"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

giovedì 23 agosto 2012

CONTRIBUTI PAT n.7 - da Enrica CONSUMO SUOLO



DA ENRICA - CONSUMO SUOLO
Segnalo una questione molto sentita da parte mia: il mito dei terreni fabbricabili e delle destinazioni d'uso con capacità edificatoria che diventano un diritto acquisito.

La cosa nasce da questo fatto:
Ho notato che la sera della riunione svoltasi nel giardino di palazzo Bombèn qualcuno (il sig. Amedeo Torzo) ha affermato che il comune non può cambiare le destinazioni d'uso dei precedenti PRG a pena di ricorsi e quant'altro, come se il diritto di costruire fosse acquisito nel momento in cui un terreno diventa fabbricabile da previsione di piano.
Bene! Niente di più falso e magari ditemi chi sparge questa voce!!!

Prima nota: il PRG dà delle facoltà ai cittadini e ai privati a *tempo determinato*.
Dà per 10 anni (parte generale) e 5 anni (parte di piani attuativi, piani di lottizzazione, PI) una capacità o facoltà che il privato può far sua e costruire oppure non dare avvio ad attività di costruzione su specifici terreni


Seconda nota: i terreni fabbricabili in virtù di questo fatto diventano sì "di maggior valore" e il privato paga IMU più alta ma, questo maggior valore non è assoluto (o "eterno"), in virtù di quanto detto prima. La scelta di cambiarne la destinazione d'uso (esempio fare diventare una ZTO da residenziale ad agricola) comporterebbe niente meno che un minor introito di IMU (nelle casse del comune). In pratica è una questione prettamente politica: scegliere di ridurre le aree fabbricabili comporta meno gettito per le casse del comune. Il fatto di pagare l'IMU per il terreno non rende la facoltà edificatoria un diritto perenne. E non si può addurre il fatto di aver pagato le tasse più alte come giustificazione per mantenere la posizione di "vantaggio economico" data dal PRG.

Terza nota: il comune con il PRG (PAT PI), così come ha la facoltà di definire le destinazioni d'uso dei terreni in positivo, ha la facoltà di modificarle: può dare e può togliere (è una questione logica).

Quarta nota: solo in presenza di permesso di costruire non scaduto, di opere di urbanizzazione già realizzate e di accordi specifici (contratti di natura privatistica) in relazione a PUA (piani urbanistici attuativi) non è possibile per il comune cambiare idea, a pena sì, in questi casi, di recedere unilateralmente a contratti, di ledere, quindi, situazioni
determinate da veri e propri contratti e di incorrere in ricorsi onerosi.

Questa mia nota è rivolta a sensibilizzare sulla questione sovradimensionamento del PRG che, nel caso di Treviso, è un fatto grave (citato nientepopodimenoche da Salvatore Settis al Festival Filosofia 2011 di Modena). Ritengo però che questa situazione possa essere modificata con il nuovo PAT ed è nella facoltà del comune di cambiare le previsioni
precedenti (anche se non lo farà mai, ovvio).


Auspichiamo tutti il cemento zero ma perchè questo accada nel nuovo PRG (PAT-PI) bisognerà fare delle sottrazioni: cambiare previsioni e dimensionamenti

A tal proposito aggiugno al piede della mail uno stralcio delle norme tecniche di attuazione del PTCP - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale art 10 - Direttive per l'analisi del fabbisogno residenziale.e qui il link ad un articolo che affronta questo tema e toglie ogni dubbio.
Consiglio di leggerlo con molta attenzione fino all'ultima parola:l'intelligenza esiste ancora!
http://eddyburg.it/article/articleview/18551/0/183/



PTCP Treviso Norme tecniche di attuazione
[...]

