"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

sabato 20 ottobre 2012

ABROGHIAMO IL PARCO NATURALE DEL FIUME SILE

La scorsa settimana, dopo un incontro con alcuni (volonterosi) consiglieri dell'Ente Parco del Sile avevamo provocatoriamente detto che il parco naturale del fiume Sile era da abrogare, oggi lo ribadiamo senza alcuna provocazione: il Parco Naturale del Fiume Sile non ha senso per il modo in cui è stato gestito e per i frutti che ha dato!

Dopo aver partecipato ad un (desolante) consiglio dell'Ente Parco a Casale sul Sile ed aver preso atto che il parco del fiume Sile è incompatibile con l'aeroporto di San Giuseppe, annuncio ufficialmente che proporrò al prossimo direttivo della nostraassociazione di formalizzare la proposta di abrogazione della Legge Regionale n.8/91,che ha istituito il Parco Naturale del Fiume Sile.
Tale proposta verrà discussa con le altre associazioni e presentata alla Consulta del Parco (se mai sarà convocata) ed in tutte le altre sedi istituzionali, prima fra tutte la Regione Veneto che del Parco dovrebbe essere il primo controllore e responsabile.

Inutile perdere tempo in defatiganti discussioni su pseudo-riforme accentratrici (ah, che bello il federalismo...) per risparmiare qualche migliaia di euro, che finora sono stati sprecati in modo indecente!!

E' meglio che tutti prendiamo atto che:

  1. in oltre 20 anni di vita il parco ha dato come risultato un peggioramento netto dello stato ambientale della zona che si proponeva di proteggere. Basta confrontare le mappe del 2002 con quelle del 2012 per avere un'idea di quanto è stato fatto in tal senso.
    Oltrettutto è stata privilegiata l'opzione “parco divertimenti” rispetto a “parco naturale”, lasciando andare in malora il patrimonio ambientale di torbiere, risorgive e rive, che quando è perso, è perso per sempre...
  2. i Piccoli Privati sono stati vessati da una conduzione manichea del Piano Ambientale con mille e piu' obblighi e prescrizioni (mai oggetto di una revisione di buon senso, ma solo di derive volte ad aggredire la tutela), mentre i Grandi Privati/Pubblici (Fondazione Cassamarca, AERTRE, ULSS 9) nell'area protetta del Parco hanno potuto fare di tutto e di piu': dalle lavanderie in riva al Sile ad un'ipotesi di ampliamento dello scalo aeroportuale che il Parco Sile ha sostanzialmente approvato, visto che non ha mai detto nulla!
  3. l'Ente Parco è diventato il “poltronificio” per incompententi con cariche da 150.000 euro anno affidate da persone che non avevano il potere di farlo a personaggi che non hanno (tutt'ora) i titoli per ricoprire tali cariche.
    L'ultimo Consiglio ha riapprovato delibere del 2007 (!!) in modo indecoroso e senza un minimo di discussione ed autocritica.
    Tale ultimo atto dei Consiglieri di maggioranza (compatti come soldatini) potrebbe non esente da responsabilità patrimoniali personali per loro, visto che riteniamo si configuri l'ipotesi di reiterata decisione illeggittima con effetti dannosi per le casse erariali; praticamente si è trattato di una decisione “ora per allora con effetto conservativo” (come ha detto il Segretario Generale della Provincia di Treviso all'uopo convocato per l'emergenza con quale titolo poi non si sa...).
    Ciò potrebbe non essere sufficiente per proteggere chi ha approvato, se, nel merito, la decisioni del 2007 (ora riapprovate) fossero non legittime: un bel rischio per quei “poveri consiglieri di maggioranza”, protetti solo da un parere legale di parte che non pare così solido ad una prima lettura!! Interesseremo la Corte dei Conti di tale questione...
Altri fatti, ben piu' pratici e diretti, dimostrano che il Parco del Sile non serve ed i suoi elementi naturali sono “fastidiosi” per lo sviluppo ed il progresso.

L'ultima azione di AERTRE su richiesta ENAC mette in evidenza con chiarezza tale affermazione: il Sile ed i suoi alberi danno fastidio, come danno fastidio gli uccelli o le case che sorgono sulla rotta di decollo degli aerei. Tutti questi “fastidi” vanno eliminati e quindi si usa di volta in volta il motivo piu' adeguato per comprimere il diritto del parco del Sile di esistere e quello dei cittadini di avere un ambiente sano in cui vivere.

Se, nel 2011, AERTRE fa lavori, sostanzialmente privi di autorizzazione ed anticipando un Piano di Sviluppo che ancora non c'è, non curandosi di una richiesta di sospensiva del TAR, c'è il “motivo Lavoro”, che giustifica tali azioni.
Ora c'è il “motivo sicurezza” per tagliare gli alberi e se fosse insufficiente è sempre pronto il mitico “motivo antiterrorismo”, a cui ovviamente chi si oppone, è … un terrorista!

Le dichiarazioni del buon Pettenà, mandato a prendere badilate di materia organica da parte dei consiglieri di opposizione nell'ultimo Consiglio del Parco, sono risibili e ridicole: “La sicurezza prima di tutto.... i contadini potevano gli alberi e noi ora facciamo lo stesso...”. Lasciamo perdere.

Meglio chiudere tutto ed abrogare la legge istitutiva del Parco Sile.
Molta gente allora dovrà per forza tornare a lavorare (come tutte le persone normali) e non ci saranno piu' spazi pseudo-istituzionali per dire scemenze, sperperare danaro pubblico e far finta di essere qualcuno.

per Italia Nostra Treviso
il presidente Romeo Scarpa
 
il tipico mezzo agricolo per gli  interventi naturalistici di AERTRE......

2 commenti:

  1. ma se per caso si passasse da parco regionale a parco nazionale la gestione
    spetterebbe al Ministero dell'Ambiente o Agricoltura e Foreste? Non si può fare
    quest'ultimo tentativo? Cioè far sì che il Ministero avochi tutto a sé con
    decreto lgs. d'urgenza? Va bene che c'è Clini e quindi sarebbe forse il caso di
    lasciare perdere, ma non abbiamo più niente da perdere. E Andrea Z. (e non
    Mazinga Z), cosa dice? "Restera spaziale!", oppure "Anatroccoli perforanti!", o
    ancora "Fontanazzi dirompenti!"? Mi pare che accettare questo sarebbe
    permettere uno sconcertante precedente per fare ABROGARE i Parchi e le aree
    protette. La legge sancisce da qualche parte la inalienabilità dell'area
    tutelata e l'irreversibilità del suo atto d'istituzione. Giuridicamente sarebbe
    una cosa pericolosissima non solo per l'Italia, ma per tutta la UE! Più
    realisticamente e responsabilmente, propongo piuttosto un ridimensionamento del
    territorio protetto. Per esempio, mantenere protetta l'area da
    Piombino/Casacorba fino alla Rosta di Quinto, il tratto principale della Tv-
    Ostiglia, l'area LIPU di S. Elena e altre "enclave" da individuare.

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  2. Approvo naturalmente tutto. Se vuoi mando una mia dichiarazione personale. E sono felice che il nostro confronto abbia portato ad una chiarificazione della follia di un ente che non a caso non avevo mai capito...

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