Ogni tanto si risveglia il progetto della GRANDE TREVISO e sono ormai molti i tentativi di unificare a livello amministrativo un territorio denso di attività economiche e problematiche.
Peccato che tutti i tentativi, partendo dall’originarie città metropolitana (PA-TRE-VE) falliscano miseramente per carenza di obiettivi comuni veramente “strategici”.
Nel settembre 2016 l’allora centrosinistra promuoveva il Progetto GRANDE TREVISO poi scomparso dai radar come l’allora fallimentare sindaco.
Oggi novembre 2021 il centrodestra presenta un nuovo tavolo con il medesimo progetto di GRANDE TREVISO, ma per fare cosa?
Tutte le presentazioni sono ricche di “visioni sinergiche, condivisione e partecipazione”, ma la realtà vera è che si cerca di fare “massa critica” per arrivare ad ottenere i fondi europei (mai veramente raggiunti) ed i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ma con quali obiettivi rispetto alle urgenze ambientali?
Se guardiamo al Comune capoluogo le priorità di intervento appaiono totalmente dissonanti da qualsiasi intervento sostenibile perché siamo sempre qui attorno a:
- · ampliamento dell’aeroporto Canova
- · nuove infrastrutture come il Terraglio, il IV lotto della tangenziale o le opere complementari della SPV
Se guardiamo la Regione Veneto abbiamo:
- · casse di espansione sulla Piave a Ciano in zone di pregio ambientale
- · opposizione al deflusso ecologico a favore di agricoltura e industria
Non è un panorama rassicurante e pare proprio che il lupo si stia travestendo da agnellino per poter mettere “bocca” a molti soldi che tutti aspettano senza cambiare veramente nulla di nulla a livello di strategia.
Forse è il caso di sperare che i controlli europei sui fondi siano puntuali e precisi in modo da bloccare finanziamenti per opere in contrasto con gli obiettivi (limitati) dell’ultima COP26.
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