sabato 29 ottobre 2016
TG TREVISO (28/10/2016) - PARCO STORGA: CARBONERA CHIAMA GLI ALPINI
Ringraziamo gli Alpini ed il Sindaco di Carbonera perchè ovviamente sono necessarie persone e professionalità, ma crediamo che sia necessario un coordinamento per andare oltre gli interventi episodici.
Per fare questo è necessario ripartire dal Progetto vincitore di un premio in Europa del gruppo dell'arch. DALLA TORRE e da chi, come la BIO FATTORIA MURIALDO, negli ultimi 3 anni con mandato della Provincia, ha gestito i sentieri.
Servono i cittadini ed un processo partecipativo vero per un obiettivo serio e con sviluppi anche sociali molto interessanti per ridare anche un senso "storico" a questo luogo, un tempo azienda agricola ergoterapica dell'EX Ospedale Psichiatrico.
Siamo a disposizione come associazione insieme con chi ha sempre seguito la questione (Ass. AMICI DELLA STORGA di Bortolanza e Co.) per dialogare e fare con tutti...
Se la amministrazioni vogliono fare qualcosa (oltre ai famosi "tavoli") saremo anche da loro, ma crediamo che siano i cittadini che devono e possono prendere in mano la questione.
L'unica certezze è che non si faranno piste ciclabili o altre infrastrutture tipo Parco del Sile perchè quello non è tutelare una zona a vocazione naturalistica... Il cattivo esempio ce l'abbiamo chiaro.
Possiamo solo fare meglio, anche non facendo nulla perchè come diceva ieri sera Sandro Meneghel "pitosto de ponti de fero o passereee, zè mejo i rovi..
TG TREVISO (27/10/2016) - PARCO STORGA, MANILDO: «PRONTI A COLLABORARE»
Ecco la disponibilità del Sindaco del capoluogo che attende di essere convocato ad un tavolo....
E' vero che un "tavolo non si nega a nessuno" e quindi noi all'interno del FORUM AMBIENTE chiederemo che venga messe a disposizione delle risorse per i primi interventi.
Oltre ai tavoli ed alle sedie che producono parole, vediamo di metterci anche i fatti.. al di là delle competenze amministrative.
Aspettando le competenze amministrative in Lombardia è caduto un cavalcavia...
domenica 23 ottobre 2016
sabato 22 ottobre 2016
SANTA MARIA DEI BATTUTI, MALEDETTI REPERTI?
Sembra che qualcuno manovri contro il settore LLPP del Comune di Treviso seppellendo (anzi, avendo seppellito) un sacco di rovinassi attorno alla Chiesa di San Leonardo in pieno centro storico.
Chissà come mai ci sono muri, scheletri, vasi... è un vero mistero che solo gli storici potrebbero risolvere, se venissero interpellati.
Un cantiere in centro storico è sempre un cantiere archeologico e dovrebbe essere impostato per renderlo una "vetrina" della storia che abbiamo sotto i piedi.
Da anni lo diciamo e qualcosa si è fatto con TREVISO SOTTERRANEA... adesso si tratta di scoprire chi ha messo quei maledetti reperti.
Chissà come mai ci sono muri, scheletri, vasi... è un vero mistero che solo gli storici potrebbero risolvere, se venissero interpellati.
Un cantiere in centro storico è sempre un cantiere archeologico e dovrebbe essere impostato per renderlo una "vetrina" della storia che abbiamo sotto i piedi.
Da anni lo diciamo e qualcosa si è fatto con TREVISO SOTTERRANEA... adesso si tratta di scoprire chi ha messo quei maledetti reperti.
Parco della Storga: la politica urbanistica ed ambientale si misura nei fatti
COMUNICATO
STAMPA
Con
una notevole discontinuità rispetto ai precedenti strumenti
urbanistici l’attuale Amministrazione Comunale, approvando il PAT
(Piano di Assetto del Territorio) del 2015, ha istituito il Parco
Urbano della Storga lungo tutto il corso del fiume e su entrambe le
sponde.
