la sacralità della vita e il dono della Terra”. E continua: “L’ambiente naturale non è una materia di cui disporre a piacimento, ma un’opera mirabile del Creatore, recanti in sé una grammatica che indica finalità e criteri per un uso sapiente, non strumentale e arbitrario.”


Veniamo tutti da un pensiero unico e cioè che lo sviluppo e la modernità ruotano at-
torno alla centralità dell’economia e della finanza, per cui anche il futuro si apre se saremo capaci ancora di crescita quantitativa.




Direi che siamo prigionieri, chi più chi meno, di questa concezione. A chi di noi è
mai venuto in mente di prendere sul serio il punto di vista della Terra e dei suoi diritti,
l’organismo vivo che fornisce gli elementi della vita a tutti gli altri esseri, viventi, noi
compresi?
Mettiamoci con sincerità davanti a tutte le opere pubbliche e private, Mose compreso.Quante appartengono alla programmazione politica per un servizio alla popolazione ealla cura del paesaggio, quante invece rispondono a llo sviluppo e al consolidamentodi interessi di grandi gruppi della finanza e dell’economia? 
 
Vedete come i conti non tornano per gli enti pubblici, né a livello nazionale né a livello degli Enti locali. Sono sempre meno le risorse a disposizione. Eppure tanti privati si offrono a investire; per chi? Per il bene comune? Si fa sempre più ricorso al project financing pensando a benefici pubblici: un assunto del tutto falso.


I privati realizzeranno le opere solo se l’Amministrazione pubblica si impegna a coprire icosti, anche qualora gli investimenti fossero maggiori del previsto o il traffico (nel caso delle opere viarie) minore del previsto.
Dunque per i privati proponenti, rischio zero e guadagno certo.
Per la collettività, utilità incerta e altissimo rischio di costruzione di un debito differito diingenti proporzioni, addossato alle future generazioni.


Questo è il nodo centrale, questo è il futuro. Progetti partiti in tempi ormai lontani e che non rispondono né ai servizi veri per la popolazione, né al restauro e alla bellezza del territorio e del paesaggio.
Andando di questo passo non vi pare che di usufruibile gratuitamente da tutta la popolazione non rimarrà più niente neanche spostarsi da una località all’altra?
Sono in programma anche campi da golf, naturalmente con villette attorno e solo per
ricchi....Sto pensando al recupero fatto nelle città medioevali dell’Umbria, della Toscana, delleMarche. A tutti noi si allarga il cuore per questi scrigni recuperati e conservati di città e borghi.


Perché deprezziamo il Veneto così ricco di arte, di gioielli disseminati ovunque e spesso ormai abbandonati, con bellezze naturali ineguagliabili e produzioni agricole di pregio? Nostalgia rivolta al passato o valore aggiunto per il futuro?


Perché il territorio e il paesaggio in quanto tali non diventano il centro di interesse
collettivo, capace di attirare gli investimenti necessari per mettere in sicurezza il sistema acqua bene comune, invece di fare le scelte più impattanti, mettendo a rischio lefalde e le ricariche e rubando suolo alle coltivazioni?


Perché non è possibile un piano trasporti integrato ferrovia-strade a partire dai bisognidella popolazione, che si sposta sempre più con i mezzi pubblici per necessità, invecedi privilegiare solo la fetta ricca della società, con TAV e fantomatici corridoi, cheesistono solo nella testa di alcuni politici, ma certamente non nella realtà né all’est néall’ovest dell’Italia? Eppure una pioggia di miliardi.


Perché non consolidare e rendere più efficiente e meglio coordinato l’esistente con
un’occupazione costante?


Sappiamo tutti che ci sono molte falle di trasparenza e di legalità, conflitti di interessi
in atto, non solo per il Mose. È una questione morale ineludibile, anche per il rischio
ormai documentato di infiltrazioni mafiose.

