Devo
ammettere di aver gravemente sottovalutato il problema e di essere
molto sospreso da quanto radicati restino i “residui del passato”
nell'animo di molti, che si impegnano per il
miglioramento/cambiamento della società e dell'ambente.
Questo
non sarebbe nemmeno il male peggiore, se il ricordare la storia
servisse a non ripetere gli errori, mentre vedo che c'è un gusto
(che ritengo suicida) nel riproporre schemi e questioni “antiche”,
anche oltre gli obiettivi comuni, che pur ci sono e sono urgenti.
L'esempio
attuale è la questione della Superstrada PEDEMONTANA VENETA, che è
un gravissimo problema che ha già devastato il vicentino e sta
devastando il trevigiano.
Mi
pareva utile, anzi lo credo ancora e sempre di più essenziale,
riunire l'esperienza dei comitati del vicentino con quelli dei
comitati da poco nati nel trevigiano e quindi sono stato da subito
fautore di contatti con il COVEPA, che è sul tema da molti anni,
come pure mi pare essenziale avere rapporti di collaborazione con
quei partiti (M5S, SI e Pd cioè Zanoni) che sul tema non sono
proprio favorevoli tout-court all'opera.
Il
Comitato NO PEDEMONTANA di Treviso, di cui facciamo parte, ha appena
finito di fare varie iniziative sia su territorio (ad Altivole) che
in città, ma nella pattumiera di FB vedo salire una tensione che non
è giustificata solo dalla diversità di opinioni sul tema o sulle
strategie, ma da rancori più profondi, che sarà bene cercare di
dissolvere una volta per tutte.
L'alternativa
è quella di sprecare energie, non per contrastare l'opera
Pedemontana ed i suoi promotori SIS+Zaia, ma dire che “io
sono meglio di te”
o “tu sei più
venduto di me...”,
gioco che credo si facesse alla scuola materna.
Era
già successo per l'iniziativa di Andrea Zanoni che aveva fatto
gazebi dove si chiedeva di “finirla”, ma la scintilla che ha
fatto deflagrare un contrasto da tempo latente non sono state le
differenti visioni sui percorsi alternativi, né le diverse strategie
di contrasto dell'opera, ma alcune considerazioni di metodo ed
opportunità su un'iniziativa del CSO Django nei confronti della Lega
Nord alla periferia di Treviso.
E'
ben vero che il CSO Django è libero di “desalvinizzare” tutto
quello che vuole quando vuole, ma dovrebbe porsi almeno la domanda se
è opportuno farlo il giorno prima del referendum, quando Salvini non
è nemmeno in loco e prima di un un incontro con tutti i Comitati che
avrebbe meritato migliore copertura di stampa, visto il tenore dei
relatori e degli intervenuti.
Si
è preferito (cioè quelli del CSO Django hanno preferito) una loro
specifica iniziativa rispetto al progetto costruito da tutti e così
la visibilità mediatica (con tutti gli stravolgimenti che usualmente
vengono fatti in questo caso) è andata alla desalvinizzazione.
Un
volantinaggio con fumogeni, nella sostanza innocuo, è passato come
un assalto all'OK Corral per i media, ma questo è un dato che va
considerato, per cui le azioni (anche le più sacrosante) devono poi
sottostare a queste regole (non giuste), ma che ci sono e ci sono
sempre state.
Tutti
i soldi messi da Zaia nella propaganda al referendum sono andati ai
media locali, mica in beneficienza e quindi questo è il logico
ritorno...
Direi,
a posteriori, quindi che l'iniziativa del CSO Django, per quel che
riguarda il convegno sulla Pedemontana, è stato un grandissimo
autogol, anzi una doppietta di autogol nel miglior stile di Niccolai,
mitico difensore dle Cagliari anni '80.
Stupirsi
quindi delle critiche e reagire in modo piccato (“siamo solo noi
quelli che hanno il coraggio di attaccare la Lega...” o di fare
certe “azioni”) non mi pare un buon modo di condividere un
percorso, ma, come spesso accade (e come mi dicono è sempre accaduto
in passato) è il modo che dà fastidio e fa sembrare quasi ricercate
queste coincidenze (che per me restano solo stupide coincidenze, che
però fanno la storia e le storie).
Se
vogliamo chiarire sia questo che il passato, anche remoto (Dal Molin
e non so che altro), siamo pronti ad un confronto con tutti da Zanoni
al COVEPA, ai Beati Costruttori di Pace fino a tutti i centri sociali
del mondo, altrimenti saranno inevitabli le divisioni ed i distinguo
perchè nessuno accetta di fare un percorso con chi ti tira, a forza,
su una strada, che consideri non fruttuosa.
Non
vuole essere un discorso paternalistico, né da buon padre di
famiglia, ma un discorso di chiarezza perchè siamo tutti amici, ma
la politica si fa e si pratica per avere dei risultati nel breve1,
medio e lungo periodo.
Altrimenti
si fanno provocazioni, azioni, flash mob, contestazioni: tutto bello
e sacrosanto, ma ricordando che a Treviso non è mai stato questo non
è mai stato un buon viatico per nulla che abbia un seguito rilevante
perchè la città è molto borghese e piccina e non da oggi.
Sono
disconsi triti e ritriti, sentiti mille volte, che si possono fare
per i comitati come per la sinistra in generale.
Non
è ora di risolvere la questione una volta per tutte con onerstà
intelettuale e senza vecchi pregiudizi?
Fatemi
sapere perchè cose da fare ce ne sono molte e non è detto che
dobbiamo farle per forza insieme.
Con
cordialità e rispetto.
p.
la sezione di Treviso
il
presidente
Romeo
Scarpa
1Che
a noi ed a me in particolare non interessa
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