"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 29 ottobre 2017

TUTELARE LA STORIA E LA LEGALITA' PER IL PONTE PRIULA

I titoli dei giornali e le sintesi non fanno sempre giustizia dei ragionamenti.
A Santa Lucia con il Comitato Imprenditori Veneti 2000 abbiamo tentato di fare un pò di chiarezza proprio nel giorno in cui ANAS ha sospeso unilateralmente i lavori.

La questione è complicata ma non difficilissima da capire:
  1. il PIAVE è zona SIC ZPS e quindi non è possibile fare ciò che si vuole in alveo; una viabilità provvisoria per 40mila auto con un percorso da rally non è un'opera secondaria... 
  2. la zona è di vincolo archeologico e quindi doveva essere ottenuta la preventiva autorizzazione della competente Soprintendenza che doveva essere attivata prima di rimuove le fondazioni del vecchio ponte in legno e non dopo
  3. il progetto statico del ponte è un pasticcio che la Soprintendenza ha approvato senza capire bene che contraddice lo spirito del vincolo in quanto altera totalmente lo schema statico 
Se queste cose le fa un privato per la sua casa oggi sarebbe denunciato per gravi reati contro il patrimonio storico.....
Qui non succederà nulla ed useranno la "burocrazia" per giustificare il ritardo dei lavori.

Dilettanti allo sbaraglio con i nostri soldi.

 

SUSEGANA SI PREOCCUPA DI COSA?

La Sindaca di Susegana (mia omonima) si preoccupa ma è sempre stata favorevole ad un'opera che non cambierà nulla a livello sostanziale anche quando sarà finita.... se mai sarà finita visto che dopo 6 mesi siamo arrivati al 5% dei lavori.

Se procedessero con questa "velocità" ci vorrebbero 10 anni per finire e quindi la Sindaca dovrebbe preoccuparsi della viabilità provvisoria che è una bissabogola nell'alveo del Piave che creerà veri problemi.

Ovviamente Lei non sa quasi nulla dell'opera e si fida dei suoi in Regione che parimenti non sanno nulla.

A posto siamo!

L'ASSURDO DI UN PONTE SU UN FIUME QUASI MORTO

A luglio hanno inaugurato il cantiere in pompa magna ed ora fanno finta di litigare... Ma chi sono questi che ci amminsitrano??

Aver calcolato in 120 secondi il tempo di percorrenza della viabilità provvisoria dimostra che mai nessuno vede quello che succede ogni giorno a Ponte Priula e si fanno i calcoli teorici come se fosse un circuito di Formula 1... Curve controcurve ponte Bailey ed immissione in scarpata per bilici è un'opzione economica, ma difficile da credere e forse è un bene essersi fermati prima.

Quanto alla "lotta alla burocrazia" anche qui la Regione Veneto deve guardare a cosa fa quando legifera visto che "deroga e proroga" sono i suoi vocaboli...
Inutile lamentarsi ora contro Roma e Anas: qui siamo all'improvvisazione e speriamo che vengano dimessi coloro che non hanno vigilato e che hanno appaltato un lavoro senza le autorizazioni.

Inutile punire i cittadini e poi dare questi esempi...

LA COSA PIU' ASSURDA E' INOLTRE CHE IL FIUME E' IN COLLASSO E SENZA ACQUA E NOI PENSIAMO AI CAMION...
TRA POCO SI PASSERA' DIRETTAMENTE SUL GRETO.... PER SEMPRE


ENTI INUTILI, MA AUTONOMI

Emerge una carenza totale di visione ed una richiesta sempre e solo di soldi: manca un milione dice l'ineffabile Vernizzi con gli occhialoni da Al Capone....
Il presidente della Provincia Marcon ammette che non può fare nulla essendo l'ente sostanzialmente inutile anche se avrebbe il coordinamento urbanistico della provincia!

L'assessore Camolei spera in qualche miracolo ma nessuno si fa vedere a Sant'Antonino per dire dove passerebbero. Nemmeno quelli della Lega ci provano perchè lì non si passa, ma si continua a fare credere che il IV lotto cambierebbe qualcosa.

Il motivo della disaffezione dei cittadini dalla politica sta anche in questa carenza totale di idee: al massimo chiedono di fare una o più nuove strade.

Per fortuna non ci sono i soldi e nemmeno la testa. Però siamo autonomi e quindi lasciate stare Roma Ladrona.

