"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

lunedì 6 dicembre 2010

COMITATI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI?

E' in corso un dibattito sul "manifesto", che coinvolge Asor Rosa, Sullo, Bevilacqua, Viale, Scandurra, Berdini e molti altri sul “neo-ecologismo” che pare agitare la penisola e sul fenomeno dei Comitati che noi ben conosciamo, avendo uno dei promotori della prima ora tra i nostri soci.
Si ragiona e si discute molto sulla “novità partecipativa e democratica” del fenomeno Comitati senza però dar conto di una grave distorsione che deriva da un ventennio (in Veneto anche cinquantennio...) di deleghe in bianco a chi si propone di curare i “tuoi interessi” rispetto agli “interessi comuni”.

Il vero problema dei Comitati è quello di riuscire solo eccezionalmente a passare dal “particolare” al “generale”; dal “mio orto” all'orto di tutti, che “tutti”, di solito, ci sentiamo in diritto di “depredare” perchè non nostro.

Ne siamo eloquenti e diretti testimoni proprio come associazione, dove diventa sempre più' difficile avere partecipazione come impegno volontario ed ideale.
Riscontriamo adesioni ed interessamento, che, di solito, dipende da motivazioni personali ed utilitaristiche, che difficilmente poi si trasformano in occasioni per un impegno più' generale.
Molti pensano di non avere “competenze”, altri credono che il nostro sia un “lavoro” che qualcuno ci paga e deve rispondere a criteri di efficienza; i più' maligni dicono che le associazioni sono il rifugio di chi non trova spazio in politica...

La realtà, mal rappresentata dal nostro impegno parziale e volontario, è invece la volontà di difendere i “beni comuni” per il solo fatto che sono beni preziosi che stiamo perdendo senza nemmeno accorgercene.

Molto spesso rischiamo noi stessi di diventare “agenzie di servizio” per “clienti”, che hanno specifici problemi, che però diventano “non problemi”, se interessano la proprietà di qualcun altro un po' più' distante da casa tua!
E' una logica viva e presente, che dobbiamo necessariamente considerare per non farci abbagliare da tanta “partecipazione” ai vari Comitati.
 
Mi sono sentito chiedere in una riunione dove si discuteva di una nuova strada, di inserire la richiesta di un intervento compensativo edificatorio per il danno generato dalla strada, che però diventa un “non danno”, se porta con sé il classico cambio d'uso del terreno agricolo o l'aumento di cubatura dell'esistente. Tutto è relativo....

La logica è quindi sempre quella del “favore”, dello “scambio”, dei “diritti” non rivendicati ma chiesti con il cappello in mano al potente di turno, proprio come Saviano ha spiegato succede in meridione!
Se non disturbo, tu mi trovi una soluzione” oppure “Ti appoggio perchè ne ricavo un'utilità specifica”, ma non alzo lo sguardo per vedere che ormai il mio beneficio si inserisce in un territorio disastrato,.


La situazione del nostro Veneto alluvionato è emblematica e solo la propaganda puo' farla dipendere da presunti cataclismi. L, ma dalla nostra continua opera di demolizione di ogni sensato criterio di sviluppo urbanistico e di tutela del territorio; quando si costruisce a lato dei fiumi, sotto gli argini, senza prevedere spazi per

l'espansione di eventuali tracimazioni, è colpa di Giove Pluvio o ben di altri sono le responsabilità?

Quanto si impermeabilizzano ettari ed ettari di territorio agricolo, cosa potrà mai avvenire con una pioggia un po' più' abbondante del solito, visto che interventi sulle fognature e sui canali si fanno al massimo per “tombinarli”??

La rete dei Comitati puo' servire solo se mette “in rete” esperienze reali e saperi comuni per facilitare i vari comitati territoriali.
Non servono nuovi statuti, nuovi organigrammi, né tanti discorsi: basta partire dall'articolo 9 della Costituzione Italiana, però non si andrà da nessuna parte se non cresce la coscienza che solo l'impegno personale, volontario, gratuito per i “beni comuni” puo' a poco a poco modificare lo stato di “disastro” che tutti percipiamo.




















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