Sull'incredibile
questione dello pseudo restauro del Ponte della Priula e sui
tira-e-molla tre ANAS e Regione ci permettiamo di dare un parere che
deriva dall'esserci informati e studiati la questione prima che
questa diventasse un'emergenza, visto che ancora a luglio scorso
abbiamo dato la nostra adesioni del Comitato Imprenditori Veneto 2000
di Diotisalvi Perin.
In
primis vorremmo ricordare all'Assessore Corazzari che il progetto
è stato certamente visto dalla Regione Veneto perchè non è
pensabile che ANAS preveda un intervento di questa portata e con
questo impatto senza informare la Regione Veneto o i suoi omologhi di
Veneto Strade; l'inaugurazione, in pompa magna (Zaia presente con
codazzo) in mezzo all''alveo (secco) del fiume, non lascia dubbi
sulla corresponsabilità, almeno in vigilando della struttura
regionale, che altrimenti dimostra di essere “autonoma”, ma dal
buon senso, visto che non si occupa di quanto di notevole succede sul
territorio e sul suo agonizzante fiume.
Il
secondo elemento che ricordiamo, anche al Sindaco di Susegana, è che
oggi non c'è nessun blocco dei lavori che crei danni al traffico
“normale”, ma semplicemente ci si è fermati prima che potesse
succedere il disastro, visto che la viabilità provvisoria prevista
dal progetto ANAS ha molte criticità, che il Sindaco Scarpa e gli
amici industriali dovrebbero studiare, prima di proporre
manifestazioni che non faranno mai.
Il
progetto ANAS infatti prevede infatti una viabilità alternativa
durante i lavori con curve e contro curve a 90°, saliscendi ed
immissioni ardite con un ponte Bailey da 120m, che verrebbe
fermato in caso di piene superiori ai limiti progettuali (tempi
di ritorno 5 anni).
In
questo caso il traffico verrebbe rinviato sulla viabilità esistente
(!!) cioè facendo il giro per Ponte di Piave e Ponte di Vidor, il
che dimostra che nessuno ha ben capito cosa potrebbe succedere se i
lavori continuassero a procedere con l'andamento lumacoso attuale e
ci fossero alcune grosse piene.
Si
tenga conto che in 8 mesi le tubazioni in alveo sono gà state
spazzate via tre quattro volte...
Terzo
elemento riguarda la tutela archeologica che è obbligatoria
sia per i privati che per il pubblico (che non può sempre far finta
di essere esonerato dalle leggi che lui stesso promuove): il ponte in
legno, precedente quello attuale è noto come posizione ed interasse
dei pali ed è soggetto a tutela, mentre, solo le denunce di Perin e
poi nostre, hanno portato in evidenza tale mancanza che, oltre che
sanata con un controllo archeologico adeguato, va sanzionata in modo
esemplare con sostituzione del RUP, chiaramente non adeguato a
comprendere quale procedura dovesse essere individuata per il
progetto.
Altro
forte elemento di criticità, di cui è “colpevole” anche la
Soprintendenza che ha approvato il progetto statico (credo senza ben
comprenderlo) è che la soluzione progettuale di ANAS stravolge lo
schema statico del ponte in cemento armato “a tre cerniere”
dell'ing. Miozzi e lo rende un ponte ibrido con pile portanti e
nuovo impalcato in ferro e calcestruzzo su cui, come abbellimento
posticcio appoggeranno i parapetti, e senza più alcuna funzione per
l'ardita (per il tempo) strutture ad arco Mounier. In pratica è come
se su un edificio storico fosse autorizzata una copertura in ferro e
calcestruzzo, tenendo la struttura originale in legno come elemento
accessorio ed aggiungengo i coppi sopra le lamiere: un pasticcio di
compromesso che non tutela e nemmeno è troppo funzionale per lo
scopo. Il peggio del peggio...
Il
rischio ulteriore, molto forte con un ribasso come quello
dell'Appaltatore, è che, in corso lavori, emergano “imprevisti”
problemi sulla struttura in c.a. ad arco che sarà danneggiata dalle
demolizioni dell'impalcato con ritardo nei lavori ed aumento dei
costi. Al danno si aggiungerebbe la beffa!
La
sospensione attuale consentirà, oltre che di sanare l'insanabile
cioè l'ignoranza delle leggi, di mitigare l'andamento lento
lentissimi dei lavori che in metà del tempo contrattuale ha svolto
solo il 5% del lavoro. I motivi saranno annacquati tra archeologia,
bonifica bellica e carenze istruttorie, ma certamente alla fine non
sarà colpa di nessuno, come buona pace dei Sindaci che nulla sanno e
nulla fanno per informarsi se non tirare la giacchetta ai loro
referenti politici regionali tipo la Scarpa con Zaia.
Almeno
il Sindaco Szumsky ha avuto il buon senso di dare spazio alle
informazioni (parziali) che abbiamo tentato di dare con i Comitato
Imprenditori Veneto 2000.
Ultimo
elemento che sottolineaiamo è che il fiume PIAVE sembra il Far
West dove comanda chi urla più forte, che non è la Regione
Veneto:
- nell'alto Piave, ENEL fa quello che vuole ed “asfalta” il Boite con tutte le carte in regola (secondo loro) uccidendo per 10 anni il fiume
- sempre in alto Piave la Regiove Veneto (assessore anche bellunese!) sta seccando i torrenti per le minicentrali idroelettriche
- nel medio Piave da sempre i cavatori dettano le regole ai loro eletti e sono giunti a profondità da record (oltre 13m) proprio poco a valle di Ponte Priula senza che mai nessuno si accorgesse di nulla (forse la ghiaia vola?)
- nella Piave manca l'acqua e la Regione si tiene in cassetto un piano di gestione da ormai sei-sette anni perchè non sa come gestire gli opposti interessi di cavatori e agricoltori
- nella Piave manca la manutenzione dell'alveo e si continua a concedere di scavare in acqua ghiaia pulita perchè l'altra non è conveniente
Se
questo è quello che intendono, coloro che chiedono più competenze
allo Stato, dimostrare di saper far meglio, è opportuno che ci
capiamo bene “su chi fa cosa”, perchè altrimenti vale la pena
chiedere di essere annessi …. all'Austria o alla Svizzera.
Cordiali
saluti
p.
la sezione di Treviso
il
presidente
Romeo
Scarpa
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