"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 26 dicembre 2010

PIATTAFORME LOGISTICHE

Il progetto di legge 67 vuole modificare la LR n. 8 del 2006 "Iniziative di sostegno alla produzione ed all'utilizzo di biomasse legnose per scopi energetici", che rientra nel filone delle direttive europee per la diversificazione della produzione di energia.

E' interessante osservare come la produzione di "energia rinnovabile", sostenuta da incentivi europei e statali, stia diventando un affare e ci siano molti tentativi di sostenere tale filone con obiettivi diversi dalle finalità primarie, ma molto utili per approvare progetti di legge DEROGATORI.

La relazione del PdL 67, promossa dal Consigliere Bond (detto James dagli amici e nemici) e dai suoi sodali, sembra ispirata al sostegno delle politiche energetiche e di salvaguardia dell 'ambiente e che costituiscono un concreto strumento di pianificazione energetica regionale e di sviluppo delle fonti di energia rinnovabile.
La preoccupazione di Bond è quella di incentivare
"la produzione e l'utilizzazione dì biomassa, prodotta da piante espressamente coltivate per scopi energetici (piantagioni destinate alla produzione di biomassa legnosa) ovvero derivante da utilizzazioni forestali (materiale legnoso derivante da cure colturali ai boschi abbandonati o degradati)". In pratica Bond incentiva l'abbandono dei boschi!!

La legge regionale n. 8 del 2006 si affianca ad altre iniziative volte a incentivare la produzione e l'impiego di biomasse legnose (in modo particolare le misure 123/F e 221 del Programma di sviluppo rurale per il Veneto 2007-13; sarà opportuno vedere cos'hanno già predisposto...) e tutte insieme, accanto a obiettivi generali di carattere economico e ambientale, intendono favorire il consolidamento della filiera legno-energia.
La norma infatti agisce contemporaneamente e sinergicamente (quando vedo la parola sinergicamente, mi insospettisco...) sulle tre fasi della filiera
  • produzione, raccolta
  • commercializzazione,
  • trasformazione, utilizzo finale
così da stimolarne lo sviluppo, la dìffiisione e l'autonomo sostentamento.

Tuttavìa le opportunità offerte dalla legge regionale non sono finora state pienamente colte, a causa sembra della scarsa convenienza lamentata dagli operatori della fase della raccolta, stoccaggio e trattamento del prodotto in funzione della successiva commercializzazione. Ecco i "portatori di interesse" di James Bond!! Gli operatori non hanno convenienza... Poveri....

In particolare però gli amici di Boond sono sopratutto gli imprenditori che hanno macchine di grossa dimensione e svolgono attività per i vari agricoltori e non sanno dove mettere i loro mezzi, nonostante ci siano milioni di metri cubi di aree industriali... Infatti la relazione del progetto di legge specifica senza alcun pudore che "Tra questi, oltre alle imprese agricole e forestali che svolgono attività di utilizzazione forestale in proprio o per conto terzi, meritano attenzione gli altri soggetti esercenti attività agromeccanica, di cui all'articolo 5 del D.Lgs. 29 marzo 2004, n. 99 nonché imprese del settore commerciale o industriale, titolari di impianti di trasformazione o condizionamento della biomassa legnosa.

Pare (pare???? pare un par di palle!!) che il limite maggiormente vincolante sia dato in particolare
dall'impossibilità di disporre di idonee superfici per lo stoccaggio del prodotto, in particolare legno cippato, nelle aree classificate agricole, limìtrofe ai boschi o prossime alle sedi dì lavorazione o utilizzazione delle biomasse. Ecco cosa si chiede!!
L'alternativa è attualmente quella dì ricorrere allo stoccaggio in aree prevalentemente a destinazione industriale con un aggravio di costi tale da rendere non conveniente trattare il citato materiale che è caratterizzato da grandi volumi, basso valore unitario, tempi lunghi di stoccaggio per consentire
una conveniente riduzione del grado di umidità del materiale legnoso. Ergo, siccome gli imprenditori agromeccanici e della trasformazione del legno non guadagnano abbastanza è necessario che il territorio agricolo venga ulteriormente massacrato per fare piazzali con tettoie per il deposito di legno di aree di bosco o prato che verranno sempre piu' abbandonate!! FURBISSIMA STRATEGIA!!

In particolare, le imprese di utilizzazione forestale di natura extra agricola sono tipiche aziende di trasformazione (trasporto dal bosco ai centri di utilizzo) e pertanto necessitano di superfici caratterizzate da un basso livello infrastrutturale (pavimentazione e tettoie aperte), dove stoccare ì materiali legnosi. Pensate... non c'è nemmeno da dire che ci sarà incremento di posti di lavoro perchè basteranno enormi piazzali e qualche mulettista per gestire queste piattaforme!! Sono furbi o no gli imprenditori amici di Bond??