Quanto avvenuto con gli ingegneri Baita e Mazzacurati non è un incidente di percor-
so; è la creazione e il funzionamento di un sistema di corruzione ramificato e stabilizzato.
Ho domandato ormai a tutti; nessuno mi ha fornito una risposta.
Perché né ai parlamentari, né ai senatori, né ai consiglieri regionali è stato finora possibile accedere ai dati riguardanti il piano economico di un’opera pubblica della portata dell’autostrada pedemontana veneta? È un’opera pubblica; dovrebbe e
ssere un diritto poter accedere agli atti.
Ci sono due sentenze del TAR consolidate rispetto al mantenimento del
commissario Silvano Vernizzi, che personalmente non conosco e che può essere la
persona più straordinaria di questo mondo, ma che di fatto ricopre ruoli (presidente
Veneto Strade e responsabile delle valutazioni del VIA) che comportano evidente
conflitto di interessi.


Sapete che dopo le sentenze del TAR e il decreto del Governo Monti di riconferma
del commissario si è aperta una eccezione di costituzionalità che finirà alla Corte Co-
stituzionale. Penso sarebbe più onorevole per tutti, prima di tutto per l’istituzione re-
gionale, mantenere il controllo e la vigilanza in corso d’opera invece che dover affrontare amare sorprese con perdita secca di credibilità a opera compiuta!
Sarebbe veramente triste pensare che il palinsesto e il calendario della politica debbano dipendere dalle sentenze dei tribunali.


C’è un altro problema cruciale: il lavoro. Da sempre viene riproposto solo con le grandi opere pubbliche o private, con i grandi investimenti ad alto impatto ambientale e con ricavi esclusivamente a vantaggio dei privati. Sapete che c’è molta propaganda per giustificare scelte, che non sono per il bene della collettività. Ci sono esempi ormai eclatanti di modalità di lavoro diffuso, che concilia maggior risparmio e maggiore occupazione.
Faccio un semplice esempio. Con un miliardo di euro di investimento in raccolta dif-
ferenziata spinta (porta a porta) e riciclo, si creano 200 mila posti di lavoro permanente. Per gestire la stessa quantità di rifiuti con lincenerimento il costo si aggira sui 15miliardi di euro con 3000 occupati.


Per l’occupazione, con la stessa spesa, c’è un rapporto di 1 a 1000 senza ricorrere a
grandi opere.
È quanto avvenuto a Ponte nelle Alpi: riciclo oltre il 90%; costo smaltimento rifiuti da 475.000 euro/anno a 40.000; occupazione da 5 operai a 13; con soddisfazione dei cittadini.


Oltre al Presidente di questo Consiglio regionale a l camper del digiuno sono venuti altri rappresentanti politici di vari partiti. Mi sembra di capire che la linea sia quella di
portare a termine quanto approvato e poi, un po’ alla volta rivedere programmi e progetti. Siamo di fronte a un impoverimento della popolazione sempre più veloce e diffuso.


Partiamo dalle opere o partiamo dalle persone per affrontare la crisi? Non è problema di poco conto, sia per riorganizzare i servizi sociali nei singoli Comuni, che quelli sanitari e ambientali.
Una volta detto alle persone che sono esauriti i fondi per l’assistenza, non sono risolti
i problemi, anzi. Rischiamo a breve di trovarci con una società a due velocità e con il
rischio di conflitti sempre più forti per le necessità dei più poveri.

OSSERVAZIONI AL PAT

Ecco qualche informazione utile per i cittadini in merito alle osservazioni da presentare al PAT adottato.
 
E' evidente che le osservazioni non hanno alcuna necessità obbligatoria di essere conformi al Documento Preliminare come sembrava ventilato da qualche autorevole tecnico, ma se sono conformi e migliorative sono direttamente accoglibili...
Nulla vieta però di fare osservazioni che siano in contrasto con qualche obiettivo del Documento Preliminare solo che in questo caso è necessario una ripubblicazione del PAT cioè una riadozione parziale o totale.

