"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

giovedì 27 febbraio 2014

INCONTRO A FONTANE PER CAPIRE FONTANE

Ieri sera il Sindaco Serena e l'assessore Provinciale Lorenzon hanno organizzato un affollato incontro a Fontane dal sedudente titolo: "L'ACQUA: COSA C'E' SOTTO" con presenza di ARPAV, Veneto Progetti, geologi e molti dei cittadini che hanno avuto a fine gennaio lo scantinato allagato.


E' stato un incontro imbarazzante in cui non sono intervenuto solo per rispetto nei confronti della popolazione danneggiata: il Sindaco e l'Assessore Provinciale hanno presentato una scolastica lezioncina su idrografia e geologia, ammettendo di non saper cosa fare.
In sintesi hanno detto:
  • che i cittadini danneggiati sono dei "polli" perchè hanno costruito male i loro interrati; spassoso (solo per loro!) un anziano cittadino che ha raccontato la sua epopea di costruttore che è riuscito a salvarsi con pompe e lavoro fatti da lui...
  • il sindaco ha parlato di 130 danneggiati con case costruite dal 1970 al 1990 con interrati anche in parte abusivi...
  • Marco Serena ha detto che lui colpe non ne ha perchè è sindaco da 3 anni!! Come se prima ci fosse stato Ali Baba' a reggere le sorti del Comune e non la compianta Liviana Scattolon..
  • la cementificazione del territorio non crea problemi secondo l'ingegnere di Veneto Progetti perchè "inflluenza solo i corsi superficiali e non le falde..". Concetto ardito che approfondiro'...
  • l'architetto moderatore (estensore del PRG di Treviso 2001 con Contini) ha ammesso le colpe dei professionisti, ma non le sue colpe perchè "è in grado di mostrare una costruzione sotto falda che resta asciutta". Ergo non è colpa del Comune...
  • il responsabile del settore LLPP del Comune ha detto che si è chiesto la "dichiarazione dello stato di crisi" preludio allo "stato di emergenza". Forse ci saranno i soldi di rimborso, ma forse.. forse.. 
Unica persona chiara e fin troppo sincera è stato il geologo Sivieri che ha detto che costruire interrati in una zona che si chiama da sempre "Fontane" è un rischio.... e forse gli interrati allagati non saranno recuperabili o lo saranno a caro prezzo!

Il top però è stato raggiunto dal Sindaco alla fine quando, in mezzo ai mugugni della gente (che in parte se n'è andata alla prima sfuriata incomprensibile di un nervoso sindaco), è stato presentato un funzionario di VENETO BANCA!!

Finanziamenti speciali ai cittadini che devono fare i lavori di consolidamento. Li devono fare meglio però...

I cittadini di Fontane sono come quei napoletani che hanno costruito sulla falde del Vesuvio??
Un'amica toscana si è "complimentata" con me per la pacatezza dei veneti, che accettano a testa bassa di essere trattati come degli ignoranti.

Cercare di trasformare Villorba, Povegliano e Fontane  in TERRALTA è in effetti un chiaro modo di mettersi al riparo dal fatto di avere il Comune sulla linea delle risorgive.
Ma la gente si sta accorgendo dell'incapacità strategica di questi politici che propongono PIANI CASA e ricetta assurde di sviluppo urbanistico che creano danni. Molti danni ai loro cittadini.

P.S.1.
La piu' grande zona industriale veneta è a Villorba e credo sia stato Italia Nostra ad approvarla con il voto contrario della Lega e company.. O sbaglio??

P.S.2
Ci sarà a breve un altro incontro in cui i tecnici (arch. Fregonese in primis e spero anche il sig. Gatto (mi pare) spiegheranno insieme alla VOLTECO come si impermeabilizza ex post un interrato. 
Il PIL cresce anche così o no? Con i soldi vostri... 

martedì 25 febbraio 2014

PAT - LA POSIZIONE DELLA MAGGIORANZA

Riportiamo la posizione di Gigi Calesso, che riteniamo sia la posizione ufficiale della maggioranza Treviso Bene Comune, visto la sua competenza ed il suo impegno sul tema.

Prendiamo atto della riduzione di 1 milione di mc, ma abbiamo già detto che quello è una riduzione "fittizia" di un'ipotesi demenziale di Zampese e Co.

Il resto viene rinviato alla prima variante del PI: è una decisione POLITICA che NON condividiamo.

Non condividiamo nemmeno i motivi perchè una nuova Amministrazione non solo ha diritto di modificare un documento strategico come il PAT, ma ne ha il dovere morale. 

La motivazione dello possibile sperpero di denaro pubblico non regge perchè allora è sperpero anche approvare un documento strategico (che costa 300.000 euro!) in modo approssimativo, rimandando la discussione e le correzioni ad un futuro... che crediamo sarà lontano.

Non siamo noi gli amministratori e ci pare di aver detto a sufficienza. 

Ci spiace perchè NON vediamo alcuna VERA SVOLTA nel modo di gestire l'urbanistica. 

Vedremo cosa succederà ed auguriamoci (per Treviso) di sbagliare (come spesso ci accade).,,,

Riportiamo da OGGITREVISO.IT la dichiarazione di Gigi Calesso

TREVISO - “Esiste una piena coerenza tra il programma della coalizione Treviso Bene Comune, il documento della stessa coalizione in cui sono state indicate le linee strategiche per il “nuovo Pat”, il “regesto” conclusivo della elaborazione del gruppo di lavoro che ha approfondito i contenuti del cambiamento e li ha concretizzati sul piano urbanistico e l’atto di indirizzo del Sindaco che traduce il “regesto” in un atto amministrativo. La scelta, a lungo valutata e dibattuta, di non procedere alla riadozione completa del Pat, ma  piuttosto di modificarlo è dovuta alla necessità di evitare che i costi che il Comune sosterrebbe per l’elaborazione del nuovo Pat possano essere ritenuti non  giustificabili dalla Corte dei Conti in presenza di un Pat già adottato”. 