INDUSTRIALI E STRADE

L'abbiamo spesso detto che gli industriali trevigiani devono mettere amno al portafogli se vogliono nuove strade e non fare le solite dichiarazioni vittimistiche... Tirino fuori 150 milioni di euro e poi vediamo dove fare le strade che servono loro per .... competere.

Ricordiamo solo che pochi anni fa la stessa associazione industriale trevigiana prevedeva di fare due nuovi INCENERITORI per rifiuti nel trevigiano in una provincia che oggi arriva all''80% del riciclo, mentre per esempio vicino all'area Scardellato sulla Treviso-Ostiglia troviamo resti di manganese ed altro che non credo siano arrivati portati dai cittadini o da noi.

L'industrai trevigiana ha approffittato dei politici per costruire capannoni dovunque e comunque (ricordate la Legge Tremonti?) ed ora chiedono strade dappertutto.
Forse sarà il caso di intervenire insieme per l'unica vera opzione seria: L'USO INTENSIVO DELL'AUTOSTRADA A27 prima di fare altro....

Altrimenti mano al portafoglio e poi ne parliamo perchè togliere soldi alla sanità o al sociale per fare strade è stupido oltre che criminale per l'ambiente

PONTE PRIULA: “INFORMARSE, CONTROEAR E … SVEJARSE PRIMA MAI?

Sull'incredibile questione dello pseudo restauro del Ponte della Priula e sui tira-e-molla tre ANAS e Regione ci permettiamo di dare un parere che deriva dall'esserci informati e studiati la questione prima che questa diventasse un'emergenza, visto che ancora a luglio scorso abbiamo dato la nostra adesioni del Comitato Imprenditori Veneto 2000 di Diotisalvi Perin.

In primis vorremmo ricordare all'Assessore Corazzari che il progetto è stato certamente visto dalla Regione Veneto perchè non è pensabile che ANAS preveda un intervento di questa portata e con questo impatto senza informare la Regione Veneto o i suoi omologhi di Veneto Strade; l'inaugurazione, in pompa magna (Zaia presente con codazzo) in mezzo all''alveo (secco) del fiume, non lascia dubbi sulla corresponsabilità, almeno in vigilando della struttura regionale, che altrimenti dimostra di essere “autonoma”, ma dal buon senso, visto che non si occupa di quanto di notevole succede sul territorio e sul suo agonizzante fiume.

Il secondo elemento che ricordiamo, anche al Sindaco di Susegana, è che oggi non c'è nessun blocco dei lavori che crei danni al traffico “normale”, ma semplicemente ci si è fermati prima che potesse succedere il disastro, visto che la viabilità provvisoria prevista dal progetto ANAS ha molte criticità, che il Sindaco Scarpa e gli amici industriali dovrebbero studiare, prima di proporre manifestazioni che non faranno mai.
Il progetto ANAS infatti prevede infatti una viabilità alternativa durante i lavori con curve e contro curve a 90°, saliscendi ed immissioni ardite con un ponte Bailey da 120m, che verrebbe fermato in caso di piene superiori ai limiti progettuali (tempi di ritorno 5 anni).
In questo caso il traffico verrebbe rinviato sulla viabilità esistente (!!) cioè facendo il giro per Ponte di Piave e Ponte di Vidor, il che dimostra che nessuno ha ben capito cosa potrebbe succedere se i lavori continuassero a procedere con l'andamento lumacoso attuale e ci fossero alcune grosse piene.
Si tenga conto che in 8 mesi le tubazioni in alveo sono gà state spazzate via tre quattro volte...

Terzo elemento riguarda la tutela archeologica che è obbligatoria sia per i privati che per il pubblico (che non può sempre far finta di essere esonerato dalle leggi che lui stesso promuove): il ponte in legno, precedente quello attuale è noto come posizione ed interasse dei pali ed è soggetto a tutela, mentre, solo le denunce di Perin e poi nostre, hanno portato in evidenza tale mancanza che, oltre che sanata con un controllo archeologico adeguato, va sanzionata in modo esemplare con sostituzione del RUP, chiaramente non adeguato a comprendere quale procedura dovesse essere individuata per il progetto.

