Oggi abbiamo presentato alla stampa locale (Vita del Popolo, Gazzettino, OggiTreviso, Tribuna, Corriere del Veneto + Eden TV) le osservazioni che sono state da noi depositate al Ministero dell'Ambiente entro i termini del 12-5-2012.
Forte interesse anche grazie all'acquazzone che ha bloccato la stampa nelle nostra grinfie...
Chissà cosa uscirà....
ECCO LA SINTESI DELLE OSSERVAZIONI DATA ALLA STAMPA
Le osservazioni sono disponibili per chi le vuole leggere nella versione estesa... questa è una sintesi. Astenersi perditempo e chi crede che tutto si possa condensare in 140 caratteri.
Osservazione n.1 –
analisi tecnica e procedurale del Masterplan
Il primo pacchetto
di osservazioni riguarda la procedura, l'analisi delle alternative,
del quadro programmatico e progettuale ed è stata redatta da uno
studio (WET Eng) per conto della sezione di Treviso di Italia Nostra.
Il tenore
scientifico delle varie osservazioni è molto elevato con contributi
di personale altamente qualificato afferente all'area dell'Università
di Padova.
La
prima questione è quella relativa alla procedura
promossa da ENAC (ed AERTRE) per il Piano di Sviluppo Aeroportuale:
un primo dato “curioso” è che il PSA Canova riguarda il periodo
2011-2030, ma viene presentato solo nel marzo 2012! La questione non
è così “indolore” visto che nelle relazioni sottoposte VIA
sono ricomprese anche quelle opere eseguite nel 2011, pur in
presenza di una sospensiva concessa dal TAR Veneto e poi (a fine
lavori) rigettata dal Consiglio di Stato.
Le altre questioni
rilevate rispetto alla procedura sono:
- totale assenza di una procedura di Valutazione Ambientale Strategica che sarebbe essenziale come “azione preventiva” (Direttiva 2001/42/CE), ma che di fatto viene sempre omessa (direi in modo scientifico..);
- insufficienza (ovvia) di un Masterplan (cioè un progetto di tipo “preliminare”) rispetto al livello di definizione richiesta dalla normativa (D.Lgs 163/06 e s.m.i.)
La
questione dell'analisi
delle “alternative”
semplicemente non c'è!! A supporto della “inevitabile” scelta
di sviluppare l'aeroporto di San Giuseppe si richiama un documento di
ENAC (“Studio
per lo sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale”): un
sistema un po' rozzo di auto-sostenere una scelta...
Si evidenzia che proprio tramite una
valutazione ambientale strategica si dovrebbe valutare dal punto di
vista ambientale se intervenire nell'aeroporto esistente o prevederne
lo spostamento...
Gli estensori del Masterplan affermano in
qualche punto delle poderose relazioni prodotte si lasciano sfuggire
timidi dubbi in relazione all'accessibilità solo via gomma e sulla
“finitezza” della superficie complessiva del sedime
aeroportuale.
In sostanza senza alcuna ripercorribile
valutazione “si decide” di ampliare l'aeroporto esistente con
tutte le sue criticità esistenti e di sviluppo e di non verificare
la possibilità di diverse soluzioni (ad esempio: esclusivo
ampliamento dell'Aeroporto di Venezia, uso dell'aeroporto militare di
Istrana, nuovo Aeroporto, sviluppo dell'Aeroporto di Verona, ecc.).
L'analisi
del “quadro
programmatico”
non consente di capire
il rapporto del Masterplan con lo sviluppo urbanistico e demografico
previsto nel territorio di riferimento; questo può' sembrare
“strano”, ma anche no: l'aeroporto di San Giuseppe con Treviso
centra poco o nulla con Treviso città e periferia...
Infatti
alcuni dicono che i turisti dei low-cost vengono “deportati” a
Venezia e Treviso è sostanzialmente omologo a Stanstead rispetto a
Londra! Chi ha mai visitato Stanstead quando va a Londra??
La
dimostrazione che il PSA rispetta la normativa generale ambientale ed
urbanistica è “facilitata” dal fatto che TUTTI i documenti
programmatici e strategici della Regione Veneto sono parziali e non
efficaci (PTRC per esempio...), obsoleti e non aggiornati (Piano
Generale dei Trasporti e della Logistica) e soprattutto sono “scatole
vuote”, dove si enunciano mirabolanti principi (“poesia-urbanistica
e/o ambientale”) con i risultati reali che vediamo in giro per la
provincia!!
“Provincia
di Treviso: t'innamori se la vedi”... solo per cio' che non abbiamo
fatto tutti noi negli ultimi 70 anni!!
Oltre a
ciò il PSA si limita a richiamare documenti dei Comuni di Treviso e
Quinto (“Piano d’azione Comunale per il risanamento
dell’Atmosfera”) e piani di classificazione (per esempio quella
acustica) senza fornire analisi e valutazione circa l’impatto e gli
effetti che su tali piani avranno gli interventi programmati dal
gestore aeroportuale nel prossimo ventennio.