LE OSSERVAZIONI DEVONO ESSERE DI CARATTERE GENERALE

Estratto dall'accordo di copianificazione tra COMUNE  e PROVINCIA
Valutazione delle osservazioni:
Le osservazioni presentate durante il periodo di pubblicazione e deposito,dovranno essere valutate in sede di conferenza di servizi.
Alla conferenza di servizi oltre ai rappresentanti del Comune e al rappresentante della Provincia, potranno essere presenti i rappresentanti degli enti pubblici che detengano specifiche competenze disciplinari o che sono coinvolti nel procedimento di approvazione.


Le osservazioni accoglibili dovranno configurarsi come osservazioni portatrici di interessi collettivi, coerenti con gli obiettivi del documento preliminare e tendenti a proporre ipotesi di miglioramento del piano.

L’accoglimento di tali osservazioni non comporta la ripubblicazione del piano che dovrà invece avvenire nei seguenti casi:
1.inserimento di previsioni in contrasto con gli obiettivi del documento preliminare;
2.aumento della capacità insediativa complessiva del piano al di fuori delle tolleranze dimensionali definite nel rapporto ambientale che valuta la sostenibilità del PAT;
3.stralcio di specifiche previsioni progettuali di livello strutturale contenute nel piano o inserimento di nuove previsioni di livello strutturale;
4.modifica sostanziale o stralcio di ambiti soggetti a specifica trattazione disciplinare atta a garantire la tutela e conservazione delle caratteristiche naturali, paesaggistiche e culturali.



mercoledì 25 settembre 2013

PAT TREVISO : PARTECIPAZIONE E PROSPETTIVE

Ieri sera, sempre presso l'aula magna delle scuole Stefanini, c'è stato un ulteriore incontro per la presentazione del PAT adottato; anzi c'è stato il primo incontro pubblico per la presentazione del documento strategico che deve programmare lo sviluppo della Treviso del futuro, visto che i precedenti incontri della Giunta Gobbo era frequentati solo da pochi addetti ai lavori!

Diciamo che l'informazione sul Piano di Assetto del Territorio è iniziata con un buon successo di presenze che testimonia che i cittadini vogliono sapere e capire.
L'avevamo già intuito, il 20 agosto scorso, quanto un simile incontro era stato promosso dalle varie associazioni, tra cui la nostra, alla Loggia dei Cavalieri ed anche in quel caso le presenze erano numerose ed interessate.

Il primo dato positivo è dunque questo: i cittadini di Treviso, se adeguatamente informati e coinvolti, sono interessati e partecipi al loro promozione ed allo sviluppo della loro città per il miglioramento della qualità di vita.

Il secondo dato positivo è nella conclusione finale dell'assessore Camolei, che attende ed auspica osservazioni di tutti i cittadini per “dare un'anima” a questo strumento urbanistico, che non deve restare solo un documento pianificatorio pieno di paroloni alla moda (densificazione, sostenibile, ecoquartieri, etcc..), ma deve concretamente interessare e coinvolgere le persone.

Il terzo dato, parzialmente positivo, è che lunedì prossimo alle ore 17.30 inizia il dibattito sul PAT adottato: speriamo che sia il primo passo di un percorso perchè sarebbe illusorio pensare di poter gestire il futuro dei prossimi 10 anni in 3-4 ore di incontro con interventi contingentati e senza la possibilità di un dialogo costruttivo con Amministrazione e Progettisti.

Ho finito i dati positivi e quindi passo alle richieste, che espongo per punti nella speranza di avere risposte precise:
  1. l'assessore Camolei ha detto ieri che la nuova amministrazione ha le sue precise idee per lo sviluppo sostenibile della città e che sono state manifestate in campagna elettorale in modo continuo ed approfondito.... Beh, forse è il caso di rimettere “nero su bianco” queste idee per dare un concreto punto di riferimento ai cittadini, per fare sintesi e chiarezza.
    Ritengo che restare nel vago delle dichiarazioni di principio abbia due effetti negativi (secondo me) per la nuova giunta:
  • si dà la sensazione che le idee precise non ci siano e probabilmente non è vero
  • si perpetua il sospetto che se idee ci sono, saranno esplicitate chiaramente solo dopo... nei famosi “accordi pubblico-privato”  mediante tutti gli strumenti innovativi che l'urbanistica si inventa periodicamente.
Attendiamo quindi per la prossima riunione del 30-9 un documento di sintesi dove la nuova Amministrazione esponga le SUE idee cardine sul futuro della città di Treviso.

