Quando sento le parole
“funzionalizzazione” e “valorizzazione” per i beni culturali, non metto mano
alla pistola perché sono un anti-militarista, ma mi preoccupo un po’ perché
ormai ci sono dei concetti che sono diventati dei contenitori di tutto (o di
nulla).
Per le Mura di Treviso, c’è ampia
profusione di questi termini, oltre alla parola “restauro”, ma bisogna spiegare
prima di tutto che il restauro delle Mura non riguarda solo la sistemazione
della cinta muraria (in vergognoso abbandono ad est, nord ed verso il bastione
del Castello), ma deve riprendere il concetto di “sistema bastionato” ideato da
Frà Giocondo che comprende l’acqua, il muro di controscarpa, la spianata, le
golene, la parte muraria ed il terrapieno.
Bisogna capirsi bene sulle
definizioni per poter avere interventi efficaci; provate a chiedere in giro, ai
cittadini ma anche ai nostri politici locali: “Cosa sono le Mura di Treviso?
Quali sono i suoi elementi?” e vedremo le risposte più disparate…
Ci sono elementi che sono perduti
per sempre (la spianata cioè 500 piedi di territorio vuoto attorno alle mura,
elementi che sono recuperabili solo in minima parte (muro di controscarpa e
golena esterna) e parti che sono chiaramente visibili e da conservare come la
cinta muraria ed il terrapieno, anche se si vedono evidenti gli interventi
molto impattanti dal XIX e soprattutto XX secolo con case e scuole al posto del
terrapieno ed alberghi, addirittura sui bastioni.
La richiesta di vincolo del
sistema bastionato (che non c’è nonostante le affermazioni rassicuranti del
Soprintendente) servirebbe a proteggere questo patrimonio ed a consentire solo
interventi che portino ad miglioramento della situazione. Ritengo che potrebbe
essere sufficiente anche un semplice vincolo di Piano, se ci fosse una chiara
identificazione delle aree d’ambito e degli interventi consentiti.
La richiesta promossa
dall’Alleanza per il Sistema Bastionato di avere un vincolo, ai sensi del
titolo II del D.Lgs 42/2004, è coraggiosa e legittima, ma rischia di essere una
procedura troppo lunga e complessa, per cui diventerà un’ “araba fenice”, su
cui tutti sono d’accordo a parole, ma che non si raggiungerà mai…
Relativamente ad un vero progetto
di riqualificazione dei sistema bastionato, sono praticamente certo che il
progetto dei 6mln euro del PNRR non comprende:
a) nessuna idea per il ridimensionamento del PUT che
“assedia” il centro storico con effetti ben più dannosi delle cannoniere della
Lega (quella volta di Cambrai) che mai arrivò vicino alla città; c’è un’altra
lega, un tempo padana, che difende lo status quo per carenza di strategia
b) nessuna idea per l’area dell’ex Pattinodromo, che
potrebbe (dovrebbe) diventare il punto fondamentale della riqualificazione con
ripristino integrale del sistema bastionato almeno fino a possibile
c) nessuna idea per procedere nell’esplorazione della Treviso
sotterranea, che sarebbe fondamentale per capire e prevenire
utilizzi incongrui dei percorsi come si è fatto e si continua a fare
d) poche idee su golene e corso d’acqua attorno alle Mura;
andate a vedere a nord a cosa è ridotto il tratto terminale…
Sono invece certo che ci saranno:
·
diffuse palificazioni delle sponde (in
stile Parco del Sile): la prassi della palificazione delle sponde dei corsi
d’acqua trasforma in modo pesante la transizione tra acqua e terra e rende
tutto molto più “rigido”; non dovrebbe essere difficile da capire e si può
risolvere infiggendo di più i pali (che si conservano meglio) ed usando
geotessuti e prassi della progettazione del verde. Se si palifica si ottiene il
risultato pessimo che si vede nella zona tra Ponte de Fero e Genio Civile con i
pali (marciti) che non sostengono più nulla…
·
profusione di passerelle, ovviamente in
corten, messe in opera un po’ a caso per ampliare la passeggiata domenicale dei
trevigiani; le passerelle devono essere elementi eccezionali e funzionali ad
uno scopo didattico e non elementi estranei per poi fare aree attrezzate in
golena dove mettere capre, conigli o giostrine…
Anche i
percorsi pedonali, che devono certamente garantire la percorribilità ai
disabili, non devono essere l’elemento cardine della progettazione, ma devo
essere inseriti nel verde della golena, che si allagava in caso di pericolo;
fare una stradina in misto naturale cementato è
forse funzionale, ma storicamente molto poco accettabile.
·
interventi per garantire l’accesso pubblico
alle Porte: a Porta SS.Quaranta non si entra se non si passa dal dentista…
E’ mai possibile?
Quello che so del progetto….
Spero che gran parte dei soldi serva per il restauro della
parte in muratura e non siano sprecati soldi per elementi progettuali
incongrui.
Ho poche speranze perché lo stesso bando PNRR impone alcuni
requisiti di “funzionalizzazione”, anche se si dovrebbe discutere della
funzione attuale di un sistema bastionato: ma potremo andare lontano o da
nessuna parte, visto che è solo importante fare qualcosa. Senza nemmeno capire
perché lo si fa.