"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

sabato 12 aprile 2014

ALTIVOLE, AMPLIAMENTO “ARTUSO LEGNAMI”: IL VERO SENSO DELLA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO

 


















































Sulla questione del contestato ampliamento dell'azienda Artuso in zona agricola a Caselle di Altivole, la Tribuna di Treviso riporta un resoconto, a firma (d.n.), che presenta i fatti in modo incompleto e fuorviante.
.
La questione oppone un privato cittadino, Evelino Signori, ad una nota azienda locale, Artuso Legnami, che nel tempo ha trasformato, con il consenso del Comune di Altivole, una zona originariamente agricola in zona industriale.
Il tema sarebbe persino banale nel Veneto dalle “mille zone industriali”, ora in gran parte vuote per delocalizzazione; questo di Caselle è un esempio simbolico e significativo di una cattiva, seppur astrattamente legittima gestione del territorio.
Infatti il privato in questione aveva scelto di vivere in una vecchia casa colonica, circondata dai campi ed ora si ritrova con un incombente struttura produttiva di fronte a casa.
Non che ad Altivole manchino le zone industriali, ma è più conveniente costruire su suolo agricolo, che ha un costo decisamente inferiore rispetto ad un'area lottizzata; e così ha fatto la ditta Artuso, passando da annessi rustici a deposito di legname e, poi, progressivamente utilizzando la procedura dello Sportello Unico Attività Produttive, ha conseguito la dimensione odierna.
Il tema quindi riguarda il diritto di un privato cittadino di opporsi a decisioni che ritiene lesive dei propri interessi ed anche degli interessi generali di tutela del territorio, motivo per cui ITALIA NOSTRA sezione di Treviso ha sostenuto e sostiene ancor oggi la sua battaglia.
A questo proposito, contrariamente a quanto ha affermato recentemente dal Sindaco sulla stampa, l'ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato (sentenza 4670/2013) annulla e riforma la sentenza del TAR che stabiliva la mancanza di interesse in capo al privato per il fatto di essere prospiciente all'intervento di ampliamento e non confinante!
Il Giudice di Appello ha riconosciuto che Evelino Signori aveva titolo ad opporsi e quindi la questione avrebbe ben potuto e dovuto essere affrontata nel merito dal TAR. Questo è un aspetto assolutamente rilevante perché dimostra che il privato aveva tutto il diritto di agire e di vedere esaminate le sue contestazioni.
Ora questo non è piu' possibile perché le scelte urbanistiche, secondo noi errate, compiute dal Comune sono divenute inoppugnabili.
A conferma della “vittoria” (purtroppo di Pirro!) del privato cittadino, la sentenza del Consiglio di Stato ha obbligato Comune di Altivole ed azienda Artuso a pagare una parte delle spese di giudizio.
L'insieme delle dichiarazioni “elettoralistiche” del Sindaco Rizzotto circa una possibile azione risarcitoria nei confronti di Evelino Signori o di Italia Nostra Treviso sono molto gravi e rivelano, da un lato aspetti intimidatori e dall'altro l'incapacità a considerare che l'operato di una Pubblica Amministrazione è soggetto, tanto a controlli di legittimità quanto alle critiche sulle scelte politiche-amministrative.
Noi, ITALIA NOSTRA sezione di Treviso, rivendichiamo il diritto a criticare, anche duramente, l'operato di simili politici, che assecondano le richieste e gli interessi di aziende come Artuso Legnami a discapito degli interessi generali di conservazione del territorio agricolo e di un ordinato sviluppo urbanistico.
D'altronde, se in un paese domina un'azienda e la politica si adegua, dimenticando il pubblico interesse, che non è solo il favorire il lavoro a qualsiasi costo, si hanno fabbriche in mezzo i campi e poi, magari, ci si lamenta del traffico pesante oppure del fatto che scompare la campagna per fare posto a mega strutture, come si voleva fare nella vicina Barcon di Vedelago.
Per quanto ci riguarda, siamo pronti ad un confronto pubblico con il Sindaco, in qualsiasi momento, prima delle prossime elezioni amministrative, per spiegare ai cittadini di Altivole tutta la questione e che cosa intendiamo per una buona gestione del territorio.
Il resto è propaganda politica: attendiamo l'invito e speriamo che il giornale faccia da moderatore imparziale, considerato il risalto che ha dato a notizie quantomeno approssimative ed incomplete.
per ITALIA NOSTRA Treviso
ing. Romeo Scarpa

ECCO L'ARTICOLO....

ALTIVOLE. Via libera all'ampliamento dell'Artuso Legnami di Caselle. Anche il terzo grado di ricorso ha dato ragione (falso) al Comune nella vertenza che lo vedeva opposto a Evelino Signori, come da sentenza del Consiglio di Stato pubblicata nei giorni scorsi, anche se la sentenza è¨ del 4 febbraio.
«Nel frattempo», spiega il sindaco Silvia Rizzotto, «il Comune ha speso 17mila euro, l'azienda altri centomila (caspita!! Costa lo studio Barel!!) e in due anni l'ampliamento non si è fatto (falso, sono andati avanti sempre..)
Inoltre sono aumentati i costi per la realizzazione della pista ciclabile che l'azienda doveva costruire in base agli accordi Suap in via Edificio (strano.. siamo in crisi dell'edilizia e aumentano i costi??)
Ora verificheremo se ci sono le condizioni per chiedere un risarcimento (risarcimento?? Che buttino ancora soldi pubblici in parcelle...)
Non è giusto che, avendo vinta la causa (in Consiglio di Stato non hanno vinto nulla.: se lo facciano spiegare... L'amministrazione ha solo sistemato le carte rendendo inutile la legittima protesta) le spese siano compensate tra le parti».
A far infuriare il sindaco anche la posizione assunta dalla sezione trevigiana di Italia Nostra a favore del ricorrente: «Anche Romeo Scarpa, presidente dell'associazione, ha ammesso pubblicamente che il Comune ha rispettato la normativa vigente (quello che penso io va riportato integralmente ed è nel comunicato che ho pubblicato tempo fa e che riallego), ma nonostante questo ha sostenuto il ricorso presentato da un suo attivista e ha operato una campagna denigratoria nei confronti dell'amministrazione e della ditta interessata». (Campagna denigratoria?? La nostra attività si iscrive in un normale e civile confronto su temi ambientali di pubblico interesse; questa è la nostra vocazione e, piaccia o non piaccia all'ex Sindaco di Altivole, continueremo a farlo anche dopo di Lei, non lasciandoci intimidire.)
Il Consiglio di Stato ha dichiarato irricevibile il ricorso proposto da Signori in quanto la sua proprietà  non è¨ coinvolta nell'ampliamento, abitando dall'altra parte della strada. (Questa affermazione è palesemente errata in quanto il Consiglio di Stato ha invece stigmatizzato che Signori aveva pieno diritto ad agire. Che oggi non sia piu' possibile entrare nel merito, è conseguenza delle reiterate scelte compiute dal Comune e formalizzate con il Piano degli Interventi.
La scelta politica di creare una nuova zona industriale per Artuso Legnami in un'area completamente agricola resta pero' un fatto per noi grave e non condivisibile al di là della legittimità formale dell'operato del Comune e di tutte le sentenze.

p. ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti di contenuto ritenuto "inadatto" saranno eliminati..