Non voglio utilizzare in modo strumentale la tragedia di Moriago, ma non posso nemmeno rimanere il silenzio di fronte ad un dramma che conosco molto bene per esperienza diretta: il disagio psichiatrico e psicologico è uno dei problemi più sottovalutati e “silenziati” in tempi ordinari per cui è necessario ed urgente che vengano esposte e riconosciute le problematiche in modo da poter capire come serve agire e dove devono essere investite le risorse.
Non sono un medico e quindi non entro in questioni diagnostiche e terapeutiche, ma voglio parlare di persone, che non sono “adeguate” a questi tempi, che sono ai margini di una società dove le famiglie cercano disperatamente, tra stigma e vergogna, di trovare soluzioni, che da soli non potranno mai trovare
Come afferma Papa Francesco siamo noi stessi che, quasi sempre riteniamo queste persone, estremamente fragili, degli “scarti”, che devono essere “contenuti e controllati”, se non resi vegetali da psicofarmaci, prescritti, più per impotenza e scarsità di mezzi che per convinzione terapeutica.
E’ un paese che ci ha messo 40 anni a chiudere gli ospedali psichiatrici e che riconosce solo nei convegni per addetti ai lavori la tentata rivoluzione di Basaglia, che è, purtroppo, fallita per questioni economiche e di scelte politiche.
Oggi sono ammesse tutte le dichiarazioni più truci perché l’orrore è massimo e la disperazione dei familiari nemmeno descrivibile, ma domani cosa faremo?
Cosa chiederemo ai nostri politici regionali, che gestiscono la sanità pubblica?
Chi frequenta, anche episodicamente i Centri di Salute Mentale (CSM) sa benissimo che il servizio è sotto organico, destrutturato da riforme efficientistiche, mentre servirebbe la famosa “MEDICINA TERRITORIALE”, che semplicemente NON ESISTE.
Chiediamoci perché non esiste? Chiedete quante risorse umane ed economiche vengono date a questo delicatissimo settore?
Quanti posti ci sono in comunità protette per aiutare le famiglie con questi problemi?
Chiedete quanto sono pagati gli operatori che fanno assistenza ai nostri figli, ai nostri fratelli, genitori che non possiamo più far vivere con noi com’era un tempo nella famiglia contadina (ormai da oltre 60 anni)?
Mi fanno rabbia le dichiarazioni del Prefetto o di chi ha responsabilità di governo sulla sanità perché si scopre il disagio psichiatrico, psicologico e giovanile solo dopo qualche fatto di sangue e mai al momento di destinare le risorse.
Tanto per dire la Regione Veneto ha ben trovato 12mila milioni di euro per fare 94 km di superstrada, indebitandosi per 40 anni oppure l’ex Provincia di Treviso ha un debito stellare per il restauro dei suoi ufficio (vuoti) presso OP si Sant’Artemio finanziato con bond tossici…..
Quali briciole sono state stanziate
per la cura territoriale del disagio mentale se mancano 20 psichiatri in
organico? Vediamo i famosi dati... una tabellina con le percentuali....
Le colpe dei delitti sono certamente personali e la giustizia farà il suo corso.
Le colpe politiche sono invece di chi governa e dovrebbe essere democraticamente punito per come imposta le sue scelte, ma, temo che non succederà, perché prevale la “narrazione” (tipo due anni di conferenze stampa da Marghera) rispetto ad una seria analisi.
Se fossi assessore alla sanità del Veneto, avrei già dato le dimissioni.
Anche se fossi Ministro della Salute perché,
è vero che veniamo da un periodo difficile, ma questo problema esiste dai tempi
delle lotte di Basaglia ed erano gli anni '70....
Ricordo a tutti che la differenza tra “sano” e “malato” di mente è molto labile.
Tutti siamo un po’ malati di mente e non solo per il massiccio uso di psicofarmaci che c’è in Veneto ed in Italia.
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