"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 25 settembre 2016

ANCORA DISASTRI DA PISTE CICLABILI A SAN MICHELE VECCHIO.

Oggi siamo andati a vedere un'altra Piccola Grande Opera del nostro "beneamato" Ente Parco Sile in Comune di Quarto d'Altino dove esiste (sconosciuta ai più) un biotopo interessante conosciuto come l'ansa di San Michele Vecchio, ricompreso nel Sito di Interesse Comunitario IT3240031 Sile da Treviso Est a San Michele Vecchio.

Si tratta di vecchie peschiere inselvatichite con presenza di qualche speci botaniche interessanti e di un folto e interessante bosco igrofilo, caratteristico di aree umide.
L'area è in abbandono dal 2010, quando non è più stata rinnovata la convenzione tra Comune di Quarto, Parco del Sile e associazione ASTEA.
A completare lo stato di degrado si è riscontrato che le residue vasche, poi, sono zeppe di gamberi rossi della Louisiana e questo completa il quadro dello scarso valore naturalistico attuale, che si coniuga con uno stato di abbandono vergognoso.
Questa condizione, oltre che essere ai limiti del "reato ambientale" secondo la nuova normativa,  ha letteralmente vanificato gli investimenti degli anni addietro, come sempre avviene in Italia e soprattutto nel ricco Veneto.
In passato (anni 2005-2009) venivano portati in quest'area circa 1200-1500 alunni all'anno delle scuole della zona, mentre ora l'area è inaccessibile.

Gli interventi da fare non sarebbero molti:  pulizia dei percorsi, riallagamento delle peschiere, eradicazione del gambero (in modo che gli anfibi, i veri gioielli potenziali dell'area, tornino a riprodurvisi)...

L'argine stesso di quest'area è (era) di pregio  naturalistico cioè con biodiversità botanica ed entomologica.
Nelle aree meno umide possono starci anche i rovi, notoriamente segnale di abbandono e rimboschimento delle aree umide, ma che sono  un arbusto di elevato valore naturalistico per i pronubi e i frugivori che attirano con fiori e frutti e che sono fondamentali per la nidificazione dell'usignolo, che altrimenti non ci sarebbe.

Tutto questo sarebbe stato possibile farlo ancora nel 2014 perchè c'era un progetto preliminare di recupero ambientale finanziato nel 2014 dalla Regione Veneto e da un emendamento al bilancio che aveva messo in minoranza l'attuale giunta dell'Ente Parco.
Non si è fatto nulla perchè il Comitato Esecutivo, il Direttore e/o il Direttore facente funzioni hanno talmente complicato (ad arte la procedura) che i soldi sono rimasti in cassa, a pagare i lavori della Greenway...

Far passare una pista ciclabile su quest'argine è una totale assurdità ed un grave danno (economico ed ambientale) perchè:
  • esiste già una pista ciclabile (la Greenway) sull'altro lato del Sile
  • non è di alcuna utilità portare i ciclisti anche in questa zona che dovrebbe rimanere protetta senza circuiti per ciclisti che poi vanno in conflitto con i pedoni
  • perché le piste ciclabili collocate sugli argini distruggono biodiversità.
 
La pista ciclopedonale allargata a 2,50m


Tagli e messa in opera di calce come stabilizzatore del fondo dell'argine.. Metodo vandalico...

Questo è l'argine prima dei lavori.... NON SERVIVA ALCUN LAVORO!


I mezzi che usa l'impresa e che consente il Direttore Lavori+CSE e l'ENTE PARCO...

Il progetto predisposto da un noto architetto di Casier non fa solo questo, ma allarga a 2,5m l'argine, lo riempie di calce (notorio elemento che favorisce la vita degli insetti e delle piante) e fa gestire i lavori all'Impresa ARGO Srl (di Quinto di Treviso) con mezzi enormi...
Il suo progetto, approvato e con VINCA che certifica l'assenza di impatti negativi porterà i parcheggi delle auto a 20m dal Fiume Sile e dall'area SIC ZPS.

