"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 3 giugno 2012

BIOGAS A MIGNAGOLA: TERRA MERETRICE?


    Sala a Carbonera strapiena per l'incontro sul BIOGAS: più di 100 persone, anche se con pochi giovani sotto i trent’anni (naturalmente mancava il Primo Cittadino di Carbonera...).

    1) L’incontro è iniziato, secondo programma, con Marco Golfetto (dottore
    forestale, tecnico C.I.A.) che ha illustrato in generale cos’è il biogas, le
    rese delle varie materie impiegate (sorgo, mais, tritticale, letame), la
    struttura dell’impianto, lo smaltimento dei prodotti di scarto dell’impianto
    (con il relativo discorso della normativa nitrati); inoltre ha puntato molto
    sull’indice EROEI (Energy returned on energy invested). Ha spiegato che
    principalmente sull’indice EROEI incide:
    - lo sfruttamento totale dell’energia prodotta (cioè se è sfruttata, ad es.,
    anche l’energia termica prodotta dall’impianto oppure NO, come nel nostro
    caso);
    - il tipo di materiale introdotto;
    - il costo dei trasporti per l’approvvigionamento e lo smaltimento delle
    biomasse.
    Ha specificato infine che, per essere considerata attività agricola, il
    materiale prodotto deve provenire per più del 50% dall’azienda e ha citato la
    legge regionale 856 del 15 maggio 2012 sulla distanza degli impianti biogas
    dalle abitazioni civili, variabile a seconda della potenza dell’impianto.
     
    2)
    Renato Pani (esperto di energia) ha spiegato in particolare il funzionamento dell’impianto in programmazione a Carbonera mostrando le lacune del progetto oltre che l’inquinamento prodotto da tali impianti, specie per quel che riguarda l’emissione di CO2 e mettendo in dubbio che si tratti di un energia davvero non inquinante; ha poi illustrato che la quantità prodotta da 1metro cubo di biogas è di 1,161 kwh elettrici sottolineando che si ha:
    il 55% di perdite dal motore ciclo otto (visto che in questo impianto non è
    sfruttata l’energia termica prodotta);
    5% perdita dal generatore;
    2% perdita dal trasformatore;
    7,5% consumo degli impianti ausiliari;
    l’energia elettrica disponibile rimarrebbe, quindi solo il 30,5%.

    3) Mirco Rossi (divulgatore sulle tematiche energetiche) ha parlato dell’ASPO Italia e delle preoccupazioni relative alle fonti energetiche e al loro reperimento nel prossimo futuro, delineando prospettive decisamente
    drammatiche; ha dunque ripreso il discorso sull’indice EROEI sottolineando che deve essere superiore a 8 per poter essere davvero una produzione di energia conveniente per l’uomo e soprattutto per l’ambiente (in questo impianto l’indice EROEI sarebbe circa di 2,7-2,4); ha spiegato il fatto che la convenienza dell’energia da biogas sta solo negli incentivi statali che fanno sì che sia pagata a 0,28 cent. al kwh invece che, come normalmente accade, solo 0,07 cent. specificando che il ricavo da un impianto a biogas di un megawatt è di circa  2.153.956 € all’anno di cui circa la metà è utile. Ha poi proseguito con l’elencare i rischi di tali impianti sottolineando il fatto che sono rumorosi e puzzolenti e che i digestati, se non pastorizzati, possono anche provocare possibili contaminazioni da e-coli.

    4) Alessandro Campigotto (agricoltore e responsabile del gruppo di lavoro
    agricoltura del Pd provinciale) ha analizzato l’impatto di un impianto a biogas
    dalla prospettiva di un coltivatore diretto delineando:
    a) la corsa agli ettari di terreno (con il passaggio delle quote di affitto da
    500€ per ettaro a 900-1500 € per ettaro con una concorrenza sleale nei
    confronti degli allevatori a cui questo terreno serve per produrre cibo per gli
    animali);
    b) impatto ambientale;
    c) squilibrio nei rapporti sociali e tensioni con la concentrazione di terreni
    nelle mani di pochi imprenditori (neo-lattifondisti) e la guerra tra i
    terzisti.
    Ha poi cercato di prospettare un possibile scenario per la futura agricoltura
    chiedendosi se vi sarà sfruttamento o lavorazione della terra, sottolineando l’
    impoverimento dei terreni causato da una lavorazione e coltivazione intensiva che per nutrire questi impianti di biogas prevede più di un raccolto l’anno. Ha concluso dicendo chiaramente che questi impianti hanno solo la motivazione degli incentivi statali.
     
