"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

martedì 28 agosto 2012

ACQUITALY SI FARA'! Pfuii... ero preoccupato...


La (poco nota) associazione Tre.A (acronimo di Treviso Anonimi?) presieduta dal dott. Franco Crivellari precisa che il festival trevigiano dell'acqua si farà.

foto dal sito....
Bene! E chi mai l'aveva messo in dubbio? Quali perplessità erano mai sorte?
Un po' di movimento a Treviso non fa poi male, visto che la città è vivace come un centro per anziani...
Stupisce un po' il tema dell'acqua, che non poi così amata a Treviso, dove di solito di presenta il vino o al massimo lo spritz, ma tant'è...

Auguriamo tutto il meritato successo a questa associazione di volonterosi che per due o tre giorni ci farà capire l'importanza dell'acqua, che è un “bene comune” e quindi non è di nessuno e di tutti.

Due parti di idrogeno ed una di ossigeno, acqua per tutti... ma non in bottiglia o a pagamento.

estratto dal giornale


Acquitaly pronto al decollo
TREVISO - «Nessun cambio di programma per Acquitaly, il 1. Festival dell’Acqua a Treviso. Venerdì 31 agosto alle 20.30 l’inaugurazione in piazza dei Signori ci sarà». Lo fa sapere l’associazione Tre.A presieduta da Franco Crivellari che organizza l’evento, dopo che alcune false notizie ne avevano messo in dubbio la realizzazione.
Programma:
  • inaugurazione in piazza dei Signori con spettacolo “Fatti d’acqua” della coppia di comici "Marco & Pippo", promosso da ATS
  • sabato 1 e domenica 2 settembre con fitto programma di eventi e attività ("Salotto Librando" in piazza dell’Università, degustazione di pesce (?) offerta alla trattoria "Ai Do Mori" in collaborazione con l’associazione piscicoltori italiani.
«Queste false notizie - evidenziano gli organizzatori - fanno capire che qualcuno non gradisce che questa manifestazione venga realizzata e abbia un seguito in futuro. Il Festival è stato pensato e organizzato con l’obiettivo di essere il primo passo di un programma triennale di eventi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’acqua in tutte le sue sfaccettature, come risorsa naturale vitale da considerare in ogni gesto della vita quotidiana. Ma anche attirare l'attenzione dei politici sulla necessità di rilanciare il centro storico di Treviso che si sta rapidamente svuotando».


Una domanda impertinente, anzi tre:
  1. che tipo di pesce ci sarà da degustare?
  2. secondo voi il centro si svuota perchè c'è poca acqua? 
  3. "acquitaly" par farghè el verso al vinitaly?? Non giera mejo "aquapadana"?

CONTRIBUTO PAT n.22 - BUCHI NERI?

sempre by ennio

CONTRIBUTO PAT n.21 - LOTTIZZA LOTTIZZA....

... e poi non si riescono ad avere i benefici che sarebbero pagati con i soldi degli oneri.

Ecco un bell'esempio a Monigo (by ennio)


lunedì 27 agosto 2012

CONTRIBUTO PAT n.20 - SICUREZZA STRADALE

Da Ennio (con furore...)... lo sanno tutti, ma è difficile far le cose semplici, vero?




CONTRIBUTO PAT n.19 - MURI STORICI (e tradizioni..)

Berto ed Ennio per Italia Nostra (ma non solo...) ritengono che sia decisivo conservare la memoria di queste parti della città indipendentemente da chi sia ora il proprietario...
Il comune quando ha allargato via Sovernigo, ha demolito i pilatri tondi (che intrigava, ostia..) vecchia vestigia dell'ingresso facendo ocntento el Duro che 'desso ga do bee coèone in cemento!!


sabato 25 agosto 2012

CONTRIBUTO PAT n.16 - ACCORDI PUBBLICO-PRIVATI

Pat, la giunta dà il disco verde agli accordi pubblico-privati
L’imminente Pat di Treviso –il piano di assetto del territorio - potrà includere specifici accordi fra comune e privati, come consentito dalla legge regionale 11 del 2004 che ha di fatto aperto la strada dei nuovi maxidocumenti urbanistici. Lo ha stabilito la giunta, che ha affrontato l’argomento nell’ultima seduta, dopo una breve relazione dell’assessore all’urbanistica, Sergio Marton. 
Gli accordi possono riguardare specifiche aree, ritenute strategiche dall’amministrazione. Dovranno però seguire criteri che saranno ora posti all’esame della commissione urbanistica e che dovranno essere infine ratificati dal consiglio comunale. 
Un ulteriore capitolo per il Pat, che tanto sta facendo discutere associazioni, categorie, gruppi ambientalisti, e comitati, che in questi giorni hanno organizzato una serie di incontri per arrivare e produrre le osservazioni (la prossima è il 30 agosto allo stand della sagra di Monigo). Invano in tanti - comprese alcune associazioni di categoria – hanno chiesto la proroga dei termini per la presentazione, che la giunta ha fissato per il prossimo 5 settembre. Facile prevedere che sarà un settembre caldissimo, sul fronte urbanistico.
(DA TRIBUNA DI TREVISO - CONTRIBUTO DI SERGIO M. - sindaco di preganziol)

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Nota a margine (cattiva)
Gli accordi pubblico-privati si sono fatti sempre soprattutto accordi PUBBLICO e AMICI PRIVATI...
Parliamo di tutti gli accordi con il Ciccio di Fondazione Cassamarca e quelli futuri che si faranno sull'area Marazzato dove Beauty & Co. sono in prima linea da sempre.
Questi non sono accordi PUBBLICO-PRIVATI, sono accordi PRIVATI-PRIVATI  

Nota per il giornale
Va bene pubblicare la velina che viene proposta... ma un minimo di commento... un accenno nel merito oltre alla speranza che l'autunno sia caldo?

venerdì 24 agosto 2012

CONTRIBUTO n.15 - CONSUMO SUOLO (EDIFICI ABBANDONATI)


Gli occhi spontaneamente cercano la bellezza e scivolano sulla bruttura.
Treviso è bella, la amo, l'ho tanto fotografata, ma non è così linda come si vuol far credere. Mentre facevo questo giro fotografico, sono stata colpita dall'ampiezza degli edifici abbandonati e/o degradati, pubblici e privati.
Che senso ha continuare a edificare su spazi verdi quando c'è tanto da recuperare?
 E l'amministrazione, come può vantarsi di aver trasformato Treviso in un gioiello?
 
