Il
nostro Veneto non è certo una terra “avara”, soprattutto in tema
di cave e discariche ed il Comune di Paese potrebbe avere il Nobel a
tal proposito.
Ho
ancora nelle orecchie le “grida” di Mario Zanardo di
Paeseambiente, che l'altra sera, parlando a Treviso di “Beni
Comuni”, ci ha descritto il disastro che c'è a Paese e che
qualcuno vorrebbe continuare, quando ecco che arriva un'altra
“incomprensibile attentato” al nostro territorio.
La
questione bizzarra in questo caso, che conosco poco e che
approfondirò nei prossimi giorni, è che sembrano fronteggiarsi
istituzioni, che dovrebbero essere sullo stesso lato della barricata
per difendere la nostra povera terra ed il nostro fiume Sile, che
scorre placido, ma che se potesse sommergerebbe, senza pietà, tutti
questi affaristi!!
La
questione è quella discarica
per rifiuti speciali
di via delle Grazie, proposta dalla ditta Co.VE.RI.,
che si protrae dal 2000 e continua ad essere motivo di forte
preoccupazione e di forzature di lobbies, che lavorano ai fianchi le
Amministrazioni e le Autorità preposte a concedere le
autorizzazioni; ovviamente il Privato ha tutto il diritto di
chiedere, ma noi abbiamo tutto il diritto di pretendere che le
Autorità facciano le loro valutazioni con attenzione e lungimiranza,
senza accelerazioni...
Ovviamente
chi deve prendere delle decisioni è “strattonato”, soprattutto
dal Privato ed a volte succede che gli “strattoni” prendano
strane forme di buste con contenuti facilmente immaginabili, perchè
una discarica è un “affare economico” non da poco.
E'
anche un “affare ambientale” non da poco e lo potete chiedere al
Sindaco di Preganziol, Marton, che si ritrova con pozzi che pescano
acqua al mercurio, che non è ancora un ricostituente! Il mercurio
non viene creato dalla Natura Matrigna, ma certamente si trova in una
delle decine di cave-divenute discariche che ci sono a pochi
chilometri, guarda caso, proprio sulla direttrice dove si trova il
Comune di Paese...
Una
discarica di rifiuti speciali non è un impianto semplice e puo'
ospitare rifiuti gestiti in conto proprio (scarti meccanici, scarti
di lavorazioni del marmo, imballaggi, fluff) o rifiuti gestiti “in
conto terzi” (fanghi di dragaggio o rifiuti solidi risultato di
operazioni di bonifica): un campionario di schifezze che non sono il
solo pericolo, perchè il vero “affarone” di questi luoghi è la
possibilità per la mafia di nascondere (a volte anche ad insaputa
del gestore stesso) una serie di micidiali veleni, che poi ci
ritroviamo nel rubinetto ad anni di distanza, senza sapere chi
ringraziare.
Le
inchieste dei PM, come il dott. Giorgio Gava a Zero Branco,
dimostrano che non è una fantasia degli ambientalisti o di alcuni
visionari, il fatto che uno degli affari piu' lucrosi sia quello di
“mescolare e diluire veleni pericolosissimi nell'ambiente” e
qual'è il posto migliore di una discarica di rifiuti speciali per
nasconderli?
Certo
ci sono i controlli, i monitoraggi, le fidejussioni.... ma con una
semplice e veloce analisi del passato recente, possiamo ben capire
che il rischio esiste.
E
tale rischio esiste in maniera indipendente dalla bonta' della
gestione della ditta X o Y di turno, perchè i veleni piu' letali
sono molto facilmente occultabili in grandi movimenti di terra o
fanghi e nessun controllo è in grado di fermarli.
Questa
semplice e banale considerazione che, ripeto vale anche se un gestore
di discarica fosse costituito esclusivamente da Carabinieri del NOE,
perchè il plusvalore dello smaltimento abusivo di veleni è un
affare da tempo nelle mani delle mafie dei rifiuti, dovrebbe
consigliare:
- di localizzare un'eventuale discarica di questo tipo in un territorio con un sub-strato argilloso, in grado di contenere naturalmente, oltre ai sistemi di costruzioni di una discarica a regola d'arte) eventuali veleni nel percolato;
- di localizzare tali impianti, potenzialmente molto nocivi e pericolosi, lontano da beni preziosi come pozzi per acquedotti o parchi naturali-
Qui
invece siamo al paradosso che la discarica CO.VE.RI si verrebbe a
trovare in una zona con substrato ghiaioso che è percorso da falde
di primaria importanza, per di piu' tutelate per il fatto che danno
origine a Casacorba ad un fiume di risorgiva, il nostro Sile.
