"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

martedì 30 novembre 2021

"ESSENZA AUTOCTONA", MI RACCOMANDO...

 



Concordo con il titolare della Cazzaro Costruzioni circa la necessità di leggi chiare “che diano certezze, altrimenti non si può lavorare”.

Peccato che se quelle leggi fossero veramente “chiare”, una costruzione come il Bosco Verticale, detto “Ca’ delle Alziaie”, non si sarebbe potuta costruire perché si è utilizzata con rapidità e creatività un’interpretazione, oggi rinnegata da successivi giudizi, sulle modalità di calcolo dell’altezza dei fabbricati.

Teniamo anche conto che, se per caso, alla guida dell’Ente Parco del Sile ci fosse qualcuno in grado di far rispettare il Piano Ambientale vigente, dubito che si sarebbe potuto aumentare il numero di piani in modo così dissonante dal contesto proprio in riva al Sile: bastava una prescrizione vincolante di tipo ambientale, ben motivata e tutto sarebbe rimasto nei limiti della decenza. 

Certo ci volevano le …. “palle” e non quelle di Natale.


 

Invece – dice Cazzaro - "c’era il placet del Comune (di centrosinistra) e della Regione (di centrodestra)", perché le differenze politiche sono esili negli affari…

Ora penso che tutti coloro che hanno un edificio a due piani in riva al Sile siano titolati a chiedere di poter fare almeno 7 piani, a condizione che mettano un bell’albero sul terrazzino.

 “Essenza autoctona” come da prescrizione del Parco Naturale Regionale del Sile, mi raccomando.

 

lunedì 22 novembre 2021

“GRANDE TREVISO”, MA PER COSA?


 Ogni tanto si risveglia il progetto della GRANDE TREVISO e sono ormai molti i tentativi di unificare a livello amministrativo un territorio denso di attività economiche e problematiche.

Peccato che tutti i tentativi, partendo dall’originarie città metropolitana (PA-TRE-VE) falliscano miseramente per carenza di obiettivi comuni veramente “strategici”.

Nel settembre 2016 l’allora centrosinistra promuoveva il Progetto GRANDE TREVISO poi scomparso dai radar come l’allora fallimentare sindaco.

Oggi novembre 2021 il centrodestra presenta un nuovo tavolo con il medesimo progetto di GRANDE TREVISO, ma per fare cosa?

Tutte le presentazioni sono ricche di “visioni sinergiche, condivisione e partecipazione”, ma la realtà vera è che si cerca di fare “massa critica” per arrivare ad ottenere i fondi europei (mai veramente raggiunti) ed i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ma con quali obiettivi rispetto alle urgenze ambientali?

Se guardiamo al Comune capoluogo le priorità di intervento appaiono totalmente dissonanti da qualsiasi intervento sostenibile perché siamo sempre qui attorno a:

  • ·       ampliamento dell’aeroporto Canova
  • ·       nuove infrastrutture come il Terraglio, il IV lotto della tangenziale o le opere complementari della SPV

Se guardiamo la Regione Veneto abbiamo:

  • ·       casse di espansione sulla Piave a Ciano in zone di pregio ambientale
  • ·       opposizione al deflusso ecologico a favore di agricoltura e industria

Non è un panorama rassicurante e pare proprio che il lupo si stia travestendo da agnellino per poter mettere “bocca” a molti soldi che tutti aspettano senza cambiare veramente nulla di nulla a livello di strategia.

Forse è il caso di sperare che i controlli europei sui fondi siano puntuali e precisi in modo da bloccare finanziamenti per opere in contrasto con gli obiettivi (limitati) dell’ultima COP26.

 

 

lunedì 8 novembre 2021

IL PROSECCO DEGLI ECONOMISTI E’ SEMPRE IL MIGLIORE..


Lo studio economico di SOSE e della Bocconi sull’impatto economico dei Mondiali di sci a Cortina 2021 dà una plastica dimostrazione che l’economia non è una scienza, ma una materia che basa molto (se non tutto) sull’intuito, sulla fiducia e sulla volontà.

L’intuito è quello degli imprenditori della zona che “fiutano” gli affari, soprattutto se sono affari generati da un monte finanziamenti statali e regionali non trascurabili: e quando mai non si gioisce per essere oggetto di finanziamento pubblico? I capitalisti de' noantri sono sempre i primi a chiedere sussidi. Nell’insieme di dati snocciolati dal giornale c’è di tutto, ma non quanto si è finanziato, almeno quello indicate, please.

La fiducia è tutta "nell’auspicio che il COVID non ci sia più nel 2026" perché … rovina gli affari, che potrebbero essere maggiori per i ricercatori; ovviamente un’economista non calcola il costo passivo della pandemia, non tanto in minori ricavi per le imprese, quanto in vite umane, perché non è il suo settore: analisi un po' parziale, mi pare.

La volontà è quella di continuare (perseverare) in un modello (grandi eventi) che porta guadagno immediato, qualche infrastruttura (che dovrebbe già esistere da anni) ed una serie di danni ambientali che non si elimineranno più. 

“Simpatico” vedere che che trai i benefici vengono  messi 67 milioni di euro di oneri di costruzione, ma non si parla in modo assoluto di “consumo di suolo”, né di un minimo accenno alla “perdita di biodiversità”.

E’ proprio vero che il vino degli economisti baristi è sempre il prosecco più buono…

 

L’AUTONOMIA DEL VENETO ....DAL PIANETA TERRA


L’intervista domenicale sul Gazzettino di ieri al presidente della Regione Veneto è paradossale, non tanto per i toni mediamente trionfalistici della sua ventennale politica, quanto per il confronto con le pagine del giornale dove si riportano le (poche) notizie della manifestazione di Glasgow contro l’inerzia dei politici ad interventi radicali contro il cambiamento climatico.

Per Luca Zaia si va “dall’ospedale alla Pedemontana per il rilancio”, ma forse il titolista avrebbe dovuto scrivere che si va “dalla Pedemontana all’ospedale” perché nulla è più in ritardo su quanto sta accadendo nel mondo rispetto alle parole del Governatore.

Per la prima volta mi è sembrato, forse per la prima volta, “vecchio e sorpassato”, inadeguato a rappresentare una possibilità di cambiamento che non può essere basata solo su nuove infrastrutture e sulla possibilità di curare a posteriori i mali del nostro tempo.

E’ chiaro che la sua volontà è quella di rilanciare “l’ottimismo per uscire dalla crisi COVID”, ma è un puro ottimismo della volontà, che non poggia su alcuna analisi e soprattutto non mette in discussione nulla di un modello che ha favorito, quantomeno, il dilagare della pandemia (globalizzazione).

Povero Luca! La sua “cecità” è la nostra cecità, che si ostina a pensare di poter gestire, controllare, minimizzare uno scenario che non vogliamo proprio vedere e che mette a repentaglio il nostro modo di produrre, soprattutto se continuiamo perseverare, cosa diabolica, come si sa.

Oramai lui e tutta la sua classe politica sono superati e prima i cittadini se ne accorgeranno, meglio sarà, anche se il messaggio di ottimismo è molto forte e convincente, anche se falso nei fatti.

Una domanda manca sempre al Governatore, che si incensa per i suo interventi: 

“Ma come contribuiscono gli interventi magnificati a diminuire l’impronta ecologica del Veneto sul Pianeta? Come possono strade, olimpiadi, milioni di turisti sulle colline del prosecco essere in sintonia con le discussioni della COP26 e con quello che chiedono le giovani generazioni?

Oppure il Veneto è già autonomo? Non dall’Italia, ma dal pianeta Terra…