Altro forte elemento di criticità, di cui è “colpevole” anche la Soprintendenza che ha approvato il progetto statico (credo senza ben comprenderlo) è che la soluzione progettuale di ANAS stravolge lo schema statico del ponte in cemento armato “a tre cerniere” dell'ing. Miozzi e lo rende un ponte ibrido con pile portanti e nuovo impalcato in ferro e calcestruzzo su cui, come abbellimento posticcio appoggeranno i parapetti, e senza più alcuna funzione per l'ardita (per il tempo) strutture ad arco Mounier. In pratica è come se su un edificio storico fosse autorizzata una copertura in ferro e calcestruzzo, tenendo la struttura originale in legno come elemento accessorio ed aggiungengo i coppi sopra le lamiere: un pasticcio di compromesso che non tutela e nemmeno è troppo funzionale per lo scopo. Il peggio del peggio...

Il rischio ulteriore, molto forte con un ribasso come quello dell'Appaltatore, è che, in corso lavori, emergano “imprevisti” problemi sulla struttura in c.a. ad arco che sarà danneggiata dalle demolizioni dell'impalcato con ritardo nei lavori ed aumento dei costi. Al danno si aggiungerebbe la beffa!

La sospensione attuale consentirà, oltre che di sanare l'insanabile cioè l'ignoranza delle leggi, di mitigare l'andamento lento lentissimi dei lavori che in metà del tempo contrattuale ha svolto solo il 5% del lavoro. I motivi saranno annacquati tra archeologia, bonifica bellica e carenze istruttorie, ma certamente alla fine non sarà colpa di nessuno, come buona pace dei Sindaci che nulla sanno e nulla fanno per informarsi se non tirare la giacchetta ai loro referenti politici regionali tipo la Scarpa con Zaia.
Almeno il Sindaco Szumsky ha avuto il buon senso di dare spazio alle informazioni (parziali) che abbiamo tentato di dare con i Comitato Imprenditori Veneto 2000.

Ultimo elemento che sottolineaiamo è che il fiume PIAVE sembra il Far West dove comanda chi urla più forte, che non è la Regione Veneto:
  • nell'alto Piave, ENEL fa quello che vuole ed “asfalta” il Boite con tutte le carte in regola (secondo loro) uccidendo per 10 anni il fiume
  • sempre in alto Piave la Regiove Veneto (assessore anche bellunese!) sta seccando i torrenti per le minicentrali idroelettriche
  • nel medio Piave da sempre i cavatori dettano le regole ai loro eletti e sono giunti a profondità da record (oltre 13m) proprio poco a valle di Ponte Priula senza che mai nessuno si accorgesse di nulla (forse la ghiaia vola?)
  • nella Piave manca l'acqua e la Regione si tiene in cassetto un piano di gestione da ormai sei-sette anni perchè non sa come gestire gli opposti interessi di cavatori e agricoltori
  • nella Piave manca la manutenzione dell'alveo e si continua a concedere di scavare in acqua ghiaia pulita perchè l'altra non è conveniente


Se questo è quello che intendono, coloro che chiedono più competenze allo Stato, dimostrare di saper far meglio, è opportuno che ci capiamo bene “su chi fa cosa”, perchè altrimenti vale la pena chiedere di essere annessi …. all'Austria o alla Svizzera.


Cordiali saluti
p. la sezione di Treviso
il presidente
Romeo Scarpa

martedì 24 ottobre 2017

SULLO STATO DEI COMITATI (o della sinistra o dell'alternativa.. fate vobis)

Devo ammettere di aver gravemente sottovalutato il problema e di essere molto sospreso da quanto radicati restino i “residui del passato” nell'animo di molti, che si impegnano per il miglioramento/cambiamento della società e dell'ambente.

Questo non sarebbe nemmeno il male peggiore, se il ricordare la storia servisse a non ripetere gli errori, mentre vedo che c'è un gusto (che ritengo suicida) nel riproporre schemi e questioni “antiche”, anche oltre gli obiettivi comuni, che pur ci sono e sono urgenti.

L'esempio attuale è la questione della Superstrada PEDEMONTANA VENETA, che è un gravissimo problema che ha già devastato il vicentino e sta devastando il trevigiano.

Mi pareva utile, anzi lo credo ancora e sempre di più essenziale, riunire l'esperienza dei comitati del vicentino con quelli dei comitati da poco nati nel trevigiano e quindi sono stato da subito fautore di contatti con il COVEPA, che è sul tema da molti anni, come pure mi pare essenziale avere rapporti di collaborazione con quei partiti (M5S, SI e Pd cioè Zanoni) che sul tema non sono proprio favorevoli tout-court all'opera.

