"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

mercoledì 22 agosto 2012

ESEMPIO “ILVA”: CHI INQUINA, PAGA ovvero SE I “TECNICI” AVESSERO LE PALLE...


La vicenda ILVA potrebbe diventare simbolica del cambio di rotta in Italia, se fossimo in grado di dare un'efficace soluzione alla complessa situazione. Provo a sintetizzare la questione (forse banalizzando alcuni aspetti giuridici) per immaginare una soluzione.

ILVA=ITALSIDER cioè lo Stato faceva a Taranto quello che Riva scientificamente ha continuato a fare dal 1985: produrre acciaio senza preoccuparsi minimamente di quello che succedeva alla città, all'ambiente, ma soprattutto ai tarantini.
Lo Stato lo faceva piu' o meno inconsapevolmente e con il mito industrialista degli anni '70, Riva ha proseguito per fare “danè” (“schèi, se dize in veneto”) e lo ho fatto in modo consapevole e scientifico, ungendo a destra e sinistra piu' centro per poter produrre senza intralci, complici sindacati e partiti, schiavi del ricatto sui posti di lavoro.

E' accertato che Riva e i suoi sono delinquenti ed hanno prodotto un grave, gravissimo danno personale ed ambientale (vedere motivazione del Tribunale del Riesame), ma piu' che la galera, quello che interessa è il loro patrimonio che deve essere subito sequestrato perchè servirà a ripagare i danni alle persone ed all'ambiente.



Tecnicamente la fabbrica non è piu' di Riva e quindi uno Stato vero dovrebbe prendere persone capaci e metterle a Taranto a iniziare l'opera di bonifica piu' grande del mondo con posti di lavoro non solo per Taranto, ma per tutta la Puglia!

Chi paga? Intanto inizia a pagare il sig. Riva con il suo patrimonio e poi, necessariamente, pagherà lo Stato, che ritornerà “padrone” di un'industria primaria bonificata.
Credo che al Governo ci sia qualcuno in grado di “parlare alle banche” per avere soldi oppure alle banche bisogna solo dare? 
Io sono pronto ad acquistare un'azione dell'ILVA PULITA e penso molti altri italiani lo siano.

Sarebbe anche il modo di far vedere all''Europa, ed agli amici tedeschi in particolare, che se vogliamo facciamo piu' e meglio di loro. Altro che Ruhr! E non mi si parli dei vincoli europei...

Il “problema” è che NON vogliamo, non abbiamo le palle di fare il minimo che serve per garantire occupazione ed ambiente.

Ma di quale conflitto "ambiente-lavoro" parliamo? 
Qui c'è solo una banda che per 30 anni ha prodotto veleno ed acciaio e lo sapevano tutti, per primo, quell'alto dirigente che risponde al nome di Clini e che dovrebbe lui dimettersi di corsa dopo aver detto che bastano 30 giorni a rivedere l'autorizzazione data ad ILVA l'anno scorso. Perchè non l'ha detto un anno fa alla finta ministra Prestigiacomo?

Pensate, un'autorizzazione AIA con 642 prescrizioni: cosa significa?
E' un diniego mascherato o meglio è un consenso implicito a produrre senza problemi per altri 20 anni. Clini, a casa....

Le soluzioni quindi ci sono, i soldi (di Riva e delle banche) anche, non mi pare troppo difficile da organizzare, né da fare. Ci vuole un po' di coraggio...
Ah.... quello credo non ci sia nella nostra classe dirigente politica e di tecnici! Peccato...

Post Scriptum
Provate a immaginare, per esempio, da cittadini “normali” a versare un po' di veleno (mercurio) in una piscicultura e poi andate dal proprietario dei pesci e gli dite candidamente: “Scusa, ma non sapevo che farne... dovevo garantire la produzione a livelli di concorrenza.... non potevo....”.
Vedrete quello che vi succede nel mondo reale....

Nel mondo di Clini & Co. succede diversamente...., però i pesci (morti) sono i tarantini e la vasca è Taranto....
VAI TODISCO, VAI... Non resta che la magistratura per far capire che la legge DOVREBBE essere uguale per tutti.

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