"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 18 marzo 2018

L'USO STRUMENTALE DEL DEFLUSSO ECOLOGICO


Tra il 18 e il 28 marzo il Consorzio Piave attiva la Sperimentazione sul Deflusso Ecologico del fiume Piave, per verificare gli impatti dell’applicazione sul fronte ambientale, economico e della qualità della vita nel territorio.” dice il comunicato del Consorzio Piave.
Già in questa affermazione troviamo un primo pre-giudizio (critico) dell'Ente preposto dalla LR12/2009 “alla bonifica, all'irrigazione, alla difesa del suolo e dell'ambiente, alla tutela della qualità delle acque e alla tutela dei corpi idrici”, in base alle finalità del suo statuto.
Passa l'idea che l'applicazione del Deflusso Ecologico “imporrà” di fatto la chiusura delle derivazioni, quando nessuno ha mai detto questo.

Noi da tempo diciamo che il Consorzio Piave esercita il suo potere solo per alcune delle finalità del suo statuto e questo lo conferma lo stesso sito dell'ente dove invidua e sottolinea solo “l'uso multiplo dell'acqua: per abbeveraggio (oggi uso ambientale), per irrigazione e per produzione di forza motrice”.
Dimentica (da sempre) il Consorzio Piave le finalità “ambientali” dell'Ente cioè “la tutela del suolo, dell'ambiente e della qualità dell'acqua.”, abbastanza ovvio per un Ente dove le elezioni dei posti di comando sono a disposizione di pochi con grandi interessi.

E' evidente che l'acqua è sempre stata usata dal'uomo per le sue attività e non occorre sempre ricordare che fu la Serenissima Repubblica a fare le ultime grandi opere del settore, soprattutto perchè altrimenti dobbiamo ricordare che oggi non si riesce a fare una grande opera perchè tintinnano le manette e gli scandali...

E' anche altrettanto evidente che l'acqua è dei fiumi e dei pesci, ed in questo caso in particolare della Piave, e quindi non è credibile un Consorzio, governato dagli agricoltori e da chi usa l'acqua per fare energia, che parla di sperimentazione sull'applicazione del Deflusso Ecologico solo per dire che non c'è abbastanza acqua per tutti.
Lo sappiamo e lo diciamo da anni e non abbiamo visto il Consorzio Piave schierarsi al nostro fianco per creare un fronte comune a difesa del fiume dall'uso scriteriato che se ne sta facendo.

Non hai mai cercato di spiegare agli amici del CRIF (Consorzio Regimazione Idraulica Fiumi) che scavare in alveo rende il fiume un canalone ed ne aumenta l'impatto sulle sponde.

Non lo vediamo stracciarsi le vesti ed agire con il Genio Civile ed i Comuni per censire e chiudere gli innumerevoli pozzo abusivi che tutti hanno in barba ai divieti e che si mettono in azione non appena c'è il minimo indizio di stato di crisi sull'acuqa.

Non vediamo alcuna azione o investimento per passare da irrigazione a scorrimento ad irrigazione controllata favorendo coltivazioni meno “idrovore”.


La Direttiva Europea è del 2000 cioè di 18 anni fa e noi, come al solito, arriviamo in “zona Cesarini” senza aver fatto nulla, salvo alzare lamentazioni sul fatto che ci “sono diritti acquisiti”.
Certo ci sono diritti acquisiti ed una fiorente economia ai lati del fiume, ma l'acqua è ormai limitata anche nel nostro territorio che ne aveva in eccesso. E quindi non si salva nessun diritto.

Oggi vanno definite le priorità e tra i diritti acquisiti ci sono, da sempre e prevalenti, quelli del fiume, che sono sorti prima di quelli di ENEL e del CONSORZIO PIAVE e che reclamano forte il sacrosanto diritto al Deflusso Ecologico cioè alla vita del fiume.

Non servono queste sperimentazioni per dire che la Piave alimenta, in parte, l'intero sistema dei fiumi di risorgiva: lo dicono i manuali di geologia e gli studi.

Non serve nemmeno alzare l'allarme per i cittadini trevigiani che “sentiranno puzza” perchè ci toccherà ricordare loro che la puzza che sentiranno sarà quella degli escrementi che producono loro stessi e che, in una società civile, l'acqua reflua dovrebbe essere depurata e non solo diluita nel fiume che fanno i paesi sottosviluppati.
Si chiamano “fognature” e si pagano con le tasse dei cittadini per chi non se lo ricorda.

Serve capire quali sacrifici ed azioni farà il Consorzio Piave per diminuire il suo utilizzo di acqua.

Serve capire come ENEL modificherà le sue dighe per controllare le piene e ne bonificherà i contenuti tossici presenti in quelli dell'alto Cadore.

Serve anche un sistema diverso di rappresentanza ed elezione dei rappresentanti all'interno del Consorzi di Bonifica e nelle trattative con ENEL perchè in questo momento i cittadini contano come “il due di coppe quando va a spade”.

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