"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

giovedì 28 febbraio 2019

FONTANELLE, LAUDATO SI' E PARROCHIA

Devo ammettere che sono rimasto basito quando ho letto la comunicazione del parroco don Giuseppe, inviata a tutti i parrocchiani di Monigo, relativamente alla questione delle Fontanelle perchè si fa riferimento a OFFESE che non personalmente non ho mai detto e scritto enza entrare nel merito della questione.


Anche in questo caso, il Parroco, come il Sindaco, sente una sola campana e predica di non replicare ad offese perchè prima di tutelare l'ambiente, si rispettano le persone.
Premesso che concordo con quest'affermazione, vorrei capire quali sono le offese: aver definito il sndaco come "cappuccetto rosso", l'autore della recinzione come il "lupo"?


Mi preoccupa invece il fatto che una comunità che penso di conoscere un pò e che stimo, come stimo il parroco, si chiuda in se stessa e non si ponga il problema del BENE COMUNE e dei dissidi che la "mossa del privato" a creato agli altri residenti. Sono parrocchiani di serie B?

Tirare in ballo l'enciclica di Papa Francesco, poi non è una scusante, ma anzi mi dà l'idea che non sia stata capita e per questo mi viene in soccorso un editoriale di oggi del quotidiano L'AVVENIRE (non il Manifesto dei comunisti) che vi invito a leggere.

C'è scritto tutto e dimostra che l'incazzatura mia, di Ennio, di Berto e di coloro che si sono scandalizzati e quella dei bambini a cui pensiamo di sottrarre il futuro, mentre forse i motivi sono altri.
A me che la proprietà sia privata o meno, interessa poco. Mi interessa che sia curata e non recintata e penso che questo sia onere e responsabilità di tutti.
SE NON SI VUOLE CAPIRE NON SO CHE FARCI. PER ME E' COSI'.... anche se fossi da solo a sostenerlo.

Il muro contro muro anzi RECINZIONE contro NON RECINZIONE non l'ho voluto io..

Io poi ritengo che le auto andrebbero messe dall'altro lato della strada anche lungo il tratto di Cerca che va verso la Feltrina e che la zona dovrebbe essere resa ad accesso solo per residenti perchè è strada stretta dove i bambini devono poter giocare. Io se fossi un bambino vorrei giocare là come facevano Gigi, Ennio e Berto da piccoli...
PERCHE' NON SI CAPISCE QUESTO DESIDERIO?




domenica 17 febbraio 2019

FONTANELLE - LA LETTERA DEI RESIDENTI

Questa mattina circa 35-50 persone (6 per la Questura) si sono incontrate presso l'ex Risorgiva pubblica delle FONTANELLE per ribadire che quanto sta succedendo è paradossale.

Un residente storico che oggi si è trasferito ha predisposto una lettera che pubblico e che sarà presentata.
La bozza che avevo preparato io sarà modificata e portata all'attenzione di Sua Maestà Bon Ton Konte (quello che milita nello stesse partico di tal Matteo S.) se smetterà di fare i capricci per essere stato definito Kappucceto Rosso.
Forse è il colore che lo turba?

Devo riferire ciò che ha detto una giovane ventenne presente oggi: "Ma non capiscono che si comportano come i bambini?".

Non so che dire? Resto basito e vi invito a riflettere sul fatto che è la solita tecnica di "FARE LE VITTIME E GLI OFFESI" per non parlare del merito...
Forse ha ragione Gentilini e certamente preferivo chi non si offendeva per essere definito un'eroina (non droga) della nostra infanzia.
Salvo che tutto non sia funzionale a non incontrare nessuno, ma solo gli amici degli amici.

"FAREMO TUTTO BELLISSIMO..." ha dichiarato su FB. Intanto ha fatto mettere un cancello su una cosa che da sempre era di tutti.


 
Il colorito comunicato pubblicato sul blog della sezione di Italia Nostra Treviso dal socio Romeo Scarpa (http://italianostra-treviso.blogspot.com/2019/02/risorgiva-fontanelle-di-monigo-bene.html) presenta il parere dello stesso ma non è condiviso dal Consiglio Direttivo dell'Associazione.
Il vicepresidente della sezione,
Paola Crucianelli

APPELLO PER RISORGIVA FONTANELLE A MONIGO

FONDAMENTALE MANTENERE LA PUBBLICA LIBERA FRUIZIONE E RIDARE LA DIGNITA' ED IL SUO SIMBOLO AL QUARTIERE

I sottoscritti cittadini, residente e non nel quartiere di Monigo, esprimono la loro insoddisfazione per il modo in cui è stata gestita dal Comune di Treviso la realizzazione di una nuova recinzione attorno ad uno dei pochi simboli del quartiere:

LA SORGENTE DEL CERCA presso la RISORGIVA FONTANELLE in via 33° Reggimento Artiglieria.