Non
solo, negli “obiettivi
strategici” e nei “valori” del PAT, si
sottolinea insistentemente l’importanza di
“fermare
la corsa al consumo di suolo”
di “limitare
le trasformazioni al solo reimpiego di aree degradate o dismesse” e
di
“favorire
la formazione di un sistema paesaggistico ambientale unico ed
integrato tra Parco dello Storga e Parco del Sile rafforzando
i corridoi, le connessioni più deboli …, anche con operazioni di
credito edilizio
connesse ai processi di trasformazione più rilevanti dell’edificato
consolidato” (Relazione
Tecnica, artt. 3 e 5, 13.2.4 - Norme Tecniche 2.1.1, espressioni
ripetute poi nei vari ambiti).
Il
Documento del Sindaco del 15.09.2015 nella Variante al P.I. “Aree
Verdi” va anche oltre richiamando la Legge Regionale n. 4/2015 che
prevede,
con apposita procedura,
“la
possibilità di spogliare le aree edificabili della loro capacità
edificatoria con il precipuo scopo di contenere il consumo del
suolo”.
Ora
il Parco Urbano Rurale della Storga è istituito e perimetrato, ma è
una scatola vuota, che andrà riempita di contenuti durante la
successiva fase di progettazione urbanistica del P.I. (Piano degli
Interventi) il quale, dopo tali autorevoli premesse, prevede come
1° intervento all’interno appunto del Parco della Storga …
…
un Piano di Lottizzazione.
Si
tratta di una variante ad un progetto fermo da 7 anni, in netto
contrasto con il PAT, approvato con Delibera della Giunta Comunale
del 10.08.2016, da
realizzare nel punto più critico del nuovo Parco della Storga appena
approvato dalla medesima Giunta:
12.000 mc di edificato (9000 residenziali + 3000 commerciali) oltre a
parcheggi, strade e infrastrutture di supporto, in una area verde
posta tra viale brg. Marche e via Panigai, a
300 metri lineari da un’area SIC, e senza dover fare alcuna
Valutazione di Incidenza Ambientale. E come è possibile ottenere
l’autorizzazione?
Semplice,
ignorando che esista!
Forse
a qualcuno disturba che il fiume Storga sia stato dichiarato area
SIC, ma la Giunta Regionale del Veneto con delibera n° 2673 del
06.08.2004 disponeva una revisione dei Siti Natura 2000, includendo
nell’area S.I.C. IT3240031 “Fiume Sile da Treviso Est a S.
Michele Vecchio” tutta l’asta del fiume Storga più due slarghi
in aree significative, oltre che il fiume Melma. Si trova scritto nei
documenti della Regione, del Ministero e dell’Europa. Questo fatto
trova invece difficoltà ad essere recepito nel Comune di Treviso.
E
lo è diventato per la ricchezza di vita animale e vegetale che vi
alberga, fatto purtroppo raro al giorno d’oggi, in ambiente di
risorgiva anch’esso ormai piuttosto raro, ma non dimenticato da
migliaia di cittadini. Informata di questa “svista” il 02.09.2016
l’Amministrazione si è premurata di non rispondere.
E
le norme del PAT sul consumo di suolo? e il Documento del Sindaco?
Non crede questa Amministrazione che qui
si gioca l’asserita validità normativa dei documenti che essa ha
approvato e che, scegliendo questo progetto, assieme al suolo
andrebbe a “consumare” anche la sua coerenza e credibilità?
Tutta
l’area della Storga si trova all’interno del Parco Urbano Rurale
previsto dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
approvato nel 2010)
negli artt.28 e 42 N.T. e nell’All. FF, Quaderno Progetti n. 5,
che vi individua un importante corridoio ecologico tra le Fontane
Bianche e il Sile, e “fulcro
per la posizione geografica, la struttura ambientale e le componenti
faunistiche e vegetazionali”, di
un’area verde più ampia comprendente anche il Melma e che si
estende ai Comuni di Silea, Carbonera e Villorba.
Un
progetto di respiro europeo, un polmone verde a due passi dal centro
storico, che è nel contempo un prezioso corridoio ecologico e in
prospettiva un’area fruibile a piedi o in bicicletta con percorsi
ciclopedonali, sentieri natura, percorsi culturali presso i vecchi
opifici e, perché no, luoghi di ristoro e percorsi in canoa.
Già
nel 1989 l’Amministrazione Provinciale, autonomamente, aveva
promosso il Programma Risorgive Storga, un progetto di recupero
ambientale dell’ex Azienda Agricola del S. Artemio di 66 ha di
superficie e che, presentato a Bruxelles nel 1991 fu premiato quale
miglior progetto e a cui furono assegnati dei finanziamenti che,
uniti ai soldi delle nostre tasse, hanno permesso di realizzare nel
2001 l’attuale Parco della Storga della Provincia.
