"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 29 ottobre 2017

PONTE PRIULA: “INFORMARSE, CONTROEAR E … SVEJARSE PRIMA MAI?

Sull'incredibile questione dello pseudo restauro del Ponte della Priula e sui tira-e-molla tre ANAS e Regione ci permettiamo di dare un parere che deriva dall'esserci informati e studiati la questione prima che questa diventasse un'emergenza, visto che ancora a luglio scorso abbiamo dato la nostra adesioni del Comitato Imprenditori Veneto 2000 di Diotisalvi Perin.

In primis vorremmo ricordare all'Assessore Corazzari che il progetto è stato certamente visto dalla Regione Veneto perchè non è pensabile che ANAS preveda un intervento di questa portata e con questo impatto senza informare la Regione Veneto o i suoi omologhi di Veneto Strade; l'inaugurazione, in pompa magna (Zaia presente con codazzo) in mezzo all''alveo (secco) del fiume, non lascia dubbi sulla corresponsabilità, almeno in vigilando della struttura regionale, che altrimenti dimostra di essere “autonoma”, ma dal buon senso, visto che non si occupa di quanto di notevole succede sul territorio e sul suo agonizzante fiume.

Il secondo elemento che ricordiamo, anche al Sindaco di Susegana, è che oggi non c'è nessun blocco dei lavori che crei danni al traffico “normale”, ma semplicemente ci si è fermati prima che potesse succedere il disastro, visto che la viabilità provvisoria prevista dal progetto ANAS ha molte criticità, che il Sindaco Scarpa e gli amici industriali dovrebbero studiare, prima di proporre manifestazioni che non faranno mai.
Il progetto ANAS infatti prevede infatti una viabilità alternativa durante i lavori con curve e contro curve a 90°, saliscendi ed immissioni ardite con un ponte Bailey da 120m, che verrebbe fermato in caso di piene superiori ai limiti progettuali (tempi di ritorno 5 anni).
In questo caso il traffico verrebbe rinviato sulla viabilità esistente (!!) cioè facendo il giro per Ponte di Piave e Ponte di Vidor, il che dimostra che nessuno ha ben capito cosa potrebbe succedere se i lavori continuassero a procedere con l'andamento lumacoso attuale e ci fossero alcune grosse piene.
Si tenga conto che in 8 mesi le tubazioni in alveo sono gà state spazzate via tre quattro volte...

Terzo elemento riguarda la tutela archeologica che è obbligatoria sia per i privati che per il pubblico (che non può sempre far finta di essere esonerato dalle leggi che lui stesso promuove): il ponte in legno, precedente quello attuale è noto come posizione ed interasse dei pali ed è soggetto a tutela, mentre, solo le denunce di Perin e poi nostre, hanno portato in evidenza tale mancanza che, oltre che sanata con un controllo archeologico adeguato, va sanzionata in modo esemplare con sostituzione del RUP, chiaramente non adeguato a comprendere quale procedura dovesse essere individuata per il progetto.

Altro forte elemento di criticità, di cui è “colpevole” anche la Soprintendenza che ha approvato il progetto statico (credo senza ben comprenderlo) è che la soluzione progettuale di ANAS stravolge lo schema statico del ponte in cemento armato “a tre cerniere” dell'ing. Miozzi e lo rende un ponte ibrido con pile portanti e nuovo impalcato in ferro e calcestruzzo su cui, come abbellimento posticcio appoggeranno i parapetti, e senza più alcuna funzione per l'ardita (per il tempo) strutture ad arco Mounier. In pratica è come se su un edificio storico fosse autorizzata una copertura in ferro e calcestruzzo, tenendo la struttura originale in legno come elemento accessorio ed aggiungengo i coppi sopra le lamiere: un pasticcio di compromesso che non tutela e nemmeno è troppo funzionale per lo scopo. Il peggio del peggio...

Il rischio ulteriore, molto forte con un ribasso come quello dell'Appaltatore, è che, in corso lavori, emergano “imprevisti” problemi sulla struttura in c.a. ad arco che sarà danneggiata dalle demolizioni dell'impalcato con ritardo nei lavori ed aumento dei costi. Al danno si aggiungerebbe la beffa!

La sospensione attuale consentirà, oltre che di sanare l'insanabile cioè l'ignoranza delle leggi, di mitigare l'andamento lento lentissimi dei lavori che in metà del tempo contrattuale ha svolto solo il 5% del lavoro. I motivi saranno annacquati tra archeologia, bonifica bellica e carenze istruttorie, ma certamente alla fine non sarà colpa di nessuno, come buona pace dei Sindaci che nulla sanno e nulla fanno per informarsi se non tirare la giacchetta ai loro referenti politici regionali tipo la Scarpa con Zaia.
Almeno il Sindaco Szumsky ha avuto il buon senso di dare spazio alle informazioni (parziali) che abbiamo tentato di dare con i Comitato Imprenditori Veneto 2000.

Ultimo elemento che sottolineaiamo è che il fiume PIAVE sembra il Far West dove comanda chi urla più forte, che non è la Regione Veneto:
  • nell'alto Piave, ENEL fa quello che vuole ed “asfalta” il Boite con tutte le carte in regola (secondo loro) uccidendo per 10 anni il fiume
  • sempre in alto Piave la Regiove Veneto (assessore anche bellunese!) sta seccando i torrenti per le minicentrali idroelettriche
  • nel medio Piave da sempre i cavatori dettano le regole ai loro eletti e sono giunti a profondità da record (oltre 13m) proprio poco a valle di Ponte Priula senza che mai nessuno si accorgesse di nulla (forse la ghiaia vola?)
  • nella Piave manca l'acqua e la Regione si tiene in cassetto un piano di gestione da ormai sei-sette anni perchè non sa come gestire gli opposti interessi di cavatori e agricoltori
  • nella Piave manca la manutenzione dell'alveo e si continua a concedere di scavare in acqua ghiaia pulita perchè l'altra non è conveniente


Se questo è quello che intendono, coloro che chiedono più competenze allo Stato, dimostrare di saper far meglio, è opportuno che ci capiamo bene “su chi fa cosa”, perchè altrimenti vale la pena chiedere di essere annessi …. all'Austria o alla Svizzera.


Cordiali saluti
p. la sezione di Treviso
il presidente
Romeo Scarpa

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