(by francesca m)

CONTRIBUTO PAT n.14 - PERCORSI DI PREGIO STORICO AMBIENTALE A SANT'ANNA


Ennio mi manda due percorsi già molto usati da chi fa jogging e passeggiate a Sant'Anna di Monigo, terra agricola ai margini nord ovest della città con una bellissima sagra in luglio

CONTRIBUTO PAT n.13 - SOLIDARIETA', VOLONTARIATO E DESIGN VINTAGE

Una città della Romania? Uno scorcio di Timisoara?? No, no...

è Treviso:,la città del volontariato, della solidarietà e del design vintage


(by enrica)

giovedì 23 agosto 2012

CONTRIBUTO PAT n.12 - Berto per il SILE



TREVISO Citta d’acqua.
L’attributo dato usualmente alla città è, e rimane, soltanto una constatazione: è necessario che diventi una affermazione cioè che esprima la volontà di continuare ad essere una città che ricorda che la sua collocazione sul territorio è indissolubilmente legata alla confluenza traSile e Botteniga-Cagnan, che il due fiumi le hanno dato ragion d’essere e di svilupparsi e che ora, quando ci si accorge che terra, acqua, aria non solo elementi infiniti, si deve provvedere alla loro salvaguardia.
Per quanto riguarda l’acqua i momenti critici sono:
  • La progressiva diminuzione delle portate del Sile e dei suoi affluenti
  • L’inquinamento
  • I depositi provocati dagli sbarramenti realizzati per la produzione di energia elettrica
  • La perdita di navigabilità
  • La perdita di naturalità
Innanzitutto è necessario ricordare cosa è il sistema Sile-affluenti: un insieme di affioramenti del corpo idrico sotterraneo unico in Europa, e forse nel mondo, per grandezza e qualità, che interessa una parte importante della pianura veneta; la valenza di questo sistema è stata riconosciuta, parzialmente, con l’istituzione nel 1991 del Parco Regionale naturale del fiume Sile.
Perché “parzialmente”? Perché la Regione ha deciso che la tutela fosse limitata soltanto al corso del fiume principale dimenticando i suoi affluenti e la funzione che essi hanno svolto e continuano ad avere non solo come apporto idrico ma come sistema di organizzazione del territorio.
Ma non basta: l’istituzione del Parco non è stata accompagnata da una precisa volontà di costruire un organismo di gestione capace effettivamente di esercitare salvaguardia, nemmeno sul Sile.
La Regione ha di fatto demandato ai Comuni e alle Province ogni responsabilità di gestione rinunciando anche ai banali, ma dovuti, controlli amministrativi; Comuni e Province si sono limitati ad eleggere rappresentanti nel Consiglio dell’Ente Parco subendo passivamente l’attività (o l’inerzia?) dello stesso e mai pensando ad utilizzare le volontà espresse nella Legge istitutiva per risolvere problemi locali.
Non esiste atto che ricordi discussioni e/o dibattiti di Consigli Comunali o Provinciali sui temi generali del Piano ambientale e delle sue varianti,
Tuttavia il Piano Ambientale contiene indicazioni precise per quanto che possono riguardare anche la città di Treviso: tra gli elaborati che costituiscono le Norme di Attuazione sono previsti una serie di Programmi di Intervento (Art.1-comma e) ALL. E- programmi 1,2,4,5,28,30) che affrontano tematiche fondamentali per l’intero territorio Comunale.
In questo quadro si ritiene che il Comune di Treviso debba affrontare il problema dell’intero sistema delle acque superficiali studiando forme di tutela che potrebbero in seguito essere adottate dall’Ente Parco o dagli altri Comuni interessati e che potrebbero preludere al riconoscimento della necessità di ampliare il perimetro attuale del Parco istituendo una zona di Pre-Parco finalizzata alla conservazione e al miglioramento della qualità dell’acqua (elemento specifico della Legge istitutiva: Art. 2-comma b):”la protezione e la valorizzazione del bacino idrografico nella
sua funzione di risorsa idropotabile”)
In questo ambito è possibile affrontare e risolvere il problema delle fognature non solo del Centro Storico: tenendo conto della specificità descritta all’inizio potrà essere redatto un progetto serio capace di attingere fondi presso la Comunità Europea.
I recenti dati sui problemi derivanti dagli sbarramenti idroelettrici pongono con forza un problema di gestione del patrimonio idrico: ricordando le norme contenute negli Statuti Comunale trecenteschi (A.Marchesan: “Treviso Medievale” Tomo I° pag.288 e segg) si ritiene possibile che il Comune stabilisca un divieto assoluto di riversare a valle quanto si ferma nelle griglie delle centrali idroelettriche di Ponte S:Martino e della Gobba: E’ probabile che questo divieto sia già contenuto negli obblighi contenuti nelle concessioni in atto ma non è stato rispettato come non è stata rispettata la necessaria pulizia dei fondali.
Accanto alla pulizia devono pure essere eliminati gli ostacoli artificiali allo scorrimento delle acque come, ad esempio, il “collo di bottiglia” del Canale delle Convertite esistente in corrispondenza della confluenza dello stesso nel Sile accanto al Bastione di S,Sofia.
Sono evidenti le carenze presenti al punto 3.2.3.1 del “Rapporto ambientale preliminare e gli obiettivi posti nel citato “Piano di Gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali”.

