Elencare
“cosa fare” nella provincia di Treviso in tema di AMBIENTE
si potrebbe liquidare in pochissime righe perchè basterebbe
osservare la realtà che ci circonda.
Il
Veneto e la provincia di Treviso sono storicamente rappresentati dal
Tiepolo e dai vedutisti veneti, ma oggi questi stessi artisti
troverebbero gravi difficoltà a ritrovare uno di quei luoghi tipici
ed armonici da loro rappresentati 500 anni fa!
Il
Veneto si è imbruttito/abbruttito barattando il suo ambiente,
fertile e ricco di acque, con il miglioramento della condizione
economica dei suoi cittadini.
Questo
ha una base storico-antropologica perchè il Veneto è sempre stato
(ed è) caratterizzato da forte individualismo, dal legame fortissimo
con la terra (agricoltura) e da elevate differenze di reddito tra i
suoi cittadini (signori/contadini).
Un
cittadino veneto si sente sempre “povero” (di soldi) e mai di
cultura; anzi spesso si fa vanto del suo successo
nell'intraprendere, anche in assenza di basi culturali di
spessore.
Grandi
lavoratori con grandi successi economici, ma scarsissimo impatto, per
esempio, nella rappresentanza politica nazionale; dobbiamo tornare
alla vituperata Prima Repubblica per trovare nomi veneti di rilievo
politico in Parlamento...
L'ambiente
veneto (trevigiano) è stato sempre sfruttato senza considerare i
costi generali di questo struttamento con una miopia suicida; anzi
quasi sempre il grande vantaggio (nascosto) del successo del “fare
del nord-est” è basato sull'aver azzerato questi costi ambientali,
che ora riemergono prepotentemente come costi sociali.
Gli
esempi di questi effetti negativi di questo sessantennale modello di
sviluppo sono molteplici:
inquinamento
delle acque da PFAS nel vicentino per fabbriche
inquinamento
delle acque per avre creato discariche in zone di risorgiva
spreco
di territorio per dispersione delle costruzioni civili ed
industriali
impoverimento
e deterioramento dei beni comuni (fiumi, terra, aria, fauna flora)
per agricoltura intensiva e monocolture, uso molto prevalente
trasporto su gomma, sfruttamento, per esempio, della ghiaia e
dell'energia idroelettrica, ecc..
Il
Veneto e la provincia di Treviso sono ciechi; in
sostanza non vedono la realtà che ci circonda o meglio,
la vedono con gli occhiali del “progresso lineare illimitato”..
Non
sono più abituati (o non hanno mai voluto?) vederla com'è veramente
e si sono abituati ad un contesto che è radicalmente mutato, ma per
loro resta un contesto
indifferente.
L'ambiente
che ci circonda e che ci fa vivere diventa una risorsa inesauribile e
che non costa nulla a chi la utilizza per i suoi legittimi profitti
privati.
E'
sufficiente che l'agire dell'homo aeconomicus veneticus dia un
risultato
economico positivo in termini finanziari (schèi) o in termini
vagamenti sociali (più lavoro, ma senza dire quale tipo di lavoro)
per accettare qualsiasi compromesso sull'ambiente.
Un
esempio è quello dei Consorzi
di Bonifica,
che gestiscono i cordi d'acqua secondari per scopi principalmente
irrigui.
La
governance di questi 10 enti nel Veneto è praticamente in mano agli
agricoltori, che diventano quindi gestori del bene comune “acqua”
per il loro scopo statutario senza che altri organismi o enti
difendano l'interesse dell'acqua stessa, cioè dei fiumi o delle
risorgive.
Il
paradosso è che i Consorzi di Bonifica si atteggiano e comportano da
“padroni dell'acqua”, vedendo solo un lato del problema (quello
dell'agricoltura) perchè, per prassi consolidata ed assentita
tacitamente dal potere politico,
non vedono altro.
Secondo
quanto dichiarano in pubblico i loro referenti tecnici,
ci sarebbe “contesa” tra il mondo agricolo e le associazioni
ambientaliste per la risorsa “acqua”, visto i primi la dichiarano
insufficiente per la superificie agricola da irrigare ed i secondi
invece reclamano il Deflusso Minimo Vitale!
Ci
sono due insopportabili distorsioni in questo ragionamento:
il
diritto del bene comune “fiume” (o “risorgiva” o “falda”)
viene messo allo stesso livello dell'interesse di una categoria ad
irrigare il suolo per il suo profitto;
è
totalmente assente il potere politico pubblico che dovrebbe regolare
l'uso compatibile e sostenibile di questa risorsa mediante le varie
leggi che esistono e non sono applicate
Noi
riteniamo che sia l'agricoltura che si deve adattare alla
disponibilità di acqua del fiume e non viceversa!
Questo
adattamento è logico e costituzionalmente garantito dall'articolo 42
della Costituzione perchè la proprietà e l'interesse privato sono
cedevoli rispetto all'interesse pubblico.
