LE
ASSOCIAZIONI, I COMITATI ed i CITTADINI DI TREVISO
ADERISCONO
ALLA CAMPAGNA
“DIGIUNA
PER L'AMBIENTE”
promossa
dai BEATI COSTRUTTORI DI PACE
RITROVO
PUBBLICO DI TESTIMONIANZA
DOMENICA
29 SETTEMBRE 2013 DALLE 13 ALLE 22
ALLA
LOGGIA DEI CAVALIERI DI TREVISO
Il
digiuno promosso da don
Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace è un grido di allarme
di una persona saggia ed umile, che da sempre è in prima linea per
la difesa dei valori primari e delle persone piu' deboli.
Il
suo discorso di fronte al Consiglio Regionale Veneto è una chiara
denuncia di una situazione schizzofrenica, che si fa sempre piu'
grave ed insostenibile per il nostro pianeta e per l'intero
territorio veneto.
I
dati del disastro sono lì di fronte a tutti, in primis di fronti ai
nostri rappresentanti politici, che però non hanno la capacità di
“inventare” un nuovo modo di sviluppo, che esca dalla presunta
obbligatorietà della crescita del PIL e di investimenti spesso
infruttuosi per il nostro benessere e per migliorare la qualità
della vita.
Il
Piano Regionale di Coordinamento (PTRC) ancora nel 2009 evidenzia che
nel Veneto l'impronta ecologica degli abitanti è pari a 6,43
ettari/pro capite anno a fronte di una media nazionale di 4,2 ettari
pro capite/anno.
Significa
che per sostenere i consumi e assorbire l’inquinamento di ogni
abitante veneto sono necessari 6,43 ettari di terreni “biologicamente
attivi”, molto oltre la media nazionale.
Si
rileva inoltre che la “ bio-capacità ” del Veneto è pari a 1,62
ettari/abitante e quindi c'è un “deficit ecologico” di 4,81
ettari pro capite/anno; deficit finora compensato con lo sfruttamento
di risorse di altre regioni e continenti, ma che è facile prevedere,
con la rapida crescita economica di Paesi emergenti, non sarà più
praticabile in un prossimo futuro.
Questo
è il vero “spread” che ci porterà alla rovina, se non
modifichiamo modello di sviluppo e comportamenti!!
Questo
deficit significa che il Veneto non ha l'autosufficienza alimentare!!
La
pianura padana è una delle zone più inquinate e inquinanti d’Europa
con una crisi strutturale a cui rispondiamo con progetti tanto
faraonici quanto inutili, quando ci sarebbero molte “grandi opere
di manutenzione” da avviare e che darebbero lavoro a migliaia di
persone in difficoltà.
Inoltre
in questo modo verrebbe intrapresa una strada virtuosa che è già un
impegno comunitario: la riduzione, da oggi al 2050, del 70% del
consumo energetico nei trasporti rispetto al 2009 e la riduzione del
60% delle emissioni di gas climalteranti rispetto al 2008!
Sono 30 le grandi opere avviate o in fase di realizzazione con questa tecnica finanziaria, dove il capitale privato si impegna a realizzare opere pubbliche in cambio della gestione di un servizio per un periodo ad una tariffa concordata con la Pubblica Amministrazione.
Il sistema in sé non ha nulla di “malvagio”, ma la sua applicazione veneTA (italiana) è degenerata perchè qui il privato realizzerà le opere, solo se l’Amministrazione pubblica si impegna a coprire icosti, anche qualora gli investimenti necessari fossero maggiori del previsto o i ricavi fossero inferiore alle ipotesi del piano finanziario (l'opera costa di piu' per essere fatta oppure rende di meno di quanto ipotizzato).
Dunque per i privati proponenti del progetto finanziato il rischio è sostanzialmente nullo con guadagno certo, mentre per la collettività, l'utilità dell'opera è incerta ed è altissimo il rischio di creare un debito differito di ingenti proporzioni, addossato alle future generazioni (vedere il caso della Pedemontana...).
Il potere politico inoltre varie utilità da questo sistema: nel caso il politico sia onesto c'è il merito di aver promosso un'opera che dà lavoro e risolve un problema pubblico, ma piu' spesso succede che dai flussi di opere, spesso non prioritarie, cadano “briciole” che servono proprio all'attività politica dei partiti (vedi il caso del Mose oppure gli scandali sulla TAV a Firenze).
Questo è il quadro. Questi sono i dati che evidenziamo e che portano a chiedere da subito una moratoria di queste grandi opere per fare un serio ragionamento su dove debbano essere investiti i (pochi) soldi che ci sono.
Questo è il nodo centrale, questo è il futuro.
Progetti partiti in tempi ormai lontani e che non rispondono né ai servizi veri per la popolazione, né al restauro e alla bellezza del territorio e del paesaggio.
- Chiediamo
quindi che il territorio e il paesaggio diventino il centro di
interesse collettivo, capace di attirare gli investimenti necessari
per mettere in sicurezza il sistema acqua
bene comune,
invece di fare le scelte più impattanti, mettendo a rischio le
falde e le ricariche e rubando suolo alle coltivazioni.
- Chiediamo
un piano
dei trasporti
(fermo al 1990!!) integrato ferrovia-strade a partire dai bisogni
della popolazione, che si sposta sempre più con i mezzi pubblici
per necessità, invece di privilegiare solo la fetta ricca della
società, con TAV e fantomatici corridoi, che esistono solo nella
testa di alcuni politici, ma certamente non nella realtà né
all’est néall’ovest dell’Italia.
- Chiediamo
di dare garanzie di lavoro alle imprese ed alle persone con
manutenzioni
diffuse,
fognature, messa in sicurezza degli edifici ed adeguamento
energetico cioè movimentando il nostro sapere storico nel restauro
edilizio;
- Chiediamo
un turismo
sostenibile
che si renda conto che la quantità di presenze a basso costo è una
politica sbagliata, già sperimentata con le piccole manifatture che
ora sono in ginocchio per l'avvento dei paesi emergenti; chiediamo
di proteggere i nostri siti piu' preziosi, il Sile
e
tutte le nostre bellezze storico artistiche.
Per questo Vi chiediamo di fermarvi e di pensare.... prima che sia tardi.
per ITALIA NOSTRA Treviso
Romeo Scarpa
Per SALVIAMO IL PAESAGGIO
Giuliano Carturan
Per LEGAMBIENT
Silvana Carchidi e Stefano Dall'agata
PER IL COM.. RIDUZIONE IMPATTO AEROPORTO DI TREVISO
Dante Faraoni
etcc.... (domani integriamo)
PS Portatevi un tavolino ed una sedia, i vostri manifesti, volantini e cartelloni
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