La tutela dei corpi idrici superficiali minori
Non si ritiene esagerato affermare che essi ricevono le acque reflue di almeno il50% della popolazione trevigiana. E’ unque necessario intervenire, rapidamente e ove possibile, per diminuire questa quantità anche con piccoli impianti di depurazione e con una programmata svuotatura dei pozzi neri e Imhoff ora esistenti in attesa dell’ampliamento/completamento della rete fognaria.
Ma è pure necessario mantenere in vita, anche con opere urgenti di manutenzione e soprattutto di aspirazione dei depositi, quelli ancora esistenti per non incorrere nella loro progressiva scomparsa.
Bisogna ricordare che la mancanza di considerazione e di tutela ha consentito recentemente l’interramento di una sorgente in Via Paludetti ed il posizionamento del complesso ISRAA di Via S:Bona nuova nella parte inferiore del lotto disponibile, in parte sopra una risorgiva già interrata.
L’eliminazione del salto d’acqua del vecchio mulino presso il Convento delle Visititandine in Via S.Pelajo sta provocando la scomparsa dell’area umida a monte: il suo rifacimento ne permetterebbe ,a poco prezzo, la salvaguardia
E’ altrettanto importante estendere la tutela nelle aree immediatamente a monte delle risorgive al fine di evitare interruzioni della falda sotterranea (le interruzioni, ad esempio, che hanno provocato a Lancenigo il prosciugamento della sorgente della Limbraga) si chiede pertanto che sia proibita con precisa norma e con individuazione cartografica la realizzazione di vani sotterranei nelle aree in cui la prima falda sotterranea corra a meno di 3 metri dalla superficie del terreno. La precisa individuazione di queste aree è desumibile dalla planimetria in scala 1:12.500 realizzata dallo Zanniol nel 1925 ma anche dall’indagine specifica eseguita in preparazione del P.R.G. 2001 oppure da quella (georeferenziata) riportata negli allegati al PTPC vigente.
Infine è necessario riparare al mancato inserimento del fiume Cerca di Monigo tra i corsi d’acqua sottoposti a tutela ai sensi della L: 431/1985 come recepita dal DLgs n.42/2004: esso nasce dal fontanile (denominato Fontanelle) sito invia 55° Reggimento Artiglieria e sfocia nel Sile immediatamente a Sud della stazione abbandonata di SS.Quaranta, dopo aver sottopassato la ferrovia.

Il paesaggio fluviale
A monte e a valle di Treviso il Sile mantiene pur con caratteristiche diverse notevoli caratteristiche di naturalità pur avendo subito, nella prima metà del ‘900, pesanti modifiche al suo alveo in seguito a vaste operazioni di bonifica nella parte superiore e di escavo per estrazione di ghiaia nella parte inferiore: la serie storica IGM le documenta con precisione. (qualora richiesto si è in grado di fornirne copia):
Questa “naturalità”si mantiene, a monte, anche nel territorio del Comune di Treviso fino alla grande ansa posta in corrispondenza del suo avvicinamento alla cinta muraria con l’unica, pesantissima eccezione costituita dall0aeroporto (ex militare) A.Canova (questo tema sarà trattato in altro apposito contributo),ma scompare nel tratto urbano e, per la riva sinistra, anche a valle della città:
In epoca moderna o contemporanea il Sile ha subito alcune pesanti modifiche che devono essere puntualmente descritte:
1)-nell’ultimo decennio del 1800 il ricalibramento del canale Piavesella ed il suo sfocio nella Botteniga ha quasi triplicato la portata della stessa tanto che si è dovuto scaricare l’eccesso ampliando il fossato attorno alle Mura dal ponte di Pria fino al Bastione di S.Sofia. La Piavesella deriva acqua direttamente dal Piave e trasporta, in occasione delle piene, anche morbide, dello stesso, grandi quantità di limi che si depositano nell’alveo del Sile: il punto migliore per l’osservazione del fenomeno è il Ponte Dante da cui è facile vedere il diverso “colore” delle acque che si stanno mescolando.
La realizzazione di un bacino di decantazione per le acque della Piavesella potrebbe risolvere il problema: ovviamente la localizzazione (potrebbe essere una delle numerose cave di ghiaia esistenti a nord dei confini comunali) non è di competenza del Comune di Treviso ma si ritiene opportuno che il PAT indichi alle istituzioni di livello superiore sia il problema che l’indicazione do soluzione.

2)-nel corso urbano del fiume esiste un primo sbarramento, di origine antica, forse millenaria, in corrispondenza del Ponte di S.Martino, che è anche funzionale rispetto alla derivazione che alimento il fossato a sud della città: L’attuale funzione di produzione di energia elettrica non altera il regime delle acque: il fiume ha avuto modo, nel tempo, di consolidare questa condizione anche dal punto di vista paesaggistico. Si ritiene comunque utile e/o necessario:
a)- Una verifica della riva sinistr in corrispondenza del quartiere di S.Nicolò poichè esistono voci di scarico di macerie nell’alveo avvenute nel secondo dopoguerra
b)- il divieto di scarico a valle del materiale che si deposita sulla griglie della centrale idroelettrica.