Sullo stesso sito del Comune, tale luogo è citato come “luogo di interesse” con la seguente descrizione

“Esiste, a sud est di Monigo un chiarissimo e splendido laghetto chiamato da sempre “le fontanelle”, costituito unicamente di acque risorgive che danno vita al fiume Cerca. Detto fiume diventa, 4 Kilometri a sud, un affluente del fiume Sile. “.

Premettiamo che in questa sede non vogliamo entrare nel merito delle scelte e delle motivazioni del privato che ha presentato il progetto, modificando una situazione consolidata dal oltre 50 anni, che era certamente migliorabile da un punto di vista, ma è stata risolta in una modalità che ha creato tensioni tra vicini di casa e con chi, come Italia Nostra, si occupa di “beni comuni” e di acqua da sempre.

In primis i sottoscrittori del presente documento dichiarano:

1. che la rappresentazione fatta dal Sig. Sindaco di Treviso, Mario Conte, che pur dovrebbe conoscere la zona non è veritiera perchè:
  • tutti i residenti hanno il massimo rispetto delle loro acque e non gettano rifiuti in acqua, cose che purtroppo succedono e sono state regolarmente denunciate;
  • attorno alla risorgiva “Fontanelle” non c'è alcun covo di drogati, né sono state trovate tracce di tali problemi
  • negli ultimi 40 anni non si ricorda nessun incidente da annegamento nel laghetto che oggi ha (purtroppo) una profondità di 50cm; l'unico episodio noto è un cassonetto delle immondizie buttato nel laghetto da 4 stupidi che è stato recuperato dal locale gruppo scout circa 12 anni fa;
  • analogamente il pericolo di caduta alberi (soprattutto abeti) è ipotesi quantomeno dubbia, visto che tali alberi sono in una zona favorevole di crescita
Per tale motivi, si richiede che venga pubblicamente rettificata l'incauta dichiarazione,scusandosi con i residenti per un quadro inutilmente allarmente e sostanzialmente falso.

2. La risorgiva Fontanelle che è sostanzialmente la sorgente del Cerca di Monigo che arriva al Sile non può essere di proprietà privata perchè
  • è un simbolo del quartiere di Monigo
  • è spazio didattico per la scuola elementare di Monigo che hanno a disposizione uno spazio naturale protetto dove fare osservazioni naturalistiche di base
  • è un luogo che dovrebbe essere riqualificato allestendo delle panchine, spostando i parcheggi sull'altro lato del strada, eliminando gli alberi non autoctoni
  • dovrebbe essere inserito urgentemente tra le acque da tutelare come più volte richiesto da Italia Nostra
  • dovrebbe essere prevista una fognatura pubblica per eliminare la tubazione che emerge poco più a valle delle Fontanelle e scarica nel Cerca
  • dovrebbe essere gestita e condivisa una viabilità a senso unico che favorisca il passaggio solo dei residenti e di pedoni e biciclette in una zona dove molti svolgono attività fisica
  • dovrebbe essere gestito anche il parcheggio sul tratto a valle verso la Feltrina, favorendo il parcheggio lato case e non lato canale Cerca e concordando con i privati le modalità di riqualificazione e tenuta in ordine delle rive, anche con meccanismi premiali.
Il problema non è quindi discutere sulla proprietà del terreno che il privato ha pensato di acquisire o si è trovato ad avere, ma su quale ruolo vuole avere il Comune di Treviso ed il suo Sindaco, che rappresenta i “beni comuni” su una questione che non può concludersi con un semplice “E' tutto a posto con le autorizzazioni. Grazie al privato...”

Se questo è il ruolo del Comune di Treviso per i “beni comuni”, ne prendiamo atto e ricorderemo di farlo presente quando si chiederà ad altri proprietari del quartiere di sacrificare le loro coltivazioni biologiche e la tranquillità delle loro residenze per far passare un'inutile 4° lotto di tangenziale dal supermercato Castellana a Ipermercato Lando.

