"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

sabato 22 settembre 2018

CONFERENZA MEZZAVILLA - FORUM AMBIENTE 25-9-2018 ore 20.30

Il Forum Ambiente Treviso prosegue il proprio ciclo di incontri pubblici dedicato alla conoscenza e valorizzazione dei fiumi di risorgiva trevigiani. Il prossimo appuntamento (il quinto) sarà
martedì 25 settembre, ore 20.30, 

presso la sala conferenze della Fondazione Benetton, in via Cornarotta 7 a Treviso, e si intitolerà: 
"Aspetti naturali dei fiumi di risorgiva trevigiani. Un patrimonio da salvaguardare."

In tale occasione il professor Francesco Mezzavilla illustrerà le caratteristiche di flora, fauna e biotopi dei nostri corsi d'acqua.

Francesco Mezzavilla è biologo. E' stato ricercatore presso l’Istituto per l’Antropologia dell’univ. di Padova, con una ventina di pubblicazioni. Insegnante per 35 anni in scuole statali, soprattutto medie, di matematica e scienze. Coordinatore provinciale e regionale LIPU per 8 anni. Da 25 anni consulente scientifico per vari enti pubblici, quali Comuni ed Enti Parco, e di varie associazioni naturalistiche, in particolare sull’avifauna, nonchè autore e coautore di oltre 120 pubblicazioni sul tema. Consigliere comunale a Treviso per un mandato, durante il quale ha presieduto la locale Commissione Lavori Pubblici. Fondatore e presidente Società Trevigiana Scienze Naturali; è stato Consigliere dell’Ass. Faunisti Veneti.

Il Forum Ambiente di Treviso è un gruppo di associazioni locali impegnate nella tutela e valorizzazione del nostro territorio. Ne fanno parte: WWF, Legambiente, Italia Nostra, FIAB, Amici della Storga, Gruppo Botteniga, Treviso Sotterranea, Società dei Territorialisti, Pescatori del Sile, EnergoClub, ed altri.

giovedì 13 settembre 2018

PARCO SILE: LA SOLITA RIFORMA “A PAROLE”

Non c'è nessuna “rivoluzione” nella nuova riforma dei parchi regionali veneti perchè non è una legge regionale che modifica un modo di gestire una risorsa preziosa come un'area naturale protetta, ma un idem sentire che purtroppo non c'è e siamo pronti a scommettere non ci sarà nemmeno un futuro.

Per carità, non c'è nulla da difendere della precedente impostazione che era governata dagli interessi di partito e da miseri localismi, ma nulla ora fa presupporre che sarà diverso perchè il controllo è saldamente nelle mani della Giunta Regionale (a sua discrezione...) e dai Sindaci, che non sono proprio dei difensori dell'ambiente (ma di più dei loro voti).

Il precedente Consiglio del Parco era costituito da 40 persone (3 per Comune con 2 di maggioranza ed uno di opposizione e dalle Province con Treviso che ne nominava 5, Padova 1, Venezia 1), ora viene sostituito dalla Comunità del Parco dove invece saranno “solo” 20:
  • 11 sindaci 
  • 3 nomine dirette della Giunta Regionale 
  • 1 dalla Provincia più rappresentativa 
  • 1 per le attività produttive 
  • 1 per le attività turistiche 
  • 2 associazioni ambientaliste 
  • 1 associazioni ittiche 
  • 1 (persino) dalle associazioni venatorie che nei parchi non possono cacciare...
Da notare che le precedenti divisioni tra colori partitici dei Comuni ed i loro piccoli interessi particolari restano, ma si aggiungono anche interessi ultronei (le attività produttive, il turismo ed addirittura i cacciatori) quando la finalità di un parco è (dovrebbe essere) la conservazione del bene comune, non il suo sfruttamento, com'è stato fatto fino ad oggi.

Ma non c'è proprio la cultura in questo senso e si ricercano incentivi per fare piste ciclabili, bed & breakfast, chioschi mentre i grandi alberi del parco muoiono o le risorgive vengono alimentate con le pompe.

Ma d'altronde la gestione passata, attuale e futura è precisa responsabilità di una parte politica (Lega un tempo Nord), ben coadiuvata da un'inconsistente opposione (PD), per cui si fa di tutto e di più … “par far bisiness, schèi...” e non basta qualche finanziamento europeo raccolto per merito di studi privati per modificare la rotta.

