"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

lunedì 24 febbraio 2014

COSA PENSIAMO DELL'ATTO DI INDIRIZZO AL PAT


La Sezione di Treviso di Italia Nostra considera positivamente la formulazione di un atto di indirizzo sui destini futuri del PAT (frettolosamente adottato dal passato Consiglio Comunale nell'aprile 2013) e ringrazia il Sindaco e, in modo particolare, i componenti del Gruppo di consultazione, per i quali dovrebbe essere affermato il principio: “chi meno costa più deve essere ascoltato”, per il paziente lavoro svolto.

Lavoro tuttavia condizionato dalla decisione strategica di mantenere l'impianto di base del PAT adottato dalla passata Amministrazione. Lo abbiamo fortemente criticato in quanto il PAT adottato consisteva in una banale traduzione di nuovi termini e simbologie del vecchio PRG.

Per questo motivo abbiamo sempre sostenuto che era invece opportuno archiviare quella adozione e dare inizio ad un nuovo progetto che avrebbe potuto essere pronto negli 8 mesi che sono stati usati per la redazione di un “atto di indirizzo” che fondamentalmente individua concetti condivisibili, ma rinvia le scelte ad una ancor lontana redazione di una Variante al I° Piano degli Interventi,
La legge regionale 11/2004 prevede infatti che il Piano Regolatore diventi il I° Piano degli Interventi (per quanto non in contrasto con le scelte del PAT), ma non è previsto alcun vincolo temporale e quindi per un periodo indeterminato ed indeterminabile potrebbe non cambiare proprio nulla, con tanti saluti alle buone intenzioni contenute nell'Atto di Indirizzo.
Ricordiamo inoltre che la redazione e l'approvazione del Piano degli Interventi sono di competenza del Consiglio Comunale, e non sono sottoposti a parere approvazione degli organi superiori poiché riguardano opere “ in coerenza e in attuazione del piano di assetto del territorio (PAT)” (art.17 comma 2 della L.R. n. 11/2004) Giunta, che applica i principi e gli indirizzi, senza particolari poteri di interpretazione, se le scelte sono vere scelte e non vaghi intenti.
E' chiaro che noi pretendiamo un “progetto di città” con scelte chiare, che sono espresse nell'atto di indirizzo ma devono prendere forma e sostanza proprio e solo nel PAT, da modificare nella sostanza e non da approvare per poi interpretare con i Piani di Intervento.

Sul secondo punto del documento (Obiettivi dell'Atto di indirizzo) non è possibile essere in disaccordo poiché vengono elencati una serie di principi fondamentali per una buona amministrazione.

Rimangono solo aperte alcune domande:
  1. in quale misura sono state considerate le osservazioni presentate da Associazioni, Enti, cittadini?
  2. perchè non appare il termine “partecipazione” e quindi il modo con cui l'Amministrazione Comunale intende promuoverla ed organizzarla? Oppure dobbiamo considerare esaurito il tutto con i due incontri fatti in settembre a corredo della pseudo-partecipazione della fase di adozione??
  3. perchè non sono esplicitati i tempi e le modalità con cui si intende giungere alla approvazione del P.A.T. come proposti chiaramente indicati nel “Regesto” redatto dal Gruppo di consultazione?


Sul terzo punto del documento (Contenuti dell'Atto di indirizzo) dovrebbe innanzitutto essere specificato che il P.A.T. di cui si parla è solo ed unicamente un P.A.T. adottato.
Il punto 3.1 affronta il tema del dimensionamento partendo dall'ipotesi di una crescita di abitanti nel prossimo decennio di 3.500 unità e di una valutazione, per le residenze, di 194 mc x abitante teorico.
L'ipotesi di crescita è puramente teorica ed in contrasto sia con l'attuale andamento della popolazione (in continuo lento decremento) che con prospettive di incremento dovute ad immigrazione dall'interno o dall'estero: è noto a tutti il fenomeno della diminuzione della occupazione della manodopera di provenienza da paesi extra CEE.
E comunque,qualora l'ipotesi di crescita si avverasse, essa potrebbe essere assorbita dal numero di alloggi liberi e/o sfitti attualmente esistente, che il PAT adottato ma nemmeno il Documento preliminare, non hanno tenuto in considerazione né quantificato con precisione.

La valutazione delle necessità di 194 mc/abitante è puramente relativa alla situazione attuale e non può essere riferita alla situazione futura che prevede edificazione di nuovi edifici o rigenerazione (in questo caso consistente in demolizione/ricostruzione o rifacimento distributivo).