COMPLIMENTI ALL'ENTE PARCO NATURALE REGIONALE DEL FIUME SILE CHE NE HA COMBINATA UN'ALTRA...






La cosa più assurda e paradossale di tutto ciò è che i fondi per fare questi disastri vengono finanziati attraverso il Programma Attuativo Regionale del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (PAR –FSC) 2007 – 2013, Linea di intervento 3.2  “Valorizzazione e
tutela del patrimonio naturale
e della rete ecologica regionale” con risorse attribuite dalla Delibera CIPE n. 1 dell’11/01/2011.

sabato 24 settembre 2016

ENTE PARCO SILE HA INAUGURATO “INIZIO LAVORI” DELL'ENNESIMA PISTA CICLABILE A QUARTO D'ALTINO MENTRE L'AREA UMIDA VA IN ROVINA

Forse sarebbe il caso di non dare nemmeno risalto alle gesta propagandistiche dell'Ente Parco Sile, che sabato 10-9 ha “posato la prima pietra” dell'ennesima pista ciclabile, che riconferma che l'Ente non si occupa di tutela e gestione, ma di spendere i residui dei finanziamenti che la Regione Veneto non riesce a spendere in altro modo.

Creare nuove piste ciclabili è la costante “mission” dell'Ente Parco, che arriva a creare dei corto circuiti clamorosi come in questo caso, dove si progetta un collegamento tra la mitica Greenway ed un area di pregio naturalistico, che ormai non lo è piu' proprio per colpa del proprietario, che, guarda caso, è proprio l'Ente Parco Sile!

L'ansa di San Michele Vecchio è un'area “a tutela integrale”, cioè uno di quei luoghi particolari, che sono inseriti tra i siti della Rete Natura 2000 della Regione Veneto (allegato B della DGR 1180/2006) con l'identificativo IT3240031.”Fiume Sile da Treviso est a San Michele Vecchio” e costituisce un patrimonio di biodiversità da proteggere e curare.

Bene..., anzi male!

Da anni questo luogo è in completo abbandono nonostante sia un Sito di Interesse Comunitario di proprietà di un Ente Parco NATURALE Regionale.

L'area è stata lasciata completamente a stessa, non gestendo l'afflusso di acqua per cui oggi si praticamente trasformato da “bosco umido” con le sue peculiarità floro-faunistiche in una boscaglia informe dominata da rovi con prosciugamento totale: in pratica le peculiarità di pregio sono perdute, forse per sempre.

Chiedersi allora il senso di operazioni come quella di un nuovo collegamento ciclabile verso questo sito è opportuno e necessario, ma non passa nemmeno per l'anticamera del cervello dei nostri oculati gestori dell'Ente Parco Sile e dei loro finanziatori regionali, che preferiscono investire in infrastrutture come se fossero una federazione di cicloturismo.

La finalità dell'Ente Parco Sile è esclusivamente quella di creare piste ciclabili in contesto naturalistico?

Se così fosse, e la prassi di anni lo dimostra, sarà necessario modificare la finalità della Legge 8/91, che istituisce l'Ente Parco e modificare anche il nome dell'Ente che dovrebbe eliminare l'aggettivo “naturale”, che certamente fuori contesto per un simile ente.

Non è nemmeno possibile dire che la mancanza di gestione di questa importante area dipende da carenza di fondi perchè nel 2014 venne reperito un finanziamento regionale di 70.ooo euro integrato da una variazione di bilancio dell'Ente Parco Sile approvata contro il Comitato Esecutivo, che metteva a disposizione 100mila euro per un intervento di tutela.

Tutto è stato lasciato cadere nel nulla per mancanza di volontà e per presunte difficoltà amministrative, che però non sussistono mai quanto di tratta di fare appalti ben più corposi per piste ciclabili. Come mai?