3)- un secondo sbarramento destinato alla produzione di energia elettrica è stato costruito attorno al 1950 immediatamente a monte del ponte ferroviario denominato “della Gobba”: il livello dell’acqua è stato aumentato ( ora è eguale al livello del fiume in corrispondenza della confluenza del Cagnan dell’Ospedale) ed ovviamente è diminuita la velocità dell’acqua. Ne è conseguito un enorme deposito di limo recentemente denunciato in due articoli pubblicati recentemente apparsi su “La Tribuna di Treviso” (10 e 15 agosto). Il fenomeno era peraltro noto da notizie date dai “sub” trevigiani ed era evidente data la mancanza di turbolenza dell’acqua in corrispondenza delle due briglie sottoacquee esistenti: la prima posta davanti all’ex Ospedale di S.Maria dei Battuti e la seconda immediatamente a valle di Ponte Garibaldi.
Questo sbarramento ha stravolto il rapporto fisico e visivo tra città e fiume tramutando un corso d’acqua veloce in uno specchio d’acqua simile ad un lago. Il conseguente deposito di limo (o fango?) comporta presenta di inquinamenti (anche per la nota inesistenza di fognature).
Si rende necessario uno studio approfondito teso a verificare gli effetti della permanenza di questo sbarramento (purtroppo anche per quanto riguarda la staticità degli edifici attigui) ed il contributo che esso comporta all’inquinamento del corso d’acqua posto che la sua eliminazione sarebbe sicuramente opportuna dal punto divista paesaggistico in quanto capace di ripristinare l’originario rapporto tra acqua e città.
Forse sarebbe sufficiente una semplice analisi costi-benefici: i costi rappresentati dalla eliminazione periodica, quinquennale, dei depositi limosi, gli utili dalla produzione di energia elettrica: ovviamente i costi non devono essere pubblici ma attribuiti a chi gode dei benefici.
Riportare il fiume allo stato originario significa stabilire una invariante perpetua e riconoscere la validità paesaggistica esistente prima della seconda guerra mondiale; ciò comporta esiti riguardanti opere recentemente costruite: la passerella altoatesina (con tutto il rispetto) di fronte all’attuale Università, il traffico automobilistico, l’arredo, il verde, ecc.

4)-analoghe considerazioni possono essere fatte anche per il terzo sbarramento realizzato al confine con il Comune di Silea sia come esito paesaggistico che per il problema dei limi e al conseguente regime delle acque.

Il sistema delle acque è un elemento fondamentale del paesaggio urbano di Treviso: essendo venuta a mancare la componente della navigabilità (che in parte potrebbe riprendere con l’eliminazione degli sbarramenti contemporanei) deve essere ampliata la fruizione con una ampliata percorribilità ciclopedonale o anche soltanto pedonale.
Indicazioni interessanti e ancora valide sono presenti nella Relazione Illustrativa del Progetto Preliminare per il Piano Particolareggiato del Centro Storico .

CONTRIBUTO PAT n.11 - 3VISO3

L'ALTRA SERA L'ASSOCIAZIONE HA CONSEGNATO UN BUSTONE CON OLTRE UN ANNO DI LAVORO...

PER VEDERE IL CONTRIBUTO DELL'ASSOCIAZIONE 3VISO3 VI RIMANDO AL  LORO SITO-QUADERNI TECNICI PERCHE' IL MATERIALE E' MOLTISSIMO ...

CONTRIBUTO PAT n.10 - da Stefano PIANO DI RISCHIO AEROPORTO

 AL SIGNOR SINDACO del Comune di TREVISO


PIANO di ASSETTO del TERRITORIO (P.A.T. – L.R. 23 aprile 2004, n° 11)
Il sottoscritto Stefano Dall’Agata  eidenzia quanto segue:
Ai sensi dell’art. 707 del Codice della Navigazione – parte Aeronautica i
Comuni sono tenuti all’inserimento del Piano di Rischio Aeroportuale nei loro strumenti urbanistici.


La Legge Regionale 11 del 2004 fissa tra le finalità:
Art. 2 – Contenuti e finalità
1. La presente legge stabilisce criteri, indirizzi, metodi e contenuti degli strumenti di pianificazione,per il raggiungimento delle seguenti finalità:
a) promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole, finalizzato a soddisfare le necessità di crescita e di benessere dei cittadini, senza pregiudizio per la qualità della vita delle generazioni future, nel rispetto delle risorse naturali;
Il Comune di Treviso è interessato, assieme al Comune di Quinto di Treviso, dalla presenza della struttura aeroportuale A. Canova di proprietà di SAVE/AERTRE.
Mentre il Comune di Quinto di Treviso ha provveduto a dotarsi, con Protocollo
n. 17 del 2/1/2012 di apposito Piano di Rischio Aeroportuale, il Comune
di Treviso ne è ancora privo.


Nell’elaborazione del PAT dovrà venire colmata questa lacuna e chiede pertanto che in sede di predisposizione del Piano di Assetto del Territorio venga tenuto in considerazione quanto evidenziato.


Stefano Dall’Agata

CONTRIBUTI PAT n.9 - (Luigi SEL) INTERPELLANZA A CONSIGLIO PROVINCIALE

Seguendo le puntuali valutazioni del Circolo di Treviso, è stata presentata dal Gruppo Provinciale di SEL un’interpellanza al Consiglio Provinciale relativa al nuovo PAT del Comune di Treviso.
 

Al Presidente della Provincia di Treviso

 
Interpellanza ( art. 55 Regolamento Consiglio Provinciale)

PREMESSO CHE :
Il Comune di Treviso ha iniziato l’iter procedurale volto all’adozione del PAT, e la Giunta Comunale, al fine di pervenire alla adozione di detto strumento di pianificazione generale – P.A.T., con propria deliberazione n° 190 del 13.06.2012, ha adottato il relativo Documento Preliminare e Rapporto Ambientale Preliminare.

Ai sensi dell’art. 707 del Codice della Navigazione – parte Aeronautica i Comuni sono tenuti all’inserimento del Piano di Rischio Aeroportuale nell’adeguamento dei propri strumenti urbanistici.