Luigi Calesso di Impegno Civile, membro del gruppo di lavoro che ha elaborato la proposta di modifica al Pat, risponde alle accuse di chi considera il nuovo Piano di assetto del territorio troppo simile a quello della precedente amministrazione leghista.

Calesso nello specifico sottolinea come le modifiche apportate segnino uno stop alla cementificazione: “Va anche sottolineato che la capacità edificatoria prevista nel “nuovo Pat” non solo passa da 2,8 milioni di metri cubi a 1,8 milioni, ma che 800mila metri cubi potranno essere utilizzati solamente nell’ambito di programmi di rigenerazione urbana; abbiamo, quindi, 1 milione di metri cubi già approvati dalla precedente amministrazione e 800mila metri cubi che non insisteranno su aree verdi, ma su comparti oggetto di recupero, ristrutturazione, riqualificazione. Per quanto possibile, - afferma Calesso - quindi il nuovo Pat blocca la cementificazione delle aree verdi”. 

“Nell’atto di indirizzo, inoltre, si stabilisce chiaramente che con il piano degli Interventi sarà sospesa l’edificabilità di tutti i comparti  che non saranno stati ancora convenzionati. Oltre alla riduzione di 1 milione di metri cubi in sede di Pat, nell’atto di indirizzo del Sindaco, si prevede che in sede di redazione del Piano degli Intervento si apra un tavolo di concertazione con i titolari di aree con capacità edificatori per ottenere una riduzione dell’edificazione o il suo “trasferimento” in zone da riqualificare. Dunque - conclude - l’atto di indirizzo del Sindaco è una tappa importante di un percorso che porta l’amministrazione ad ottenere l’arresto della cementificazione del territorio”.

Domani alle 17, nel corso del consiglio comunale verrà votato l’atto di indirizzo con cui si intende modificare il Pat.

PARCO SILE? MARCIO CULTURALE SOPRATTUTTO

Ecco un pessimo esempio di come occuparsi del Parco del Sile

soprattutto del fatto che l'ambiente sta degradando...

Piace molto ai giornali questo sommovimento di rivalità tra destra, sinistra, 

alto e basso in un momento in cui la politica raggiunge i minimi di 

popolarità, anche se arriva Renzi a Treviso (a fare campagna elettorale??).

 Il problema dell'ENTE PARCO SILE non è solo un problema partitico e di 

rivalità personali da parrocchietta, ma è un problema culturale.

Le riunioni ci sono, ma il problema è che non ci sono IDEE SERIE e persone 

in grado di sostenerle perchè è un incredibile TUTTI CONTRO TUTTI...

AVANTI COSI'......

QUESTO E' IL VERO PROBLEMA PER CUI LE COSE 

MARCISCONO IN QUESTO MODO...

Informo che (finalmente) il 27-2-2014 incontrerò i consiglieri della 

maggioranza di Treviso Bene Comune, ma non ho alcun problema ad 

incontrare i consiglieri della Lega e del PdL per lo stesso argomento... 

Nè a fare incontri pubblici purchè abbiano un'utilità superiore a quella 

di farsi i dispetti come i bambini dell'asilo...

 

ARTICOLO TRIBUNA DI TREVISO

Riunioni e conciliaboli trasversali, rumors, pontieri fra centrodestra e centrosinistra, passando per l’area centrista moderata: c’è il più classico dei copioni politici dietro il sommovimento che farà entrare il centrosinistra nell’esecutivo del parco Sile.

Da 15 anni è feudo incontrastato del centrodestra, ma negli ultimi tempi scatena malumori sia all’interno del Carroccio e del Pdl. Non è un mistero che da tempo il centrosinistra chiede un riequilibrio, anche alla luce del fatto che molti comuni rivieraschi (Treviso, Casier, Silea, Roncade, Quarto) sono governati da coalizioni di centrosinistra, altri (Casale) non sono di centrodestra. 

Finora l’asse Lega-Pdl aveva sempre resistito. Ma adesso la Lega sembra vivere con molta «sofferenza» la gestione del nuovo presidente leghista Nicola Torresan, (che ha fatto irritare anche il governatore Zaia), affiancato dal casalese Ruggero Sartorato, già Pdl eretico, il cui «no» ad alcune operazioni molto «spinte» lungo il corso del Sile ha scatenato proteste, a cominciare dalla giunta moderata di Casale. 

L’ipotesi è che almeno un esponente del centrosinistra possa entrare in giunta dell’ente parco, prossimamente. E qualcuno dice addirittura due, lasciando comunque a Lega-Pdl la maggioranza. Ma chi lascerà l’esecutivo?

I rumors dicono che nel mirino possano finire proprio Sartorato, designato dalla Provincia, e un altro leghista, il casalese Moro.

 

PAT - NOTA SU ARTICOLO TRIBUNA TREVISO

Vi chiedo semplicemente di dirmi se voi capite quale posizione ha la nostra associazione nei confronti dell'atto di indirizzo del PAT che sarà discusso domani in Consiglio Comunale...

Favorevole? Contrario? Boh??

DITEMI...

Chi vuole vedere la nostra posizione ufficiale legga questo post

 ECCO L'ARTICOLO DI OGGI SULLA TRIBUNA:

La sezione trevigiana di Italia Nostra approva la formulazione di un atto di indirizzo sui destini futuri del Pat, adottato dal passato Consiglio comunale nell’aprile del 2013.

