1. PREMESSA
Sulla vicenda della cava Morganella, a confine tra i Comuni di Paese, Ponzano e Treviso, di proprietà di un gruppo di famiglie di storici cavatori, si potrebbe scrivere un libro per esemplificare la gestione disastrosa del territorio trevigiano negli ultimi 50 anni.
E’ una storia che parte dal boom economico degli anni ’60-70 per arrivare alla società in lockdown di oggi, ma questa nuova richiesta di escavazione riguarda un elemento primario che è, era e sarà sempre la basa della vita per tutti.
I schèi? La ghiaia? Il diritto di proprietà privata? No, questa sarebbe la risposta di un padano medio…
Interessa l’ACQUA, una risorsa abbondante nel trevigiano e che diventerà “oggetto” di mercato e conflitto nel giro di pochi decenni, soprattutto se continueremo a non proteggerla come si deve.
Non credo serva spiegare nemmeno all’adulto più negazionista il motivo dell’importanza dell’ACQUA, visto che siamo fatti di acqua per circa il 70-80%.
Inoltre stiamo tutti sperimentando oggi cosa significa per la nostra vita avere ARIA non sana per virus ed inquinamento… Stiamo facendo lo stesso con l’ACQUA.
2. IL PRIMO SCANDALO
Il primo grande “scandalo” della MORGANELLA è che è una cava a grande profondità (già oggi 40-44m) con il livello di fondo cava, molto al di sotto del livello di falda. Questo è (oggi) proibito per legge a tutela della salute di tutti per evitare che gli inquinanti superficiali raggiungano zone profonde dove ci sono prelievi di acqua per attività connesse con l’alimentazione umana.
Il fenomeno di chiama (in inglese) “cross contamination”, ma è noto anche a tutte le massaie che portano a casa il pesce dal mercato insieme ad atri prodotti…
Il pesce lo avvolgono in uno o più strati impermeabili prima di metterlo nella busta della spesa con altro cibo e stanno attente a non forare il sacchetto del pesce, se non vogliono avere tutto all’aroma di… merluzzo.
In termini geologici significa che il prelievo di ghiaia deve (oggi) essere fatto prelevando il materiale dagli strati superficiali, senza andare a perforare gli strati di argilla, che separano (e proteggono) le acque più profondo.
Se non si fanno fori (o cave sotto falda), gli inquinanti superficiali (nitrati, solfati, IPA, etc..) hanno maggior difficoltà ad arrivare in profondità e quindi l’ACQUA che usiamo è più tutelata.
3. IL SECONDO SCANDALO
Il secondo grande “scandalo” della cava MORGANELLA è che questo prelievo di ghiaia non serve perché, nella Provincia di Treviso, è stato stabilito dal Piano Regionale per le Attività di Cava che ci sono 80 milioni di metri cubi di ghiaia già estraibile, per diritti acquisiti, a cui si aggiungono 10 milioni di metri cubi derivanti dalla costruzione della Superstrada Pedemontana Veneta, disponibili per il settore delle costruzioni.
Novanta milioni di metri cubi sono sufficienti a fare un muro alto 11m tra Treviso e Pechino con cubi da 1mc affiancati! [1]
A cosa servono dunque i miseri 4,5 milioni di metri cubi che pretendono i cavatori della MORGANELLA?
Secondo me, quei 4,5 milioni di mc di ghiaia servono a dimostrare chi comanda veramente nella gestione del territorio: un simbolo di potere.
I cavatori sono il perfetto esempio dell’imprenditore che trae profitto da tutto: prima scava buchi e vende ghiaia, poi riempie i buchi (con rifiuti per fare discariche o con acqua per fare attività ludiche) ....
Un perfetto esempio di capitalismo “predatorio” che usa le risorse di tutti a beneficio proprio.
Come mai un giudizio così severe su tale tipologia di attività?
Perché i cavatori[2] non si accontentano mai:
· hanno scavato in modo praticamente anarchico per 50 anni tanto che Paese ha da solo più di 25 cava.
· hanno fatto discariche in zone ghiaiose affidando la tenuta a strati di teli che nel tempo si sono perforati portando l’inquinamento da Paese a Preganziol dove “stranamente” l’acqua da bere era arricchita di mercurio!
· non hanno mai fatto una, dico una, ricomposizione ambientale ad attività estrattiva finita
· hanno reso la Piave un torrente con scavi in alveo, mascherati da interventi idraulici…
E’ evidente che il loro comportamento, a norma di legge, ha influenzato e continua ad influenzare beni comuni di tutti: la qualità dell’acqua e quindi la salute di tutti, diritto costituzionale protetto dalla nostra Costituzione (art.32).
4. CONCLUSIONE
La domanda che mi pongo da tempo è
“MA FINO A QUANDO QUESTI IMPRENDITORI POTRANNO FARE SEMPRE QUELLO CHE VOGLIONO?”
La risposta in una società democratica è facile: lo potranno fare fino a quando la legge glielo permetterà e, l’amara conclusione, è che, oggi, la legge lo permette perché non c’è alcuna volontà politica di fermare questo scempio.
E’ evidente quindi che il Legislatore è “complice” di questo scempio come sono “complici” tutti coloro che non si opporranno in modo esplicito, avendone titolo e diritto, cioè i Sindaci dei Comuni di Paese, Ponzano e Treviso.
I Sindaci sono i primi a dover tutelare la salute dei loro cittadini e la nuova (vecchia) richiesta di escavazione di 4,5 (inutili) milioni di mc di ghiaia presso la cava Morganella sono un affronto ed uno stupro al territorio, che deve essere respinto,
a norma di legge, cioè con un ricorso al TAR contro l’autorizzazione rilasciata in febbraio 2021 dalla Regione Veneto.
A margine segnaliamo che questa autorizzazione è stata “in sonno” per mesi fino a che c’erano le elezioni regionali ed ha avuto il parere favorevole della Commissione VIA Regionale da parte dei soli “esperti esterni” (nominati dalla Politica al Governo alia Lega), mentre tutte le Strutture Regionali (in primis la Direzione Geologia) si sono opposte.
Anche questo dimostra che il Privato espropria il decisore pubblico conquistando posti di esperti che decidono sulla nostra salute….
Treviso, 11 marzo
Romeo Scarpa
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