La Legge Regionale 11 del 2004 fissa tra le finalità:
Art. 2 – Contenuti e finalità
1. La presente legge stabilisce criteri, indirizzi, metodi e contenuti degli strumenti di pianificazione,per il raggiungimento delle seguenti finalità:

a) promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole, finalizzato a soddisfare le necessità di crescita e di benessere dei cittadini, senza pregiudizio per la qualità della vita delle generazioni future, nel rispetto delle risorse naturali;

L’Articolo 10 del PTCP “Direttive per l’analisi del fabbisogno residenziale” recita al comma 3: “Qualora, sulla base di dettagliata analisi delle esigenze abitative in relazione allo sviluppo demografico presumibile di cui al comma precedente, le dotazioni residenziali già esistenti, inutilizzate, o previste e confermabili dai PRG previgenti:
a. risultino necessarie e sufficienti a soddisfare le esigenze di sviluppo il PAT provvede a confermarne la consistenza;
b. risultino in eccesso rispetto alle esigenze di sviluppo il PAT provvede a:
b1) restituire le aree a destinazione agricola, se non ancora urbanizzate;
b2) confermare la destinazione residenziale con specifica previsione di possibilità di attribuzione
di capacità edificatoria riservata all’utilizzo di crediti edilizi;
b3) destinare le aree a servizi in relazione a motivate esigenze di completamento o potenziamento
degli stessi;

CONSIDERATO CHE:
Che sulle iniziative di avvio della consultazione si sono verificate riserve da parte di cittadini ed associazioni rispetto alla loro  pubblicizzazione e al coinvolgimento degli portatori di interesse. 

Che vi è un opinione da molti condivisa sul fatto che vi sia rispetto formale, ma non sostanziale della legge regionale urbanistica n.11/2004.

Il Comune di Treviso è interessato, assieme al Comune di Quinto di Treviso, dalla presenza della struttura aeroportuale A. Canova di proprietà di SAVE/AERTRE. Mentre il Comune di Quinto di Treviso ha provveduto a dotarsi, con Protocollo
n. 17 del 2/1/2012 di apposito Piano di Rischio Aeroportuale, il Comune di Treviso ne è ancora privo.
 

Nel Documento Preliminare al PAT di Treviso non è presente alcun riferimento al Piano di Rischio Aeroportuale da adottare.
 

Il Documento Preliminare riportando il PRG adottato nel 2001 ed approvato nel 2004,commisura in 145.105 il numero degli abitanti previsti per la Città di Treviso, dato assolutamente fuori da qualsiasi riferimento alla realtà dei fatti, dato che la popolazione del Comune di Trevi oscilla intorno agli 82.000 abitanti.

Nella Città di Treviso, come rilevato anche in Consiglio Comunale, sono centinaia gli immobili sfitti prendendo in considerazione quelli di proprietà pubblica ATER/ Comune, ai quali vanno sommati gli alloggi sfitti di proprietà privata
 

CHIEDE:

Se questa Amministrazione intenda adoperarsi con la massima attenzione affinché nell’iter della formazione del PAT vengano adottate tutte le misure a salvaguardia del territorio, della salute dei cittadini ed affinché le stime urbanistiche siano correlate ai dati reali, unica garanzia per il perseguimento dell’interesse comune e non degli interessi particolari.


il consigliere SEL Luigi Amendola

CONTRIBUTO n.8 - da Lucia TRASPORTO URBANO

DA LUCIA - TRASPORTI PUBBLICI
Negli ultimi anni il trasporto pubblico anziché essere incentivato è diminuito. Questo mentre, in contemporanea, per settimane la città vietava il traffico ai veicoli inquinanti.
Personalmente almeno il centro lo pedonalizzerei, ovviamente (e sposterei le corse dalla Loggia dei Cavalieri!), però rimane il problema di come far spostare le persone e non è che tutto si risolva con le biciclette.
Mi sembra interessante l'esperienza di Verbania, dove i parcheggi in centro (e per centro intendono qualcosa di più ampio della cerchia delle mura!) sono costosissimi ma il trasporto urbano è praticamente gratuito. Per essere precisi, è stato del tutto gratuito per un paio d'anni, ora è stato sostituito da un abbonamento forfettario a corse illimitate del costo di 10-15 € mensili pro capite. Il resto viene integrato dall'Amministrazione, che recupera le risorse relative con
un aumento di circa 10 € l'anno dell'IRPEF comunale; segue un accordo con la locale azienda di trasporti per un abbonamento di tipo collettivo che prevede anche l'aumento delle corse,  ad intervalli di 15 minuti su tutto il territorio.
http://blogalessandria.blogspot.it/2008/02/mezzi-pubblici-gratis-verbania-si-fa.html
http://www.ininsubria.it/sul-+bus-di-verbania-1-100-viaggiatori-al-mese~A6809
Se necessario posso provare a contattare il comune di Verbania per saperne di più

CONTRIBUTI PAT n.7 - da Enrica CONSUMO SUOLO



DA ENRICA - CONSUMO SUOLO
Segnalo una questione molto sentita da parte mia: il mito dei terreni fabbricabili e delle destinazioni d'uso con capacità edificatoria che diventano un diritto acquisito.

La cosa nasce da questo fatto:
Ho notato che la sera della riunione svoltasi nel giardino di palazzo Bombèn qualcuno (il sig. Amedeo Torzo) ha affermato che il comune non può cambiare le destinazioni d'uso dei precedenti PRG a pena di ricorsi e quant'altro, come se il diritto di costruire fosse acquisito nel momento in cui un terreno diventa fabbricabile da previsione di piano.
Bene! Niente di più falso e magari ditemi chi sparge questa voce!!!

Prima nota: il PRG dà delle facoltà ai cittadini e ai privati a *tempo determinato*.
Dà per 10 anni (parte generale) e 5 anni (parte di piani attuativi, piani di lottizzazione, PI) una capacità o facoltà che il privato può far sua e costruire oppure non dare avvio ad attività di costruzione su specifici terreni


Seconda nota: i terreni fabbricabili in virtù di questo fatto diventano sì "di maggior valore" e il privato paga IMU più alta ma, questo maggior valore non è assoluto (o "eterno"), in virtù di quanto detto prima. La scelta di cambiarne la destinazione d'uso (esempio fare diventare una ZTO da residenziale ad agricola) comporterebbe niente meno che un minor introito di IMU (nelle casse del comune). In pratica è una questione prettamente politica: scegliere di ridurre le aree fabbricabili comporta meno gettito per le casse del comune. Il fatto di pagare l'IMU per il terreno non rende la facoltà edificatoria un diritto perenne. E non si può addurre il fatto di aver pagato le tasse più alte come giustificazione per mantenere la posizione di "vantaggio economico" data dal PRG.

