"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 12 gennaio 2014

PIANO CASA 3: RICETTA VECCHIA E DANNOSA

Il Piano Casa Veneto, terza versione ed ennesima proroga, e le proposte di legge per limitare il consumo del territorio stanno riportando l'attenzione della società e dei media su un tema fondamentale: il nostro territorio ed in particolare la valorizzazione e tutela del suolo agricolo.
asiago

una periferia da densificare?


Una prima questione da sottolineare è che il Piano Casa è legge regionale dal 2009 e lo resterà fino al 2017: per 8 (otto) lunghi anni la normativa urbanistica veneta sarà gestita da una legge derogatoria.
Le proposte di legge per limitare il consumo del territorio sono.... “proposte”, cioè non sono leggi e forse non lo diventeranno mai, visto che sono antitetiche alla logica del Piano Casa.

Anche la consecutio temporum non è casuale: la LR 32/2013 (Piano Casa3) viene prorogata in extremis il 29-11-2013 perchè i cittadini non potevano sopportare nemmeno un giorno di ritardo (!), mentre per le proposte di legge 390 e 393 sul contenimento del consumo del suolo ci sono le audizioni in 2° Commissione Regionale appena dopo le feste natalizie: un modo per non stressare troppo i Consiglieri Regionali dopo i bagordi??

Sul tema vediamo un confronto apparentemente aspro tra Regione e Comuni e ce ne sarebbero tutti i motivi, visto che la nuova versione del Piano Casa esautora di fatto i Comuni dal poter deliberare in senso restrittivo sulle deroghe imposte dalla Regione, violando un principio di competenza specifico e le precedenti regole ordinarie dettate dalla Regione con la LR11/2004.
Sono le regole che hanno imposto di spendere un sacco di soldi per la “rivoluzione” dei PAT e PI, che, per esempio Treviso ancora non ha, nonostante un spesa di centinaia di migliaia di euri!

I Comuni oltretutto sono anche “vittime” della munificenza della Regione Veneto che regala gli oneri concessori che spettano ai Comuni, estendendo sia il concetto di “familiare” che quello di “prima casa di abitazione”.
Oggi è “prima casa di abitazione”, che ha diritto ai benefici derogatori ed agli sconti sugli oneri concessori, anche la casa data al bisnonno (parente di 3° grado) o al nonno della moglie (collaterale di 2° grado).

Ma il tema piu' clamoroso e che, purtroppo passa in secondo piano nel dibattito in corso, è il carattere ferocemente derogatorio di questa normativa, che per un periodo lunghissimo diventa un caposaldo della non-programmazione dell'urbanistica veneta.
E poi ci stupiamo che Veneto Strade non riesce a fare il 4° lotto della tangenziale di Treviso??

Alla crisi economica che impoverisce la nostra società, i politici regionali (ma non solo) sono in grado di rispondere solo con una “ricetta vecchia”, come ha sottolineato giustamente Giannantonio Stella nell'incontro di Casella d'Asolo di mercoledì 9-1 u.s.
La ricetta non è solo obsoleta, ma è anche dannosa e controproducente, nonostante l'assessore Zorzato si affanni e si arrabbi, proponendo dati e numeri, che dicono tutto e niente, a seconda di come vengono presentati, come ha chiaramente illustrato il prof. Tiziano Tempesta sempre a Casella d'Asolo.

Il settore edilizio nel Veneto ha potuto sopravvivere negli anni scorsi per i restauri incentivati dagli sgravi IRPEF per le ristrutturazioni e per l'efficientamento gestiti dal Governo, piu' che per i bonus del Piano Casa svenduti dalla Regione. Poche balle....

Oltretutto è singolare, a livello macroeconomico, che pochi obiettino la stranezza di una Regione che regala “metri cubi” in un momento in cui imprese e proprietari non riescono a vendere le loro costruzioni nuove o esistenti per eccesso di offerta, che ha abbattuto i prezzi del 20-30%.
Come ha detto il prof. Tempesta, il padre che ha ampliato la casa per il figlio, ha sottratto un potenziale acquirente all'asfittico mercato edilizio!

