La temperatura verso fine secolo (2100 D.C.) è proiettata verso la soglia di 4°C di media al di sopra della temperatura considerata sicura per non alterare in modo irreversibile gli ecosistemi attuali.
I negazionisti climatici affermano che “non c’è alcun cambiamento climatico per la Terra perché si tratta di cicli, che si sono già presentati sulla Terra… e quindi non possiamo fermare il progresso.”
Purtroppo entrambe le affermazioni sono vere, ma con alcune precisazioni sulla tesi negazionista non sono trascurabili:
- 14-15 milioni di anni fa la temperatura media sulla Terra era di 4°C superiore a quella attuale e la Terra esisteva ancora con calotte polari più piccole ed un livello del mare di circa 10-20 metri più alto di oggi;
- l’homo sapiens compare sulla terra circa 250.000 mila anni fa.
Il problema quindi non è dire se la Terra “sopravviverà” all’alterazione dei cicli fondamentali (carbonio, fosforo, azoto e acqua), ma se sopravviverà la specie umana come la conosciamo oggi.
Non c’era nessuno dei nostri antenati nel Pliocene e quindi su questo non abbiamo esperienza, ma possiamo ben guardare a quanto succede ai nostri amici migranti per capire cosa succederà a noi (o ai nostri figli o ai nostri nipoti) quando il nostro territorio si inaridirà per mancanza d’acqua ed eccesso di calore.
Migreremo a nord, se…. un nord ci sarà ancora.
E qui mi torna in mente l'antica saggezza che ti ricorda di fare gli altri quelli che vorresti facessero gli altri a te.
Non c'è speranza.
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