«Abbiamo sempre sostenuto», affermano Romeo Scarpa e Umberto Zandigiacomi, «che era invece opportuno archiviare quella adozione e dare inizio ad un nuovo progetto che avrebbe potuto essere pronto negli 8 mesi che sono stati usati per la redazione di un “atto di indirizzo”, che fondamentalmente individua concetti condivisibili, ma che rinvia le scelte ad una ancor lontana redazione di una Variante al primo Piano degli Interventi». La legge regionale prevede infatti che il Piano Regolatore diventi il primo Piano degli Interventi (per quanto non in contrasto con le scelte del Pat), ma non è previsto alcun vincolo temporale e quindi per un periodo indeterminato ed indeterminabile potrebbe non cambiare nulla. «Ricordiamo inoltre», aggiungono gli esponenti di Italia Nostra, «che la redazione e l'approvazione del Piano degli Interventi sono di competenza del Consiglio comunale, e non sono sottoposti a parere approvazione degli organi superiori poiché riguardano opere in coerenza e in attuazione del piano di assetto del territorio. È chiaro che noi pretendiamo un progetto di città con scelte chiare, che sono espresse nell’atto di indirizzo ma che devono prendere forma e sostanza proprio e solo nel Pat, da modificare nella sostanza e non da approvare per poi interpretare con i Piani di Intervento. Sul secondo punto del documento non è possibile essere in disaccordo, poiché vengono elencati una serie di principi fondamentali per una buona amministrazione». Italia Nostra elenca e indica all’amministrazione comunale quelle che considera vere e proprie urgenze: una nuova politica strategica per il Sile euna nuova politica per il funzionamento dell'Ente Regionale del Parco Naturale del Sile; l’adattamento delle previsioni del Prg vigente in rapporto al Piano di rischio dell’aeroporto Canova; una politica per la tutela del patrimonio storico-artistico con speciale riferimento alle Mura; l’individuazione delle intermodalità in rapporto al Sfmr; revisione delle previsioni del Pat adottato in rapporto ai fiumi affluenti del Sile ed adeguamento dello stesso alle previsioni del Ptpc; l’eliminazioni delle previsioni del Prg vigente di modifica delle zone di superficie agricola utilizzata in essere; politica di attuazione dei programmi complessi e loro gerarchizzazione temporale.

COSA PENSIAMO DEL PIANO CASA 3

Alleghiamo una nota sul Piano Casa 3 da noi ampiamente trattato. Abbiamo inviato alla Regione Veneto, al Comune di Treviso ed ai nostri soci, il COMMENTARIO DEL COMMANTARIO, dove analizziamo alcuni dei principali articoli.
Chi desidera averlo, lo richieda a treviso@italianostra.org


Il Consiglio Comunale di Treviso si appresta a deliberare in merito al cosidetto PIANO CASA 3, una legge “derogatoria” con un impianto confuso, che ha provocato benefici inconsistenti rispetto ai danni culturali che ha prodotto.

Uno dei principali problemi del settore edilizio non è la difficoltà di poter costruire (soprattutto in Veneto), ma la totale incertezza amministrativa determinata da una normativa ordinaria che si intreccia in modo permanente con norme derogatorie per di piu' estese nel tempo per quasi un decennio.
In Italia, e soprattutto nel Veneto, nulla è piu' “certo” perchè ci sono molti modi per poter costruire: tutti modi confusi, dove è necessario ricercare il codicillo o la deroga estesa che manda “a remengo” qualsiasi tentativo di pianificazione ordinata e seria.

Il legislatore (e le lobby che stupidamente spingono per simili norme) ha precese e serie responsabilità, a cui i Comuni hanno il dovere di opporsi perchè la gestione urbanistica del territorio è una potestà locale. Ma il tema non dovrebbe restare solo una questione di potere, ma dovrebbe invece lasciar trasparire un modello di gestione del territorio da parte dei Comuni piu' virtuoso...
Invece, ha gioco facile, l'assessore Zorzato a “chiuudere la bocca” ai Sindaci che no cementificato con i loro PRG eccessivi il Veneto e disseminato di area industriali il territorio solo per avere risorse (oneri urbanizzazione).

Il problema non è quindi questa particolare legge regionale, ma un insieme di azioni che hanno reso il Veneto un territorio fragile (frane, inondazioni), dove non si passa piu' con una strada e dove la campagna sparirà con altri 30 anni di sviluppo come l'ultimo decennio.

E' triste dirlo, ma la crisi è figlia di normative come queste, che danno risposte (sbagliate) contingenti e nel breve periodo e non danno luogo a quella politica di manutenzione diffusa, rigenerazione e ristrutturazione del patrimonio esistente, che sarebbe utile.



Alleghiamo alla presente nota, un “Commentario del Commentario” edito dal Corriere del Veneto dove analizziamo la normativa punto per punto; non è un lavoro completo, né perfetto perchè la nostra associazione ha solo volontari e non studi professionali di alto livello per fare queste osservazioni...

Precisiamo che la situazione attuale è deprimente anche per il fatto che, un accordo politico tra NCD e PD, ha disinnescato il ricorso alla Corte del Governo, che è stato fatto per due questioni marginali.

La sostanza di questa normativa è comunque per noi inaccettabile e dannosa, soprattutto per il carattere di “deroga permanente” che porta nella normativa urbanistica.
Un grave danno allo sviluppo, anche se molti non lo capiscono

lunedì 24 febbraio 2014

COSA PENSIAMO DELL'ATTO DI INDIRIZZO AL PAT


La Sezione di Treviso di Italia Nostra considera positivamente la formulazione di un atto di indirizzo sui destini futuri del PAT (frettolosamente adottato dal passato Consiglio Comunale nell'aprile 2013) e ringrazia il Sindaco e, in modo particolare, i componenti del Gruppo di consultazione, per i quali dovrebbe essere affermato il principio: “chi meno costa più deve essere ascoltato”, per il paziente lavoro svolto.

Lavoro tuttavia condizionato dalla decisione strategica di mantenere l'impianto di base del PAT adottato dalla passata Amministrazione. Lo abbiamo fortemente criticato in quanto il PAT adottato consisteva in una banale traduzione di nuovi termini e simbologie del vecchio PRG.