Terza nota: il comune con il PRG (PAT PI), così come ha la facoltà di definire le destinazioni d'uso dei terreni in positivo, ha la facoltà di modificarle: può dare e può togliere (è una questione logica).

Quarta nota: solo in presenza di permesso di costruire non scaduto, di opere di urbanizzazione già realizzate e di accordi specifici (contratti di natura privatistica) in relazione a PUA (piani urbanistici attuativi) non è possibile per il comune cambiare idea, a pena sì, in questi casi, di recedere unilateralmente a contratti, di ledere, quindi, situazioni
determinate da veri e propri contratti e di incorrere in ricorsi onerosi.

Questa mia nota è rivolta a sensibilizzare sulla questione sovradimensionamento del PRG che, nel caso di Treviso, è un fatto grave (citato nientepopodimenoche da Salvatore Settis al Festival Filosofia 2011 di Modena). Ritengo però che questa situazione possa essere modificata con il nuovo PAT ed è nella facoltà del comune di cambiare le previsioni
precedenti (anche se non lo farà mai, ovvio).


Auspichiamo tutti il cemento zero ma perchè questo accada nel nuovo PRG (PAT-PI) bisognerà fare delle sottrazioni: cambiare previsioni e dimensionamenti

A tal proposito aggiugno al piede della mail uno stralcio delle norme tecniche di attuazione del PTCP - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale art 10 - Direttive per l'analisi del fabbisogno residenziale.e qui il link ad un articolo che affronta questo tema e toglie ogni dubbio.
Consiglio di leggerlo con molta attenzione fino all'ultima parola:l'intelligenza esiste ancora!
http://eddyburg.it/article/articleview/18551/0/183/



PTCP Treviso Norme tecniche di attuazione
[...]

Sezione II - Residenza
*Articolo 10 – Direttive per l’analisi del fabbisogno residenziale*
1. In relazione ai fondamentali obiettivi di sostenibilità territoriale, a supporto delle previsioni urbanistiche di natura residenziale, assunte a riferimento della elaborazione del PAT dovrà essere preliminarmente
condotta una verifica comportante:
a) la valutazione, con proiezione almeno quinquennale, delle tendenze demografiche e migratorie della popolazione locale;
b) un censimento dell’estensione dei suoli destinati alla residenza dai piani regolatori generali pre-vigenti ma ancora inedificati, selezionando quelli che risultano ammissibili secondo i criteri di elaborazione delle nuove
previsioni urbanistiche.


2. Sulla base dei dati dedotti dai censimenti e delle valutazioni di cui al comma precedente dovrà essere definito il fabbisogno locale aggiuntivo, a proiezione almeno quinquennale, di abitazioni, in modo da verificare in particolare se le dotazioni residenziali già esistenti inutilizzate, o previste e confermabili dai PRG previgenti, siano sufficienti a soddisfarlo.


3. *Qualora*, sulla base di dettagliata analisi delle esigenze abitative in relazione allo sviluppo demografico presumibile di cui al comma precedente, *le dotazioni residenziali già esistenti, inutilizzate, o previste e
confermabili dai PRG previgenti*:

a.risultino necessarie e sufficienti a soddisfare le esigenze di sviluppo il PAT provvede a confermarne la consistenza;
b. *risultino in eccesso rispetto alle esigenze di sviluppo il PAT provvede
a*: b1) *restituire le aree a destinazione agricola, se non ancora urbanizzate,
*b2) *confermare la destinazione residenziale con specifica previsione di possibilità di attribuzione di capacità edificatoria riservata all’utilizzo di crediti edilizi
*b3) *destinare le aree a servizi in relazione a motivate esigenze di completamento o potenziamento degli stessi*;

c.risultino insufficienti rispetto alle esigenze di sviluppo il PAT provvede a definire linee preferenziali di sviluppo insediativo localizzate, salvo specifiche e motivate eccezioni:
c1) in zone destinate dagli strumenti urbanistici pre-vigenti ad attività economiche del settore secondario da dismettere, idonee all’uso residenziale;
c2) in fondi interclusi compresi in abitati consolidati
c3) in nuclei residenziali in territorio extraurbano

CONTRIBUTO PAT n.6 - ARCILESBICA



mercoledì 22 agosto 2012

BASTA CASE?? I bò zè zà scàmpai...

Dopo il governatore Zaia, il consigliere regionale Bottacin, ecco anche l'ANCE che plaude...
Anche l’associazione dei costruttori si dichiara d’accordo con lo stop al cemento: «Il presidente dice ciò che noi andiamo dicendo da tempo – aggiunge Luigi Schiavo, presidente di Ance Veneto –. Siamo d’accordo con una moratoria che porti alla riconversione delle aree degradate e alla sostituzione delle cubature. Zaia non ha tutti i torti quando dice che i Comuni hanno usato i piani regolatori, purtroppo, anche per fare cassa. Ma adesso questa logica è finita e bisogna davvero ripensare al territorio in maniera completamente diversa, anche per ragioni meramente economiche. Ci sono certi insediamenti residenziali ed industriali che non hanno davvero più mercato».

Accidenti a Lucifero, Nerone e Caligola... devo essermi perso qualcosa col caldo...

Ma non sono gli stessi che dicevano poche settimane fa che il PIANO CASA non basta?? 
Che l'economia non tira...  Che bisogna dare mano libera....

Povero "principio di non contraddizione"...

ESEMPIO “ILVA”: CHI INQUINA, PAGA ovvero SE I “TECNICI” AVESSERO LE PALLE...


La vicenda ILVA potrebbe diventare simbolica del cambio di rotta in Italia, se fossimo in grado di dare un'efficace soluzione alla complessa situazione. Provo a sintetizzare la questione (forse banalizzando alcuni aspetti giuridici) per immaginare una soluzione.