Il Comitato NO PEDEMONTANA di Treviso, di cui facciamo parte, ha appena finito di fare varie iniziative sia su territorio (ad Altivole) che in città, ma nella pattumiera di FB vedo salire una tensione che non è giustificata solo dalla diversità di opinioni sul tema o sulle strategie, ma da rancori più profondi, che sarà bene cercare di dissolvere una volta per tutte.
L'alternativa è quella di sprecare energie, non per contrastare l'opera Pedemontana ed i suoi promotori SIS+Zaia, ma dire che “io sono meglio di te” o “tu sei più venduto di me...”, gioco che credo si facesse alla scuola materna.

Era già successo per l'iniziativa di Andrea Zanoni che aveva fatto gazebi dove si chiedeva di “finirla”, ma la scintilla che ha fatto deflagrare un contrasto da tempo latente non sono state le differenti visioni sui percorsi alternativi, né le diverse strategie di contrasto dell'opera, ma alcune considerazioni di metodo ed opportunità su un'iniziativa del CSO Django nei confronti della Lega Nord alla periferia di Treviso.

E' ben vero che il CSO Django è libero di “desalvinizzare” tutto quello che vuole quando vuole, ma dovrebbe porsi almeno la domanda se è opportuno farlo il giorno prima del referendum, quando Salvini non è nemmeno in loco e prima di un un incontro con tutti i Comitati che avrebbe meritato migliore copertura di stampa, visto il tenore dei relatori e degli intervenuti.

Si è preferito (cioè quelli del CSO Django hanno preferito) una loro specifica iniziativa rispetto al progetto costruito da tutti e così la visibilità mediatica (con tutti gli stravolgimenti che usualmente vengono fatti in questo caso) è andata alla desalvinizzazione.
Un volantinaggio con fumogeni, nella sostanza innocuo, è passato come un assalto all'OK Corral per i media, ma questo è un dato che va considerato, per cui le azioni (anche le più sacrosante) devono poi sottostare a queste regole (non giuste), ma che ci sono e ci sono sempre state.
Tutti i soldi messi da Zaia nella propaganda al referendum sono andati ai media locali, mica in beneficienza e quindi questo è il logico ritorno...

Direi, a posteriori, quindi che l'iniziativa del CSO Django, per quel che riguarda il convegno sulla Pedemontana, è stato un grandissimo autogol, anzi una doppietta di autogol nel miglior stile di Niccolai, mitico difensore dle Cagliari anni '80.

Stupirsi quindi delle critiche e reagire in modo piccato (“siamo solo noi quelli che hanno il coraggio di attaccare la Lega...” o di fare certe “azioni”) non mi pare un buon modo di condividere un percorso, ma, come spesso accade (e come mi dicono è sempre accaduto in passato) è il modo che dà fastidio e fa sembrare quasi ricercate queste coincidenze (che per me restano solo stupide coincidenze, che però fanno la storia e le storie).

Se vogliamo chiarire sia questo che il passato, anche remoto (Dal Molin e non so che altro), siamo pronti ad un confronto con tutti da Zanoni al COVEPA, ai Beati Costruttori di Pace fino a tutti i centri sociali del mondo, altrimenti saranno inevitabli le divisioni ed i distinguo perchè nessuno accetta di fare un percorso con chi ti tira, a forza, su una strada, che consideri non fruttuosa.

Non vuole essere un discorso paternalistico, né da buon padre di famiglia, ma un discorso di chiarezza perchè siamo tutti amici, ma la politica si fa e si pratica per avere dei risultati nel breve1, medio e lungo periodo.
Altrimenti si fanno provocazioni, azioni, flash mob, contestazioni: tutto bello e sacrosanto, ma ricordando che a Treviso non è mai stato questo non è mai stato un buon viatico per nulla che abbia un seguito rilevante perchè la città è molto borghese e piccina e non da oggi.

Sono disconsi triti e ritriti, sentiti mille volte, che si possono fare per i comitati come per la sinistra in generale.

Non è ora di risolvere la questione una volta per tutte con onerstà intelettuale e senza vecchi pregiudizi?

Fatemi sapere perchè cose da fare ce ne sono molte e non è detto che dobbiamo farle per forza insieme.

Con cordialità e rispetto.
p. la sezione di Treviso
il presidente
Romeo Scarpa
1Che a noi ed a me in particolare non interessa

sabato 21 ottobre 2017

I LAVORI SUL PONTE DELLA PRIULA: COSI' TUTELIAMO LA NOSTRA STORIA?ASO?