Per questo motivo abbiamo sempre sostenuto che era invece opportuno archiviare quella adozione e dare inizio ad un nuovo progetto che avrebbe potuto essere pronto negli 8 mesi che sono stati usati per la redazione di un “atto di indirizzo” che fondamentalmente individua concetti condivisibili, ma rinvia le scelte ad una ancor lontana redazione di una Variante al I° Piano degli Interventi,
La legge regionale 11/2004 prevede infatti che il Piano Regolatore diventi il I° Piano degli Interventi (per quanto non in contrasto con le scelte del PAT), ma non è previsto alcun vincolo temporale e quindi per un periodo indeterminato ed indeterminabile potrebbe non cambiare proprio nulla, con tanti saluti alle buone intenzioni contenute nell'Atto di Indirizzo.
Ricordiamo inoltre che la redazione e l'approvazione del Piano degli Interventi sono di competenza del Consiglio Comunale, e non sono sottoposti a parere approvazione degli organi superiori poiché riguardano opere “ in coerenza e in attuazione del piano di assetto del territorio (PAT)” (art.17 comma 2 della L.R. n. 11/2004) Giunta, che applica i principi e gli indirizzi, senza particolari poteri di interpretazione, se le scelte sono vere scelte e non vaghi intenti.
E' chiaro che noi pretendiamo un “progetto di città” con scelte chiare, che sono espresse nell'atto di indirizzo ma devono prendere forma e sostanza proprio e solo nel PAT, da modificare nella sostanza e non da approvare per poi interpretare con i Piani di Intervento.

Sul secondo punto del documento (Obiettivi dell'Atto di indirizzo) non è possibile essere in disaccordo poiché vengono elencati una serie di principi fondamentali per una buona amministrazione.

Rimangono solo aperte alcune domande:
  1. in quale misura sono state considerate le osservazioni presentate da Associazioni, Enti, cittadini?
  2. perchè non appare il termine “partecipazione” e quindi il modo con cui l'Amministrazione Comunale intende promuoverla ed organizzarla? Oppure dobbiamo considerare esaurito il tutto con i due incontri fatti in settembre a corredo della pseudo-partecipazione della fase di adozione??
  3. perchè non sono esplicitati i tempi e le modalità con cui si intende giungere alla approvazione del P.A.T. come proposti chiaramente indicati nel “Regesto” redatto dal Gruppo di consultazione?


Sul terzo punto del documento (Contenuti dell'Atto di indirizzo) dovrebbe innanzitutto essere specificato che il P.A.T. di cui si parla è solo ed unicamente un P.A.T. adottato.
Il punto 3.1 affronta il tema del dimensionamento partendo dall'ipotesi di una crescita di abitanti nel prossimo decennio di 3.500 unità e di una valutazione, per le residenze, di 194 mc x abitante teorico.
L'ipotesi di crescita è puramente teorica ed in contrasto sia con l'attuale andamento della popolazione (in continuo lento decremento) che con prospettive di incremento dovute ad immigrazione dall'interno o dall'estero: è noto a tutti il fenomeno della diminuzione della occupazione della manodopera di provenienza da paesi extra CEE.
E comunque,qualora l'ipotesi di crescita si avverasse, essa potrebbe essere assorbita dal numero di alloggi liberi e/o sfitti attualmente esistente, che il PAT adottato ma nemmeno il Documento preliminare, non hanno tenuto in considerazione né quantificato con precisione.

La valutazione delle necessità di 194 mc/abitante è puramente relativa alla situazione attuale e non può essere riferita alla situazione futura che prevede edificazione di nuovi edifici o rigenerazione (in questo caso consistente in demolizione/ricostruzione o rifacimento distributivo).

Il DM 5 luglio 1975 stabilisce i requisiti minimi e inderogabili di superficie degli alloggi; trasferendo i mq. in mc. risultano i seguenti valori:per alloggi per una persona da 75,6 a 102,6 mc; per alloggi per due persone da 51,3 a 56,7 mc; per alloggi per tre persone da 37,8 a 50,4 mc;
per alloggi da quattro perone da 37,8 a 44,55 mc; ecc.
Sono valori minimi, ma molto vicini a quanto è stato costruito negli ultimi anni a causa dell'elevato costo delle costruzioni. Per una precisa valutazione sarebbe sufficiente eseguire un controllo sulle previsioni dei progetti giacenti presso il Settore Edilizia Privata relativi a S.U.A. approvati e convenzionati: in mezza giornata il Settore sarebbe in grado di dare convincente risposta al reale parametro da considerare invece degli esorbitanti 194mc/abitante (721,85 mq/persona).
La questione non ha valore secondario perchè assegnare un valore molto alto alla valutazione della cubatura per abitante teorico significa non rispettare le dotazioni minime per abitante previste all'art.3 del DM 2 aprile 1968 e inoltre aumentare in modo artificioso e spropositato le previsioni di cubatura edificabile.

E' opinabile pure rinviare alla prima variante al P.I. la riduzione delle previsione inattuate del P.R.G.; sarebbe invece opportuno normare la possibilità di rinuncia volontaria alla possibilità di edificazione da parte degli aventi diritto, visto che molti hanno già compreso che non c'è piu' spazio per ulteriori “condominietti”. La politica urbanistica, per una volta, avrà il coraggio di esercitare il suo potere o dobbiamo sempre vedere delle non scelte, che fingono di accontentare tutti?

Al punto 3.3 c) si parla di fruibilità del “corridoio ambientale del Sile ma anche dello (o della ?) Storga” dimenticando l' esistenza della Limbraga, del Botteniga e delle due Cerche di Monigo e di S.Bona che sono presenze importanti per altre parti della città. E' inoltre importante richiamare e rispettare integralmente le previsioni del P.T.P.C. come richiesto in alcune delle osservazioni già presentate dai cittadini.

Al punto 3.4 il richiamo alla scelta, veramente strategica, di prevedere che il S.M.F.R. diventi lo strumento anche di comunicazione tra molti dei comuni contermini e la città di Treviso deve essere sostanziato con un richiamo sia alle previsioni del P.T.P.C. che ai ritardi pluriennali relativi al S.M.F.R.
Sembra inoltre inutile prevedere una fermata a S.Giuseppe/S.Angelo perchè queste zone dovrebbero essere servite dalla Stazione di SS.Quaranta mentre non si comprende la mancanza di una possibilità di collegamento con un'area prossima all'Aeroporto Canova! Buffo che tocchi a noi ricordarlo...
E' pure necessario che il P.A.T. individui in corrispondenza delle stazioni previste una congrua dotazione di aree di parcheggio.