ILVA=ITALSIDER cioè lo Stato faceva a Taranto quello che Riva scientificamente ha continuato a fare dal 1985: produrre acciaio senza preoccuparsi minimamente di quello che succedeva alla città, all'ambiente, ma soprattutto ai tarantini.
Lo Stato lo faceva piu' o meno inconsapevolmente e con il mito industrialista degli anni '70, Riva ha proseguito per fare “danè” (“schèi, se dize in veneto”) e lo ho fatto in modo consapevole e scientifico, ungendo a destra e sinistra piu' centro per poter produrre senza intralci, complici sindacati e partiti, schiavi del ricatto sui posti di lavoro.

E' accertato che Riva e i suoi sono delinquenti ed hanno prodotto un grave, gravissimo danno personale ed ambientale (vedere motivazione del Tribunale del Riesame), ma piu' che la galera, quello che interessa è il loro patrimonio che deve essere subito sequestrato perchè servirà a ripagare i danni alle persone ed all'ambiente.



Tecnicamente la fabbrica non è piu' di Riva e quindi uno Stato vero dovrebbe prendere persone capaci e metterle a Taranto a iniziare l'opera di bonifica piu' grande del mondo con posti di lavoro non solo per Taranto, ma per tutta la Puglia!

Chi paga? Intanto inizia a pagare il sig. Riva con il suo patrimonio e poi, necessariamente, pagherà lo Stato, che ritornerà “padrone” di un'industria primaria bonificata.
Credo che al Governo ci sia qualcuno in grado di “parlare alle banche” per avere soldi oppure alle banche bisogna solo dare? 
Io sono pronto ad acquistare un'azione dell'ILVA PULITA e penso molti altri italiani lo siano.

Sarebbe anche il modo di far vedere all''Europa, ed agli amici tedeschi in particolare, che se vogliamo facciamo piu' e meglio di loro. Altro che Ruhr! E non mi si parli dei vincoli europei...

Il “problema” è che NON vogliamo, non abbiamo le palle di fare il minimo che serve per garantire occupazione ed ambiente.

Ma di quale conflitto "ambiente-lavoro" parliamo? 
Qui c'è solo una banda che per 30 anni ha prodotto veleno ed acciaio e lo sapevano tutti, per primo, quell'alto dirigente che risponde al nome di Clini e che dovrebbe lui dimettersi di corsa dopo aver detto che bastano 30 giorni a rivedere l'autorizzazione data ad ILVA l'anno scorso. Perchè non l'ha detto un anno fa alla finta ministra Prestigiacomo?

Pensate, un'autorizzazione AIA con 642 prescrizioni: cosa significa?
E' un diniego mascherato o meglio è un consenso implicito a produrre senza problemi per altri 20 anni. Clini, a casa....

Le soluzioni quindi ci sono, i soldi (di Riva e delle banche) anche, non mi pare troppo difficile da organizzare, né da fare. Ci vuole un po' di coraggio...
Ah.... quello credo non ci sia nella nostra classe dirigente politica e di tecnici! Peccato...

Post Scriptum
Provate a immaginare, per esempio, da cittadini “normali” a versare un po' di veleno (mercurio) in una piscicultura e poi andate dal proprietario dei pesci e gli dite candidamente: “Scusa, ma non sapevo che farne... dovevo garantire la produzione a livelli di concorrenza.... non potevo....”.
Vedrete quello che vi succede nel mondo reale....

Nel mondo di Clini & Co. succede diversamente...., però i pesci (morti) sono i tarantini e la vasca è Taranto....
VAI TODISCO, VAI... Non resta che la magistratura per far capire che la legge DOVREBBE essere uguale per tutti.

martedì 21 agosto 2012

SINTESI INCONTRO 20-8-2012 A FIERA



SINTESI DELLE DECISIONI ED ACCORDI PRESIi

  1. PRESENTAZIONE CONTRIBUTI PRIVATI E DI ASSOCIAZIONI VARIE
    I “contributi” di privati ed associazioni che saranno inviati a ITALIA NOSTRA TREVISO o LEGAMBIENTE verranno inoltrati dalle associazioni all'amminsitrazione, indipendentemente dal contenuto in modo da favorire la partecipazione.
    Ogni singolo puo' decidere anche, se e comem presentare direttamente, il materiale al Coune di Treviso, che finora ha evitato di essere chiaro sulle procedure.
    I materiali ad ITALIA NOSTRA TREVISO possono essere inviati entro il 3-9 p.v.:
  • a mano presso sede in via Cornarotta (Fond. Benetton)
  • a mano concordando con Sergio 3487766663 o Romeo 3488717810
Per LEGAMBIENTE contattare e-mail legambiente.treviso@tiscali.it