In alcuni
punti emerge un'evidente critica degli estensori del PSA per il
“ritardo” con cui il Comune di Treviso non ha ancora recepito
delle prescrizioni di ENAC in zone adiacenti alla pista, lasciando
costruire case in aree che saranno soggette ad impatti acustici
negativi in futuro.
Il Comune
di Treviso non puo' dirlo, ma crediamo gli convenga molto se il PSA
verrà cassato o fortemente ridotto perchè sono concreti i rischi di
azioni legali per risarcimenti da parte di privati danneggiati dalle
omissioni dell'Amministrazione, soprattutto di Treviso.
L'analisi
del “quadro
ambientale”
riguarda i sottocapitoli “atmosfera”, …..
Per
la componente
“atmosfera”
lo Studio evidenzia l’attuale pessima qualità dell'aria
indipendentemente dall'aeroporto.
La
metodologia di esame degli impatti non è cautelativa perchè:
- non considera la fase di cantiere che ci sarà e non sarà trascurabile;
- considera scenari di decolli/atterraggi medi (cioè 50% verso Treviso e 50% verso Quinto), ma per valutare l'impatto è necessario prendere lo scenario piu' sbilanciato e non quello medio
- lo studio “spera” nel miglioramento delle emissioni... dei motori degli aeromobili! Ma l'hanno chiesto a Mr O'Leary?? Lui ovviamente (e giustamente per lui) è interessato a fare il “suo” business ed a tener pulito l'orticello di casa sua, che forse è nella verde Irlanda...
Un esempio: per la scuola
primaria S. Giovanni in Bosco, lo studio dimostra che l'aumento dei
voli, per quanto poco, aggrava una situazione già critica: il valore
medio annuale di NO2 attribuibile all’aeroporto aumenta
da 1 a 2 microgrammi su un valore medio di fondo già di 39 ed un
limite di 40 (vedi Tabella 1), senza alcuna mitigazione prevista
dallo studio.
Si torna ad uno
schema logico demenziale: la situazione è “degradata” e pertanto
l'ulteriore degrado che aggiungo è ininfluente!!
Per
la “componente
“acque superficiali”
il ragionamento è identico, ma inaccettabile dal punto di vista
ambientale e legale: non si puo' affermare che per il fatto che “le
acque presenti nei fossa a lato della Noalese, interessati da
scarichi di vario tipo e dalle acque meteoriche di dilavamento
provenienti dalla strada, sono presumibilmente scadenti, l’impatto
complessivo del PSA, attraverso le acque reflue scaricate dall’area
aeroportuale, sulla qualità delle acque in rete minore può
ragionevolmente stimarsi come trascurabile per entrambi gli scenari
al 2020 e al 2030...”!!
E'
come dire che siccome il proprio soggiorno è lurido, possono
continuare a buttare rifiuti sotto il tappeto!!
Cosa ne facciamo del
Piano di Tutela delle Acque??
Per esempio alla sezione
C3.5.4.3 del documento si ritiene “trascurabile”
il contributo inquinante derivante dal dilavamento delle nuove aree
del sistema aeroportuale perchè equivalente ad un tratto di strada
statale di lunghezza pari a 1400 m. Ma è un metodo di valutazione
scientifico, questo??
Relativamente
al presunto “non aumento” del carico inquinante verso il fiume
Sile, lo studio esprime concetti imbarazzanti: sempre alla
sezione C3.5.4.3 si legge che “...fatte queste premesse, una
prima considerazione è che, grazie ai sistemi di trattamento
previsti, le concentrazioni di inquinanti nelle acque meteoriche di
dilavamento scaricate nel Sile non sembrano1
destinate ad aumentare... L’impatto del PSA sul recapito nel fiume
Sile delle acque meteoriche di dilavamento provenienti dall’aeroporto
sarà pertanto da considerarsi a tutti gli effetti positivo2
per entrambi gli scenari al 2020 e al 2030...”.
La
prima osservazione è che la considerazione sul non aumento del
carico inquinante esprime una condizione necessaria alla
compatibilità ambientale, ma non è condizione sufficiente!!
Oltretutto
si glissa sul fatto che negli ultimi vent'anni (fino ai lavori
“abusivi” del 2011) il carico inquinante, che ora di depura, è
stato sversato sic et simpliciter nel fiume. In pratica
un'autodenuncia di reato ambientale di AERTRE??
Nell'analisi degli
impatti non vengono presi in considerazione:
- l'ipotesi di malfunzionamento dei sistemi di trattamento, sia delle acque reflue che di quelle meteoriche derivanti da temporanei black-out, mancata o ritardata manutenzione.