Sul quarto punto del documento (I principali obiettivi della prima Variante al Piano degli Interventi P.I.) :abbiamo letto e riletto questa parte dell'Atto di Indirizzo avendo a fianco l'art.17-Contenuti del Piano degli interventi (PI) della L.R. n.11/2004 e non trovando alcuna corrispondenza tra il dettato della Legge e lo scritto.
Ne risulta che riteniamo che il punto quarto elenchi una serie di incombenze che sono proprie del P.A.T., anzi che sono costitutive dello stesso e non delegabili al PI, che, ripetiamo, è per sua natura uno strumento esecutivo di scelte fatte a livello superiore.
Non a caso il PAT è sottoposto ad approvazione da parte della Regione (o provvisoriamente dalla Provincia a ciò delegata, finchè esisterà) mentre il PI è approvato dal Consiglio Comunale.
Il trasferimento di queste scelte o incombenze comporta un ulteriore rinvio alla soluzione di alcuni problemi ed un mantenimento in essere delle previsioni e delle politiche del PRG vigente, promosso per legge a primo Piano degli interventi, che tanto ha contribuito ad una selvaggia ed improvvida edificazione. Siamo convinti che questa non sia la volontà dell'attuale Amministrazione Comunale e riteniamo che l'Atto di Indirizzo debba piuttosto contenere e meglio definire le caratteristiche ed i contenuti di una Variante consistente al P.A.T. adottato e contemporaneamente procedere alla elaborazione di una prima variante al Piano degli interventi, anche sommaria e migliorabile, ma con tempi assolutamente contenuti temporalmente.
Con l'occasione ci permettiamo di elencare alcune necessarie urgenze:
  • revisione del dimensionamento
  • politica strategica per il Sile e politica per il funzionamento dell'Ente Regionale del Parco Naturale del Sile
  • adattamento delle previsioni del PRG vigente in rapporto al Piano di rischio dell'Aeroporto Canova
  • politica per la tutela del patrimonio storico-artistico con speciale riferimento alle Mura
  • individuazione delle intermodalità in rapporto al S.F.M.R.
  • revisione delle previsioni del PAT adottato in rapporto ai fiumi affluenti del Sile ed adeguamento dello stesso alle previsioni del P.T.P.C.
  • eliminazioni delle previsioni del PRG vigente di modifica delle zone S.A.U. (Superficie Agricola Utilizzata) in essere
  • politica di attuazione dei programmi complessi e loro gerarchizzazione temporale (quando mai sarà possibile risolvere il problema dello Scalo Motta?; quando mai avremo bisogno di nuovi consistenti edifici residenziali??
p. ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa
Umberto Zandigiacom

domenica 23 febbraio 2014

MANILDO DIFFIDA ENAC?? NON CI POSSO CREDERE...

Leggo e mi informano che forse il Comune di Treviso (di oggi) vuole fare fare pressioni su ENAC perchè l'ente approvi il PIANO DI RISCHIO...
Ma di cosa stiamo parlando??

ENAC ha detto che il Piano di Rischio di Gobbo e company non va bene per tutta una serie di motivi, tra i quali l'enorme problema amministrativo se l'emanazione di novità nel Regolamento del trasporto aereo nel 2006 costituissero o meno clausola di salvaguardia per concedere nuove concessioni edilizie in aree a potenziale rischio di caduta aerei.
La precedente Giunta sostiene che non c'era questo problema e che, NON APPROVANDO IL PIANO DI RISCHIO, si potevano rilasciare concessioni, lottizzazioni e quant'altro.+
RIPETIAMO CHE NON CI INTERESSA IL LATO PENALE, MA IL LATO POLITICO!!

La giunta Gobbo preferiva costuire prma di fare il Piano di Rischio (bel modo di proteggere i suoi cittadini), la giunta Manildo vuole proseguire nello stesso percorso??
Puo' essere possibile, ma allora ha ragione Maristella Caldato circa la "truffa elettorale" e dovremo parlare di larghe intese anche a Treviso??
prosit
  

SEMPRE DALLA TRIBUNA DI OGGI - OCCHIELLO MALIGNO
CASO AEROPORTO E VINCOLI
Su Enac la controffensiva del Comune
Controffensiva della giunta di Ca’ Sugana contro l’Enac? La vicenda dell’assenza del piano di rischio del Canova, e il caso esploso sulle concessioni rilasciate attorno al Canova, conosce nuovi sviluppi. La giunta - sindaco Manildo e assessore Camolei in testa - vuole far pressing su Enac perché approvi quanto prima il piano di rischio. Fra l’altro, negli ultimi giorni sindaco e assessore hanno chiesto una consulenza a l professor Luigi Garofalo, avvocato che ha sostenuto con successo davanti al Tar il ricorso di una famiglia di Quinto contro il Comune, proprio in materia di concessioni edilizie vicino al Canova. La memoria di Garofalo, che ha vinto il ricorso al Tar, poggia sul principio che l’assenza del piano di rischio non può restringere le concessioni autorizzate secondo i piani urbanistici in vigore prima del piano. L’opposto di quanto l’Enac sostiene, e contesta al Comune: in pratica ritiene «illegittime» tutte le concessioni rilasciate nelle zone di tutela attorno al Canova negli ultimi anni. La giunta è pronta al contrattacco con Enac. Né si esclude memmeno una revisone della revoca della concessione all’immbiliare Santambrogio per il complesso Sile 1, in via S.Agnese. La società è ricorsa al Tar contro il Comune. Si vuole evitare una sconfitta?