Sezione II - Residenza
*Articolo 10 – Direttive per l’analisi del fabbisogno residenziale*
1. In relazione ai fondamentali obiettivi di sostenibilità territoriale, a supporto delle previsioni urbanistiche di natura residenziale, assunte a riferimento della elaborazione del PAT dovrà essere preliminarmente
condotta una verifica comportante:
a) la valutazione, con proiezione almeno quinquennale, delle tendenze demografiche e migratorie della popolazione locale;
b) un censimento dell’estensione dei suoli destinati alla residenza dai piani regolatori generali pre-vigenti ma ancora inedificati, selezionando quelli che risultano ammissibili secondo i criteri di elaborazione delle nuove
previsioni urbanistiche.


2. Sulla base dei dati dedotti dai censimenti e delle valutazioni di cui al comma precedente dovrà essere definito il fabbisogno locale aggiuntivo, a proiezione almeno quinquennale, di abitazioni, in modo da verificare in particolare se le dotazioni residenziali già esistenti inutilizzate, o previste e confermabili dai PRG previgenti, siano sufficienti a soddisfarlo.


3. *Qualora*, sulla base di dettagliata analisi delle esigenze abitative in relazione allo sviluppo demografico presumibile di cui al comma precedente, *le dotazioni residenziali già esistenti, inutilizzate, o previste e
confermabili dai PRG previgenti*:

a.risultino necessarie e sufficienti a soddisfare le esigenze di sviluppo il PAT provvede a confermarne la consistenza;
b. *risultino in eccesso rispetto alle esigenze di sviluppo il PAT provvede
a*: b1) *restituire le aree a destinazione agricola, se non ancora urbanizzate,
*b2) *confermare la destinazione residenziale con specifica previsione di possibilità di attribuzione di capacità edificatoria riservata all’utilizzo di crediti edilizi
*b3) *destinare le aree a servizi in relazione a motivate esigenze di completamento o potenziamento degli stessi*;

c.risultino insufficienti rispetto alle esigenze di sviluppo il PAT provvede a definire linee preferenziali di sviluppo insediativo localizzate, salvo specifiche e motivate eccezioni:
c1) in zone destinate dagli strumenti urbanistici pre-vigenti ad attività economiche del settore secondario da dismettere, idonee all’uso residenziale;
c2) in fondi interclusi compresi in abitati consolidati
c3) in nuclei residenziali in territorio extraurbano

2 commenti:

  1. Anch'io, condivido la tua preoccupazione circa il sovradimensionamento del PRG e la tutela delle nostre aree agricole. No, a nuova cementificazione, sono d'accordo come sul fatto che debbano essere messi in atto tutti gli stratagemmi possibili, chiamiamoli così, per contenerla.Dal momento che la politica del costruire è da sempre molto complessa, vorrei aggiungere anche una mia piccola riflessione sull'argomento. Sono convinta che in passato si sia costruito tanto, più del necessario, male e per chi non ne aveva effettivamente bisogno. Tuttavia degli esempi virtuosi, ci sono. Vedi per esempio gli edifici costruiti dall'IPES, l'istituto per l'edilizia sociale di Bolzano, nel quartiere Casanova!! Nel nuovo come nell'esistente, bisogna puntare sull'efficienza energetica. Purtroppo questa è una mia fissa!! La Treviso "Smart"dei miei sogni, firmerebbe il "Patto dei Sindaci" con lo scopo di ridurre le emissioni di anidride carbonica attraverso l'efficienza energetica ed azioni di promozione delle energie rinnovabili ed affiancherebbe al regolamento edilizio, un serio regolamento energetico!! Non occorre ricorrere a nuova cementificazione, si risparmia e ne traiamo beneficio noi e l'ambiente!!

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  2. Mi sento di approvare in pieno quanto scrivono Enrica e Orietta. Ritengo che le smart cities siano l'esempio da seguire per coniugare innovazione e qualità della vita. In particolare difendere e valorizzare la campagna urbana di Canizzano, che posso ammirare in quanto situata vicino a dove abito e che quindi conosco bene, è una delle priorità da perseguire per difendere il paesaggio, la nostra salute, il buon cibo a metro 0, la sicurezza alimentare...

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