"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 23 febbraio 2014

PRECISAZIONI PRELIMINARI SUL PAT

Alcune precisazioni, non tanto per contestare l'amico giornalista che fa il suo mestiere cioè far emergere le contraddizioni e le polemiche, ma per ribadire alcuni concetti che non entrano molto in testa a troppe persone:

1) Italia Nostra Treviso non è "sulle barricate" (figura metaforica poco adatta all'indole polemica, ma pacifista dell'associazione): siamo dietro gli alberi, nei campi e sul territorio. Soprattutto siamo in difficoltà a capire una maggioranza ed una giunta dove ci sono molte brave e competenti persone che però o non riescono a spiegarisi o fanno i furbi...
Per questo motivo abbiamo detto sin dal giugno scorso che serviva una vera discontinuità nell'urbanistica trevigiana che non poteva certo essere garantita dall'attuale assessore Paolo Camolei nè dall'attuale dirigente Stefano Barbieri. Non sono questioni personali nei confronti nè del'uno nè dell'altro, ma è una considerazione semplice e banale che prevede una forte cesura tra il PRIMA ed il DOPO.
Per lo stesso motivo al Parco del Sile non puo' esserci piu' un Direttore con laurea in legge o architettura o ingegneria se non ha compentenze naturalistiche. Men che meno ovviamente puo' continuare per noi ad avere ruoli di dirigenza l'ex Direttore, che è ancora in pianta organica.
Non c'è nulla di personale verso queste persone, è semplice questione di opportunità.
Ormai però "cosa fatta, capo ha..."

2) L'atto di indirizzo, che abbiamo letto di nascosto e forse in perenne bozza, contiene cose interessantI, nuovi concetti che agli amici leghisti nemmeno passano per la testa, ma non puo' essere la foglia di fico che porta ad approvare un PAT espressione della passata maggioranza che si porta in dote, come primo PI, l'attuale PRG2011 (redatto peraltro da Contini...) che ha lottizzato in modo indecente.
Con il PRG2001=primo PI ci sono ancora 1.816.000 mc da costruire:  
  • 693.000mc  sono lottizzazioni già convenzionate e nulla puo' piu' essere fatto (salvo il perdurare della crisi edilizia...); 
  • 253.000mc sono lottizzazioni già approvate e non convenzionate; su queste la giurisprudenza amministrativa consolidata (non Italia Nostra) è concorde nel dire che possono essere modificate per diversa impostazione strategica della pianificazione... Ma non chiediamo tanto coraggio, anche se sarebbe dovuto visto che si propugna "zero cemento".....
  • 510.000mc sono lottizzazioni non approvate ma solo potenziali sulla carta, che non costituiscono alcun titolo o diritto, ma possono essere modificate con motivazione generale in sede di revisione strategica della pianificazione.
  • 360.000mc è la quota del Comune per programmi integrati e complessi (la merce di scambio dell'amministrazione che non vale nulla visti "regali" di cubature che fa la Regione Veneto con il Piano Casa 3)
 In totale sono ancora 1.816.000 mc di lottizzazioni che si possono (teoricamente, visto che la crisi perdura) costruire...
L'atto di indirizzo cosa fa a questa cubatura?? Ci dice di aspettare la prima variante generale al PI per intervenire sul 50% dei 510.000mc, non per eliminarli, ma per "trasferirli"!!

NOI INVECE CHIEDIAMO CHE VENGANO "CONGELATI" sia i 510.000mc che i 360.000mc pubblici (e sarebbe corretto mettere in freezer anche i 253.000 mc non convenzionati).

ALCUNI MOTIVI PER QUESTO NOSTRO CONVINCIMENTO?
A) non c'è alcuna garanzia che la prima variante al PI arrivi... Si metta impegno vincolante ad assessore e sindaco;

B) il PAT è un documento che dà le strategie, ha dei meccanismi di garanzia (osservazioni) e passa in Consiglio Comunele; il PI è atto del Sindaco e della sua Giunta. Le strategie si fanno nel PAT, il PI applica tali strategie, non modifica le strategie bislacche del PAT...
Se la maggioranza politica che regge Treviso è certa della collaborazione della "sua" Giunta procedano pure, ma è una strategia poco chiara e che noi riteniamo rischiosa (ma non siamo nè politici nè amministratori)