Il fatto che un'altra GRANDE OPERA sia al 5% di avanzamento dopo 7 mesi dall'inizio dei lavori, la dice lunga sulla qualità del progetto.
Di questo passo la mitica impresa CARENA (quella che tentà di costruire il Teatro della Fenice e poi venne caciata - ma lì lavora solo GRIGOLIN) arriverà al 12,14%!!
Se proseguono di questo passo si finirà nel.....2022!!

La realtà dei fatti non è che ci sono sorprese progettuali, ma ERRORI perchè:
1) è noto che un ponte sul Piave bombardato dovesse essere sottoposto a bonifica bellica
2) doveva essere noto che siamo in un'area di tutela archeologica mentre nemmeno ci sono i documenti base e si era avvisata la competente Soprintendenza che è arrivata solo dopo essere stata chiamata da Diotisalvi Perin e dal Museo del Piave
3) sono stati danneggiati (rimosse) senza assistenza archeologica i pali di fondazione del vecchio ponte in legno, fatto che se compiuto da un privato comporta sanzioni penali
4) non si è considerato che il PONTE è un monumento storico e non può essere radicalmente alterato, anche se la Soprintendenza ha dato parere favorevole (senza capire bene cosa fanno, secondo me)

Si dimostrerà nell'incontro del 25-10 p.v. a Santa Lucia non si tratta di un intervento si RESTAURO, ma si modifica sostanziale dello schema statico del ponte originario che diventa un impalcato misto con piloni e struttura metallica di impalcato,
La viabilità transitoria creerà il caos...

Ci sono voluti 40 anni per fare questo intervento (mi dicono alcuni), ma se questo è il risultato potevamo aspettare ancora altri 40 anni...


IL “NON-AMBIENTE” VENETO appunti per assemblea popolare per democrazia e uguaglianza

Elencare “cosa fare” nella provincia di Treviso in tema di AMBIENTE si potrebbe liquidare in pochissime righe perchè basterebbe osservare la realtà che ci circonda.

Il Veneto e la provincia di Treviso sono storicamente rappresentati dal Tiepolo e dai vedutisti veneti, ma oggi questi stessi artisti troverebbero gravi difficoltà a ritrovare uno di quei luoghi tipici ed armonici da loro rappresentati 500 anni fa!
Il Veneto si è imbruttito/abbruttito barattando il suo ambiente, fertile e ricco di acque, con il miglioramento della condizione economica dei suoi cittadini.
Questo ha una base storico-antropologica perchè il Veneto è sempre stato (ed è) caratterizzato da forte individualismo, dal legame fortissimo con la terra (agricoltura) e da elevate differenze di reddito tra i suoi cittadini (signori/contadini).

Un cittadino veneto si sente sempre “povero” (di soldi) e mai di cultura; anzi spesso si fa vanto del suo successo nell'intraprendere, anche in assenza di basi culturali di spessore.
Grandi lavoratori con grandi successi economici, ma scarsissimo impatto, per esempio, nella rappresentanza politica nazionale; dobbiamo tornare alla vituperata Prima Repubblica per trovare nomi veneti di rilievo politico in Parlamento...
L'ambiente veneto (trevigiano) è stato sempre sfruttato senza considerare i costi generali di questo struttamento con una miopia suicida; anzi quasi sempre il grande vantaggio (nascosto) del successo del “fare del nord-est” è basato sull'aver azzerato questi costi ambientali, che ora riemergono prepotentemente come costi sociali.

Gli esempi di questi effetti negativi di questo sessantennale modello di sviluppo sono molteplici:
  • inquinamento delle acque da PFAS nel vicentino per fabbriche
  • inquinamento delle acque per avre creato discariche in zone di risorgiva
  • spreco di territorio per dispersione delle costruzioni civili ed industriali
  • impoverimento e deterioramento dei beni comuni (fiumi, terra, aria, fauna flora) per agricoltura intensiva e monocolture, uso molto prevalente trasporto su gomma, sfruttamento, per esempio, della ghiaia e dell'energia idroelettrica, ecc..

Il Veneto e la provincia di Treviso sono ciechi; in sostanza non vedono la realtà che ci circonda o meglio, la vedono con gli occhiali del “progresso lineare illimitato”..
Non sono più abituati (o non hanno mai voluto?) vederla com'è veramente e si sono abituati ad un contesto che è radicalmente mutato, ma per loro resta un contesto indifferente.
L'ambiente che ci circonda e che ci fa vivere diventa una risorsa inesauribile e che non costa nulla a chi la utilizza per i suoi legittimi profitti privati.
E' sufficiente che l'agire dell'homo aeconomicus veneticus dia un risultato economico positivo in termini finanziari (schèi) o in termini vagamenti sociali (più lavoro, ma senza dire quale tipo di lavoro) per accettare qualsiasi compromesso sull'ambiente.