Per questo motivo, i sottoscrittori richiedono:
  1. che il Comune di Treviso richieda la modifica della recinzione in corso di realizzazione con una recinzione molto più permeabile senza cancelli o altro che consenta la pubblica fruibilità in ogni momento; 
  2. che venga avviata una riqualificazione locale della viabilità locale per trovare sistemazione più consona alle auto e favorire il passaggio di pedoni e biciclette
  3. che tale riqualificazione prenda in considerazione anche il tratto a valle fino alla Feltrina
  4. che venga redatta una convenzione con il privato per la gestione delle spese ordinarie e straordinarie e per la gestione della pubblica fruizione
  5. che venga limitata il rinforzo delle rive con palificazioni che modificano in modo sostanziale il rapporto della risorgiva con l'ecosistema circostantante (ecotono)
  6. che venga avviato uno studio ed un finanziamente, anche con contributi privati, per la risorgiva “Fontanelle”, che di Monigo e Treviso è un simbolo e non solo una questione che fa litigare i vicini. 
  7. che venga valorizzato il capitello della Madonna che è appeso sul palo della luce davanti ad una rete che nasconde quanto il figlio di Lei ci ha donato. A tutti. Non solo a qualcuno.






























venerdì 15 febbraio 2019

RISORGIVA FONTANELLE DI MONIGO BENE COMUNE DISCUTIAMONE DOMENICA 17-2 ore 11 SUL POSTO

Ieri il Sindaco Conte, sollecitato dai “proprietari” a cui ha rilasciato un titolo edilizio che riteniamo viziato ha fatto un comunicato senza prestare alcuna attenzioni alle obiezioni di molti suo cittadini, oltre che nostre.

Le dichiarazioni del Sindaco, Mario Conte, che pur frequenta Monigo ed ha in loco molte vedette soprattutto nel simpatico bar Ginger di fronte alla Chiesa, danno un quadro devastante della zona:
  • rifiuti gettati dai residenti nella risorgiva
  • alberi che cadono e rischiano di far di Monigo un nuovo Cadore
  • incidenti da annegamento in mezzo metro d'acqua di cui nessuno ricorda memoria, salvo cambiare location (cava Biasuzzi)
  • droga dappertutto...
Mancano solo i migranti e le cavalette...

Non potendo disporre dei mezzi del Presidente USA, il nostro Sindaco si affida alla libera iniziativa di quello che mi dicono un uovo propietario (veterinario?) che si acquista un residuo di terra pensando di prendersi anche l'acqua...

Ovviamente il Lupo Veterinario dice a Cappuccetto Rosso Conte che lo fa:

…. per meglio tutelare quello che i cattivi residenti non sono in grado di tutalere

….. per proteggerli dal desiderio di suicidio...

….. per il bene di tutti, lui di prende quello che noi riteniamo sia di tutti.

Nella favola alla fine arriva il Cacciatore che apre la pancia del Lupo e libera Cappuccetto Rosso.

Noi non siamo così cruenti e lasciamo pure il Sindaco Cappuccetto Rosso nella pancia ingorda del Lupo Veterinario, ma chiediamo a Cittadini Cacciatori che si riprendano l'ACQUA CHE E' DI TUTTI ed un dono che non può diventare piscinetta di qualcuno


DOMENICA 17-2-2019 ALLE ORE 11 in LOCO

INVITIAMO I RESIDENTI E TUTTI GLI INTERESSA A CONOSCERE QUESTO LUOGO PREZIOSO CHE QUALCUN ALTRO (non richiesto) VUOL PROTEGGERE A NOME NOSTRO.

Lo ringraziamo, ma se scende dal piedistallo, magari gli spieghiamo che in tanti si meglio che da soli.










p. ITALIA NOSTRA Treviso

Romeo Scarpa, socio

giovedì 14 febbraio 2019

L'AVVENIRE DELL'AUTONOMIA IN SALSA TREVISANA: ZE' MIO...

Un provato (veterinario non senza amici) acquista un lotto a Monigo dove ci sono soprattutto casette minime (INAcasa).
Grazie al demenziale Piano Casa di Zaia ristruttura e amplia, ma questo (purtroppo) è legge per i veneti anche se molti cominciano a lmentarsene perchè sorgono mostri alti 4-5 piani dove c'è edilizia a due piani.

Poi legge le sue mappe catastali e vede un segno che gli fa capire (o presumere di capire) di essere padrone della risorgiva dove nasce il CERCA, che è un affluente del Sile da sempre dimenticato nonostante le nostra azioni per inserirlo nella lista dei corsi d'acqua.

TREVISO CITTA' D'ACQUA non sa quali sono le sue (ultime) risorgive...

Il valente privato decide che necesita di una piscina privata e non vuole che gli alberi rovinino le macchi dei vicini o i loro bimbi si suicidino in mezzo metro d'acqua e quindi presenta un progetto per recintare LE FONTANELLE dove 70 anni fa tutta Monigo andare a fare i tuffi in una buca profonda 5-6 metri...

Non conta nulla che il Comuen abbia fatto sempre manutenzione, che l'uso pubblico (che è quello dei masorini che si bagnano nell'acqua) è consolidato: via ai lavori e si recinta.

ZE' MIO!!

Fino a quando tollereremo questo modo di gestire la cosa pubblica?

VILLA EMO: LA MIOPIA DELLA BANCA

Sulla questione di VILLA EMO sarebbe opportuno fare anche un'altra semplice riflessione in un mondo dove, sempre più spesso, conta il marchio rispetto al prodotto.

