Un
tema che appassiona i cittadini (!??) è quello dei fuochi
d'artificio, dei “pan e vin” e delle sagre, soprattutto quando si
paventa un minimo di regolamentazione in aree che dovrebbero essere
“protette” come l'ambito del Parco del Sile...
Questa
decisione o anche semplice volontà, viene vissuta come se fosse “una
lesione dei diritti fondamentali dell'umanità... trevigiana”, che
magari il giorno prima ha sopportato in silenzio uno sversamento di
ettolitri di cherosene nelle falde o lo sforamento per un giorno sì
e l'altro pure delle PM10 in città!!
Misteri
poco gaudiosi del Veneto, terra di individualisti polemici e
contraddittori...
Il
tema roghi tradizionali detti “pan & vin” movimenta
discussioni appassionate con decisioni annunciate, ritirate, proclami
e quant'altro.
Si
era persino paventato un blocco totale dei falo' per l'emergenza
“aria pulita” ed i cittadini di Canizzano o Quinto erano
preoccupatissimi dell'effetto “choc” che poteva esserci il 7
gennaio, perchè ritenevano (a torto) che, oltre ai roghi
propiziatori, si bloccassero anche i voli dell'aeroporto Canova, che
da solo equivale a qualche migliaio di “pan & vin”!!
Niente
paura tutto sta rientrando nella “normalità” (presunta), anche
se la questione è stata posta con forza anche nel Consiglio del
Parco Sile del 27-11-2013.
Mercoledì
4-12 ci sarà una riunione plenaria con Ente Parco Sile, Sindaci ed
un “esperto” per capire come fare a garantire il rispetto delle
tradizioni venete ed un minimo di coerenza con un'esigenza di tutela
che in un “parco naturale”, non è proprio l'ultimo dei problemi
quando si parla di parco.
L'unica
certezza che abbiamo è che non si pou' certo a far finta di nulla
come si è fatto dal 1991 ad oggi sotto l'allegra gestione dell'Ente
Parco Sile, sulla quale i tanto annunciati ispettori, spero
vivamente, facciano chiarezza in modo puntuale e definitivo
individuando responsabilità politiche ed amministrative.
Un'applicazione
“in deroga” alla normativa del Piano Ambientale non è piu'
possibile, non ha senso ne' dal punto di vista ambientale, né dal
punto di vista etico ed educativo.
La
questione è di ordine generale e riguarda un semplice concetto che
sembra diventato alieno al pensiero comune: la DEROGA
è un istituto giuridico particolare e speciale, che puo' essere
usato per questioni particolari, ma deve avere la caratteristica di
essere contestualizzato, temporaneo, particolare cioè deve risolvere
uno specifico caso, dove la realtà confligge con la normativa, che,
volontariamente, ci siamo dati!
Se
le “deroga” diventa la regola cioè diventa la prassi costante,
si ottengono in pochi anni dei risultati deleteri dal punto di vista
civico, come si osserva sulla questione del “Piano Casa” o dei
“pan&vin” ...
Per
spiegarmi meglio espongo sempre un piccolo, credo illuminante
esempio, relativo ai passaggi pedonali semaforici sul PUT: provate ad
osservare cosa succede ad un attraversamento pedonale, magari in
giorno di mercato; le persone attendono il verde pedonale con
disciplina, ma quando vedono che non ci sono piu' macchine, perchè
il tempo programmato per le auto è eccessivo, passano
tranquillamente con il segnale “rosso”!!
Non
violano il Codice della Strada solo ragazzini spericolati o ingegneri
indaffarati, lo fanno mamme con i passeggini, nonne con le borse,
zoppi, ciechi, politici.... cioè tutti e credo che le multe fatte
siano meno di 10 in 10 anni!!
Quando
un giorno sono rimasto fermo al semaforo con mio figlio mentre tutti
passavano con il rosso, lui mi ha chiesto il motivo della mia
prudenza: paura? distrazione?
Ho
semplicemente risposto che “con il semaforo rosso ci si ferma,
perchè questa è una regola che ci siamo dati e che è opportuno
rispettare. Le regole, se sensate, sono utili per l'umana convivenza
e in strada il rosso significa fermarsi, il verde significa avanti.”
Quindi
il “rispetto delle regole” non è un valore in sé, ma è un
accordo per un vivere civile o quanto meno il meno disordinato
possibile....