Un esempio è quello dei Consorzi di Bonifica, che gestiscono i cordi d'acqua secondari per scopi principalmente irrigui.
La governance di questi 10 enti nel Veneto è praticamente in mano agli agricoltori, che diventano quindi gestori del bene comune “acqua” per il loro scopo statutario senza che altri organismi o enti difendano l'interesse dell'acqua stessa, cioè dei fiumi o delle risorgive.

Il paradosso è che i Consorzi di Bonifica si atteggiano e comportano da “padroni dell'acqua”, vedendo solo un lato del problema (quello dell'agricoltura) perchè, per prassi consolidata ed assentita tacitamente dal potere politico1, non vedono altro.
Secondo quanto dichiarano in pubblico i loro referenti tecnici2, ci sarebbe “contesa” tra il mondo agricolo e le associazioni ambientaliste per la risorsa “acqua”, visto i primi la dichiarano insufficiente per la superificie agricola da irrigare ed i secondi invece reclamano il Deflusso Minimo Vitale3!

Ci sono due insopportabili distorsioni in questo ragionamento:
  1. il diritto del bene comune “fiume” (o “risorgiva” o “falda”) viene messo allo stesso livello dell'interesse di una categoria ad irrigare il suolo per il suo profitto4;
  2. è totalmente assente il potere politico pubblico che dovrebbe regolare l'uso compatibile e sostenibile di questa risorsa mediante le varie leggi che esistono e non sono applicate

Noi riteniamo che sia l'agricoltura che si deve adattare alla disponibilità di acqua del fiume e non viceversa!
Questo adattamento è logico e costituzionalmente garantito dall'articolo 42 della Costituzione perchè la proprietà e l'interesse privato sono cedevoli rispetto all'interesse pubblico.
E non si tratta di banalizzare la questione, coem fa qualche professorone universitario, dicendo che si vogliono salvare i pesci e le alghe, ma si tratta di capire che salvaguardare la risorsa “acqua” è salvaguardare la vita, come chiaramente dice anche il Papa nella sua ultima enciclica.

Dire che l'acqua è insufficiente per la superficie coltivabile non è solo una scemenza, ma è un bugia che copre un vero e proprio “furto di un bene comune, visto che non si parla di quali colture si stiano mantenendo (per esempio il mais), né di quali sprechi ci sono per pozzi abusivi e irrigazione mediante canalette invece che con sistemi più conservativi5.
Il Presidente del Consorzio Piave dice che servono 300 milioni di euro per razionalizzare il sistema: bene e dove sta il problema in una Regione che spende 15 milioni di euro per un referendum consultivo e 12 miliardi di euro in 39 anni per una infrastruttura6 che non serve?
Il principale del Veneto e della provincia di Treviso è che questa realtà non la si vuole vedere perchè fa comodo non vederla, in quanto il principio regolatore di tutto è sempre stato l'interesse personale, che da noi si sintetizza con una parola: “SCHÈI”.

La piena condivisione di questo “dogma” del Nord-Est è totale e trasversale.
Sono stati tutti coinvolti e complici: partiti di destra-sinistra-centro, sindacati ed imprenditori, commercianti e clienti cioè portatori di interesse che dovrebbero naturalmente avere interessi di categorie differenziati con la complicità totale ed assoluta del potere partitico, che ha fatto dell'ambiente una merce di scambio elettorale.

In termini generali porre la questione AMBIENTALE nel Veneto (ma non solo) significa porre chiaramente la QUESTIONE DEI BENI COMUNI e dei limiti che devono esistere ed essere praticati in una società che vuole essere più equa e solidale ed avere un futuro e non solo il portafoglio pieno.