In Italia il settore della moda e del cibo hanno dimostrato di saper resistere alle varie crisi, non semplicemente per la qualità dei prodotti, ma soprattutto per l'immaginario che porta milioni di persone a riconoscere all'Italia “qualità e buon gusto”, spesso anche oltre la realtà.

E noi che facciamo? Buttiamo nel cesso questo privilegio perchè ogni tanto diventiamo ragionier Fantozzi e applichiamO i manuali del buon banchiere che dismette “gli asset non strategici per dare credito al territorio”, magari mentre fino a prima davamo prestiti a progetti fantasiosi di amici di questo o quello con il risultato di crediti inesigibili.

Faccio solo due sempici domande alla piccola banca, di cui non ricordo nemmeno il nome:

“Quanto vale potersi definire la Banca del Palladio o la Banca di Villa Emo”?


“Qual'è il danno di immagine di diventare la banca che ha venduto villa Emo e tradito il Palladio”? Oltre al danno dei soci che se ne andranno...

In una società dove ogni prodotto viene promosso come se fosse una saponetta, questa banca (del territorio?) decide di buttare dalla finestre il suo capitale d'immagine per poi magari promuovere una nuova campagna pubblicitaria.


Che geni!

Scommetto che simili decisioni saranno studiate fra qualche decennio come esempio di cazzata totale.

lunedì 11 febbraio 2019

COMUNICATO E VOTAZIONE SU DIMISSIONE PRESIDENTE SEZIONE DI TREVISO


Giovedì 7 febbraio si è tenuta la riunione del Consiglio Direttivo della Sezione di Treviso di Italia Nostra allargata, come di consueto, a tutti i soci.

Dopo ampia discussione sulla decisione del Presidente della nostra Sezione Romeo Scarpa di presentare le dimissioni dall’incarico ricevuto, il Consiglio Direttivo a maggioranza ha espresso voto contrario alle dimissioni, ritenendo le affermazioni del Presidente relative a Villa Emo di Vedelago, una provocazione funzionale alla annunciata vendita del complesso, riconosciuto Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

La provocazione ha avuto, con ogni evidenza, il merito di porre finalmente in primo piano la questione della tutela e della gestione dei Beni Culturali Veneti di cui Villa Emo è simbolo, sullo sfondo di una ben più inquietante assenza di politica culturale da parte delle nostre Istituzioni, interessate piuttosto ad investimenti di altro genere.

Riconfermando l’indispensabile destinazione pubblica di Villa Emo, la Sezione di Treviso auspica che questo dibattito possa stimolare un confronto culturale trasversale perché la sfida che oggi abbiamo il dovere di affrontare, è quella di “governare i cambiamenti” costruendo un sistema politico e culturale basato su nuove forme di gestione che tengano conto sia delle indiscusse esigenze di tutela sia di quelle imprenditoriali, in un equilibrio difficile ma possibile come numerosi esempi di buone pratiche italiane ed europee insegnano.

Il Consiglio Direttivo invita i soci, le altre associazioni e tutti i cittadini interessati al tema, a partecipare al prossimo Consiglio Direttivo della Sezione, convocato per giovedì 14 febbraio alle ore 20,00.


La Vicepresidente della Sezione di Treviso di Italia Nostra

Paola Crucianelli



domenica 10 febbraio 2019

COMUNE DI TREVISO: ESISTE LA COMMISSIONE AMBIENTE?

Interessanti argomenti per la COMMISSIONE AMBIENTE DEL COMUNE DI TREVISO che pensavo non esistesse nemmeno più...

CONVOCAZIONE PER 20 FEBBRAIO per DISCUTERE di:
  1. STRADA OVEST: forse parlaeranno della corsia degli autobus abortita o c'è altro? Speriamo non sia solo la rotatoria da Pino's perchè non risolve nulla..
  2. PEDEMONTANA VENETA: ma dai... si sono accorti che c'è? che avrà effetti su San Pelajo? Madonna... forse piove...
  3. PIANO DEGLI INTERVENTI: cioè?? se fanno nulla o parte la BONIFICA DELL'EX CAMUZZI?
  4. ACCORDI CON VILLORBA: il tunnel ???
La presidenza di DA TOS è una certezza di qualità...

PARTECIPATE


Le FONTANELLE di Monigo, ovvero la sorgente della Cerca sono A RISCHIO.


Questa è la più bella risorgiva esistente nel nostro territorio comunale ed è stata oggetto di svariate visite sia di scuole che di studiosi, questi ultimi di livello internazionale portati nel sito dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche, dall’arch. Zandigiacomi ed altri profondi conoscitori del territorio.