L'impressione chiara è che i finanziamenti regionali vengano destinati, non in funzione della bontà dei progetti, ma in funzione del colore partitico del destinatario: se c'è un ente gestito da “amici di partito” allora i soldi arrivano, altrimenti ciccia. E' sempre stato un po' così, ma oggi la questione sempre più chiara e basta anche guardare al nuovo bando regionale per finanziare i Contratti di Fiume, che pare avere “nome e cognome” già sull'avviso di bando.

L'altra questione fondamentale è che i soldi sprecati in opere non utili non ci sono per opere essenziali e quindi oggi per l'ansa di San Michele Vecchio non basteranno piu' 100mila euro per riportare il sito ad avere le caratteristiche di area igrofila!

Oltre tutto proprio le caratteristiche (perse) dell'Ansa di San Michele Vecchio di area SIC sono il reale motivo della concessione dei finanziamenti europei, per cui segnaleremo all'Europa che possono smettere di dare soldi, visto che l'area SIC non esiste più.

Treviso, 24.9.16

p.ITALIA NOSTRA TREVISO
Romeo Scarpa

DALL'INTERVENTO DI VILLA MANFRIN-MARGHERITA AD UNA CULTURA DEL VERDE

Siamo a fianco del Comitato degli “Alberi Urlanti” condividendo le sue attuali richieste all'Amministrazione perché anche sulle questioni tecniche non ci sono solo e sempre “uniche verità”, ma vorremmo ampliare la discussione a questioni che vanno al di là degli obiettivi specifici di questo gruppo di cittadini; questioni che ci appaiono fondamentali per un'Amministrazione che vorrebbe dare segnali diversi rispetto al decisionismo monocratico delle giunte leghiste.

Riassumo le questioni:

  1. Partecipazione e comunicazione
Ancora una volta vediamo che non si è in grado di gestire con la dovuta chiarezza un processo partecipativo e nemmeno il suo livello base che la parte informativa. Il progetto è partito in sordina con una conferenza stampa che non spiegava nulla, non coinvolgendo il quartiere; solo i primi abbattimenti (il pioppone) e varie richieste di accesso agli atti hanno portato alla luce un progetto non proprio perfetto (si buttavano 15mila euro per nascondere il loggiato sud!).

Dopo l'attivazione del Comitato, autonoma anche rispetto alle associazioni ambientaliste, si sono fatti degli incontri con il progettista, ma gli amministratori non hanno mai messo veramente la faccia su quanto si sta facendo, lasciando la questione ai tecnici, che ovviamente difendono il progetto da loro impostato.

I tecnici però sono meri esecutori di volontà politiche per cui sono gli amministratori che devono dialogare con i cittadini perché questi ultimi sono i beneficiari finali dell'intervento e gli amministratori pubblici, i loro “provvisori” delegati.

I nostri politici sembrano dimenticare che i cittadini “restano” oltre al compimento del progetto e daranno un giudizio alle prossime elezioni per cui dovrebbe essere un sommo “valore” per la parte politica avere un chiaro e diretto contatto con persone impegnate a realizzare insieme un progetto di recupero di un parco.

Chiedere fiducia e pazienza non è un opzione per un'amministrazione che ha fatto propaganda elettorale sulla partecipazione, ma che pare non avere assolutamente capito quale sia il vero senso di questo sostantivo.
Non si può pretendere di avere partecipazione, se non si risponde in modo chiaro alle richieste (giuste o sbagliate) e non si spiegano le scelte.
La “partecipazione” non è un incontro di presentazione di un progetto, che lascia dei “contentini” perché i cittadini ormai hanno molte competenze e soprattutto non accettano di essere presi in giro.

La “partecipazione” non è nemmeno delega al Direttore dei Lavori (che ha altre responsabilità e compiti), ma una paziente gestione del progetto per portare dei correttivi sensati, che consentano di raggiungere gli obiettivi e deve essere delegata a persone competenti che fanno questo di mestiere e con passione.
O vogliamo dire che tutti questi cittadini sono delle “teste calde”, sobillati da noi “ambientalisti del NO” e dai centri sociali?