    Nel frattempo, alle 21.00 circa, è arrivata la Puppato la quale ha fatto un
    bel discorso sostanzialmente ribadendo i concetti espressi negli interventi e
    le preoccupaioni per il futuro, con una regione che fa poco (o nulla) e male
    nei riguardi di queste tematiche energetiche. Insomma è stata fatta intendere la contrarietà del Pd al proliferare indiscriminato e selvaggio di questo genere di impianti e di conseguenza anche a questo, ma non esprimendola così chiaramente. 

    Si è poi giunti al momento dolente degli interventi e delle domande:
    inizialmente si sono avuti dei lunghi “discorsi” sulle tematiche energetiche e
    sul futuro da parte di esponenti locali del Pd, altri intervenuti hanno
    sottolineato, con un leopardiano pessimismo cosmico, la nostra condizione di servi del (o dei) padrone/i. Si è poi passati alle domande più dirette sull’
    impianto di Carbonera. I miei concittadini (tra cui io stesso) hanno
    sottolineato l’omertà dell’amministrazione comunale riguardo la realizzazione di questo impianto; altri hanno chiesto lo stato dell’iter per la
    realizzazione; alcuni hanno sottolineato inquinamento, aumento del traffico,
    rumori e odori in una zona di per sé già molto compromessa; io ho chiesto anche come poterci tutelare; altri hanno attaccato il sistema carbonerese delle caste; altri ancora hanno attaccato politicamente dicendo chiaramente che molti dei componenti della maggioranza (che in conferenza dei servizi ha manifestato il suo favore nei confronti dell’impianto) e lo stesso assessore all’ambiente (presente all’incontro) sono tesserati del PD (a tutti era chiaro il paradosso di un partito politico che viene a parlare a sfavore di un impianto, mentre la maggioranza del Comune, del suo stesso colore politico, si è dichiarata favorevole!!).
     Purtroppo a questo genere di domande dirette non è stata data alcuna risposta, anzi la Puppato non sembrava molto informata su questa faccenda specifica, tanto che era convinta, contrariamente alla realtà, che l’
    amministrazione comunale non avesse dato parere favorevole riguardo l’impianto. Incalzata da una signora che esigeva una risposta alla mia domanda su come poterci tutelare, e qui devo fare i complimenti ad Antonella che come coordinatrice del dibattito ha dato la parola veramente a tutti e fino all’ultimo minuto a disposizione (la sala, infatti, era disponibile fino alle 23.30), ha risposto che, a meno che non ci fossero vincoli di competenza della Soprintendenza nulla poteva essere fatto e che il voto del comune conta solo per uno (facendo capire ai presenti, ancora una volta, che non era a conoscenza dell’espresso favore della maggioranza).

    La serata è stata sciolta in fretta perché erano le 23.30 passate e la Puppato
    è stata accompagnata fuori tra i mormorii e l’insoddisfazione della gente che, se non ho visto male, perché ero ormai distante, ha continuato ad avvicinarla e fare domande. 

    Dai pareri che ho raccolto tra i concittadini (decisamente soddisfatti per le
    spiegazioni tecniche e per lo spessore degli interventi, ma altrettanto
    decisamente insoddisfatti per la mancata risposta alle domande più dirette che per questo più interessavano), ho visto sempre più convinto e con un maggior numero di sostenitori il fronte del no e, tra i vecchi contadini, l’amarezza per una nuova mentalità che non vede più la terra come una madre ma come una meretrice
    da sfruttare.

2 commenti:

  1. Bravo Matteo, chiaro ed efficace resoconto; chiedo ai soci Tocchetto e Zandigiacomi di farlo pervenire al consigliere regionale Puppato. Meglio andare preparati e con idee chiare di quello che fanno a livello locale, altrimenti si fanno brutte figure anche in convegni organizzati dal proprio partito!!

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  2. C’ero anch’ io Venerdì sera al dibattito sulla centrale a Biogas di Mignagola. Dagli interventi della Puppato ci si rendeva conto di come la politica più è lontana dai cittadini più diventa astratta. Questa conferenza è stato molto utile dal punto di vista tecnico, perché chi non ne sapeva molto si è resa conto delle problematiche, ma come al solito esporsi troppo è rischioso
    soprattutto quando si cerca di coprire le proprie lacune. Forse anche al sindaco sarebbe stato utile partecipare prima di dare un consenso così cieco.
    Federica

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