Fontanelle: patrimonio storico di Monigo. Risorgiva rispettata e curata da tutta la popolazione, anche dalle persone che mettono becchime per la gioia delle anatre e delle gallinelle d’acqua.
Ora qualcuno cerca di far sia il "BENE COMUNE" Fontanelle, installando una recinzione perché “le carte” dicono che questo patrimonio non è di tutti, ma suo.
 E pianta pali, si crea la scaletta per il suo argine, pensando di comperare anche la storia.

Fermiamo la follia del “qua xe tuto mio, tiro su un muro e via tuti”.



Ci troviamo domani Domenica 10 alle ore 11.30 con Berto, presso la risorgiva a Monigo per parlarci un po’ e capire come fare affinché certa gente la smetta di comperare la storia.







NOTA BENE sul BLOG ITALIA NOSTRA TREVISO

Da oggi il blog  di ITALIA NOSTRA TREVISO dove spesso scrivo solo io come ex Presidente, darà informazioni su indicazioni del DIRETTIVO che mi sostituisce.
Per non perdere il lungo lavoro fatto, ci saranno lo stesso informazioni IMPORTANTI (perchè la vita va avanti), ma sono da riferire personalmente a me (Romeo Scarpa) come socio ordinario e non all'associaizone, che non rappresento più per ora.

IL MOTIVO ED IL SENSO DELLE MIE DIMISSIONI DA PRESIDENTE DELLA SEZIONE DI TREVISO


Sono ben conscio che la provocazione, da me lanciata su Villa Emo e raccolta dalla stampa per arrivare fino ai notiziari nazionali, ha fatto sobbalzare più di qualcuno dell'associazione sia a livello locale che regionale che nazionale, ma evidentemente pochi hanno letto tutto quello che è scritto sul blog ed ancora meno persone hanno tentato di capire il ragionamento che ho tentato di avviare.

Forse la provocazione era eccessiva, e, sinceramente, comprendo il sobbalzo sulla sedia, ma non lo “scandalo”, se uno tenta cerca almeno di intuire il senso del mio ragionamento, salvo che... io non abbia toccato nervi scoperti.


Probabilmente il mio ragionamento non è così chiaro, ma nelle varie dichiarazioni che ho rilasciato, ho tentato di spiegare che mi interessava portare in evidenza il contrasto tra i centri commerciali che assediano il nostro territorio e le difficoltà di mantenimento di quei beni culturali, che sono le ville venete, di cui villa Emo è il simbolo.


Un altro obiettivo, non secondario, era di portare nel campo della politica e della società la contraddizione tra la svendita di un simbolo (villa Emo) ed i forsennati ed ingiustificati investimenti che si fanno nella grande distribuzione nelle periferie delle nostre città con l'effetto di degradare il paesaggio e svuotare i centri storici.

Certamente non mi sarò spiegato bene...

Certamente potevo fare una provocazione meno provocatoria, ma le mie dichiarazioni non passano al vaglio di uno staff di professori in comunicazione e sono certo che in passato ho fatto affermazioni anche più clamorose, naufragate nel mare magnum del web.

Mi pare di essere quello che mostra la luna e molti, soprattutto nella nostra associazione, hanno guardato non il dito, ma le loro precedenti battaglie e si sono sentiti, implicitamente criticati. Coda di paglia?

Il problema, a mio giudizio, deriva soprattutto di ITALIA NOSTTRA per l'intervento a Rialto sul Fontego dei Tedeschi ed, in parte, anche per l'intervento sull'ex Cinema Italia a Cannaregio.

Senza entrare nel merito specifico dei due interventi edilizi, vorrei solo ricordare com'erano “tutelati” questi due edifici quando erano rispettivamente la sede delle Poste ed un'aula universitaria di Ca' Foscari: uno squallore unico ed un utilizzo che dire, inadeguato ed incompatibile, è dir poco.

E' questa la tutela che vogliamo difendere?

In ogni caso il paragone tra Venezia e Villa Emo è stato suggerito dalla stampa e da me solo accettato perchè dava un'idea pratica compromesso tra tutela e utilizzo attuale di un bene culturale, che, se relagato a diventare museo di se stesso, può solo degradare inesorabilmente.

Non ho mai detto che è l'evoluzione normale e naturale, né la migliore, ma che è un'evoluzione possibile e soprattuto è una eventualità che il mercato (che è necessario osservare e non solo demonizzare) sempre più spesso decide di attuare. Come ci poniamo di fronte a questa possibilità? Neghiamo il commercio nei fonteghi che erano storicamente la sede del commercio??

Preferiamo resort e alberghi per lusso? O vogliamo che tutti questi spazi, anche a Piavon di Oderzo, diventino centri congressi per meeting che non ci saranno mai?