- le modalità di gestione di scenari eccezionali derivanti da avarie o incidenti meccanici che producano sversamento accidentale di carburanti, oli, liquidi lubrificanti e refrigeranti, ecc..
In considerazione dell'altissima vulnerabilità del sistema
ambientale rappresentato dal fiume Sile e delle sue zone riparie e
del devastante potenziale impatto degli eventi accidentali che
possono verificarsi, si ritiene ineludibile lo sviluppo di un piano
specifico dedicato alla gestione degli sversamenti accidentali.
Oppure ENAC ed AERTRE pensano di poter risolvere tutto con una buona
assicurazione o con un sistema “negazionista” già visto
all'opera nel caso dell'incendio De Longhi del 2007??
Per la componente “suolo
e sottosuolo” si rileva
che lo studio pone alcune
assunzioni che, diversamente dalle indicazioni metodologiche della
V.I.A., non sono cautelative.
Manca
soprattutto un'analisi sito-specifica e tale mancanza è già stata
rilevata nel corso dei lavori “abusivi” del 2011, quando, solo in
corso lavori, si è scoperto che la pista era stata costruita sopra
un'altra pista di un aeroporto militare!! Ma, va là.... una
“scoperta” mirabolante...
Non
esistono quindi:
- indagini per verificare se è necessaria la bonifica dei suoli (in particolare nell'area del deposito di carburante);
- nessuna verifica analitica e valutazione delle conseguenze ambientali risulta essere stata eseguita relativamente all'impatto delle acque meteoriche di dilavamento rispetto alla falda freatica; nonostante nel S.I.A. si affermi che “L’aeroporto sorge su di un’area in cui la falda freatica è vulnerabile per la sua soggiacenza superficiale (tra 0.7 e 1.6 m da p.c.) e per la permeabilità moderatamente alta dei terreni.”
Per la componente
“rumore” lo Studio denuncia una situazione INCREDIBILE:
alla sezione C6.4.1 del quadro ambientale del S.I.A. si legge che
"...è quindi possibile evidenziare alcune criticità circa
la zonizzazione approvata nel 2003, in particolare si può affermare
che la stessa non può più rappresentare l’impatto acustico
derivante dalle attività aeroportuali in quanto la stessa
zonizzazione è stata formulata sulla base di un mix di flotta
completamente differente dall’attuale". La commissione
aeroportuale ex art. 5 del DM 31/10/1997, ha concluso i suoi lavori
con l’approvazione dell’intorno aeroportuale e quindi della
relativa zonizzazione (approvata da Enac con ordinanza 16 del 2003),
facendo riferimento allo scenario di traffico del 2001.
Per il Comune di
Treviso, a differenza del Comune di Quinto, la zonizzazione
aeroportuale allo stato di fatto non è ancora stata recepita.3
Relativamente al fatto
che l'aeroporto è di fatto incastrato tra Treviso e Quinto e non si
è ancora trovato il modo di spostare le due “fastidiose”
cittadine, lo Studio di ENAC-AERTRE espone una serie di mitigazioni
che si basano sul
presupposto, non dimostrabile, che le procedure di volo previste
vengano approvate dall'autorità competente!!
Soluzioni
alternative, in caso di diniego, non vengono proposte, né valutate.
Un
serio piano di sviluppo puo' essere presentato con simili incertezze
normative?? Ha senso??
Quanto riportato nella
sezione C6.5.1 del quadro ambientale del S.I.A. relativamente allo
“scenario 0” per le valutazioni comparative pare una presa per i
fondelli, se non fosse che si discute e parla del livello di vita di
persone che da anni soffrono per l'ingombrate presenza
dell'aeroporto.
Il
livello equivalente è stato applicato solo allo “scenario 0 al
2010”, ignorando completamente le zonizzazioni acustiche vigenti.
Come già espresso in precedenza, il Comune di Treviso allo stato
attuale non ha ancora recepito la zonizzazione aeroportuale.
Nell’analisi
ai recettori si è considerata come soglia di attenzione quella dei
60 dB(A) poiché rappresenta un valore prossimo a quello limite delle
fasce di pertinenza aeroportuali, nonché della Classe IV del D. M
14/11/97", ma la
soglia di attenzione di 60 dB(A) non corrisponde ai limiti previsti
dalle zonizzazioni acustiche dei due Comuni per le aree in oggetto.
Altra interessante
affermazione scientifica è a pagina 133, sezione 6.2.1 della
Valutazione di Incidenza Ambientale dove viene riportato che "...si
ritiene quindi che gli effetti della perturbazione rumore sulle
specie di avifauna comunitaria presente in prossimità dell’aeroporto
siano da considerarsi non significativi, in considerazione della
preesistenza dell’aeroporto e quindi del fenomeno perturbativo e
quindi della assuefazione delle specie alla perturbazione".