Il DM 5 luglio 1975 stabilisce i requisiti minimi e inderogabili di superficie degli alloggi; trasferendo i mq. in mc. risultano i seguenti valori:per alloggi per una persona da 75,6 a 102,6 mc; per alloggi per due persone da 51,3 a 56,7 mc; per alloggi per tre persone da 37,8 a 50,4 mc;
per alloggi da quattro perone da 37,8 a 44,55 mc; ecc.
Sono valori minimi, ma molto vicini a quanto è stato costruito negli ultimi anni a causa dell'elevato costo delle costruzioni. Per una precisa valutazione sarebbe sufficiente eseguire un controllo sulle previsioni dei progetti giacenti presso il Settore Edilizia Privata relativi a S.U.A. approvati e convenzionati: in mezza giornata il Settore sarebbe in grado di dare convincente risposta al reale parametro da considerare invece degli esorbitanti 194mc/abitante (721,85 mq/persona).
La questione non ha valore secondario perchè assegnare un valore molto alto alla valutazione della cubatura per abitante teorico significa non rispettare le dotazioni minime per abitante previste all'art.3 del DM 2 aprile 1968 e inoltre aumentare in modo artificioso e spropositato le previsioni di cubatura edificabile.

E' opinabile pure rinviare alla prima variante al P.I. la riduzione delle previsione inattuate del P.R.G.; sarebbe invece opportuno normare la possibilità di rinuncia volontaria alla possibilità di edificazione da parte degli aventi diritto, visto che molti hanno già compreso che non c'è piu' spazio per ulteriori “condominietti”. La politica urbanistica, per una volta, avrà il coraggio di esercitare il suo potere o dobbiamo sempre vedere delle non scelte, che fingono di accontentare tutti?

Al punto 3.3 c) si parla di fruibilità del “corridoio ambientale del Sile ma anche dello (o della ?) Storga” dimenticando l' esistenza della Limbraga, del Botteniga e delle due Cerche di Monigo e di S.Bona che sono presenze importanti per altre parti della città. E' inoltre importante richiamare e rispettare integralmente le previsioni del P.T.P.C. come richiesto in alcune delle osservazioni già presentate dai cittadini.

Al punto 3.4 il richiamo alla scelta, veramente strategica, di prevedere che il S.M.F.R. diventi lo strumento anche di comunicazione tra molti dei comuni contermini e la città di Treviso deve essere sostanziato con un richiamo sia alle previsioni del P.T.P.C. che ai ritardi pluriennali relativi al S.M.F.R.
Sembra inoltre inutile prevedere una fermata a S.Giuseppe/S.Angelo perchè queste zone dovrebbero essere servite dalla Stazione di SS.Quaranta mentre non si comprende la mancanza di una possibilità di collegamento con un'area prossima all'Aeroporto Canova! Buffo che tocchi a noi ricordarlo...
E' pure necessario che il P.A.T. individui in corrispondenza delle stazioni previste una congrua dotazione di aree di parcheggio.

Sul quarto punto del documento (I principali obiettivi della prima Variante al Piano degli Interventi P.I.) :abbiamo letto e riletto questa parte dell'Atto di Indirizzo avendo a fianco l'art.17-Contenuti del Piano degli interventi (PI) della L.R. n.11/2004 e non trovando alcuna corrispondenza tra il dettato della Legge e lo scritto.
Ne risulta che riteniamo che il punto quarto elenchi una serie di incombenze che sono proprie del P.A.T., anzi che sono costitutive dello stesso e non delegabili al PI, che, ripetiamo, è per sua natura uno strumento esecutivo di scelte fatte a livello superiore.
Non a caso il PAT è sottoposto ad approvazione da parte della Regione (o provvisoriamente dalla Provincia a ciò delegata, finchè esisterà) mentre il PI è approvato dal Consiglio Comunale.
Il trasferimento di queste scelte o incombenze comporta un ulteriore rinvio alla soluzione di alcuni problemi ed un mantenimento in essere delle previsioni e delle politiche del PRG vigente, promosso per legge a primo Piano degli interventi, che tanto ha contribuito ad una selvaggia ed improvvida edificazione. Siamo convinti che questa non sia la volontà dell'attuale Amministrazione Comunale e riteniamo che l'Atto di Indirizzo debba piuttosto contenere e meglio definire le caratteristiche ed i contenuti di una Variante consistente al P.A.T. adottato e contemporaneamente procedere alla elaborazione di una prima variante al Piano degli interventi, anche sommaria e migliorabile, ma con tempi assolutamente contenuti temporalmente.
Con l'occasione ci permettiamo di elencare alcune necessarie urgenze:
  • revisione del dimensionamento
  • politica strategica per il Sile e politica per il funzionamento dell'Ente Regionale del Parco Naturale del Sile
  • adattamento delle previsioni del PRG vigente in rapporto al Piano di rischio dell'Aeroporto Canova
  • politica per la tutela del patrimonio storico-artistico con speciale riferimento alle Mura
  • individuazione delle intermodalità in rapporto al S.F.M.R.
  • revisione delle previsioni del PAT adottato in rapporto ai fiumi affluenti del Sile ed adeguamento dello stesso alle previsioni del P.T.P.C.
  • eliminazioni delle previsioni del PRG vigente di modifica delle zone S.A.U. (Superficie Agricola Utilizzata) in essere
  • politica di attuazione dei programmi complessi e loro gerarchizzazione temporale (quando mai sarà possibile risolvere il problema dello Scalo Motta?; quando mai avremo bisogno di nuovi consistenti edifici residenziali??
p. ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa
Umberto Zandigiacom

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