  1. un processo partecipativo, per essere tale, deve articolarsi in modo da coinvolgere i cittadini, dando loro modo non solo di essere informati, ma anche di avere gli strumenti per poter intervenire ed essere efficaci.
    Il prossimo dibattito del 30-9 è quindi solo il primo passo ed attendiamo di sapere quando e come si articoleranno gli ulteriori incontri e con quali modalità. Ricordiamo alla Giunta che sono molti i giovani ed i professionisti, specializzati nel settore della “partecipazione” che possono dare gratuitamente utili suggerimenti e quindi chiediamo che siano consultati per elaborare questo percorso.
    In ogni caso, secondo noi, devono essere previste delle tappe in ogni ambito territoriale omogeneo per spiegare cosa succede e cosa si prevede di fare in ogni specifica parte di territorio.
    Attendiamo quindi per la prossima riunione del 30-9 un programma che chiarisca numero e date degli incontri locali e tematici.
    Conseguentemente chiediamo sin d'ora la proroga del termine per la presentazione delle osservazioni.

  2. i nuovi strumenti per attuare il PAT (perequazione, compensazione, credito edilizio) devono essere spiegati e resi concreti ai cittadini per dare l'idea di cosa si puo' fare...
    Per fortuna nel team dei progettisti è presente l'arch. Cappocchin, che è consulente regionale proprio su questi temi, e quindi non farà alcuna difficoltà a fare un incontro tecnico e specifico su tali importanti argomenti portando esempi concreti già realizzati.
    Attendiamo di sapere in quale date verrà fatto questo incontro per l'illustrazione delle modalità alternative all'esproprio per dare attuazione al PAT.
Queste sono le richieste alla nuova amministrazione: attendiamo risposte.

Per parte nostra (associazioni e cittadini) cercheremo di fare sintesi e riprendere il nostro lavoro di informazione ed elaborazione
    Per ora mi pare sufficiente, vediamo che risposte arrivano...

domenica 22 settembre 2013

LE PASSERELLE DEI BURCI: MARCIO MA NON TROPPO...

Nella giornata odierna, oltre alla pulizia, di un tratto del fiume, abbiamo fatto un'ispezione diretta dello stato di conservazione di un punto transennato delle passerelle dei Burci.

La squadra era composta dal Presidente del Parco Sile, dall'architetto Claudio Grosso e dal sottoscritto della Comm. Piano Ambientale del Parco  con il valente aiuto di quattro volontari MASCI di Treviso 2 (Fabio detto "Bogart", Andrea "Visa", Robi "Giaguaro" ed il mitico Orso Nero).

Abbiamo alzato le tavole e riscontrato i punti di maggior degrado che impongono un serio piano di manutenzione che l'Ente Parco SILE, tramite la Commissione "Piano Ambientale" predisporrà e  condividerà con tutti i comuni interessati.

La situazione è certamente grave, ma non è disperata ed il primo passo è stato fatto. Adesso bisogna proseguire...

Fabio e Andrea rilevano i punti critici mentre le barche puliscono

Appoggio completamente degradato

Appoggio degradato e travetto centrlale marcio (errore progettuale)

Intevento provvisorio di restauro con fettoni
Orso Nero ad un certo punto si è arrabbiato con chi passava in bicicletta senza rispettare i divieti ed è partito un ruggito che sembra la parola "SOOOOCAAA", Era un ruggito.... onomatopeico.

Grazie ancora ai MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) di Treviso 2  che, come i volontari della Festa della Sardea e molti altri, dimostrano che Treviso è piena di bella gente che ama la sua terra. Basta solo non farli troppo pensare... 

