La vicenda ILVA potrebbe diventare
simbolica del cambio di rotta in Italia, se fossimo in grado di dare
un'efficace soluzione alla complessa situazione. Provo a sintetizzare la questione
(forse banalizzando alcuni aspetti giuridici) per immaginare una
soluzione.
ILVA=ITALSIDER cioè lo Stato faceva a
Taranto quello che Riva scientificamente ha continuato a fare dal
1985: produrre acciaio senza preoccuparsi minimamente di quello che
succedeva alla città, all'ambiente, ma soprattutto ai tarantini.
Lo Stato lo faceva piu' o meno
inconsapevolmente e con il mito industrialista degli anni '70, Riva
ha proseguito per fare “danè” (“schèi, se dize in veneto”)
e lo ho fatto in modo consapevole e scientifico, ungendo a destra e
sinistra piu' centro per poter produrre senza intralci, complici
sindacati e partiti, schiavi del ricatto sui posti di lavoro.
E' accertato che Riva e i suoi sono
delinquenti ed hanno prodotto un grave, gravissimo danno personale ed
ambientale (vedere motivazione del Tribunale del Riesame), ma piu' che la galera, quello che interessa è il loro
patrimonio che deve essere subito sequestrato perchè servirà a
ripagare i danni alle persone ed all'ambiente.
Tecnicamente la fabbrica non è piu' di
Riva e quindi uno Stato vero dovrebbe prendere persone capaci e
metterle a Taranto a iniziare l'opera di bonifica piu' grande del
mondo con posti di lavoro non solo per Taranto, ma per tutta la
Puglia!
Chi paga? Intanto inizia a pagare il
sig. Riva con il suo patrimonio e poi, necessariamente, pagherà lo
Stato, che ritornerà “padrone” di un'industria primaria
bonificata.
Credo che al Governo ci sia qualcuno in
grado di “parlare alle banche” per avere soldi oppure alle banche
bisogna solo dare?
Io sono pronto ad acquistare un'azione dell'ILVA
PULITA e penso molti altri italiani lo siano.
Sarebbe anche il modo di far vedere
all''Europa, ed agli amici tedeschi in particolare, che se vogliamo
facciamo piu' e meglio di loro. Altro che Ruhr! E non mi si parli dei vincoli europei...
Il “problema” è che NON vogliamo,
non abbiamo le palle di fare il minimo che serve per garantire
occupazione ed ambiente.
Ma di quale conflitto "ambiente-lavoro" parliamo?
Qui c'è
solo una banda che per 30 anni ha prodotto veleno ed acciaio e lo
sapevano tutti, per primo, quell'alto dirigente che risponde al nome
di Clini e che dovrebbe lui dimettersi di corsa dopo aver detto che
bastano 30 giorni a rivedere l'autorizzazione data ad ILVA l'anno scorso. Perchè non l'ha detto un anno fa alla finta ministra Prestigiacomo?
Pensate, un'autorizzazione AIA con 642
prescrizioni: cosa significa?
E' un diniego mascherato o meglio è un consenso implicito a produrre senza problemi per altri 20 anni. Clini, a casa....
Le soluzioni quindi ci sono, i soldi
(di Riva e delle banche) anche, non mi pare troppo difficile da
organizzare, né da fare. Ci vuole un po' di coraggio...
Ah.... quello credo non ci sia nella
nostra classe dirigente politica e di tecnici! Peccato...
Post Scriptum
Provate a immaginare, per esempio, da
cittadini “normali” a versare un po' di veleno (mercurio) in una
piscicultura e poi andate dal proprietario dei pesci e gli dite candidamente: “Scusa, ma
non sapevo che farne... dovevo garantire la produzione a livelli di
concorrenza.... non potevo....”.
Vedrete quello che vi succede nel mondo
reale....
Nel mondo di Clini & Co. succede
diversamente...., però i pesci (morti) sono i tarantini e la vasca è
Taranto....
VAI TODISCO, VAI... Non resta che la magistratura per far capire che la legge DOVREBBE essere uguale per tutti.
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