Gli esempi pratici di questo principio sono molti ed evidentissimi

problema
risorsa
ladro”
complice”
danno
Minicentrali idroelettriche
acqua
ENEL e gestori finto sostenibili
Regione Veneto e Province
I torrenti del bellunesi sono infestati da questi impianti anche in zona SIC ZPS; DMV mancate per 10 km su 15km mediamente
Diga di Valle di Cadore - svaso
acqua
fauna ittica
flora
ENEL Greenpower et similia
Ministero tramite Ufficio Dighe di Venezia
Il torrente Boite è stato “asfaltato” per circa 10-12 km uccidendo ogni forma di vita vegetale ed animale per circa 10 anni
Diga di Valle di Cadore - interramento
acqua
fauna ittica
flora
rischio idrogeologico
ENEL Greenpower et similia
Ministero tramite Ufficio Dighe di Venezia
La diga verrà a breve dismessa perchè interrita dai sedimenti. Dopo aver usato il territorio per 60 anni, Enel BadGreenPower lascia tutto e se ne va senza alcun ripristino
Dighe di Centro Cadore
Acqua
fauna ittica
flora
suoli
ENEL e fabbriche anni '60
Ministero tramite Ufficio Dighe di Venezia
Le dighe del centro Cadore sono piene di sedimenti inquinati da metalli pesanti, argento per le attività impattanti degli anni '60. Nel 2020 ENEL deve mollare la concessione. Lascerà la mina allo Stato come al solito?
Ghiaia della Piave
Biodiversità
rischio idrogeologico
Consorzio Cavatori
Regione Veneto e Genio Civile
Si continua a scavare in alveo modificando la morfologia del fiume; non si scava fuori alveo perchè “non economico” peri cavatori che preferiscono materiale pulito da non selezionare
Vigneti prosecco
Biodiversità
aria
suolo
Consorzio Tutela Prosecco
Regione Veneto
L'estensione della DOC è chiaramente un scambio elettorale tra i produttori (soprattutto piccoli) che vengono beneficiati da quote di impianto da 1 ettaro; pesticidi diffusi.
Si vorrebbe anche l'inserimento dell'elenco dlel'Unesco per poter vendere ancora di più e fare soldi con il turismo
Cave
acqua
suolo
Cavatori
Consorzi Rifiuti
Provincia
Regione Veneto
Si sono create cave in terreni ghiaiosi e ci sono fenomeni di inquinamento da mercurio perchè sono inquinate le risorgive
PFAS e altro
Acqua
suolo

Industrie
concerie
Regione Veneto
Scarichi illegali di inquinanti molto pericolosi soprattutto nel vicentino
Supestrada Pedemontana Veneta
Suolo
aria
SIS
Regione Veneto
Progetto di finanza per 95km di superstrada che costerà in 39 anni circa 12 miliardi di euro
Carenza fognature
Acqua
biodiversità
Comuni, in primis quelli del bacino del Sile
ATS et similia
Gli allacciamenti sono ad un livello medio del 30% per cui ci sono 7 veneti su 10 che hanno sistemi locali di depurazione (poco efficienti).
I deputatori sono progettati per acque nere ma ricevono acque miste e quindi molto spesso devo bypassare tutto “tal quale”...
Edificazione diffusa
Suolo
aria
cittadini
Comuni Province Regioni
E' stato costruito in modo sostanzialmente utilitaristico e senza progrmmazione con deroghe e Piani Casa oltre a leggi per costruire in zona agricola e condoni.
La legge sul contenimento del consumo del suolo del Veneto è una burla
Centri Commerciali
Aria
suolo
Grandi marchi distribuzione
Regione Veneto
I centri commerciali ormai assediano qualsiasi centro storico ed hanno sostanzialmente ucciso il commercio locale
Agricoltura intensiva
Acqua
suoli
biodiversità
Conf. Agricoli

Consorzi Bonifica
Regione Veneto
Genio Civile
Utilizzo di colture che necessitano motta acqua, spreco di acqua con sistemi di irrigazione a canaletta o a pioggia, uso diserbanti e fitofarmaci.
Pozzi abusivi non censiti né sanzionati, ma tollerati
Il fiume PIAVE nel medio corso è privo di acqua per molti mesi all'anno.
Mobilità su gomma prevalente
Aria
suolo