Lo scopo dell 'articolo 2 del presente progetto di legge è appunto quello di consentire la realizzazione di piattaforme logistiche (assimilabili agli insediamenti agroindustriali di cui al comma 7 dell'articolo 44 della legge regionale 23 aprile 2004, n. Il, recante norme sul governo del territorio) in aree
classificate agricole anche da parte di imprenditori non agricoli che esercitano la loro attività per la produzione di energìa da biomasse, in deroga ai commi 2 e 3 dell 'articolo 44 della legge regionale n. 11 del 2004. La maggioranza quindi dice che è stata fatta una legge urbanistica, ma ci sono troppi vincoli e bisogna lasciare spazio alla mano del mercato e quindi... oplà facciamo una bella deroghina che consenta a chiunque di trasformare aree agricole in piattaforme logistiche, poi, quando non ci sarà piu' il business della biomassa, diremo che sono "aree degradate" e le trasformeremo in aree per chissachecosa.. vero??
 
Siccome gli imprenditori agricoli amici di Bond non sono scemi si preoccupano anche di tutelarsi da leggi di vincolo che magari rendano obbligatorio il "bosco" che per loro è solo mezzo per far soldi e quindi si preoccupano di specificare che è un bosco "non bosco" e che tutto cio' che è sotto il campo (5000 mq) non ha le caratteristiche di bosco. In pratica, finora ho devastato il bosco planiziale fino a renderlo un residuo ed ora faccio una legge per eliminare anche tale residuo. 
Il bosco di Olmè, se si riduce sotto i 5000 mq, puo' essere raso al suolo?
Contestualmente, con l'articolo 1, la proposta di legge cerca di dare unmaggior impulso al perseguimento di altri due obiettivi della legge regionale n. 8 del 2006 rappresentati dal recupero produttivo di superfici a prato e a pascolo colonizzate da specie arbustìve o arboree e dal correlato incremento delle disponibilità di materiale legnoso da utilizzarsi per scopi energetici
(rispettivamente lettere d) ed e), comma I, articolo 1 della legge regionale n. 8 del 2006).

A tal fine la novella del testo originario introduce un 'integrazione della definizione delle superfici da considerare a "non bosco", al fine di consentire un più agevole utilizzo delle biomasse legnose come biocombustibile. L'interesse per l'ambiente è chiaro: un "fuoco che arde nelle viscere di questi imprenditori...
La prima di tali modifiche riguarda la possibilità di utilizzare macchie boscate o boschetti dì dimensioni inferiori a 5.000 metri quadrati, realizzati anche a prescìndere da eventuali sussidi pubblici. Soprattutto per i territori di pianura, ciò dovrebbe consentire l'incremento della realizzazione, da parte di proprietari di superfici di modesta estensione, di piccole aree a funzione naturalistica, senza incorrere nei vincoli legislativi conseguenti alla classificazione dì "bosco", in particolare per quanto attiene alla eventuale reversibilità di uso delle superfici a ciò adibite.
L'instaurarsi del cosiddetto "vincolo forestale" infatti spesso ha agito come deterrente dall'intraprendere iniziative di imboschimento.
Occorre rilevare peraltro che la soglia di 5.000 metri quadrati corrisponde alla dimensione minima di attribuzione della qualifica di zona forestale secondo il sistema FAO, adottato anche dalla UE con l'articolo 30 del regolamento n. 1974/1986 (cioè ho trovato un appiglio per giustificare la cagata che sto proponendo...) .
La seconda modifica introduce nuovi criteri per la classificazione a "non bosco" di superfici agricole o forestali imboschite naturalmente per colonizzazione di prati o pascoli abbandonati, consentendo di ripristinare le originarie destinazioni mediante semplice operazione colturale, cioè mediante il
taglio della vegetazione e l'utilizzo per fini energetici della biomassa così ricavata. Viene infatti previsto che il processo di colonizzazione naturale sìa in atto da non meno dì 15 anni e che la vegetazione forestale spontanea abbia raggiunto un 'altezza inferiore a 7 metri.
La logica è sempre la stessa: voglio fare quello che mi rende soldi a prescindere dalle ricadute ambientali e tenendomi le mani libere per tornare indietro a magare usare soldi pubblici per rifare pascoli, oppure chissà cos'altro... Ah, l'amore per la terra degli agro-industriali è proprio grande...

Preciso che la prima prima commissione consiliare ha espresso il proprio parere favorevole con nota prot. n. 18307 del 27 ottobre 2010 con 40 voti favorevoli, nessun astenuto e nessun contrario.
La quarta commissione consiliare, competente per materia, ha iniziato l'iter nella seduta del
9 novembre 201, mentre la seconda commissione non è state giudicata competente in materia nonstante si deroghi alla legge urbanistica.

Il testo definitivo è stato approvato dalla quarta commissione il 23 novembre 2010 e il consigliere  , Dario Bond primo firmatario del progetto di legge, è stato indicato quale relatore del provvedimento in Aula. Gli altri responsabili del progetto di legge sono i consiglieri Cortelazzo Piergiorgio, Padrin Leonardo, Bendinelli Davide, Toniolo Costantino, Mainardi Mauro, Conta Giancarlo, Tesserin Carlo Alberto.

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