L'esempio
sbagliato dato da tutti quegli adulti che attraversano con il rosso è
un piccolo pessimo esempio e, dio non voglia, che un bambino prenda
alla leggera l'attraversamento di una strada con il rosso....
Tornando
alle questioni ambientali ed ad attività che con essa normalmente
confliggono, credo che sia da ritrovare un minimo di “buon senso”
per inquadrare le nostre regole (il Piano Ambientale) nel nostro
sistema socioantropologico (le mitiche tradizioni).
“Paroloni”
per dire poche e semplici cose, che qualsiasi massaia o pensionato è
in grado di dire in due minuti:
- le tradizioni sono importanti e vanno salvaguardate perchè “fanno” una comunità;
- se ci sono attività potenzialmente nocive o dannose in un ambito da proteggere, si cercherà di trovare un compromesso che potrebbe anche prevedere di non fare l'attività, se dovessi rischiare di perdere un “valore fondamentale”
- se posso sposto l'attività nociva in un luogo piu' adeguato o la faccio nel modo che crea minore danno.
Tutto
queste osservazioni sono in sostanza una Valutazione di Incidenza
Ambientale (VINCA) “fatta in casa”, a cui l'esperto aggiunge e
chiarisce qual'è il “valore” che stiamo proteggendo non facendo
o limitando l'attività potenzialmente nociva.
E'
quindi una questione di “educazione ambientale”, di semplice e
banale educazione ambientale che nel 90% degli adulti esiste, oggi,
solo come slogan di moda, ma senza aver capito bene le motivazioni di
fondo.
L'ho
potuto sperimentare personalmente che adulti istruiti ed impegnati
come i consiglieri comunali di Treviso non hanno chiaro la “mission”
del Parco Sile e quindi non sanno quali valori stiamo cercando (con
pochissimo successo..) di proteggere!!
Fareste
un “pan&vin” in un vostro giardino vicino ad una preziosa
scultura o vicino al bucato appena lavato di vostra mamma??
Ecco
si tratta di trovare un sensato accordo per individuare i posti
migliori per fare queste attività fondamentali per la comunità nel
modo piu' rispettoso e tradizionale, senza eccessi dettati dalla
voglia di primeggiare sul paese vicino o di finire sul Guiness dei
primati.
Questo
però significa avere il coraggio e la consapevolezza di prendere
volontariamente, senza tante autorità o leggi che lo impongano,
alcune decisioni di “buon senso”:
- in riva al Sile o nel fiume si fanno quelle manifestazioni che hanno veramente una storia ed una tradizione (il rogo di metà Quaresima della Vecia è un esempio”;
- si aiutano i comitati organizzatori a fare le valutazioni di incidenza, che possono essere fatte una volta per tutte se si mantengono le date ed i modi di fare l'evento;
- si limiterà altezza e dimensione dei roghi perchè le tradizioni non si misurano in metri cubi!
- si porrà attenzione a cio' che si brucia, a come si innesca il fuoco e si cercheranno sistemi sensati per ridurre gli impatti nocivi
I
piu' rigidi e “smart” potranno fare un bel “pan&vin”
digitale con uno megaschermo che manda in diretta l'immagine di un
bel fuoco..
I
miei amici MASCI faranno invece il loro bel fuoco in un braciere che
non tocca il suolo e andranno via “lasciando il luogo migliore di
come l'hanno trovato...”
La
maggioranza farà il suo rogo e brinderà ad un anno nuovo, che sia
migliore per tutti e dove soprattutto si diano soluzioni possibili ai
problemi senza troppe radicalizzazioni, ma senza semplificazioni.
Mi
stupisco sempre del fatto che siamo riusciti ad andare su Marte ed a
scrivere la Divina Commedia ed oggi ci perdiamo in un bicchiere... di
brulè.
Credo
che sia un problema di persone e di volontà; auguriamoci un 2014 con
i “pan&vin” che dimostrino che c'è voglia di cambiare modo
di gestire la cosa pubblica, cercando di proporre cose sensate ed
evitando di fare a gare a chi ce l'ha piu' lungo, piu' alto o piu'
grosso...
Non
mi sembrano argomenti difficili e credo che anche i politici di
professione ci possano arrivare...
p.
Italia Nostra Treviso
il
presidente
Romeo
Scarpa
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