"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

sabato 24 settembre 2016

DALL'INTERVENTO DI VILLA MANFRIN-MARGHERITA AD UNA CULTURA DEL VERDE

Siamo a fianco del Comitato degli “Alberi Urlanti” condividendo le sue attuali richieste all'Amministrazione perché anche sulle questioni tecniche non ci sono solo e sempre “uniche verità”, ma vorremmo ampliare la discussione a questioni che vanno al di là degli obiettivi specifici di questo gruppo di cittadini; questioni che ci appaiono fondamentali per un'Amministrazione che vorrebbe dare segnali diversi rispetto al decisionismo monocratico delle giunte leghiste.

Riassumo le questioni:

  1. Partecipazione e comunicazione
Ancora una volta vediamo che non si è in grado di gestire con la dovuta chiarezza un processo partecipativo e nemmeno il suo livello base che la parte informativa. Il progetto è partito in sordina con una conferenza stampa che non spiegava nulla, non coinvolgendo il quartiere; solo i primi abbattimenti (il pioppone) e varie richieste di accesso agli atti hanno portato alla luce un progetto non proprio perfetto (si buttavano 15mila euro per nascondere il loggiato sud!).

Dopo l'attivazione del Comitato, autonoma anche rispetto alle associazioni ambientaliste, si sono fatti degli incontri con il progettista, ma gli amministratori non hanno mai messo veramente la faccia su quanto si sta facendo, lasciando la questione ai tecnici, che ovviamente difendono il progetto da loro impostato.

I tecnici però sono meri esecutori di volontà politiche per cui sono gli amministratori che devono dialogare con i cittadini perché questi ultimi sono i beneficiari finali dell'intervento e gli amministratori pubblici, i loro “provvisori” delegati.

I nostri politici sembrano dimenticare che i cittadini “restano” oltre al compimento del progetto e daranno un giudizio alle prossime elezioni per cui dovrebbe essere un sommo “valore” per la parte politica avere un chiaro e diretto contatto con persone impegnate a realizzare insieme un progetto di recupero di un parco.

Chiedere fiducia e pazienza non è un opzione per un'amministrazione che ha fatto propaganda elettorale sulla partecipazione, ma che pare non avere assolutamente capito quale sia il vero senso di questo sostantivo.
Non si può pretendere di avere partecipazione, se non si risponde in modo chiaro alle richieste (giuste o sbagliate) e non si spiegano le scelte.
La “partecipazione” non è un incontro di presentazione di un progetto, che lascia dei “contentini” perché i cittadini ormai hanno molte competenze e soprattutto non accettano di essere presi in giro.

La “partecipazione” non è nemmeno delega al Direttore dei Lavori (che ha altre responsabilità e compiti), ma una paziente gestione del progetto per portare dei correttivi sensati, che consentano di raggiungere gli obiettivi e deve essere delegata a persone competenti che fanno questo di mestiere e con passione.
O vogliamo dire che tutti questi cittadini sono delle “teste calde”, sobillati da noi “ambientalisti del NO” e dai centri sociali?

2. Garanzia manutenzione del Parco
Una questione fondamentale che deve essere risolta con preciso impegno di questa Amministrazione è quello di capire e valutare quanto costerà la manutenzione di questo parco e chi la gestirà.

Non è un problema di soldi, ma un problema di ripartizione delle risorse che noi chiediamo vengano obbligatoriamente destinate al verde (e quindi anche a questo parco) in modo adeguato, coinvolgendo i cittadini del Comitato in una gestione di controllo e programmazione dell'uso, che non puo' essere lasciato a concessioni o interventi di ditte esterne che poi non vengono seguite.

Un simile intervento pubblico non puo' finire con il termine dei lavori perché gli alberi ed il verde continuano a vivere e quindi sarebbe fondamentale riuscire a creare una reale sinergia che trasformi il Comitato in un organo di controllo e gestione con i necessari aiuti tecnici e gestionali.

3. Villa Margherita
Il parco di Villa Margherita deve ritornare ad essere un unicum con il resto perché la recinzione installata dai Carabinieri è chiaramente un elemento “abusivo” rispetto all'integrità storica del parco.

Qualsiasi sia il destino della villa, che auspichiamo non sia venduta, ma al massimo data in concessione anche per lungo periodo, il parco deve tornare alla sua unicità per precisa scelta politica, prioritaria rispetto a qualsiasi destinazione della villa.

Ci attendiamo precise indicazioni dalla prossima commissione consiliare del 27 c.m. che discute sul possibile destino di questo “bene comune”.

Ricordiamo agli Assessori che sarebbe un buon esempio procedere alla demolizione dei piazzali asfaltati e dei garage con copertura in eternit presenti nel compendio usato dell'Arma!!


4. Ripiantiamo le siepi
Indipendentemente dal rigore storico filologico della questione, crediamo che anche nel parco sia tempo di riprendere a piantare le siepi per dividere il sedime stradale dall'interno dei parchi.

La “mattanza” fatta in città in epoca gentiliniana di questi fondamentali elementi di biodiversità per questione di sicurezza, è stato un errore paragonabile a quello di togliere le panchine per eliminare il problema dei drogati.

Le siepi, anche sui parchi pubblici, in zona PUT, vanno riproposte anche per la loro funzione di barriera alle polveri, aumentando i controlli di sicurezza se necessario. Non possiamo fare un deserto o sradicare le nostre difese base perché non siamo in grado di controllare il territorio.

Se il problema sono le coppiette in cerca di intimità, allora siamo sulla buona strada, visto che il Ministero della Salute promuove campagne sulla fertilità e mettere una siepe è certamente (sempre una buona cosa).

Segnaliamo una festa il 1 ottobre presso la Cooperativa Topinambur di Monigo: “Sièza Party”...


5. Parco della Storga
La Provincia non è stata eliminata, è solo rimasta nelle medesime mani con metà dei soldi che non saranno usati per questo “bene comune”, che è in stato di abbandono.

Domenica 2 ottobre organizzeremo una visita guidata per capire lo stato dei luoghi e valutare cosa possiamo fare

6. Concessione del Parco 
A breve scadrà la concessione del parco agli Alcuni ed anche in questo caso sarà necessario vedere cosa si riesce a migliorare nel sistema perchè tutto abbia un senso e sia correttamente autorizzato

7. Gestione generale del verde urbano
La questione della gestione generale del verde urbano (orizzontale e verticale) è un tema che passa come questione tecnica tra Contarina ed il Comune; noi vogliamo che i principi vengano discussi sia per capire quali sono gli obiettivi di qualità da porre, i controlli da mettere in atto con partecipazione di cittadini e associazioni.
E' un tema da 2-3 milioni di euro all'anno che non puo' essere gestito come fatto tecnico dagli assessorati. I soldi poi li pagano i cittadini, almeno cerchiamo di capire perchè e chi deve fare cosa...

8. Acque e fossi
Lo stato della acque interne al parco e nelle zone limitrofe è pessimo: la Limbraga viene tendenzialmente seccata da interventi a monte ed il resto è piu' o meno una fognatura. Un parco senza acqua non esiste, un parco in zona di risolrgiva non puo' avere simile acqua.


Treviso, 24 settembre 2016 


p.ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa 348 8717810


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