C) "Voi volete ripartire da zero, far perdere tempo e buttare via soldi ancora...". Questo sono le critiche che ci verranno mosse a cui replichiamo sin d'ora:
  • il PAT segna il desiderio e la volontà dell'amministrazione nuova di fare cose diverse da prima e quindi va fatto bene; non serve rifare tutto: le analisi ci sono..... si faccia quello che deve essere fatto (una variante bella e buona e non un'atipica AUTO-OSSERVAZIONE!!);
  • Tempo? sono passati ormai 8 mesi e ne passeranno almeno altri 3-4 nel migliore dei casi... Cosa cambia, se non c'è il PAT? Resta il PRG2011 con il PAT ADOTTATO (che è la sua fotocopia)... Perchè tanta fretta su questo documento e non sul Piano di Rischio del Canova??
  • Soldi? Il team di esperti ha fatto un buon lavoro che però non è nemmeno stato presentato alla città ed suoi cittadini... Era per il Sindaco? Ha dato luogo all'atto di indirizzo... Beh come metodo partecipativo potete darvi la mano con Zampese e company. Questa non è partecipazione, ma un surrogato bizzarro..Come metodo fare una commissione il 24-2 ed andare in consiglio comunale il 26-2 è sintomatico di una "fretta" incomprensibile, forse per una "rapida partecipazione"??
 



DALLA TRIBUNA DI TREVISO DI OGGI
L’atto del sindaco diventa prima maxiosservazione. Caldato (Pd) resiste: voto no, Zampese (Lega): iter illegittimo, schizofrenia. Scarpa: zero coraggio, via Camolei.Sorpresa, Pat “riaperto” insieme alla Provincia.

Colpo di scena: il Pat verrà riaperto, almeno parzialmente dalla giunta Manildo. E lo si farà in co-pianificazione con la Provincia, in sede di conferenza di servizi. Succede dopo la discussione vivace in maggioranza e la limatura all’atto di indirizzo del sindaco, quello con le righe che cancellano 1 milione di metri cubi, aggiunte all’impianto leghista del Pat 2013 (firmato da Lega e Pdl) sul dimensionamento. L’atto del sindaco verrà approvato mercoledì in consiglio (Maristella Caldato, irriducibile, dice no a merito e procedura). Diventerà maxiosservazione, o auto-osservazione, preludio a una riapertura dei termini per il Pat, atteso dalla conferenza dei servizi. L’atto urbanistico sarà pubblico per 30 giorni; altri 30 giorni per le osservazioni, quindi vaglio finale sempre in conferenza dei servizi. Per il centrosinistra, la «svolta» e la «discontinuità» chiesti a suo tempo da comitati, ambientalisti e cittadini per una città più verde. «Zero cemento», come hanno detto molti esponenti, in primis di Impegno Civile. Solo Caldato (Pd) contesta: «Voterò no, perché resta l’impianto leghista. Manildo, Grigoletto, Tonella, Camolei, Negro e Tocchetto, con la sottoscritta, nel 2013 votarono no... Adesso ci ripensano?» Domanda: bastano le due righe e una scure di 1 milione per rifare un Pat? Chi attacca muso duro è la Lega, con il capogruppo ed ex presidente della commissione urbanistica, Sandro Zampese: «Siamo alla schizofrenia, la maggioranza non sa la materia, è superficiale», attacca, «in 6 pagine di atto di indirizzo riesce persino a contraddirsi: il centrosinistra non ha voglia nè capacità di cambiare il nostro Pat, da un lato condivide analisi e fabbisogni, poi introduce una riduzione di cubatura. Senza motivazione e basi. Intravedo un profilo di illegittimità, certo è illogico. Sono prigionieri di quanto hanno sbandierato in campagna elettorale, ma non vogliono rifare il Pat. Che ricorrano alla maxiosservazione prende in giro i cittadini, tutto passa in conferenza di servizi, non sono memmeno più autori e attori. La loro revisione del Pat? Una cosa maldestra: la scure era già nostra, ma la rinviavamo ai piani di intervvento. Brava Caldato, è l’unica coerente». Sulle barricate anche Romeo Scarpa, presidente di Italia Nostra: «Se questa è la discontinuità, allora chiedo le dimissioni dell’assessore Camolei: «La scure di 1 milione è uno specchietto per le allodole: li aveva aggiunti la Lega a un Prg 2001 già allora sovradimensionato», dichiara, «dov’è il coraggio della nuova giunta? Il segno di autorevolezza sarebbe congelare ulteriori 500 mila metri cubi e valutare caso per caso. Il Pat è atto di consiglio, i piani di intervento sono di giunta: politicamente la maggioranza doveva rivedere il documento preliminare, che restava atto consiliare più forte e vincolante». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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