cittadini
Regione Veneto
Carenza strutturale di programmazione ed investimenti su mobilità diversa
Insufficiente pedonalizzazione
Aria
suolo
Comuni
Regione Veneto
Carenza di visione per la pedonalizzazione progressiva dei centri storici e carenza di parcheggi scambiatori sulla cinta esterna; PUT che drenano traffico verso il centro invece di gestirlo (Treviso ha 40mila auto al giorno attono alle Mura di Frà Giocondo)
Gestione parchi regionali e provinciali
Biodiversità
aria
acqua
Enti Parco
Regione Veneto
Gestione partitica e clientelare degli enti parco che sono serviti come “centri di spesa” per interessi di partito o per favori a privati
Zone industriali
suolo
Comuni
Regione Veneto
Ogni Comune ha svenduto il suo territorio per incassare oneri concessori dopo che è stato tolto il vincolo di scopi per gli oneri concessori.
Ci sono migliaia di metri quadri a destinazione industriale dismessi
Aeroporti
Aria
suolo
acqua
SAVE AERTRE
Ministero
Regione Veneto
Aeroporti cresciuti a dismisura a ridosso di centri abitati tipo Aeroporto Canova che costeggia il fiume Sile (zona SIC ZPS) e assedia l'abitato di Quinto con vari progetti di ampliamento finora bocciati. Limiti massimi imposti mai rispettati.
Edilizia inutilizzata o sottoutilizzata
suolo
Comuni
privati
Regione Veneto
Molti edifici sono vuoti o non affittati senza programmi di recupero e senza nemmeno incentivi alla demolizione o efficientamento; carenza di alloggi per categoria più deboli


Riteniamo quindi che un programma di RIGENERAZIONE AMBIENTALE debba partire dalla presa d'atto e condivisione di alcuni principi e valori cardine, che ritengo siano declinati dagi articoli 9-33-34 della nostra Costituzione e dalla sintesi dal concetto di “ecologia integrale” come spiegato da Papa Francesco nella sua ultima enciclica:

L'ecosistema Terra diventa un insieme organico da rispettare, a cui appartiene l'Uomo come parte essenziale,c che non deve dimenticare di essere parte di un Tutto, soggetto a limiti e soprattutto con la responsabilità di tutelare i beni comuni”

Se partiamo da questo principio base possiamo verificare e capire se le varie azioni sono realmente sostenibili ed ambientalmente compatibili oppure (come sempre più succede) oppure se sono dei camuffamenti per perpetuare la solita logica di sfruttamento senza criterio dell'ambiente a danno dei beni comuni.

La sceltà non è tra demonizzare il business e scegliere la vita bucolica, ma nell'agire in modo onesto ed etico per migliorare la condizione di vita delle persone, senza però danneggiare la vita dell'ambiente circostante e la vita nel futuro.

Confido che altri vorranno commentare ed integrare o contestare questa nostra opinione per avviare un dibattito fruttuoso e con una visione di prospettiva dell'ambiente, che, in fondo, siamo anche noi... e non solo noi.


note
1Il meccanismo di elezione dei rapprentanti dei Consorzi è chiaramente sbilanciato a favore degli agricoltori ed i partiti si impegnino perchè ci siano le persone “giuste” ai posti “giusti”...
2Esperienza personale di giovedì 18-10-2017 ad un corso presso Ordine Ingegneri Venezia
3Che a breve diventerà il Deflusso Ecologico
4E per i posti di lavoro, il PIL, bla bla bla...
5Irrigazione localizzate e temporizzata

6La superstrada Pedemontana Veneta in progetto di finanza prossimo al collasso

giovedì 5 ottobre 2017

PEDEMONTANA: IL CLOSING SI ALLONTANA...

CONFERENZA STAMPA
SABATO 7 OTTOBRE 2017 ore 11



Egregi tutti,
la questione della Pedemontana, che non è né semplice né chiara, continua ad ingarbugliarsi ed il closing continua ad allontanarsi mentre il tempo passa...

I nostri “amici” della Regione Veneto continuano a giocare con una presunte autonomia che già hanno, ma continuano a “non vedere” tutte le illeggittimità che questo procedimento di questa GRANDE INUTILE OPERA!!

Per spiegare l'ultimo esposto presentato relativo alla NULLITA' DEI DECRETI DI ESPROPRIO e per le DIFFORMITA' DEL TRACCIATO, vi aspettiamo SABATO 9 OTTOBRE 2017 ore 11 presso la sede di ITALIA NOSTRA Treviso.

Annunceremo anche il programma del prossimo convegno del 21-10-2017 sulla Pedemontana che si terrà a Treviso

Cordiali saluti
p. la sezione di Treviso
il presidente
Romeo Scarpa



POST SCRIPTUM

Alle ore 11.30 saranno presso la nostra sede anche Gianluigi SALVADOR e Massimo Marco ROSSI del gruppo DNA (raggruppamento associazioni ambientaliste) per esporre la loro opinione sul prossimo FLASH MOB DEL RADICCHIO cioè il REFERENDUM PER L'AUTONOMIA CHE C'E' GIA'...

REFERENDUM 22-10-2017 LA VOCE DEL NO O DI CHI VA AL MARE..