Ora
è abbastanza stupefacente che, dopo essersi proposta per anni motore
di valorizzazione di questo ambiente, averne patrocinato lo studio e
presentato un progetto in Europa, coordinato la realizzazione a
Parco, prospettato e regolamentato la valorizzazione di un’area
ancora più estesa perché è importante e strategica, ora stia di
fatto pianificandone il suo abbandono e la sua distruzione.
Transenne
e nastri con l’avvertimento a chi vi accede che lo fa a suo rischio
e pericolo, infrastrutture sovente inutili realizzate in abete, belle
all’inizio ora marce (ma era prevedibile), tavolato che in ambiente
di per sé umido è il più delle volte scivoloso, parapetti cui è
meglio non appoggiarsi e ponti con tavole semi sfasciate o mancanti,
sfalcio dell’erba e taglio di rami invadenti non fatti da mesi e
manutenzione che appare inesistente.
Sta
forse progettando un’area dedicata al “trekking estremo”?
Il
sistema “parco” come progettato dalla Provincia è marcito; sono
marcite infrastrutture tra l'inutile ed il pericoloso come ponticelli
per scavalcare fossetti, passerelle scivolose da cui puoi solo
cadere, parapetti per non cadere in fossi con 30cm di acqua (!!) e
panchine recintate con tavolini sotto alberi che crollano!
Praticamente
spendiamo soldi per fare infrastrutture brutte, inutili e pericolose
che poi dobbiamo intercludere: geniali!
La
situazione è veramente tragicomica perché ci vantiamo di essere una
regione tra le più ricche dell'Italia, ma non abbiamo i soldi per
sistemare due misere ponticelli (quelli che servono, gli altri vanno
rimossi) e soprattutto per una corretta gestione di uno spazio
naturale, che non ha molte necessità, ma non puo' essere lasciato al
totale abbandono.
Per
questo motivo è nostra intenzione stimolare la Provincia ed i Comuni
contermini, in primis il capoluogo, ad assumersi delle responsabilità
perché è non si può parlare di Grande Treviso solo quando conviene
(strade) e lasciare marcire il resto per presunte incompetenze
amministrative.
La
prima iniziativa ci vedrà impegnati prossimamente (probabilmente
domenica 6-11 p.v.) a
sistemare in modo reale uno dei passaggi oggi interclusi
perché quello che manca non sono i soldi, ma la buona volontà.
Se
Provincia di Treviso e Comuni non sono in grado di gestire queste
piccola manutenzioni, possiamo benissimo chiudere “baracca e
burattini”.... però non vogliamo vedere nuove rotonde o
asfaltature perché altrimenti il problemi non sono i soldi, ma come
e dove si spendono...
Proporremo
inoltre una serie di incontri tecnici e con i cittadini (il primo il
28-10 presso la nostra sede) per avviare un
processo partecipativo
per la tutela ambientale e la promozione del Parco della Storga,
ripartendo dal progetto predisposto dall'urbanista Dalla Torre e mai
attuato in modo completo.
La
politica, se vorrà seguirà, perché ormai siamo stanchi di promesse
e chiacchiere.
RADICI
FELICI Renzo Anelli
GRUPPO DI LAVORO STORGA Ermanno Bortolanza
ITALIA NOSTRA - Sez. di
Treviso Romeo Scarpa
Legambiente Piavenire Marco
Fintina
Ass. Eco filosofica Scroccaro
Salviamo il Paesaggio – TV Sud Carturan
Salviamo
il Paesaggio - Mogliano Paolo Favaro
martedì 4 ottobre 2016
LETTERA APERTA AI SINDACI DEI COMUNI TREVIGIANI INTERESSATI DALLA COSTRUZIONE DELLA SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA:
Egr.Sig.Sindaco,
in vista della prossima adunanza della Corte dei Conti in Roma, il 6 ottobre 2016, vorremmo invitarLa a riflettere su alcuni punti relativamente alla questione Superstrada Pedemontana Veneta e invitarLa a prendere posizione in base alle vere aspettative della Sua cittadinanza ed in base alla voce della Sua coscienza.La Corte, presumibilmente, si rivolgerà al Commissario Straordinario, ing. Vernizzi, e gli chiederà conto delle omissioni relativamente alle domande formulate a fine dicembre 2015.