Siamo piu' bravi a lavorare che a metterci d'accordo, o no?

UNITI PER IL SILE



Una giornata di pulizia di un fiume è sempre un bel momento di partecipazione, ma è stato molto interessante vedere schierati per un momento 6 sindaci del basso corso del fiume Sile con il Presidente dell'Ente Parco, Nicola Torresan per ringraziare i volontari che hanno partecipato all'iniziativa di “PULI...AMO IL SILE” promossa dall'assessore di Casier, Calmasini.


Un bene come quello del fiume Sile è un primario "bene comune" dove è necessario l'impegno e la partecipazione di tutti senza distinzioni di parte.

 
I cittadini e non solo loro, ringraziano... 

LA PAGINA FB CONTRO ZTL

E' evidente che il collettivo ZTL susciti reazioni molto diverse nella città e nei cittadini: i primi ad esserne preoccupati sarebbero i giovani (e meno giovani) del collettivo se ci fosse un'unanime reazione alle loro azioni spesso necessariamente oltre i limiti.

Non mi stupisce, nè preoccupa una pagina FB dal titolo "NO Collettivo ZTL": anzi penso che guarderei alle dichiarazioni di questi contraddittori, se non ci fossero solo pregiudizi e definizioni da bar su coloro che aderiscono a ZTL, che non sono stinchi di santo, ma nemmeno un "covo di criminali e drogati".

Auspico che questi "oppositori" articolino dei pensieri, delle dichiarazioni (con un qualche senso) al di là dei proclami su "Treviso piu' o meno sicura" e facciano capire cosa pensano loro per i giovan e per gi spazi sociali.
Esiste una destra rispettabile e ammessa nell'arco costituzionale, le cui battaglie sono spesso simili a quella dell'estrema sinistra...

Magari non ci siederà allo stesso tavolo se questi signori e giovani si proclamano eredi del fascismo, che, ricordo, è tutt'ora non consentito dalla Costituzione, ma un accenno di dialogo, oltre le offese, si potrebbe stabilire.

Se poi si vuole far passare tutto con il motto degli "opposti estremismi, avanti il centro", siamo al dejàvu...

Meglio comunque una pagina FB o un TW cretino che qualsiasi atto di violenza contro le persone, che è atto da condannare sempre e comunque.

(Oggi va così, mi sento "trattativista")
                                                                                           

sabato 21 settembre 2013

SALVIAMO LE PASSERELLE DEI BURCI?








Su mandato del Presidente dell'Ente Parco, Nicola Torresan, con la Commissione Piano Ambientale (arch. Claudio Grosso e ing. Nicola Bernardi con ing. Nicola Paro) ed Sindaco ed Assessore all'Ambiente del Comune di Casier con la barca messa a disposizione dalla FIPSAS (grazie a Corrado Forlani) e dalla Prot. Civile della Provincia abbiamo visionato per pali e sottostrutture delle passerelle dei burci.

La situazione, come vedete, non è rosea, ma non è nemmeno disperata se la manutenzione straordinaria ed ordinaria viene avviata subito trovand i fondi e soprattutto gestendo un periodico  piano di manutenzione con operazioni mirate.

Le passerelle sono in questo momento "figlie di nessuno" e rappresentano di fatto un vero e proprio bene comune che tutti devono contribuire a mantenere ed a salvaguardare lasciando da parte rivalità, errori del passato etc...

Forse ce la possiamo fsare.... Forse.

giovedì 19 settembre 2013

METODI "MAFIOSI" AL PARCO DEL SILE

Esce sul Gazzettino una "strana" polemica relativa ad un consigliere dell'Ente Parco Sile, Ruggero Sartorato, che è parte della Giunta Esecutiva per presunte irregolarità denunciate da M5S, di cui però una parte del movimento nulla sa!!