Anche
un bambino capirebbe (e lo dovrebbero aver già capito vista
l'esperienza di Paese) che un posto peggiore per fare una discarica
non esiste: siamo a a Casale, in via delle Grazie, a ridosso del
fiume Sile!!
Nonostante
questa premessa, il privato CO.VE.RI. chiede l'autorizzazione alla
Regione Veneto, che non si è ancora espressa come Giunta Regionale.
La
Commissione VIA della Regione Veneto ha dato parere favorevole di
compatibilità ambientale e parere favorevole all'approvazione del
progetto con prescrizioni e raccomandazioni (parere n.407 del
24-4-2013).
Nel
maggio 2013 viene discusso il progetto per la concessione
dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, che viene concessa con 4
pagine di prescrizioni e raccomandazioni (!!!), tra cui una riguarda
il recapito finale di acque di dilavamento dalla discarica fino alle
ex cave di Lughignano a Casale sul Sile.
Proprio
su questo tema, l'Ente Parco del Sile aveva prima concesso
un'autorizzazione (n.028/2012 prot.1505 del 24-4-2012) e poi IL
30-4-2013 aveva sospeso tale autorizzazione con le seguenti
motivazioni (estratto della nota prot.1363/2013 firmata dal direttore
del Parco Sile dott. Bucci):
In
sostanza emergeva alla nuova Giunta Esecutiva del Parco che la
precedente autorizzazione del 2012 era stata rilasciata senza aver
valutato (solo perchè non spiegato nel progetto...?) il reale
impatto della presenza della autorizzanda discarica!!
Or
bene, in data 13-12-2013 il Comune di Casale ha emesso un'ordinanza A
di una ditta di costruzioni di Loria incaricata dal Consorzio di
Bonifica “Acque Risorgive”1
per “lavori
di espurgo di un fossato”
che sono quelli riportati nelle foto allegate.
Quello
che mi è apparso nel sopralluogo effettuato è un lavoro diverso da
un semplice espurgo, fatto con mezzi pesanti con escavo (nuovo?) di
un bel fossato rettilineo...
Siamo
in area interna al Parco del Sile? Sono lavori aurozzati o sono
un'evidente forzatura??
Lo
chiederemo in modo formale sia all'Ente Parco che al Comune di Casale
e se risultassero eventuali lavori abusivi o non autorizzati
chiederemo l'applicazione di denunce e sanzioni per Committente,
Appaltatore e Direttore Lavori ai sensi della normativa vigente.
Se
inoltre risultasse anche che tali lavori sono una “forzatura” per
modificare o attuare prescrizioni richieste in sede di AIA o VIA,
segnaleremo la questione alla Regione Veneto perchè non
sono certo premesse di affidabilità per una ditta che vorrebbe
gestire una discarica in riva al Sile...
Siamo
ancora una volta alle solite rispetto al CONCETTO di LEGALITA'
!!
Questa
”legalità” pare tormentare alcuni nostri amministratori solo
quando si tratta di giovani che chiedono spazi o di cittadini con
aerei che volano sopra le loro teste oltre i limiti previsti o di
gente che protesta perchè manca loro il lavoro/casa/dignità... per
altri soggetti (solitamente poteri forti) il problema o non sussiste
oppure viene “dimenticato”.
Per
poter sperare in una civile convivenza ed un pieno rispetto delle
leggi è necessario in primo luogo che le leggi siano chiare e senza
tante deroghe ed in secondo luogo che vi sia la ragionevole certezza,
che oggi non c'è, che queste leggi sono fatte rispettare sia nei
confronti dei “deboli” che dei “forti”, siano essi AERTRE,
Mestrinaro o Fondazione Cassamarca per fare i primi esempi (a caso)
che mi vengono in mente.
p.
ITALIA NOSTRA Treviso
il
presidente
Romeo
Scarpa
1“carino”
il nome del consorzio che vuole gestire la discarica... Forse
pensano si imbottigliare il percolato??
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