2. Garanzia manutenzione del Parco
Una questione fondamentale che deve essere risolta con preciso impegno di questa Amministrazione è quello di capire e valutare quanto costerà la manutenzione di questo parco e chi la gestirà.

Non è un problema di soldi, ma un problema di ripartizione delle risorse che noi chiediamo vengano obbligatoriamente destinate al verde (e quindi anche a questo parco) in modo adeguato, coinvolgendo i cittadini del Comitato in una gestione di controllo e programmazione dell'uso, che non puo' essere lasciato a concessioni o interventi di ditte esterne che poi non vengono seguite.

Un simile intervento pubblico non puo' finire con il termine dei lavori perché gli alberi ed il verde continuano a vivere e quindi sarebbe fondamentale riuscire a creare una reale sinergia che trasformi il Comitato in un organo di controllo e gestione con i necessari aiuti tecnici e gestionali.

3. Villa Margherita
Il parco di Villa Margherita deve ritornare ad essere un unicum con il resto perché la recinzione installata dai Carabinieri è chiaramente un elemento “abusivo” rispetto all'integrità storica del parco.

Qualsiasi sia il destino della villa, che auspichiamo non sia venduta, ma al massimo data in concessione anche per lungo periodo, il parco deve tornare alla sua unicità per precisa scelta politica, prioritaria rispetto a qualsiasi destinazione della villa.

Ci attendiamo precise indicazioni dalla prossima commissione consiliare del 27 c.m. che discute sul possibile destino di questo “bene comune”.

Ricordiamo agli Assessori che sarebbe un buon esempio procedere alla demolizione dei piazzali asfaltati e dei garage con copertura in eternit presenti nel compendio usato dell'Arma!!


4. Ripiantiamo le siepi
Indipendentemente dal rigore storico filologico della questione, crediamo che anche nel parco sia tempo di riprendere a piantare le siepi per dividere il sedime stradale dall'interno dei parchi.

La “mattanza” fatta in città in epoca gentiliniana di questi fondamentali elementi di biodiversità per questione di sicurezza, è stato un errore paragonabile a quello di togliere le panchine per eliminare il problema dei drogati.

Le siepi, anche sui parchi pubblici, in zona PUT, vanno riproposte anche per la loro funzione di barriera alle polveri, aumentando i controlli di sicurezza se necessario. Non possiamo fare un deserto o sradicare le nostre difese base perché non siamo in grado di controllare il territorio.

Se il problema sono le coppiette in cerca di intimità, allora siamo sulla buona strada, visto che il Ministero della Salute promuove campagne sulla fertilità e mettere una siepe è certamente (sempre una buona cosa).

Segnaliamo una festa il 1 ottobre presso la Cooperativa Topinambur di Monigo: “Sièza Party”...


5. Parco della Storga
La Provincia non è stata eliminata, è solo rimasta nelle medesime mani con metà dei soldi che non saranno usati per questo “bene comune”, che è in stato di abbandono.

Domenica 2 ottobre organizzeremo una visita guidata per capire lo stato dei luoghi e valutare cosa possiamo fare

6. Concessione del Parco 
A breve scadrà la concessione del parco agli Alcuni ed anche in questo caso sarà necessario vedere cosa si riesce a migliorare nel sistema perchè tutto abbia un senso e sia correttamente autorizzato

7. Gestione generale del verde urbano
La questione della gestione generale del verde urbano (orizzontale e verticale) è un tema che passa come questione tecnica tra Contarina ed il Comune; noi vogliamo che i principi vengano discussi sia per capire quali sono gli obiettivi di qualità da porre, i controlli da mettere in atto con partecipazione di cittadini e associazioni.
E' un tema da 2-3 milioni di euro all'anno che non puo' essere gestito come fatto tecnico dagli assessorati. I soldi poi li pagano i cittadini, almeno cerchiamo di capire perchè e chi deve fare cosa...