La questione specifica è poco interessante e troverà una sua risposta direttamente da Sartorato; la questione di metodo è invece molto "educativa", perchè credo si possa definire un'operazione di "killeraggio mediatico" per mezzo di terzi nei confronti di chi forse dà fastidio.

Sono metodi che definire "mafiosi" è il minimo e con i quali nulla voglio avere a che fare perchè se ho qualcosa da dire alla Giunta Esecutiva ci sono modi e tempi per farlo in modo chiaro ed esplicito.

Ribadisco quanto avevo già detto al momento della mia prima elezione nel novembre scorso:
1)  i problemi di un parco devono travalicare le appartenenze politiche e quindi auspico che si continui a lavorare per il bene del Parco perchè i problemi sono molti e l'eredità della passata gestione è un macigno...
2) è opportuno che la giunta esecutiva "si apra" anche a livello formale, ma non è necessario "decapitare" nessuno; basta allargare la collaborazione, che è già effettiva sia con il Presidente che con la Giunta senza tanti giochi di potere; avevo, con altri, già chiesto a dicembre 2012 che il consigliere Denis Gobbo entrasse in giunta e quindi questa richiesta puo' essere pubblicamente riproposta... 
3) va dato atto alla Giunta Esecutiva di Torresan che c'è un'evidente differenza di metodo in meglio rispetto alla precedente gestione merito suo, degli "assessori" e del nuovo direttore.
3) va isolato ed allontanato chi semina zizzania... al piu' presto

Relativamente al titolo del Gazzettino quindi preciso che io non sono un big (anche se per la stazza potrei sembrarlo) e non voglio in alcun modo operare con questi metodi. 

Big in guerra per le poltrone del Parco
Dopo i grillini anche la maggioranza mette in dubbio il posto di Sartorato: «Va sopra le righe»
Non c'è pace per il Parco del Sile. Dopo i mal di pancia e gli stravolgimenti elettorali degli ultimi mesi, presto le acque di risorgiva potrebbero non essere più solo affare del centrodestra. In vista ci sono le larghe intese. L’altro ieri i grillini hanno tirato un'improvvisa mazzata sul comitato esecutivo chiedendo la testa di Ruggero Sartorato, rappresentante della Provincia in quota Pdl. Perché a loro dire la carica a villa Letizia, senza via libera del ministero dell'Interno, sarebbe incompatibile con il suo lavoro al comando dei vigili del fuoco di Treviso. Il diretto interessato ha tagliato corto, assicurando di avere tutte le autorizzazioni necessarie. Il colpo, però, ha aperto un vaso di Pandora. Perché, oltre alla burocrazia, paiono essere molti i consiglieri del Parco che non vedono l'ora che Sartorato alzi i tacchi. E tra loro non mancano i big della maggioranza. «È sempre sopra le righe -rivelano- stanno cercando in ogni modo di lasciarlo fuori». Tanto più che un suo addio rappresenterebbe la chiave di volta individuata da una fetta consistente del consiglio per rivedere gli equilibri dopo le ultime elezioni comunali, a cominciare dalla vittoria di Manildo a Treviso. Nessuno sembra voler mandare a gambe all'aria tutta la giunta Torresan. L'opzione più gettonata, infatti, prevederebbe la fuoriuscita di due assessori su quattro. Da sostituire con altrettanti membri del consiglio di centrosinistra. E Sartorato sarebbe il primo della lista. Anche se da villa Letizia cercano di calmare le acque. «Con gli altri componenti del comitato esecutivo va tutto meravigliosamente bene -assicura platealmente Sartorato- se chi mette in giro le voci di un mio addio, è lo stesso che parla delle autorizzazioni, la cosa lascia il tempo che trova». Sulla medesima linea il presidente. «Qualcuno vorrà un rimpasto -ammette Nicola Torresan, quota Lega, rinominato da palazzo dei Trecento stavolta dalla parte della minoranza- ma la squadra è questa e andrà avanti così. Lavoro con le commissioni quasi ogni giorno e non ho mai sentito grosse volontà di cambiarla». Almeno sino ad ora.