La Giunta esecutiva del Parco era costituita da 5 persone nominate dal Consiglio del Parco e mai nessuno è entrato in questo “fortino”, difeso anche oltre la quiescenza da un direttore facente funzioni con laurea in legge; domani si chiamerà Consiglio Direttivo e sarà formata da 5 persone: 2 nominate direttamente dal Presidente dalla Regione, un Sindaco, un rappresentante del settore primario (agricoli sempre privilegiati) ed un altro eletto dalla Comunità.

Scommettiamo che saranno tutti omogenei all'attuale maggioranza e continueranno a fare come prima?

Scomettiamo che il direttore sarà un'altra persona di fiducia che custodirà gli armadi ed i finaziamenti “a norma di legge”?

La parole dell'Assessore Corazzari sono quindi parole al vento.

"Tutto cambia, perchè nulla cambi” - il buon Tomasi di Lampedusa forse era parente dei leghisti di Luca Zaia.

sabato 8 settembre 2018

GLI AVVOLTOI DELLA PROPAGANDA E LA VERITA' (nostra) SUL PONTE DELLA PRIULA

Ieri in quel di Ponte della Priula c'è stata la passerella di ANAS con il Presidente della Regione Veneto e le autorità locali, che a vario titolo si sono auto-incensati per come procedono i lavori sul Ponte della Priula, storico monumento vincolato come “bene culturale”.

Ovviamente la passerella ha avuto scopi puramente propagandistici per dimostrare “quanto siamo bravi noi”, invece dei cialtroni responsabili del disastro di Genova.

Peccato che come tutte le “favole” ci siano delle parti che restano nell'ombra: i nostri amministratori raccontano mezze verità ed alcuni, come il sindaco di Susegana, perdono occasioni per stare in silenzio.

Con il Comitato Imprenditori Veneti 2000 di Diotisalvi Perin, la nostra associazione si sente chiamata direttamente in causa, etichettata come “quelli del comitato del NO”, in modo falso e codardo.

La verità, che vogliamo ancora una volta ribadire, è che nessuno di noi è mai stato contrario ad un restauro serio del ponte storico, che però gli consentisse di mantenere il suo schema statico originario senza stravolgimenti, allargando la carreggiata con una struttura ciclabile distinta a lato.

Si è scelto lo stravolgimento strutturale del ponte con inserimento di un impalcato in putrelle, che è un intervento di radicale modifica statica, che probabilente darà problemi di manutenzione in futuro, visto che tali nuove strutture non sembrano ispezionabili.

Un ponte storico di questo tipo non teme i carichi verticali, come ben sa chi mastica un po' di statica e non ciancia a vanvera, se le pile sono consolidate.

La nostra contestazione quindi non aveva per oggetto la necessità di manutenzione (anzi abbiamo anche contestato i 2 milioni di euro spesi pochi anni fa per s”tucco e pittura”, ma il tipo di intevento (che non è un restauro) perchè su strutture storiche (tipo il Colosseo per citare Zaia) di solito si interviene rispettando i materiali originari e non con inserimento di un brutale impalcato in ferro.

Oltre tutto abbiamo anche denunciato la carenza delle procedure, che pare essere un vizietto delle pubbliche amministrazioni come dimostra anche la Superstrada Pedemontana Veneta: i lavori sono iniziati senza che fosse fatta alcuna indagine archeologica, fregandosene di tutte le prescrizioni obbligatoria che valgono per le pubbliche amministrazioni danno a tutti i cittadini.
Bell'esempio procedere senza rispettare le normative!

E poco vale che alla fine tutto si sani in Regione Veneto in modo pilatesco: la figura degli incompetenti e degli improvvisati è tutta loro e non nostra che chiediamo il rispetto della legge.

Crediamo che i ruoli vadano rispettati: noi chiediamo che si rispettino i monumenti ed abbiamo aspramente criticato la Sopritendenza per un'autorizzazione molto benevola asd un simile progetto.

Chiediamo anche che la normativa sugli appalti e sulle procedure venga rispettata da tutti, anche dai Signori di ANAS e della Regione Veneto, senza deroghe e sanatorie, perchè non ci risulta che siamo in una repubblica dove esistano soggetti “legibus soluti”.

La figura degli “avvoltoi”, avidi di propaganda, è tutta per loro, che raccontano mezze favole e credono di essere migliori di quelli di Genova, quando la pasta è, purtroppo, la medesima.