8. Acque e fossi
Lo stato della acque interne al parco e nelle zone limitrofe è pessimo: la Limbraga viene tendenzialmente seccata da interventi a monte ed il resto è piu' o meno una fognatura. Un parco senza acqua non esiste, un parco in zona di risolrgiva non puo' avere simile acqua.


Treviso, 24 settembre 2016 


p.ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa 348 8717810


venerdì 23 settembre 2016

PARCHEGGI E VISIONI DI CITTA'

Mi fanno quasi simpatia le dichiarazioni stampa del Sindaco sul "decisionismo" dell'attuale Amministrazione che si vanta di aver oggi risolto un problema che risale a 16 (sedici!!) fa!
Secondo me gli anni saranno anche venti, visto che il demenziale progetto interrato di Piazza Vittoria dei novelli speleologi Gobbo+Gentilini parte nel 1996, ma poco conta...

Oggi si dichiara di aver tolto le castagne del fuoco alle precedenti amministrazioni, colpevoli di aver firmato un contratto scellerato e che avrebbero dovuto rispondere in ben altro modo a queste decisioni, praticamente consolidando l'esistente: PARK CANTARANE e PATTINODROMO che diventa a pagamento.

Certamente sarà entusiasta PARCHEGGI ITALIA che avrebbe dovuto sudare cento camicie per avere i suoi soldi visti tempi della giustizia amministrativa italiana ed ora si vede gratificata da una concessione centrale di ottimi parcheggi...

Ma nemmeno questo è fondamentale: quello che si consolida è una visione che allontana la PEDONALIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO e la sua RIVALUTAZIONE perchè i parcheggi scambiatori esterni non prenderanno mai piede fino a che si potrà comodamente parcheggiare a 200 metri dal Calmaggiore!

Una seria politica urbana avrebbe dovuto portare a realizzare un MULTIPIANO al FORO BOARIO ed UN ALTRO VICINO ALLA STAZIONE (dove Metropark fa concorrenza) provvedendo a creare un sistema circolare sul PUT di trasporto frequente per chi lavora in centro o per chi (sempre meno) va a fare acquisti, liberando poi per le residenze il Cantarane a raso ed liberando tout court sia il parcheggio provvisorio dell'ex Pattinodromo che la Città Giardino (che chiamerei Città Giadino e Parcheggi).

Le finanze sono però fatte ormai da multe e parcheggi e quindi tenere in piedi un sistema che non cambia nulla è la scelta più semplice e conveniente.

Non mi pare una rivoluzione, nè una cosa di cui vantarsi: resterà l'autodromo del PUT con arrivo finale all'ex Pattinodromo (dove si pagherà) e ci si infilerà sempre di piu' al Cantarane dove si avranno solo  60 posti in più...
A San Zeno, al Sacro Cuore e sulle altre vie della prima periferia si spalmeranno posti gratuiti peggiorando la viabilità in zone residenziali...

CAMBIA IL VOLTO DI TREVISO IN QUESTO MODO?
MIGLIORA LA QUALITA' DELLA VITA DEI CITTADINI RESIDENTI E NON?
IL CENTRO STORICO SARA' PIU' ATTRATTIVO RISPETTO AD UN CENTRO COMMERCIALE?

Il 2018 non è lontano ed allora ci saranno le risposte...

