Sono rimasto travolto da una commozione arrabbiata (o arrabbiatura commossa?) nel leggere le parole pronunciate dai presidenti regionali di Veneto e Friuli Venezia Giulia durante la commemorazione a 60 anni dalla tragedia del Vajont alla presenza del Presidente della Repubblica.
Riporto tra virgolette le parole pronunciate dalla stampa:
“… prima di decidere come e dove fare un’infrastruttura è indispensabile conoscere a fondo quanto sia delicata la terra su cui camminiamo, governare con saggezza i nostri territori e decidere solo dopo aver ascoltato… (Fedriga)”.
“… vale la pena di ricominciare a parlare di rapporto uomo-natura coinvolgendo i giovani, i veri soggetti che ci possono indicare la via…. (Zaia)”.
“… i disastri non sono causati dall’incuria dell’uomo, ma dal delirio di onnipotenza dell’uomo… (Zaia)”.
La commozione è perché mi sembra di avere di fronte due novelli Paoli sulla via di Damasco, che vengono miracolosamente “redenti” a pensieri sostenibili.
La rabbia deriva dalla sensazione che siano parole “di convenienza” per l’occasione, parole “false” come quelle dei farisei scacciati dal tempio perché sono contraddette dai fatti (leggi, delibere, progetti) promosse da questi governatori per le nostre terra da ormai molto tempo.
Di cosa parlo? Per esempio della casse di espansione delle Grave di Ciano, opera devastante per il fiume e non adeguata allo scopo.
“Ascoltare i territori?” Ditélo all’assessore all’Ambiente della Regione Veneto Bottacin, che no vuole parlare con i sindaci del territorio per le grave di Ciano, tanto che si sono dovuti rivolgere al Tribunale delle Acque di Roma!
“Coinvolgere i giovani?” Ditélo a Zaia, che continua ad avere consulenti per questi progetti dei baroni universitari che potrebbero essere in pensione da anni, visto il loro approccio novecentesco al problema e ditelo anche al governo che prevede legge durissime per chi denuncia la crisi climatica.
"Rapporto uomo-natura"? Ditélo sempre a Zaia in un Veneto con più superstrade, caselli e ipermercati di ogni altra regione italiana, dove l'aria è tossica e dove il consumo del suolo è inesorabile..
A voi giudicare se credere a queste “belle parole” di Zaia e Fedriga oppure se non sia giusto denunciare la meschinità di un atteggiamento fintamente ecologico (greenwashing).
A pensar male, si fa peccato, ma spesso ci si azzecca – diceva un politico della prima repubblica.
VOI CHE DITE?
Penso Romeo che questo è il tempo dei sepolcri imbiancati e che, per quanto solitario e vano possa sembrare dire come stanno veramente le cose, non si debba rinunciare a ribadirle, invitando tutti a guardare ciò che è davanti ai loro occhi.
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