"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

giovedì 19 settembre 2013

METODI "MAFIOSI" AL PARCO DEL SILE

Esce sul Gazzettino una "strana" polemica relativa ad un consigliere dell'Ente Parco Sile, Ruggero Sartorato, che è parte della Giunta Esecutiva per presunte irregolarità denunciate da M5S, di cui però una parte del movimento nulla sa!!

La questione specifica è poco interessante e troverà una sua risposta direttamente da Sartorato; la questione di metodo è invece molto "educativa", perchè credo si possa definire un'operazione di "killeraggio mediatico" per mezzo di terzi nei confronti di chi forse dà fastidio.

Sono metodi che definire "mafiosi" è il minimo e con i quali nulla voglio avere a che fare perchè se ho qualcosa da dire alla Giunta Esecutiva ci sono modi e tempi per farlo in modo chiaro ed esplicito.

Ribadisco quanto avevo già detto al momento della mia prima elezione nel novembre scorso:
1)  i problemi di un parco devono travalicare le appartenenze politiche e quindi auspico che si continui a lavorare per il bene del Parco perchè i problemi sono molti e l'eredità della passata gestione è un macigno...
2) è opportuno che la giunta esecutiva "si apra" anche a livello formale, ma non è necessario "decapitare" nessuno; basta allargare la collaborazione, che è già effettiva sia con il Presidente che con la Giunta senza tanti giochi di potere; avevo, con altri, già chiesto a dicembre 2012 che il consigliere Denis Gobbo entrasse in giunta e quindi questa richiesta puo' essere pubblicamente riproposta... 
3) va dato atto alla Giunta Esecutiva di Torresan che c'è un'evidente differenza di metodo in meglio rispetto alla precedente gestione merito suo, degli "assessori" e del nuovo direttore.
3) va isolato ed allontanato chi semina zizzania... al piu' presto

Relativamente al titolo del Gazzettino quindi preciso che io non sono un big (anche se per la stazza potrei sembrarlo) e non voglio in alcun modo operare con questi metodi. 

Big in guerra per le poltrone del Parco
Dopo i grillini anche la maggioranza mette in dubbio il posto di Sartorato: «Va sopra le righe»
Non c'è pace per il Parco del Sile. Dopo i mal di pancia e gli stravolgimenti elettorali degli ultimi mesi, presto le acque di risorgiva potrebbero non essere più solo affare del centrodestra. In vista ci sono le larghe intese. L’altro ieri i grillini hanno tirato un'improvvisa mazzata sul comitato esecutivo chiedendo la testa di Ruggero Sartorato, rappresentante della Provincia in quota Pdl. Perché a loro dire la carica a villa Letizia, senza via libera del ministero dell'Interno, sarebbe incompatibile con il suo lavoro al comando dei vigili del fuoco di Treviso. Il diretto interessato ha tagliato corto, assicurando di avere tutte le autorizzazioni necessarie. Il colpo, però, ha aperto un vaso di Pandora. Perché, oltre alla burocrazia, paiono essere molti i consiglieri del Parco che non vedono l'ora che Sartorato alzi i tacchi. E tra loro non mancano i big della maggioranza. «È sempre sopra le righe -rivelano- stanno cercando in ogni modo di lasciarlo fuori». Tanto più che un suo addio rappresenterebbe la chiave di volta individuata da una fetta consistente del consiglio per rivedere gli equilibri dopo le ultime elezioni comunali, a cominciare dalla vittoria di Manildo a Treviso. Nessuno sembra voler mandare a gambe all'aria tutta la giunta Torresan. L'opzione più gettonata, infatti, prevederebbe la fuoriuscita di due assessori su quattro. Da sostituire con altrettanti membri del consiglio di centrosinistra. E Sartorato sarebbe il primo della lista. Anche se da villa Letizia cercano di calmare le acque. «Con gli altri componenti del comitato esecutivo va tutto meravigliosamente bene -assicura platealmente Sartorato- se chi mette in giro le voci di un mio addio, è lo stesso che parla delle autorizzazioni, la cosa lascia il tempo che trova». Sulla medesima linea il presidente. «Qualcuno vorrà un rimpasto -ammette Nicola Torresan, quota Lega, rinominato da palazzo dei Trecento stavolta dalla parte della minoranza- ma la squadra è questa e andrà avanti così. Lavoro con le commissioni quasi ogni giorno e non ho mai sentito grosse volontà di cambiarla». Almeno sino ad ora.

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