"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

venerdì 5 giugno 2020

MANCA IDEA DI CITTA' O LE IDEE SONO SEMPRE STATE SBAGLIATE?

Non rende onore al merito l’affermazione uscita sulla stampa recentemente che a Treviso (e non solo) la politica “manca di visione e progetto per il futuro”.

In realtà, se solo vogliamo ricordare alcuni episodi del recente passato, la “visione ed il progetto” ci sono, solo che sono carenti; anzi proprio sbagliati.

La prima "grande" idea venne al troppo spesso dimenticato (quando si parla di disastri) on. Dino De Poli (plenipotenziario pluridecennale di Cassamarca), che, invece che fare operazioni mutualistiche come da statuto, volle diventare un grande immobiliarista, sperperando in pochi decenni un patrimonio di 1000 milioni di euro tra Ca’ Tron, ex Appiani ed altri deliri da mega-costruttore.
Tutto questo lo fece in silenzioso accordo con la Lega (allora Nord – Padania) di Gobbo e Gentilini che lo premiarono triplicando la cubatura all’ex Appiani ed assistendo in silenzio alle sue peripezie da “padrone delle ferriere”.
Ciccio formajea
De Poli e un suo dipendente
De Poli ed un suo dipendente

Altro colpo da maestro di quell’epoca fu la disfida tra il nascente astro Luca Zaia e lo stesso De Poli, che portò al milionario restauro dell’ex O.P. di Sant’Artemio per ospitare gli uffici della Provincia di Treviso, che oggi è diventata un’entità di secondo livello con poteri incerti e finanziamenti scarsi. Meglio uno spazio pubblico che un’altra lottizzazione per ricchi, ma spostare fuori città gli uffici non ha certo fatto gioco a mantenere in vita il centro storico.
Sfortuna o visione miope? O semplice megalomania con i soldi nostri?
Luca Pomata Zaia ai tempi in cui anche Muraro era uno che contava

Lo svuotamento del centro storico della sue funzioni amministrative (Questura, uffici pubblici come Provincia o Agenzia delle Entrate) portò all’ultimo “colpo da maestro”: la trasformazione dei vuoti in residenze di lusso a 6-7mila euro/mq per seconde case di “non abitanti” o per un turismo AIrbnb, dove sono molti i ricavi e poche le fatiche.

Aggiungiamo a questo la miopia assoluta della maggioranza dei commercianti ancorati all’idea di andare in negozio direttamente in auto, convinti che le loro fortune siano dovute a tale mezzo di locomozione piuttosto che ad un plus di servizio che non sono più in grado di dare. Se uno preferisce fare le spese con l’auto, va nel centro commerciale dove i parcheggi sono enormi e comodi; se invece una persona ama essere seguito, consigliato e servito nell’acquisto va in un negozio di fiducia, dove però ci deve essere “cortesia e competenza” (che raramente si trovano) e non “musi da mona sempre ingrintaii” o commessi diafani.
Vuoi il cliente da centro commerciale tipo Auchan o chi vuole farsi coccolare per un acquisto? Volere entrambi è ingordigia...

Questo è il passato e ricordarlo serve solo a dire che ci sono sempre responsabilità nelle situazioni che si vivono. Non riconoscerlo ritarda solo la ripresa.

Il futuro? Il futuro non nasce improvvisamente e senza programmazione, ma siccome “ogni viaggio inizia dal primo passo”, è necessario iniziare proprio dal primo passo e dall’idea di quale sia la meta. Per avere una città “vivente” e non un museo delle cere è prima di tutto necessario che ci siano persone e spazi sociali ed una migliore vivibilità: questo significa soprattutto residenze convenzionate per tutti (anche non abbienti e giovani), spazi sociali e culturali, pedonalizzazione e trasporti collettivi e spazi verdi.

Treviso è geograficamente fortunata per questo perché ha un centro storico piccolo, delimitato in maniera chiara, acque e verde…. Sono sufficienti pochi e decisi interventi per dare una svolta e riportare la vita in un ambiente da tempo morente, non per carenza di idee, ma per idee proprio sbagliate.

Le proposte per cambiare sono semplici, ma non indolori:
  1. cancellare il mezzo PUT che drena solo traffico attorno alle Mura e sostanzialmente crea una barriera tra centro e periferia
  2. creare (dopo trent’anni che se ne parla) una serie di parcheggi scambiatori in posizioni opportune
  3. finanziare un servizio pubblico di trasporto frequente ed a bassissimo costo penalizzando gli ingressi in auto al centro
  4. pedonalizzare tutto il centro storico (e le parti centrali dei quartieri) eliminando il transito delle auto a favore di mobilità pedonale e ciclabile
  5. riportare in centro uffici pubblici e funzioni amministrative
  6. creare alloggi convenzionati per giovani, studenti e non abbienti oltre alle residenze di lusso sempre vuote
  7. agevolare il commercio di qualità e di prossimità con sgravi di tasse comunali e plateatici al posto dei parcheggi
  8. gestire in modo programmato le Mura di Treviso, vero simbolo della città con il fiume Sile, e creare nuovi spazi verdi di socialità per la cultura
  9. portare l’università all’ex O.P. di Sant’Artemio sostituendo gli attuali spazi didattici con residenze per gli stessi studenti
E’ un totale rovesciamento di quanto è stato fatto negli ultimi trent’anni.
Non è difficile, è solo il contrario di ciò che ha sempre fatto il centrodestra per 25 anni ed il centrosinistra per 5 sciagurati anni.

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