Il tema, che mi spinge a rassegnare le dimissioni da presidente della sezione di Treviso, non è nemmeno la stroncatura del Consiglio Nazionale e Regionale perchè la carica che ricopro mi è stata attribuiti dai soci di Treviso ed a loro rendo conto con questa mia.

Per i profani dell'associazionismo, ricordo che la mia carica di “presidente” è un incarico volontario non retribuito che uno svolge per passione sostenuto dagli amici che con lui costituiscono la sezione. Non c'è nemmeno un grande potere di gestire perchè di solito le tue opinioni contrastano con le politiche di destra, centro ed anche sinistra, se mai questa differenza esiste.


Il mio obiettivo era di innescare un dibattito culturale, interno ed esterno all'associazione, per capire i motivi della scarsa efficacia delle nostre posizioni di fronte all'aggressività del mercato che ha coperto il Veneto prima di capannoni (grazie Tremonti), poi di strade (grazie Galan) e poi di centri commerciali (grazie Zaia).

Purtroppo le attuali modalità di comunicazione non consentono di mediare i tuoi interventi e puoi solo accettare di “stare al gioco” (spesso al massacro) oppure restare in una quieta mediatas che non dia troppo fastidio a nessuno.


Il ruolo delle associazioni come ITALIA NOSTRA dovrebbe essere quello di promuovere una crescita culturale della società nei confronti della tutela come previsto dall'articolo 9 della Costituzione.

L'esito di 30 anni di storia recente, che ricordo io, dimostra che il nostro, pur enorme lavoro, non serve se non facciamo pulizia e chiarezza, aggiornando i concetti di tutela, anche tra di noi.

Siamo pochi e sempre più anziani e non riusciamo nemmeno più ad avere un linguaggio comune perchè travolti da una destrutturazione sociale e culturale.

Solo rovesciando il tavolo e mettendo in discussione anche le nostre posizioni storiche (magari per poi confermarle in toto, ma con piena convinzione) possiamo affrontare con nuova energia il futuro.

Altrimenti... altrimenti diventeremo sempre più “enti di servizio” per ottenere accesso agli atti o per letture tecniche di approfondimento di temi per questo o quel comitato, senza riuscire a dare un respiro ampio alle battaglie singole.

La tutela che si richiama ai sacri principi e non si confronta con i problemi attuali e reali è, per me, una tutela di facciata, che danno una testimonianza, anche importante, ma servono anche ad acquietare la nostra coscienza più che ad incidere sulla realtà di degrado paesaggistico che ci circonda, complice un livello del dibattito politico che non è mai stato così basso.


Non mi sento esente da colpe, ma credo che ITALIA NOSTRA dovrebbe riflettere seriamente, oltre che sulla gestione amministrativa centrale di cui per pudore ometto di parlare, anche del fatto che l'associazione è “arroccata” su posizioni che sono destinate a soccombere, se non diventerà prioritario il messaggio culturale per cui la tutela della nostra storia e dei nostri beni culturali è un valore culturale ed economico, che deve essere sottoposto a valutazioni serie, competenti, trasparenti e non pregiudiziali.


Penso che sia tempo di scendere anche noi, associazioni ambientaliste storiche, dal piedistallo dei “censori che hanno sempre ragione” per cercare tra gli imprenditori, i cavatori, i costruttori, insomma tra i cittadini, persone che, con visioni diverse, possano cercare di trovare una sintesi progettuale e programatica che contrasti l'involuzione, che appare inarrestable.

Il Presidente Nazionale e quello Regionale sentono la necessità di replicare alla mia provocazione dichiarando che “non si faranno mai negozi a Villa Emo” e reclamano l'intervento diretto dello Stato, in un periodo di recessione, dove il MIBAC è a pezzi e le Soprintendenze stanno per essere regionalizzate.


La “tutela totale” porterà all'isolamento della Soprintendenza (che già Renzi ha esplicitato e Salvini porterà a compimento) ed ha dato frutti avvelenati per cui oggi, nel caos normativo infarcito di deroghe e contro deroghe, ognuno pensa di avere ragione.


Io, umilmente, chiedevo di iniziare a discutere per trovare delle ipotesi di soluzioni che riportassero le ville storiche nella loro centralità paesaggistica, limitando o eliminando i mall commerciali che disseccano il commercio dei centri storici e deturpano il paesaggio. Meglio una nuova idea di “centro commerciale” in un complesso storico che gli alienanti mostri di capannoni e neon tipo l'ooutlet di Noventa.


Se alcuni pensano che sia suffciente un comunicato in cui si chiede allo Stato di esercitare la prelazione oppure si crede che l'affermazione “mai negozi in questi luoghi” abbia poteri taumaturgici, ritengo che stiamo sempre guardando il dito (e non dico quale) e che sia uan “tutela di facciata”.