PRECISAZIONI PRELIMINARI SUL PAT

Alcune precisazioni, non tanto per contestare l'amico giornalista che fa il suo mestiere cioè far emergere le contraddizioni e le polemiche, ma per ribadire alcuni concetti che non entrano molto in testa a troppe persone:

1) Italia Nostra Treviso non è "sulle barricate" (figura metaforica poco adatta all'indole polemica, ma pacifista dell'associazione): siamo dietro gli alberi, nei campi e sul territorio. Soprattutto siamo in difficoltà a capire una maggioranza ed una giunta dove ci sono molte brave e competenti persone che però o non riescono a spiegarisi o fanno i furbi...
Per questo motivo abbiamo detto sin dal giugno scorso che serviva una vera discontinuità nell'urbanistica trevigiana che non poteva certo essere garantita dall'attuale assessore Paolo Camolei nè dall'attuale dirigente Stefano Barbieri. Non sono questioni personali nei confronti nè del'uno nè dell'altro, ma è una considerazione semplice e banale che prevede una forte cesura tra il PRIMA ed il DOPO.
Per lo stesso motivo al Parco del Sile non puo' esserci piu' un Direttore con laurea in legge o architettura o ingegneria se non ha compentenze naturalistiche. Men che meno ovviamente puo' continuare per noi ad avere ruoli di dirigenza l'ex Direttore, che è ancora in pianta organica.
Non c'è nulla di personale verso queste persone, è semplice questione di opportunità.
Ormai però "cosa fatta, capo ha..."

2) L'atto di indirizzo, che abbiamo letto di nascosto e forse in perenne bozza, contiene cose interessantI, nuovi concetti che agli amici leghisti nemmeno passano per la testa, ma non puo' essere la foglia di fico che porta ad approvare un PAT espressione della passata maggioranza che si porta in dote, come primo PI, l'attuale PRG2011 (redatto peraltro da Contini...) che ha lottizzato in modo indecente.
Con il PRG2001=primo PI ci sono ancora 1.816.000 mc da costruire:  
  • 693.000mc  sono lottizzazioni già convenzionate e nulla puo' piu' essere fatto (salvo il perdurare della crisi edilizia...); 
  • 253.000mc sono lottizzazioni già approvate e non convenzionate; su queste la giurisprudenza amministrativa consolidata (non Italia Nostra) è concorde nel dire che possono essere modificate per diversa impostazione strategica della pianificazione... Ma non chiediamo tanto coraggio, anche se sarebbe dovuto visto che si propugna "zero cemento".....
  • 510.000mc sono lottizzazioni non approvate ma solo potenziali sulla carta, che non costituiscono alcun titolo o diritto, ma possono essere modificate con motivazione generale in sede di revisione strategica della pianificazione.
  • 360.000mc è la quota del Comune per programmi integrati e complessi (la merce di scambio dell'amministrazione che non vale nulla visti "regali" di cubature che fa la Regione Veneto con il Piano Casa 3)
 In totale sono ancora 1.816.000 mc di lottizzazioni che si possono (teoricamente, visto che la crisi perdura) costruire...
L'atto di indirizzo cosa fa a questa cubatura?? Ci dice di aspettare la prima variante generale al PI per intervenire sul 50% dei 510.000mc, non per eliminarli, ma per "trasferirli"!!

NOI INVECE CHIEDIAMO CHE VENGANO "CONGELATI" sia i 510.000mc che i 360.000mc pubblici (e sarebbe corretto mettere in freezer anche i 253.000 mc non convenzionati).

ALCUNI MOTIVI PER QUESTO NOSTRO CONVINCIMENTO?
A) non c'è alcuna garanzia che la prima variante al PI arrivi... Si metta impegno vincolante ad assessore e sindaco;

B) il PAT è un documento che dà le strategie, ha dei meccanismi di garanzia (osservazioni) e passa in Consiglio Comunele; il PI è atto del Sindaco e della sua Giunta. Le strategie si fanno nel PAT, il PI applica tali strategie, non modifica le strategie bislacche del PAT...
Se la maggioranza politica che regge Treviso è certa della collaborazione della "sua" Giunta procedano pure, ma è una strategia poco chiara e che noi riteniamo rischiosa (ma non siamo nè politici nè amministratori)

C) "Voi volete ripartire da zero, far perdere tempo e buttare via soldi ancora...". Questo sono le critiche che ci verranno mosse a cui replichiamo sin d'ora:
  • il PAT segna il desiderio e la volontà dell'amministrazione nuova di fare cose diverse da prima e quindi va fatto bene; non serve rifare tutto: le analisi ci sono..... si faccia quello che deve essere fatto (una variante bella e buona e non un'atipica AUTO-OSSERVAZIONE!!);
  • Tempo? sono passati ormai 8 mesi e ne passeranno almeno altri 3-4 nel migliore dei casi... Cosa cambia, se non c'è il PAT? Resta il PRG2011 con il PAT ADOTTATO (che è la sua fotocopia)... Perchè tanta fretta su questo documento e non sul Piano di Rischio del Canova??
  • Soldi? Il team di esperti ha fatto un buon lavoro che però non è nemmeno stato presentato alla città ed suoi cittadini... Era per il Sindaco? Ha dato luogo all'atto di indirizzo... Beh come metodo partecipativo potete darvi la mano con Zampese e company. Questa non è partecipazione, ma un surrogato bizzarro..Come metodo fare una commissione il 24-2 ed andare in consiglio comunale il 26-2 è sintomatico di una "fretta" incomprensibile, forse per una "rapida partecipazione"??
 



DALLA TRIBUNA DI TREVISO DI OGGI
L’atto del sindaco diventa prima maxiosservazione. Caldato (Pd) resiste: voto no, Zampese (Lega): iter illegittimo, schizofrenia. Scarpa: zero coraggio, via Camolei.Sorpresa, Pat “riaperto” insieme alla Provincia.