  1. DOCUMENTO COMUNE IN PROGRESS (cioè vedemo se fèmo ora a farlo)
    Sono stati individuati dei macro-temi su cui si proverà a redigere un documento comune; ogni macro-tema ha un referente che funge da coordinatore senza limitare per questo la partecipazione di altri che possono mettersi in contatto con lui.
    Entro il 30 agosto p.v. ogni coordinatore porterà alla prossima riunione una o due cartelle di sintesi sul tema di riferimento.
    Nulla vieta che siano aggiunti altri temi con altri coordinatori, purchè siano argomenti di ampio respiro (“strategico” secondo il PAT!!).
    Argomenti e coordinatori per il momento sono: 
    • cubatura zero”1 gigi calesso, gigicalesso@katamail.com
    • pedonalizz. centro e park alberto buso buso.alberto@gmail.com, diego candito d.candito@libero.it
    • sile, verde, mura...turismo dario brollo d_brollo@virgilio.it, berto zandigiacomi uzandi@libero.it ,simone piaser s.piaser@libero.it 
    • viabilità e aeroporto dante faraoni danten@alice.it, alessandro sottana alessandrosottana@alice.it 
    • acque, sile, fognature, rifiuti romeo scarpa romeo@zero4uno.it usando materiale com. fiera selvana etc...
    • spazi comuni, giovani, università... silvia de march xylvi@libero.it, imbò alessio alessiolsi@katamail.com, pelloni stefano stefano.pl@libero.it, gaia righetto 
    • inquin.atmosferico gigi calesso gigicalesso@katamail.com, sergio costanzo sergiocosti@hotmail.it 
    • altri??…...     
    • I documenti prodotti saranno messi in rete a disposizione di tutti per osservazioni e eventuale condivisione e saranno completat con una premessa generale da fare insieme.
  1. PROSSIMO INCONTRO - MONIGO 30 AGOSTO 2012 ore 20.30
    Il prossimo incontro è previsto per il giorno giovedi' 30 agosto 2012 presso lo stand della sagra delle rose a Monigo, via Sant'Elena Imperatrice (gentilmente concesso dalla Parrocchia, che ringraziamo).
    Si parlerà di PAT in salsa locale per Monigo e Sant'Anna e poi si farà il punto sulle bozze di cui al punto 2, che saranno predisposte


1o “doppio zero”??

domenica 19 agosto 2012

CONTRIBUTO PAT n.5 da STEFANO D.A.


Per leggere meglio: cliccare sulla foto ed eventualmente salvare sul proprio PC (che non è partito comunista...)

CONTRIBUTO PAT n.4 da COMITATO ACQUE FIERA-SELVANA

ECCO IL CONTRIBUTO DEL COMITATO ACQUE FIERA SELVANA
PER LEGGERE:
CLICCARE SOPRA LA FOTO E POI CON IL TASTO DESTRO DEL MOUSE FARE "SALVA CON NOME" SUL PROPRIO PC











CONTRIBUTO PAT n.3 da "SE NON ORA, QUANDO?"


Chi siamo
Il Comitato SE NON ORA, QUANDO? di Treviso fa parte di un movimento trasversale, aperto e plurale, presente in molte città italiane. Siamo un gruppo di donne diverse per età, professione, provenienza, appartenenza politica e religiosa.

I nostri obiettivi

Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e le Pari Opportunità nei luoghi della politica, dei partiti, del lavoro e nella sfera privata.
In un anno di attività abbiamo cercato di coinvolgere, sensibilizzare la cittadinanza di Treviso e di alcune realtà limitrofe sui temi legati al welfare, alla rappresentanza e alla rappresentazione della donna.

Premessa

La città che vogliamo non può nascere che da un un progetto in cui le cittadine e cittadini si sentano chiamati in causa in prima persona, e responsabilizzati nella promozione dei cambiamenti necessari per rendere la città sana, accogliente, ospitale, in armonia con i tempi e le scelte di vita delle persone di ogni età e condizione psico-fisica.
Invitiamo, quindi, l’Amministrazione a definire con più attenzione il ruolo dello spazio pubblico nel nuovo Piano di Assetto del Territorio, in quanto è un passo fondamentale nel ripensamento della condizione urbana, perché è proprio da esso che comincia l’appropriazione della città da parte delle persone che la abitano.
Una città attenta a tutte quelle scelte che possono servire ad eliminare i conflitti fra persona e ambiente, contribuendo anche così a conciliare tempi e percorsi di vita con i tempi per sé, i tempi di cura e di lavoro, e a educare ai valori della pace.
A nostro avviso è questo stato interiore e questa sicurezza che aiuta le persone ad intrecciare relazioni positive e a vivere urbanamente la città.
Si dovrà, quindi, pensare a riqualificare il territorio, organizzare servizi pubblici, recuperare il legame di solidarietà sociale, cercare la collaborazione con aggregazioni giovanili, associazioni di donne, centri di volontariato, salvaguardando spazi pubblici per l'incontro e il confronto tra le diversità, contro la tendenza a recintare e privatizzare ogni luogo.
E soprattutto per contrastare gli attuali luoghi deputati all’aggregazione, che sembrano essere quasi esclusivamente i centri commerciali dove la relazione è mediata esclusivamente dal consumo.

La nostra richiesta

Noi Donne di SE NON ORA, QUANDO?

chiediamo e auspichiamo

che nel nuovo Piano di Assetto del Territorio al punto 7.3 Poli funzionali degli Aspetti Urbanistici e al punto 13.4. Servizi sociali dei Servizi e le infrastrutture,
sia cosiderato anche un Luogo, una Casa per le donne dove trovino spazio tutte le associazioni femminili no-profit rivolte al sociale, affinché possano dialogare tra loro, favorendo l'incontro fra generazioni e culture diverse, e diffondere e promuovere informazione e cultura al femminile e non.
Un luogo accessibile aperto a tutta la cittadinanza: donne, uomini e giovani, per progettare ed elaborare insieme idee per nuovi stili di vita compatibili con i cambiamenti attualmente in atto, prevedendo al suo interno anche uno spazio attrezzato per accogliere i bambini di chi desidera partecipare e non ha alternative di tutela.
Riteniamo indispensabile l’accoglienza del nostro punto di vista di genere, in quanto uno Spazio, una Casa per le donne, dovrebbe essere un simbolo in ogni città, un segno di riconoscimento all’enorme lavoro di cura che le donne in ogni tempo e in ogni società hanno sempre svolto con abnegazione, permettendo la vita materiale, psichica, esistenziale di tutte e tutti.
Purtroppo però spesso reso invisibile, nascosto e volutamente sottaciuto, pur essendo un’enorme ricchezza: infatti non è quantificato all'interno del P.I.L..

Siamo a disposizione per ulteriori informazioni o eventuali collaborazioni.

Treviso, 16 agosto 2012

Il Comitato di SE NON ORA, QUANDO? per le donne di Treviso

Nunzia De Bernardo: nudebe@alice.it
Rita Barzi: rita.barzi@alice.it