Credo che questa facciata, cioè quella di ITALIA NOSTRA, abbia necessità di un radicale intervento di restauro perchè, oltre ai problemi amministrativi, c'è un problema di efficacia dell'azione dell'associazione che andrebbe analizzato.


Sono stanco dei convegni o dei libri che parlano di sprawl urbano o di disastro veneto come se questo fosse accaduto per opera dello Spirito (Non) Santo.

Qui siamo alla deriva, come i migranti sui barconi senza nessuna Seawatch che possa salvarci.

Villa EMO, opera di Palladio e non di un geometra di paese, “vale” 15 milioni di euro cioè come 500 metri di Superstrada Pedemontana (che passa poco più anord): questo è il metro con cui misurare il degrado in cui è caduto il Veneto, che valuta i suio simboli in metri di superstrada.

E troviamo il tempo di guardare il dito della mia boutade sul CCVE (Centro Commerciale Villa Emo)??

Dai, cerchiamo di essere seri e di scendere dalle torri d'avorio.

Io intanto rassegno le dimissioni irrevocabili da presidente della sezione di Treviso e credo che farà bene anche agli amici della sezione, di cui resto semplice socio.


f.to Romeo Scarpa

domenica 3 febbraio 2019

VILLA EMO E SUPERMERCATI: ECCO LA POSIZIONE UFFICIALE DI ITALIA NOSTRA



LETTERA APERTA A ITALIA NOSTRA Onlus SU SUPERMERCATI E VILLE...

Il clamore suscitato dalle mie ultime dichiarazioni e l'immediata replica del Presidente della sezione di Italia Nostra Venezia merita certamente un approfondimento che però non vuole essere una polemica verso Lidia Fersuoch, di cui molti conoscono caparbietà ed impegno per la tutela della città lagunare, ma uno stimolo per la nostra associazione per riprendere un discorso culturale che non è mai bene dare per acquisito una volta per tutte.

Non pretendo di avere la verità, né di essere il depositario di alcunchè, ma devo constatare dopo quasi dieci anni di “presidenza” della sezione di Treviso, che le nostre battaglie (che ritengo giuste) non producono gli effetti sperati ed anzi ci dipingono sempre come quelli del NO, mentre i fautori de progresso e delle tradizioni fanno in modo che venga scippata da uno straniero un smbolo come villa Emo, che, preciso, vale economicamente come 500 metri di strada Pedemontana Veneta!

Le considerazioni che mi hanno portato alla dichiarazione tanto contestata sono le seguenti:
  1. viviamo in un territorio “brutto”, destrutturato, dove tutto sempre nato per caso e si espande con l'unica logica di garantire una rincorsa economica che non possiamo sostenere se vogliamo competere con chi lavora ad un euro all'ora e senza tutele;
  2. questo territorio “brutto” crea diseconomie che si chiamato malattie (siamo in testa alle graduatorie di consumatori di antidepressivi), perdita di identità, inquinamento di terra, aria e acqua e non valorizza l'unica cosa che gli stranieri “pericolosi” (che non sono i migranti..) non ci possono copiare: il nostro territorio e la nostra storia.
  3. In questo contesto cosa sta succedendo alla tutela dei Beni Culturali? Il Ministero B.A.PP. sta pian piano venendo smantellato con minori risorse e minor personale; la regionalizzazione porterà i Soprentendenti sotto il controllo dei Governatori Regionali, recidendo quel necessaria distanza tra controllore e controllato.... Quali valori prevaranno tra la tutela dei beni culturali e le pressioni degli interessi locali che quel potere eleggono?
  4. La Regione Veneto che politica di tutela urbanistica e culturale ha fatto fino ad ora? Basta solo verificare quante volta ricorra la parola “deroga” per dare un giudizio... Il Piano Casa, prorogato fino a marzo 2019 e destinato a diventare definitivo, ha scardinato perfino i concetti di “distanze minime”, creando caos normativo e problemi di interpretazione dell'interpretazione autentica! Le legge sul commercio della Regione Veneto ha consentito di disseminare il nostro territorio di capannoni, che saranno vuoti tra 5 anni, come sono diventati “scoasse” i capannoni della ben nota Legge Tremonti, che faceva costruire invece che pagare le tasse...
Il nostro territorio soffre. ..

Soffre economicamente, ma soffre anche dal punto di vista ambentale con terre inquinate e depredate (discariche, cave, …), acque luride o piene di chimica nociva (PfaS, mercurio, fiumi senz'acqua), aria malata (PM10, PM2,5, benzopirene da aeroporti ogni 100 km)...

