"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 3 febbraio 2019

LETTERA APERTA A ITALIA NOSTRA Onlus SU SUPERMERCATI E VILLE...

Il clamore suscitato dalle mie ultime dichiarazioni e l'immediata replica del Presidente della sezione di Italia Nostra Venezia merita certamente un approfondimento che però non vuole essere una polemica verso Lidia Fersuoch, di cui molti conoscono caparbietà ed impegno per la tutela della città lagunare, ma uno stimolo per la nostra associazione per riprendere un discorso culturale che non è mai bene dare per acquisito una volta per tutte.

Non pretendo di avere la verità, né di essere il depositario di alcunchè, ma devo constatare dopo quasi dieci anni di “presidenza” della sezione di Treviso, che le nostre battaglie (che ritengo giuste) non producono gli effetti sperati ed anzi ci dipingono sempre come quelli del NO, mentre i fautori de progresso e delle tradizioni fanno in modo che venga scippata da uno straniero un smbolo come villa Emo, che, preciso, vale economicamente come 500 metri di strada Pedemontana Veneta!

Le considerazioni che mi hanno portato alla dichiarazione tanto contestata sono le seguenti:
  1. viviamo in un territorio “brutto”, destrutturato, dove tutto sempre nato per caso e si espande con l'unica logica di garantire una rincorsa economica che non possiamo sostenere se vogliamo competere con chi lavora ad un euro all'ora e senza tutele;
  2. questo territorio “brutto” crea diseconomie che si chiamato malattie (siamo in testa alle graduatorie di consumatori di antidepressivi), perdita di identità, inquinamento di terra, aria e acqua e non valorizza l'unica cosa che gli stranieri “pericolosi” (che non sono i migranti..) non ci possono copiare: il nostro territorio e la nostra storia.
  3. In questo contesto cosa sta succedendo alla tutela dei Beni Culturali? Il Ministero B.A.PP. sta pian piano venendo smantellato con minori risorse e minor personale; la regionalizzazione porterà i Soprentendenti sotto il controllo dei Governatori Regionali, recidendo quel necessaria distanza tra controllore e controllato.... Quali valori prevaranno tra la tutela dei beni culturali e le pressioni degli interessi locali che quel potere eleggono?
  4. La Regione Veneto che politica di tutela urbanistica e culturale ha fatto fino ad ora? Basta solo verificare quante volta ricorra la parola “deroga” per dare un giudizio... Il Piano Casa, prorogato fino a marzo 2019 e destinato a diventare definitivo, ha scardinato perfino i concetti di “distanze minime”, creando caos normativo e problemi di interpretazione dell'interpretazione autentica! Le legge sul commercio della Regione Veneto ha consentito di disseminare il nostro territorio di capannoni, che saranno vuoti tra 5 anni, come sono diventati “scoasse” i capannoni della ben nota Legge Tremonti, che faceva costruire invece che pagare le tasse...
Il nostro territorio soffre. ..

Soffre economicamente, ma soffre anche dal punto di vista ambentale con terre inquinate e depredate (discariche, cave, …), acque luride o piene di chimica nociva (PfaS, mercurio, fiumi senz'acqua), aria malata (PM10, PM2,5, benzopirene da aeroporti ogni 100 km)...

Il patrimonio storico artistico, pubblico e privato, è in degrado e non è certo immaginabile che tutto sia acquisito dal pubblico, che non solo in rarissimi casi ah dimostrato di essere un proprietario che valorizza. Quante cose pubbliche sono seppellite nei depositi? Quanto patrimonio pubblico è mal gestito o non gestito? Questo non per dire che solo il privato è la salvezza, ma per affermare, con forza, che il problema non è impedire di fare, ma FARE IN MODO ADEGUATO con cultura (che non ci manca) e capacità , sfidando l'economia di mercato odierna a diventare un'economia di qualità.

Questo sarebbe anche un modo per dare vero LAVORO ad imprese serie (cioè con muratori che sanno fare uno "scuci e cuci" o artigiani che sappiano riprendere i vecchi serramenti e le vecchie cornici e non fare tutto prefabbricato.... Anche qui per TUTELARE I MESTIERI CHE PERDIAMO se non diamo loro lavori veri da fare e non solo "riserve indiane"..

Per fare questo servono ovviamente dei compromessi da parte di tutti, anche da parte delle associazioni, ma i compromessi si possono fare se sono chiari i PUNTI IDEALI DI PARTENZA, senza prenderci in giro come oggi dove chi devasta i territori usa i termini degli ambietalisti perchè tanto basta il titolo di un giornale.... 

Su questo tema credo si debba discutere per arrivare ad una posizione condivisa e per chiedere alla politica azioni pertinenti perchè se la Regione Veneto o lo Stato consentono di fare centri commerciali schifosi in zona agricola, spendendo pochi euro rispetto ai ricavi, non arriveremo mai da nessuna parte.
Ma se non portiamo queste contraddizioni nel campo del libero mercato, ci diranno sempre che siamo dei "conservatori", "dei SignorNo"... invece noi siamo per FARE, MA PER FARE DIVERSO.

Se invece la politica fiscale disincentivasse la creazione di questi “mall”, che possiamo lasciare volentieri agli america, ed imponesse lo sviluppo di progetti (seri e controllati, ma anch fattibili) per aree di pregio, magari fra 30 anni avremo un parco commerciale con recupero dell'area archeologica di Altino e la chiusura del mostro di Noventa, come mi ha suggerito Alessandro Pattaro. 


O vi piace il Centro Commerciale di Noventa, che si amplia ancora ed è più grande del paese??




#CHINONSOGNANON VIVE

#VILLAEMOE'DITUTTI

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