E
non si tratta di banalizzare la questione, coem fa qualche
professorone universitario, dicendo che si vogliono salvare i pesci e
le alghe, ma si tratta di capire che salvaguardare la risorsa “acqua”
è salvaguardare la vita, come chiaramente dice anche il Papa nella
sua ultima enciclica.
Dire
che l'acqua è insufficiente per la superficie coltivabile non è
solo una scemenza, ma è un bugia che copre un vero e proprio “furto
di un bene comune,
visto che non si parla di quali colture si stiano mantenendo (per
esempio il mais), né di quali sprechi ci sono per pozzi abusivi e
irrigazione mediante canalette invece che con sistemi più
conservativi.
Il
Presidente del Consorzio Piave dice che servono 300 milioni di euro
per razionalizzare il sistema: bene e dove sta il problema in una
Regione che spende 15 milioni di euro per un referendum consultivo e
12 miliardi di euro in 39 anni per una infrastruttura
che non serve?
Il
principale del Veneto e della provincia di Treviso è che questa
realtà non la si vuole vedere perchè fa comodo non vederla, in
quanto il principio regolatore di tutto è sempre stato l'interesse
personale, che da noi si sintetizza con una parola: “SCHÈI”.
La
piena condivisione di questo “dogma” del Nord-Est è totale e
trasversale.
Sono
stati tutti coinvolti e complici: partiti di destra-sinistra-centro,
sindacati ed imprenditori, commercianti e clienti cioè portatori di
interesse che dovrebbero naturalmente avere interessi di categorie
differenziati con la complicità totale ed assoluta del potere
partitico, che ha fatto dell'ambiente una merce di scambio
elettorale.
In
termini generali porre la questione AMBIENTALE nel Veneto (ma non
solo) significa porre chiaramente la QUESTIONE
DEI BENI COMUNI e
dei limiti che devono esistere ed essere praticati in una società
che vuole essere più equa e solidale ed avere un futuro e non solo
il portafoglio pieno.
Gli
esempi pratici di questo principio sono molti ed evidentissimi
problema
|
risorsa
|
“ladro”
|
“complice”
|
danno
|
Minicentrali
idroelettriche
|
acqua
|
ENEL
e gestori finto sostenibili
|
Regione
Veneto e Province
|
I
torrenti del bellunesi sono infestati da questi impianti anche in
zona SIC ZPS; DMV mancate per 10 km su 15km mediamente
|
Diga
di Valle di Cadore - svaso
|
acqua
fauna
ittica
flora
|
ENEL
Greenpower et similia
|
Ministero
tramite Ufficio Dighe di Venezia
|
Il
torrente Boite è stato “asfaltato” per circa 10-12 km
uccidendo ogni forma di vita vegetale ed animale per circa 10 anni
|
Diga
di Valle di Cadore - interramento
|
acqua
fauna
ittica
flora
rischio
idrogeologico
|
ENEL
Greenpower et similia
|
Ministero
tramite Ufficio Dighe di Venezia
|
La
diga verrà a breve dismessa perchè interrita dai sedimenti. Dopo
aver usato il territorio per 60 anni, Enel BadGreenPower lascia
tutto e se ne va senza alcun ripristino
|
Dighe
di Centro Cadore
|
Acqua
fauna
ittica
flora
suoli
|
ENEL
e fabbriche anni '60
|
Ministero
tramite Ufficio Dighe di Venezia
|
Le
dighe del centro Cadore sono piene di sedimenti inquinati da
metalli pesanti, argento per le attività impattanti degli anni
'60. Nel 2020 ENEL deve mollare la concessione. Lascerà la mina
allo Stato come al solito?
|
Ghiaia
della Piave
|
Biodiversità
rischio
idrogeologico
|
Consorzio
Cavatori
|
Regione
Veneto e Genio Civile
|
Si
continua a scavare in alveo modificando la morfologia del fiume;
non si scava fuori alveo perchè “non economico” peri cavatori
che preferiscono materiale pulito da non selezionare
|
Vigneti
prosecco
|
Biodiversità
aria
suolo
|
Consorzio
Tutela Prosecco
|
Regione
Veneto
|
L'estensione
della DOC è chiaramente un scambio elettorale tra i produttori
(soprattutto piccoli) che vengono beneficiati da quote di impianto
da 1 ettaro; pesticidi diffusi.
Si
vorrebbe anche l'inserimento dell'elenco dlel'Unesco per poter
vendere ancora di più e fare soldi con il turismo
|
Cave
|
acqua
suolo
|
Cavatori
Consorzi
Rifiuti
|
Provincia
Regione
Veneto
|
Si
sono create cave in terreni ghiaiosi e ci sono fenomeni di
inquinamento da mercurio perchè sono inquinate le risorgive
|
PFAS
e altro
|
Acqua
suolo
|
Industrie
concerie
|
Regione
Veneto
|
Scarichi
illegali di inquinanti molto pericolosi soprattutto nel vicentino
|
Supestrada
Pedemontana Veneta
|
Suolo
aria
|
SIS
|
Regione
Veneto
|
Progetto
di finanza per 95km di superstrada che costerà in 39 anni circa
12 miliardi di euro
|
Carenza
fognature
|
Acqua
biodiversità
|
Comuni,
in primis quelli del bacino del Sile
|
ATS
et similia
|
Gli
allacciamenti sono ad un livello medio del 30% per cui ci sono 7
veneti su 10 che hanno sistemi locali di depurazione (poco
efficienti).