Il patrimonio storico artistico, pubblico e privato, è in degrado e non è certo immaginabile che tutto sia acquisito dal pubblico, che non solo in rarissimi casi ah dimostrato di essere un proprietario che valorizza. Quante cose pubbliche sono seppellite nei depositi? Quanto patrimonio pubblico è mal gestito o non gestito? Questo non per dire che solo il privato è la salvezza, ma per affermare, con forza, che il problema non è impedire di fare, ma FARE IN MODO ADEGUATO con cultura (che non ci manca) e capacità , sfidando l'economia di mercato odierna a diventare un'economia di qualità.

Questo sarebbe anche un modo per dare vero LAVORO ad imprese serie (cioè con muratori che sanno fare uno "scuci e cuci" o artigiani che sappiano riprendere i vecchi serramenti e le vecchie cornici e non fare tutto prefabbricato.... Anche qui per TUTELARE I MESTIERI CHE PERDIAMO se non diamo loro lavori veri da fare e non solo "riserve indiane"..

Per fare questo servono ovviamente dei compromessi da parte di tutti, anche da parte delle associazioni, ma i compromessi si possono fare se sono chiari i PUNTI IDEALI DI PARTENZA, senza prenderci in giro come oggi dove chi devasta i territori usa i termini degli ambietalisti perchè tanto basta il titolo di un giornale.... 

Su questo tema credo si debba discutere per arrivare ad una posizione condivisa e per chiedere alla politica azioni pertinenti perchè se la Regione Veneto o lo Stato consentono di fare centri commerciali schifosi in zona agricola, spendendo pochi euro rispetto ai ricavi, non arriveremo mai da nessuna parte.
Ma se non portiamo queste contraddizioni nel campo del libero mercato, ci diranno sempre che siamo dei "conservatori", "dei SignorNo"... invece noi siamo per FARE, MA PER FARE DIVERSO.

Se invece la politica fiscale disincentivasse la creazione di questi “mall”, che possiamo lasciare volentieri agli america, ed imponesse lo sviluppo di progetti (seri e controllati, ma anch fattibili) per aree di pregio, magari fra 30 anni avremo un parco commerciale con recupero dell'area archeologica di Altino e la chiusura del mostro di Noventa, come mi ha suggerito Alessandro Pattaro. 


O vi piace il Centro Commerciale di Noventa, che si amplia ancora ed è più grande del paese??




#CHINONSOGNANON VIVE

#VILLAEMOE'DITUTTI

LA SINTESI DELLA PROPOSTA DEL GR3 DI OGGI... SINTESI

Ecco il pod cast del servizio... una sintesi della sintesi... diciamo che il Fontego del Tedeschi non è propio il mio modello perfetto, ma è un'idea.

Se ce ne sono di migliori realizzabili per avere bellezza, tutela e toglie i centri commerciali attuali, ditelo.

Servirebbe una politica non serva che chiuda le aperture dei centri commerciali attuali e blocchi il consumo del suolo, ma qui siamo all'utopia

SERVIZIO GR3 https://www.raiplayradio.it/radio3/programmi.html servizio delle ore 8,55 del 3-2-2019

PROVOCAZIONE CHE BUCA... O NUONA IDEA? VILLA EMO LIDL

Ecco spiegato un po' meglio la mia proposta...

https://www.youtube.com/watch?v=9Nmllv9UyCI

Si tratta di una sfida o preferite un modo dove il bello è solo per i ricchi ed il poppppolo deve andare negli attuali centri commerciali?

#villaemoèditutti

sabato 2 febbraio 2019

DIRETTIVO SU VILLA EMO: di che supermercato morire?

Grazie a Silvia Madiotto (Corriere del Veneto) che ha ripreso bene un mio scritto ed a Lucio Zanato di Antenna3 che ha fatto un bel servizio si è scatenato l'inferno...
poi è arrivata ANSA, Gazzettino, Radio rai, Tribuna e vai con ITALIA NOSTRA NAZIONALE che chiede lumi o mi dice di rettificare o s'incazza (vedi Venezia...).

La mia non è solo una provocazione, ma anche un tema di riflessione per cui
GIOVEDI' 7-2-2019 ore 20 ci sarà un direttivo aperto 
(presso la nostra sede di Treviso in via Cornarotta 9) a tutte le associazioni che vorranno partecipare per discurete del seguente ODG:

1) villa EMO: la situazione

2) villa EMO: possibili azioni e strategie

3) villa EMO: quale marca di supermercato scegliere tra LIDL, ALDI, LANDO o IN's (*)


(*) Per chi non lo capisse, il punto 3 è una burla (meglio precisare in tempi in cui qualsiasi ministro dice bianco e poi nero, ma se qualche marchio offre dei soldi, se ne può parlare come punto 4...)

DIFFONDETE A CHI PUA' ESSERE INTERESSATO

-- per ITALIA NOSTRA sezione Treviso
Romeo Scarpa
+39 348 8717810