Sulla
questione del contestato ampliamento dell'azienda Artuso in zona
agricola a Caselle di Altivole, la Tribuna di Treviso riporta un
resoconto, a firma (d.n.), che presenta i fatti in modo incompleto e
fuorviante.
.
La
questione oppone un privato cittadino, Evelino Signori, ad una nota
azienda locale, Artuso Legnami, che nel tempo ha trasformato, con il
consenso del Comune di Altivole, una zona originariamente agricola in
zona industriale.
Il
tema sarebbe persino banale nel Veneto dalle “mille zone
industriali”, ora in gran parte vuote per delocalizzazione; questo
di Caselle è un esempio simbolico e significativo di una cattiva,
seppur astrattamente legittima gestione del territorio.
Infatti
il privato in questione aveva scelto di vivere in una vecchia casa
colonica, circondata dai campi ed ora si ritrova con un incombente
struttura produttiva di fronte a casa.
Non
che ad Altivole manchino le zone industriali, ma è più conveniente
costruire su suolo agricolo, che ha un costo decisamente inferiore
rispetto ad un'area lottizzata; e così ha fatto la ditta Artuso,
passando da annessi rustici a deposito di legname e, poi,
progressivamente utilizzando la procedura dello Sportello Unico
Attività Produttive, ha conseguito la dimensione odierna.
Il
tema quindi riguarda il diritto di un privato cittadino di opporsi a
decisioni che ritiene lesive dei propri interessi ed anche degli
interessi generali di tutela del territorio, motivo per cui ITALIA
NOSTRA sezione di Treviso ha sostenuto e sostiene ancor oggi la sua
battaglia.
A
questo proposito, contrariamente a quanto ha affermato recentemente
dal Sindaco sulla stampa, l'ultimo pronunciamento del Consiglio di
Stato (sentenza 4670/2013) annulla e riforma la sentenza del TAR che
stabiliva la mancanza di interesse in capo al privato per il fatto di
essere prospiciente all'intervento di ampliamento e non confinante!
Il
Giudice di Appello ha riconosciuto che Evelino Signori aveva titolo
ad opporsi e quindi la questione avrebbe ben potuto e dovuto essere
affrontata nel merito dal TAR. Questo è un aspetto assolutamente
rilevante perché dimostra che il privato aveva tutto il diritto di
agire e di vedere esaminate le sue contestazioni.
Ora
questo non è piu' possibile perché le scelte urbanistiche, secondo
noi errate, compiute dal Comune sono divenute inoppugnabili.
A
conferma della “vittoria” (purtroppo di Pirro!) del privato
cittadino, la sentenza del Consiglio di Stato ha obbligato Comune di
Altivole ed azienda Artuso a pagare una parte delle spese di
giudizio.
L'insieme
delle dichiarazioni “elettoralistiche” del Sindaco Rizzotto circa
una possibile azione risarcitoria nei confronti di Evelino Signori o
di Italia Nostra Treviso sono molto gravi e rivelano, da un lato
aspetti intimidatori e dall'altro l'incapacità a considerare che
l'operato di una Pubblica Amministrazione è soggetto, tanto a
controlli di legittimità quanto alle critiche sulle scelte
politiche-amministrative.
Noi,
ITALIA NOSTRA sezione di Treviso, rivendichiamo il diritto a
criticare, anche duramente, l'operato di simili politici, che
assecondano le richieste e gli interessi di aziende come Artuso
Legnami a discapito degli interessi generali di conservazione del
territorio agricolo e di un ordinato sviluppo urbanistico.
D'altronde,
se in un paese domina un'azienda e la politica si adegua,
dimenticando il pubblico interesse, che non è solo il favorire il
lavoro a qualsiasi costo, si hanno fabbriche in mezzo i campi e poi,
magari, ci si lamenta del traffico pesante oppure del fatto che
scompare la campagna per fare posto a mega strutture, come si voleva
fare nella vicina Barcon di Vedelago.
Per
quanto ci riguarda, siamo pronti ad un confronto pubblico con il
Sindaco, in qualsiasi momento, prima delle prossime elezioni
amministrative, per spiegare ai cittadini di Altivole tutta la
questione e che cosa intendiamo per una buona gestione del
territorio.
Il
resto è propaganda politica: attendiamo l'invito e speriamo che il
giornale faccia da moderatore imparziale, considerato il risalto che
ha dato a notizie quantomeno approssimative ed incomplete.
per
ITALIA NOSTRA Treviso
ing.
Romeo Scarpa
ALTIVOLE.
Via libera all'ampliamento dell'Artuso Legnami di Caselle. Anche il
terzo grado di ricorso ha dato ragione (falso)
al Comune nella vertenza che lo vedeva opposto a Evelino Signori,
come da sentenza del Consiglio di Stato pubblicata nei giorni scorsi,
anche se la sentenza è¨ del 4 febbraio.
«Nel
frattempo», spiega il sindaco Silvia Rizzotto, «il Comune ha speso
17mila euro, l'azienda altri centomila (caspita!!
Costa lo studio Barel!!)
e in due anni l'ampliamento non si è fatto (falso,
sono andati avanti sempre..)
Inoltre
sono aumentati i costi per la realizzazione della pista ciclabile che
l'azienda doveva costruire in base agli accordi Suap in via Edificio
(strano..
siamo in crisi dell'edilizia e aumentano i costi??)
“Ora
verificheremo se ci sono le condizioni per chiedere un risarcimento
(risarcimento??
Che buttino ancora soldi pubblici in parcelle...)
“Non
è giusto che, avendo vinta la causa (in
Consiglio di Stato non
hanno vinto nulla.:
se lo facciano spiegare... L'amministrazione ha solo sistemato le
carte rendendo inutile la legittima protesta)
le spese siano compensate tra le parti».
A
far infuriare il sindaco anche la posizione assunta dalla sezione
trevigiana di Italia Nostra a favore del ricorrente: «Anche Romeo
Scarpa, presidente dell'associazione, ha ammesso pubblicamente che il
Comune ha rispettato la normativa vigente (quello
che penso io va riportato integralmente ed è nel comunicato che ho
pubblicato tempo fa e che riallego), ma
nonostante questo ha sostenuto il ricorso presentato da
un suo attivista e ha operato una campagna denigratoria nei confronti
dell'amministrazione e della ditta interessata». (Campagna
denigratoria?? La nostra attività si iscrive in un normale e civile
confronto su temi ambientali di pubblico interesse; questa è la
nostra vocazione e, piaccia o non piaccia all'ex Sindaco di Altivole,
continueremo a farlo anche dopo di Lei, non lasciandoci intimidire.)
Il
Consiglio di Stato ha dichiarato irricevibile il ricorso proposto da
Signori in quanto la sua proprietà non è¨ coinvolta
nell'ampliamento, abitando dall'altra parte della strada.
(Questa
affermazione è palesemente errata
in quanto il Consiglio di Stato ha invece stigmatizzato che Signori
aveva pieno diritto ad agire. Che oggi non sia piu' possibile entrare
nel merito, è conseguenza delle reiterate scelte compiute dal Comune
e formalizzate con il Piano degli Interventi.
La
scelta politica di creare una nuova zona industriale per Artuso
Legnami in un'area completamente agricola resta pero' un fatto per
noi grave e non condivisibile al di là della legittimità formale
dell'operato del Comune e di tutte le sentenze.
p.
ITALIA NOSTRA Treviso
il
presidente
Romeo
Scarpa
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