I
deputatori sono progettati per acque nere ma ricevono acque miste
e quindi molto spesso devo bypassare tutto “tal quale”...
|
Edificazione
diffusa
|
Suolo
aria
|
cittadini
|
Comuni
Province Regioni
|
E'
stato costruito in modo sostanzialmente utilitaristico e senza
progrmmazione con deroghe e Piani Casa oltre a leggi per costruire
in zona agricola e condoni.
La
legge sul contenimento del consumo del suolo del Veneto è una
burla
|
Centri
Commerciali
|
Aria
suolo
|
Grandi
marchi distribuzione
|
Regione
Veneto
|
I
centri commerciali ormai assediano qualsiasi centro storico ed
hanno sostanzialmente ucciso il commercio locale
|
Agricoltura
intensiva
|
Acqua
suoli
biodiversità
|
Conf.
Agricoli
|
Consorzi
Bonifica
Regione
Veneto
Genio
Civile
|
Utilizzo
di colture che necessitano motta acqua, spreco di acqua con
sistemi di irrigazione a canaletta o a pioggia, uso diserbanti e
fitofarmaci.
Pozzi
abusivi non censiti né sanzionati, ma tollerati
Il
fiume PIAVE nel medio corso è privo di acqua per molti mesi
all'anno.
|
Mobilità
su gomma prevalente
|
Aria
suolo
|
cittadini
|
Regione
Veneto
|
Carenza
strutturale di programmazione ed investimenti su mobilità diversa
|
Insufficiente
pedonalizzazione
|
Aria
suolo
|
Comuni
|
Regione
Veneto
|
Carenza
di visione per la pedonalizzazione progressiva dei centri storici
e carenza di parcheggi scambiatori sulla cinta esterna; PUT che
drenano traffico verso il centro invece di gestirlo (Treviso ha
40mila auto al giorno attono alle Mura di Frà Giocondo)
|
Gestione
parchi regionali e provinciali
|
Biodiversità
aria
acqua
|
Enti
Parco
|
Regione
Veneto
|
Gestione
partitica e clientelare degli enti parco che sono serviti come
“centri di spesa” per interessi di partito o per favori a
privati
|
Zone
industriali
|
suolo
|
Comuni
|
Regione
Veneto
|
Ogni
Comune ha svenduto il suo territorio per incassare oneri
concessori dopo che è stato tolto il vincolo di scopi per gli
oneri concessori.
Ci
sono migliaia di metri quadri a destinazione industriale dismessi
|
Aeroporti
|
Aria
suolo
acqua
|
SAVE
AERTRE
|
Ministero
Regione
Veneto
|
Aeroporti
cresciuti a dismisura a ridosso di centri abitati tipo Aeroporto
Canova che costeggia il fiume Sile (zona SIC ZPS) e assedia
l'abitato di Quinto con vari progetti di ampliamento finora
bocciati. Limiti massimi imposti mai rispettati.
|
Edilizia
inutilizzata o sottoutilizzata
|
suolo
|
Comuni
privati
|
Regione
Veneto
|
Molti
edifici sono vuoti o non affittati senza programmi di recupero e
senza nemmeno incentivi alla demolizione o efficientamento;
carenza di alloggi per categoria più deboli
|
Riteniamo
quindi che un programma di RIGENERAZIONE
AMBIENTALE
debba partire dalla presa d'atto e condivisione di alcuni principi e
valori cardine, che ritengo siano declinati dagi articoli 9-33-34
della nostra Costituzione e dalla sintesi dal concetto di “ecologia
integrale” come spiegato da Papa Francesco nella sua ultima
enciclica:
“L'ecosistema
Terra diventa un insieme organico da rispettare, a cui appartiene
l'Uomo come parte essenziale,c che non deve dimenticare di essere
parte di un Tutto, soggetto a limiti e soprattutto con la
responsabilità di tutelare i beni comuni”
Se
partiamo da questo principio base possiamo verificare e capire se le
varie azioni sono realmente sostenibili ed ambientalmente compatibili
oppure (come sempre più succede) oppure se sono dei camuffamenti per
perpetuare la solita logica di sfruttamento senza criterio
dell'ambiente a danno dei beni comuni.
La
sceltà non è tra demonizzare il business e scegliere la vita
bucolica, ma nell'agire in modo onesto ed etico per migliorare la
condizione di vita delle persone, senza però danneggiare la vita
dell'ambiente circostante e la vita nel futuro.
Confido
che altri vorranno commentare ed integrare o contestare questa nostra
opinione per avviare un dibattito fruttuoso e con una visione di
prospettiva dell'ambiente, che, in fondo, siamo anche noi... e non
solo noi.
note