Le richieste della Corte riguardano in particolare chiarimenti sulla (presunta) necessità di una siffatta opera, sulla correttezza dell'iter progettuale, sulle modalità di conduzione dei lavori, sul reperimento delle risorse economiche per sostenere questi lavori che in totale comportano 3000 milioni di euro di spesa.
La Corte si è inoltre interessata del rispetto dei criteri di trasparenza ed efficienza del Commissario Straordinario, del rispetto delle regole e delle persone e dei loro beni, nonché della preoccupazione per il fondamentale bene collettivo, chiamato territorio.
Sappiamo che a molte di queste aspettative il Commissario Straordinario non è stato in grado, e non lo sarà nemmeno in futuro, di dare risposte soddisfacenti e compiute, pertanto chiediamo a Lei, signor Sindaco, di palesare le Sue perplessità e le Sue preoccupazioni, apertamente e da cittadino libero, in ogni sede, e in particolare nell'occasione della prossima adunanza della Corte dei Conti.
La invitiamo a ricordare di avere convinto, (Ella o i Suoi predecessori) da circa 20 anni, i cittadini del Suo comune che avrebbero avuto dei vantaggi economici e di viabilità da tale “Grande Opera” pubblica, mentre ora si profila un'evidente diminuzione dei vantaggi promessi (tariffari, viabilità complementare, spesa a carico del privato nel project financing, mitigazioni ambientali).
Ora v'è il rischio che le finanze pubbliche (Cassa Depositi e Prestiti, ulteriori finanziamenti regionali e statali) cadano nell'errore di finanziare ancora il promotore dandogli un vantaggio immotivato con grave danno futuro per la finanza pubblica e per il territorio e con conseguente diminuzione di risorse per settori piu' importanti quali la sanità, la messa in sicurezza del territorio o il sociale.
La SPV, da strumento di sviluppo (?), rischia di diventare strumento di rovina dello sviluppo e danno perchè non si è dimostrata la sua sostenibilità finanziaria a tutt'oggi, mentre è evidente la sua insostenibilità ambientale.
In questi ultimi anni, a far fede dalla conferenza di servizi di Castelfranco del marzo 2001 e dall'entrata in vigore della "Legge Obiettivo" e dalla nomina del Commissario nell'agosto 2009, nessun risultato è stato raggiunto per risolvere "l'emergenza del traffico...": l'emergenza è sempre perenne perchè le ricette per risolvere le questioni sono sbagliate.
Hanno ben ragione le categorie produttive e cittadini a lamentarsene: invece di allungare la Gasparona da Bassano fino a Spresiano, con spesa relativamente modesta, s'è preferito triplicare un sedime autostradale a fianco della Gasparona con perdita di tempo, spesa eccessiva e sacrificio della stessa strada costruita appena negli anni '80.
Non parliamo del disastro ambientale, irreversibile se non ci si fermerà subito e delle manutenzioni continue che si renderanno necessarie per i tratti in trincea, che sostanzialmente tagliano il flusso delle risorgive che alimentano i nostri fiumi, in primis il Sile.
Meglio sarebbe stato se il Governo avesse usato la procedura ordinaria per costruire una strada pubblica!
Ci sarebbe maggior possibilità di controllo della spesa, minor rischio d'infiltrazione mafiosa, minori rischi speculativi intorno ai caselli, minore consumo di suolo...
Signor Sindaco, non si renda supinamente complice di una condotta commissariale fallimentare!
Colga l'occasione di tutelare il Suo territorio senza pietire opere complementari che non verranno fatte e, se realizzate, creeranno ulteriore traffico e non risolveranno i problemi del Suo Comune.
Provi a riflettere sui costi di quest'opera, che doveva essere a carico del privato mentre il soggetto pubblico (Stato e Regione) ha già dato o promesso un terzo del costo, soldi che vengono dati ad un privato invece che ai Comuni!!
Lo faccia per il bene del suo Comune, per il Veneto e per tutta la collettività, che altrimenti dovrà pagare per decenni il costo economico ed ambientale di queste scelte errate
4 ottobree 2016.
per ITALIA NOSTRA Treviso
f.to il presidente Romeo Scarpa
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