domenica 18 settembre 2016

DIRETTIVO GIOVEDI' 22 SETTEMBRE 2016 ore 20,30

Viene convocato per giovedì 22 settembre 2016 ore 20.30 presso la nostra sede ci via Cornarotta (ex scuderie di palazzo Bomben-Caotorta) il primo direttivo post ferie con il seguente ordine del giorno:
1) organizzazione della visita guidata del 25-9 all'ansa di San Michele Vecchio di Quarto d'Altino
2) organizzazione della visita guidata del 2-10-2016 al Parco della Storga (in abbandono) e aggiornamento su "Progetto Risorgive"
3) legge sul consumo del suolo: resoconto dopo audizioni
4) villa Manfrin: discussione della proposta da presentare alla Commissione LLPP del 28-9 in coordinamento con Comitato Alberi Urlanti
5) Progetto per viale alberato di Villa Emo
6) Incontri di archeologia : programmazione 
7) informazioni su lottizzazione Panigai
7) Iniziative per tutela di Ca' da Noal: richiesta sopralluogo
8) Progetto alternanza Scuola-Lavoro: conclusione e valutazioni
9) Collaborazione con Radio Cooperativa
10) Collaborazione con ULSS9 per Iniziative Quartieri 
11) aggiornamento elenco soci ed indirizzi
12) audizione a Roma per 23-9 come rappresentante Veneto per Urbanistica e Consumo suolo (consiglio interregionale associazione)
13) programmazione visita a BIENNALE Architettura e altre gite (Cadini del Brenton) etc..


PRIMA DEL DIRETTIVO SEGNALO:
  • Incontro plenario dei 3 tavoli INIZIATIVE QUARTIERI per un aggiornamento reciproco e per procedere con i lavori del progetto 'Scenari e Idee per il nostro Quartiere' per MARTEDI 20 settembre alle ore 18,15  alla Madonnina. 
  • mercoledì 21 settembre presso FONDAZIONE BENETTON STUDI E RICERCHE  Naturale inclinazione ore 17.30 Paesaggista: un mestiere da raccontare incontro con Luigi Pirola, Paolo Villa e Marco Tamaro.
  • ore 21 Un architetto nel paesaggio. Georges Descombes proiezione del film Un architecte dans le paysage (Suisse, 2009, durata 60’) di Carlos López, introdotta dal regista.

venerdì 9 settembre 2016

VISITA AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI ALTINO - DOMENICA 11-9-2016

Viene confermata la visita al Museo Archeologico di Altino per domenica prossima 11 settembre con ritrovo alle ore 8,45 alla Chiesa di S.Antonino oppure alle ore 9.30 nel piazzale del Museo.
Dopo la visita ci sposteremo a piedi per vedere un pezzo di  canale dell'Altino Veneto-romana o, in alternativa, alcune delle aree scavate.
Pranzo al sacco.
Per confermare presenza telefonare o inviare sms a BertoZ (348 7152985) in modo da verificare se è il caso di prenotare una guida.

RESTAURO STATUE AD ESTE

E' con piacere  che Vi invito ad Este dove la "nostra" restauratrice Paola Crucianelli presenterà il suo ultimo lavoro sulle statu del Castello di Este


giovedì 1 settembre 2016

8.000 EURO DI TROTELLE MARMORATE: AZIONE CONCRETA?

L'Ente Parco Sile a domanda quasi risponde in modo completo e manda una nota da cui si evince che le trotelle (specie salmo marmoratus) immesse nelll'alto corso del Sile sono 20.000 per un costo di 8.174 euro + iva (cadauna euro 0,4087) provenienti dal centro ittico di Valdastico.

Sul fatto che non sia dovuta una relazione di ittiologo non commento perchè non sono del mestiere come non lo è il Presidente del Parco. Io credo che sarebbe opportuno capire se tale specie si riprodurrà nel Sile.
Parlare di sistema di monitraggio per capire l'efficacia dell'intervento è come parlare di calcio in casa di scienziati o viceversa... Qui l'importante non è capire cosa si fa, se serve, se è utile. Importante è spendere.

L'azione C4 che mi viene allegata precisa che l'alto corso del Sile è "un tratto fortemente banalizzato e degradato dal punto di vista ecosistemico", il che mi pare un GRAN SUCCESSO per la gestione dell'Ente Parco Sile.

Quando poi parla di Quinto (a valle) si parla di "habitat ancora favorevole, il che è bizzarro visto che in corrispondenza dell'Oasi di Cervara e delle mitiche peschiere in alveo non c'è piu' vita acquatica nel fiume!!
 
Lascio però i commenti ai 3-4 pescatori che ancora esistono e lottano per sopravvivere..