Oggi pomeriggio mi sono perso per due ore all'interno del Parco della Storga incontrando due pedoni (uno correva ed uno aveva un libro) e 5 auto (!!).
Ho fatto un giro proprio dopo una intensa pioggia per vedere quali sono i problemi e cercare di capire cosa è da valutare visto che nessuno ha la verità in tasca su come si interviene su un bosco urbano inselvatichito in area di risorgiva...
Alcune domande restano senza risposta e sarò felice se si aprirà un dibattito tra posizioni diverse, ma altre cose invece sono chiare e limpide (almeno per me).
Vi espongo alcune questioni:
1) STACCIONATE: sono nel 90-95% dei casi sostanzialmente inutili in quanto non proteggono da nessun pericolo ed hanno solo lo scopo di indirizzare chi cammina sul sentiero come se uno arrivasse a 90 km all'ora. Non sono nemmeno belle perchè fatte con legno tornito e quindi si possono tutte eliminare.
2) PERCORSI: nella maggior parte dei casi i percorsi pedonali sono stati rinforzati con stabilizzato e contenuti con paletti e travi a terra, certe volte anche articolati in modo non rettilineo; l'effetto estetico dopo tanti anni (quanti?) non è terribile, ma si ha la sensazione di camminare su un suolo troppo rigido, oltre ad avere un effetto "corridoio" con rischio di inciampo tra il sedime trattato ed il sedime naturale. Lascerei così sui percorsi fatti, ma eviterei in modo assoluto di fare altro... Le zone per persone con disabilità motorie devono garantire una serie di percorsi, ma non tutti.
3) ALBERI MORTI: lungo il percorso ci sono una serie di alberi che si sono spezzati, ma sono pochi quelli che incombono sul percorso vero e proprio; il resto è all'interno di zone non normalmente accessibili. Ritengo che sia da mantenere una quota non secondaria di "legno morto" per la biodiversità che in grado di alimentare. Ci sono progetti europei come il MIPP dove le persone segnalano particolare insetti "mangiano" il legno (saproxilici)...
segue...
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