Il prezzo di “questa legge per i Cittadini”, come grida l'Assessore nelle sue dichiarazioni, è altissimo in termini di visione strategica perchè la politica sembra affidare la ripresa del settore edilizio all'iniziativa individuale dei Veneti, da sempre amanti del mattone, senza tener conto dell'enorme disincentivo che deriva dalla diffusa sensazione che le costruzioni (nuove o vecchie) saranno il caposaldo della tassazione nazionale, regionale e comunale del futuro (leggasi ICI o IMU o TARES o TARSU o ... TASI!).

Molti imprenditori hanno già creduto alle sirene del buon Tremonti con il suo incentivo al reinvestimento degli utili ed alla fine il Veneto si trova disseminato di capannoni e zone industriali.
Certamente ne hanno goduto anche i Sindaci con un fiume di oneri concessori, ma oggi sono tutti pentiti e si si sentono “gabbati”, tutti, salvo la Regione Veneto!

L'altra questione che rende paradossale il comportamento della Regione Veneto è che ormai la normativa è un “colabrodo” e, per esempio, chiunque puo' costruire un ampliamento da 800 mc in zona agricola, viste le integrazioni e modifiche, anche ordinarie, introdotte all'articolo 44 della LR11/2004.
Cosa altro vogliono regalare i dirigenti dell'Urbanistica, i consulenti e l'assessore Zorzato??
Hanno già svenduto tutto lo svendibile per carenza di idee, anzi per insistenza nella solita e stantia idea che bisogna sempre crescere e costruire... meglio se senza una minima regia pubblica e senza che la Regione investa un euro.
Molto piu' sensato il prof. Barel, certo anche lui responsabile di questa legge derogatoria in qualità di consulente, che chiede di incentivare la demolizione di capannoni con fondi pubblici, mentre Confartigianato o Confedilizia (indecenti!) chiedono di remunerare il capitale investito!!

L'avvocato forse non sa che una volta demolito il capannone (operazione poco costosa e rapida), non si riesce a piantare subito un bel vigneto, perchè il ripristino di un'area agricola è operazione economicamente lunga e costosa.
Un campo da coltivare di lottizza in pochi mesi, ma si ridà all'agricoltura in molti anni!

I dati dicono che il Veneto ha perso nel decennio 2000-2010 è pari a 380.000 ettari di terreno agricolo; restano nella nostra regione solo 1.030.000 ettari, il che significa che, con altri 30 anni di questo sviluppo, non resterà piu' un metro quadro di terra da coltivare!!
Questo il vero problema che ci porta a chiedere a tutti di difendere il territorio in modo chiaro e deciso, senza sconti o trucchi.

Le proteste dei Sindaci sono state poche, secondo il nostro parere, ed i soli Orsoni, Rossi e Gios hanno alzato un po' la voce, ma è assolutamente insufficiente ed inefficace accettare la proposta di pseudo collaborazione della Regione Veneto, perchè questa legge va abrogata proprio per il suo carattere derogatorio esteso e prolungato nel tempo e per le palesi illegittimità in tema di competenze.

Pensare di non applicare la legge, non è possibile e pensare di fare delle correzioni è illusorio su un impianto così sgangherato.

Non ha senso nemmeno pensare di avviare un iter per una legge regionale modificativa perchè ci sono già troppe leggi e nel frattempo il Piano Casa 3 (la vendetta?) produrrà i suoi malefici e dannosi frutti, che nemmeno in Regione sanno bene quali saranno!

La dichiarazione odierna dell'assessore Zorzato che promette una circolare chiarificatrice entro un mese è semplicemente ridicola per una legge che si proponeva di “semplificare la vita ai cittadini”.

Chiediamo quindi che la legge venga impugnata dai Comuni in tutti i profili di illegittimità presenti e che l'assessore Zorzato rassegni le dimissioni per manifesta incapacità.
Se poi si vuole unire alle dimissioni anche l'assessore Chisso, che aveva promesso sfaceli con l'orario cadenzato dei treni e che gestisce tutti i grandi progetti, non saremo certo noi a piangere.

Il tema sarà approfondito in un prossimo convegno che terremo a breve e sarà inoltre uno dei punti all'ordine del giorno della prossima assemblea della sezione di Treviso di ITALIA NOSTRA che si terrà il 18 gennaio 2014 alle ore 16 a Treviso.

Per la sezione di Treviso di ITALIA NOSTRA
il presidente
Romeo Scarpa
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