Ritorna
il concetto del degrado che c'è e che quindi si puo' aumentare anche
in una zona di pregio protetta da una legge regionale a parco
naturale!!
Si aggiunge anche che
"...prendendo in considerazione le specie di uccelli
segnalate per l’area in oggetto (cfr. par. C5.4.3.3), non esistono
studi specifici relativi agli effetti su queste specie, ma esistono
studi relativi a specie vicarianti appartenenti alla fauna del
continente americano".
Ci chiediamo:
l'analisi effettuata può essere considerata valida anche se
paragonata alla fauna locale? Su quali evidenze scientifiche si
basano tali affermazioni? Ci prendono in giro???
Oltre a questi evidenti (ed
anche divertenti) svarioni, sono presenti anche errori concettuali e
metodologici gravi per uno studio scientifico...
In sostanza appare chiaro ed
evidente che l'impatto sulla componente “rumore” sia uno dei
punti nodali della questione e lo Studio presentato dimostra che …
è sempre difficile arrampicarsi sui vetri!!
Molte altre osservazioni e
dubbi sono esposti anche nel paragrafo “ulteriori considerazioni”
dell'Osservazione 1 di Italia Nostra Treviso e vi lasciamo il gusto
di vederli nel documento allegato alla presente (ve lo diamo in
formato digitale per evitare di sprecare carta e perchè siamo
poveri).
La conclusione esposta alla
fine dell'Osservazione n.1 è sufficientemente chiara:
- Si ritiene, pertanto che la richiesta di V.I.A. debba essere archiviata
- che debba essere attivata una V.A.S. che permetta la giusta partecipazione pubblica alle scelte strategiche prospettate dal Masterplan
- che devono essere analizzati scenari alternativi
Il PSA o Masterplan
2011-2030 dell’Aeroporto “A.Canova” di Treviso è quindi del
tutto carente e lacunoso ai fini della pronuncia di compatibilità
ambientale.
Osservazione
n.2 – di tutto un po'...
Il secondo
pacchetto di osservazioni riguarda spesso temi similari rispetto al
primo gruppo di osservazioni , ma è stato redatto dai soci della
sezione di Treviso: il tenore scientifico è inferiore, ma ci sono
alcune “chicche” molto interessanti.
Riassumo i temi trattati:
- mancato coinvolgimento Comuni Morgano,Zero Branco, Casier e Silea
- scenari di sviluppo ed opere già eseguite (cosiddetti “abusi 2011”)
- valutazione alternative ed “opzione zero”
- conformità alla normativa urbanistica e di riferimento vigente
- criticità della situazione attuale
- quadro previsionale traffico passeggeri e movimenti
- capacità e fabbisogni infrastrutturali
- parcheggi
- traffico ed aree dismesse
- scuole ed abitazioni in assenza di piano di rischio
- aspetti socio economici
Osservazione
n.3 – il “rapporto” dell'aeroporto con il fiume Sile
La terza osservazione riguarda
l’impossibile coesistenza tra aeroporto e Parco Naturale Regionale
del Sile.
Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) e
la Valutazione di Impatto Ambientale )VIA) non tengono in alcuna
considerazione l’ultima Variante approvata e le sue Norme di
Attuazione:
- tacciono sulla pista luminosa di atterraggio costruita sul fiume ed individuata come elemento “detrattore” da eliminare;
- prevedono solo dal 2011 un sistema di raccolta e depurazione delle acque di prima pioggia che sono cadute dal 1997 sui piazzali, pista ed aree ad alto rischio inquinamento (de-iceing) senza che nessuno si sia mai preoccupato di nulla per oltre 10 anni!!
- non prevedono alcuna opera di attenuazione delle fonti di inquinamento (acustico, ottico, gassoso ecc.) né alcuna, eventuale, opera di compensazione.
Insomma la presenza del fiume Sile, che
confina con la pista aeroportuale, cioè è a diretto contatto non è
argomento trattato nel Piano di Sviluppo Aeroportuale; si glissa....
è un dato di fatto trascurabile!!
La domanda che poniamo è questa: è
più importante per Treviso tutelare e valorizzare la presenza del
maggior fiume di risorgiva presente in Europa (o forse al mondo) o
aumentare la capacità di traffico di una pista aeroportuale per
portare a Venezia frotte di turisti a poco costo?
1notare
la forma dubitativa non proprio adatta ad un documento di
valutazione tecnica...
2interessante
apprendere che ampliare un aeroporto a fianco di una parco naturale
fluviale migliora la qualità delle acque del fiume! Crediamo che il
Nobel per l'Ambiente possa essere tranquillamente alla portata di
AERTRE...
3non
crediamo ci voglia molto per capire che, se provata, questa
affermazione di ENAC potrà avere gravi conseguenze civili su chi ha
firmato concessioni edilizie in zone, che già dovevano essere
acusticamente declassate...
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