Quanto piace all'assessore Lorenzon, soprattutto prima delle elezioni di qualsiasi genere, affermare la sua passione per la caccia e soprattutto per tutte le attività di sterminio di viventi, siano essi nutri, cinghiali o simili.
Il cinghiale, come la nutria, è un problema, ma le soluzioni semplici del nostro assessore sono un problema anche peggiore...Forse è ora di cambiare assessore e mandarlo a ..... caccia!
DAL GAZZETTINO DI OGGI O IERI...
TREVISO
- Non ci sono solo nutrie, volpi, lepri e colombi da tenere sotto
controllo. La lista degli animali da abbattere si allunga con i
cinghiali. Per la Provincia la soluzione migliore sarebbe quella di
farli sparire tutti. «Causano un sacco di danni ai campi - spiegano
- devastano le colline e creano problemi alla viabilità». Visto che
non è possibile far piazza pulita di tutti e 4 mila gli esemplari
stimati nel trevigiano, però, al Sant'Artemio non è rimasto che
confermare il piano di contenimento della specie anche per i prossimi
tre anni. I numeri sono tutt'altro che banali. «L'anno scorso sono
stati abbattuti circa mille cinghiali - spiega Mirco Lorenzon,
assessore provinciale alla caccia - c'è poco da fare: il cinghiale
non può stare qui. Non è una specie autoctona e non è nemmeno come
il cervo o il capriolo. I danni che causa all'agricoltura sono
devastanti. Senza contare che rovina il cotico erboso, segnando
solchi che poi devastano la montagna». Sino a qualche tempo fa ne
venivano uccisi una ventina all'anno. Ma l'anno scorso si è arrivati
al migliaio. Le operazioni di contenimento della specie, timbrate
anche dall'Ispra, vengono portate avanti a colpi di fucile dalle
altane, registrando ogni singolo movimento. In particolare nella
fascia della pedemontana, tra Valdobbiadene, Pederobba e Cavaso. La
stessa area da cui arriva la maggior parte delle richieste di
risarcimento per danni causati da fauna selvatica inoltrate alla
Provincia. Nel 2008 il Sant'Artemio ha dovuto far fronte a 141
richieste, per una somma complessiva di oltre 200 mila euro. «Siamo
arrivati ad avere richieste di rimborso danni per 400 mila euro -
conclude Lorenzon - ma da quando abbiamo iniziato il piano di
contenimento del cinghiale le cifre si sono ridotte». Ed è questo
il motivo per cui l'ente non ha alcuna intenzione di mollare il
colpo. (M.F.)
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