Colpo di scena: il Pat verrà riaperto, almeno parzialmente dalla giunta Manildo. E lo si farà in co-pianificazione con la Provincia, in sede di conferenza di servizi. Succede dopo la discussione vivace in maggioranza e la limatura all’atto di indirizzo del sindaco, quello con le righe che cancellano 1 milione di metri cubi, aggiunte all’impianto leghista del Pat 2013 (firmato da Lega e Pdl) sul dimensionamento. L’atto del sindaco verrà approvato mercoledì in consiglio (Maristella Caldato, irriducibile, dice no a merito e procedura). Diventerà maxiosservazione, o auto-osservazione, preludio a una riapertura dei termini per il Pat, atteso dalla conferenza dei servizi. L’atto urbanistico sarà pubblico per 30 giorni; altri 30 giorni per le osservazioni, quindi vaglio finale sempre in conferenza dei servizi. Per il centrosinistra, la «svolta» e la «discontinuità» chiesti a suo tempo da comitati, ambientalisti e cittadini per una città più verde. «Zero cemento», come hanno detto molti esponenti, in primis di Impegno Civile. Solo Caldato (Pd) contesta: «Voterò no, perché resta l’impianto leghista. Manildo, Grigoletto, Tonella, Camolei, Negro e Tocchetto, con la sottoscritta, nel 2013 votarono no... Adesso ci ripensano?» Domanda: bastano le due righe e una scure di 1 milione per rifare un Pat? Chi attacca muso duro è la Lega, con il capogruppo ed ex presidente della commissione urbanistica, Sandro Zampese: «Siamo alla schizofrenia, la maggioranza non sa la materia, è superficiale», attacca, «in 6 pagine di atto di indirizzo riesce persino a contraddirsi: il centrosinistra non ha voglia nè capacità di cambiare il nostro Pat, da un lato condivide analisi e fabbisogni, poi introduce una riduzione di cubatura. Senza motivazione e basi. Intravedo un profilo di illegittimità, certo è illogico. Sono prigionieri di quanto hanno sbandierato in campagna elettorale, ma non vogliono rifare il Pat. Che ricorrano alla maxiosservazione prende in giro i cittadini, tutto passa in conferenza di servizi, non sono memmeno più autori e attori. La loro revisione del Pat? Una cosa maldestra: la scure era già nostra, ma la rinviavamo ai piani di intervvento. Brava Caldato, è l’unica coerente». Sulle barricate anche Romeo Scarpa, presidente di Italia Nostra: «Se questa è la discontinuità, allora chiedo le dimissioni dell’assessore Camolei: «La scure di 1 milione è uno specchietto per le allodole: li aveva aggiunti la Lega a un Prg 2001 già allora sovradimensionato», dichiara, «dov’è il coraggio della nuova giunta? Il segno di autorevolezza sarebbe congelare ulteriori 500 mila metri cubi e valutare caso per caso. Il Pat è atto di consiglio, i piani di intervento sono di giunta: politicamente la maggioranza doveva rivedere il documento preliminare, che restava atto consiliare più forte e vincolante». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 21 febbraio 2014

SEI STRESSATO? DATTI ALL'ARTE

Sono personalmente convinto che l'arte (in particolare la scultura tramite argilla) dia grandi benefici personali a tutti coloro che sono assillati dal quotidiano e perciò vi propongo un interessante iniziativa di Libroportico in collaborazione con l'artista Ester Sallai propone due corsi:  scultura e modellazione con argilla e pittura.

Durante l'incontro di presentazione della durata di 2 + 2 ore, l'artista farà lavorare i partecipanti, per dar modo a loro, di provare e capire se sono fortemente interessati a proseguire il corso. Si utilizzeranno fogli formato A3, un pennello ed un astuccio di acquerelli, mentre per la parte di modellato, il maestro porterà il materiale da usare.

In allegato i programmi dettagliati.
Si prega di iscriversi entro una settima prima dell'inizio per facilitare la logistica del corso.
IL COSTO PER LA GIORNATA DI PROVE E' DI 20 EURO - 19 MARZO 14,30 - 18.30
Il corso si concorderà poi direttamente con l'artista.

Gino Carraro & Associazione Libroportico 
www.libroportico.it - e-mail: libroportico@gmail.com
facebook: libroportico - sites.google.com/site/elmassariol/
Gino : via Brigata Marche, 137 - 31030 Carbonera (TV)
cell. 345.5133093 - email: ginogat@libero.it

martedì 18 febbraio 2014

PARCO SILE - TUTELA BIODIVERSITA' - DIFFIDA IMMISSIONI ALLOCTONE

Ho appena inviato a via pec a PROVINCIA DI TREVISO e PARCO DEL FIUME SILE una diffida perchè si elimini la devastante prassi (che va avanti da anni) di immettere nel fiume trote adulte alloctone cioè aliene.
Lo scopo principale è quello di avviare un processo serie per la tutela della biodiversità.
Il fine secondario è quello di far rispettare le regole scientifiche su cui tutti a parole concordano, ma poi DEROGANO con costanza e pervicacia per fini utilitaristici e di bottega.
 
trota fario di provenienza atlantica
*******************

Spett.le
PROVINCIA DI TREVISO
Al Presidente

Al PARCO NATURALE del FIUME SILE
Al Presidente

e,p.c.
Alla REGIONE VENETO – Direzione Foreste e Parchi

A Veneto Agricoltura, Obblighi Ittiogenici

Al Sindaco del Comune di TREVISO

Alla Stampa

Ai Soci di Italia Nostra – sezione di Treviso

 
Oggetto: Tutela della biodiversità per il Fiume Sile.
Diffida per autorizzazione ad immissioni “in deroga” di specie ittiche in aree protette del Parco Naturale del Fiume Sile

In relazione alle finalità del Parco naturale regionale del fiume Sile (vedi art.2 comma 1 L.R. 28 gennaio 1991 n.8) ed in particolare alla necessità di:

  • tutelare la fauna autoctona ittica del fiume;
  • salvaguardare le specifiche particolarità vegetazionali e zoologiche del fiume;
  • promuovere lo sviluppo socio-economico delle attività esistenti entro il perimetro del Parco, compatibilmente per le esigenze di tutela, con particolare riferimento alle attività connesse alla piscicoltura.

Considerato che l'istituto delle “acque in concessione” è uno strumento positivo ed efficace da valorizzare ed estendere, se i concessionari sono i primi garanti di comportamenti adeguati e conformi alle normative vigenti in materia di tutela della biodiversità.

Vista la legislazione in materia ed in particolare:

  • l'articolo 12 del DPR 357/97 (Regolamento recante attuazione Direttiva 92/43/CEE) come modificato da DPR 120/2003 e s.m.i. ReteNatura2000CEE
  • Il titolo V della Direttiva 2000/60CEE.
  • sentenza n.30/2009 della Corte Costituzionale nel ricorso contro la Regione Veneto;
  • Ai sensi della Legge quadro 394/91 sulle Aree Protette.
  • Piano di Gestione della ZPS IT3240011
  • articolo 34 del vigente Piano Ambientale del Parco Naturale del Fiume Sile
  • il recente Protocollo A.I.I.A.D. sui salmonidi,


il sottoscritto, Romeo Scarpa, in qualità di Presidente della sezione di Treviso di ITALIA NOSTRA, associazione ambientalista portatrice di interessi diffusi, ed inoltre in qualità di Consigliere dell'Ente Parco del Fiume Sile,

diffida

con la presente comunicazione ulteriori autorizzazioni “in deroga” ai concessionari di acque ricadenti all'interno dell'area del Parco Naturale del Fiume Sile per immissione di materiale ittico non conforme alla vigente legislazione ambientale.

Il riferimento è in particolare ai ceppi alloctoni di trota “Fario” di provenienza atlantica ed alla trota “iridea” di origine alloctona, ma vale in linea generale per tutti le specie alloctone immesse nel delicato habitat del parco con Siti di Interesse Comunitario.
La prassi di immissioni di ceppi alloctoni è ancora piu' grave, se viene fatta introducendo nel fiume predatori alieni allo stato adulto.

In caso di inadempienza o di prosecuzione di un comportamento che riteniamo gravemente dannoso per l'ambiente, ci riserviamo di agire contro tutti i Responsabili in tutte le sedi competenti per ottenere il rispetto della legge ed il risarcimento di eventuali danni ambientali.

Con osservanza, si porgono distinti saluti.
p. ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa cell. 348 8717810

domenica 16 febbraio 2014

CONVOCAZIONE DIRETTIVO 18-2-2014 ore 19.30

Convoco per il giorno il DIRETTIVO della sezione di TREVISO con il seguente Ordine del Giorno:

1) PROMOZIONE EDUCAZIONE AMBIENTALE: censimento alberi, incontri con scuole, collaborazione, proposta per centro educazione ambientale interprovinciale a Villa Letizia;

2) PAT TREVISO: primi commenti a bozza di documento degli esperti del comune (regesto);

3) PIANO CASA - invio osservazioni a mail Regione Veneto

4) BANDI SPAZI PUBBLICI EX FILT e EX ACTT: collaborazione tecnica e aggregazione gruppi; proposta promozione incontro pubblico

5) MONIGO: collaborazione per progetto area asilo; processo partecipativo da avviare (comunità, sagre e calcio)

6) CHIESE MINORI: Chiesetta di Sant'Anna e chiesetta di Villa Benghin-Rota (borgo Furo) - collaborazione

7) GIORNATE AMBIENTALI A CASIER: proposta di collaborazione con FIPSAS

8) INCONTRO Sindaco MANILDO  con ASS. CULTURALI 22-3-14- incontro con associazioni culturali. Note e preparazione incontro - resoconto incontro 14-2-2014

9) PARCO DEL SILE : informativa su situazione (direttore, burci, pesci, etc..) e su possibili evoluzioni; incontro del 27-2 con Treviso Bene Comune; incontro per VENICEtoEXPO2015

10) GITA 23-3-2014 SCUOLA STEINERIANA di ZOPPE' ed Centro disintossicazione mucche di MANZANA (organizzata da Ennio e Berto)


11)  TANGENZIALE DI TREVISO: informativa su materiale ottenuto per Ipermercato, costituzione gruppi per rilievo traffico, presa di posizione su richieste dati non ancora avuti

12) CONVEGNO SU "LA DEROGA COME REGOLA": idee e percorso per organizzazione


13) INCONTRO SU TEMA AMBIENTALE AL GRAM di SILEA

14) varie ed eventuali



La partecipazione al direttivo è come sempre aperta a tutti... anzi è gradita.

Dopo il direttivo andremo a mangiare la pizza.... 

sabato 15 febbraio 2014

PROCESSO PARTECIPATIVO... A FIRENZE! TREVISO? REGESTO o INDIGESTO

Via libera della Giunta comunale di Firenze all'adozione del regolamento urbanistico che consentirebbe di riqualificare senza consumo di suolo ben 750mila mq di città. Per il via definitivo servirà però attendere l’elezione del nuovo Sindaco.
Il regolamento urbanistico è di durata quinquennale destinato e completa la pianificazione urbanistica comunale con il piano strutturale, approvato nel giugno 2011. «Il regolamento urbanistico è un passo in avanti straordinario – ha detto il sindaco Matteo Renzi nelle parole riprese dal Sole24Ore - dopo il piano strutturale a volumi zero, primi tra le grandi città a farlo, adesso variamo questo strumento, anch'esso a volumi zero, che consentirà la trasformazione di oltre 750 mila metri quadrati di città».
Il Regolamento Urbanistico approvato dalla giunta si compone di due parti: una di disciplina ordinaria, non sottoposta a decadenza, che gestisce la trasformazione fisiologica della città e che si attua attraverso l’intervento edilizio diretto, ed una parte straordinaria (“strategica”) che decade dopo 5 anni. Questa seconda parte comprende gli interventi che richiedono piano attuativi, le nuove attrezzature e gli spazi collettivi. Questo regolamento se adottato consentirebbe di trasformare 73 aree per investimenti possibili pari a 1,5 miliardi di euro. 

Il regolamento é stato presentato dopo un lungo e vasto percorso partecipativo che ha visto ricevere ben 985 contributi, coinvolgendo in un questionario on line 1700 cittadini. 
Cinque i convegni tematici dedicati con un focus group in ciascun quartiere seguiti da incontri con decine di enti e associazioni. Gli interventi di trasformazione previsti sono i più disparati: interventi di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ristrutturazione edilizia anche con demolizione e ricostruzione, ristrutturazione urbanistica, nuova edificazione con una stima di più di 60 milioni di euro di oneri di urbanizzazione che creerebbero quasi 40mq per cittadino di aree per servizi, ovvero - secondo il Comune - "più del doppio di quanto previsto dalle norme nazionali".
Comunicato Stampa del Comune di Firenze