Una delle scelte del PAT di TREVISO è stato di suddividere il territorio in 11 AMBITI TERRITORIALMENTE OMOGENEI che devono poi essere disciolinati e normati con specifici obiettivi.
Non si capiscono bene i criteri che hanno portato alla suddivisione che sembra funzionale a risolvere qualche questione specifica (ospedale, aeroporto) piu' che a dare un'idea di città del futuro.
Molti ambiti sono di risulta come la mitica GREEN BELT (cossa zeà??): che sarebbe la cintura verde cioè quello che serve per dare qualche titolo ai giornali e fare figo... GREEN BELT?? Mavalà direbbe Ghedinone...
Ho provato un primo ridisegno degli ATO, ma devo dire che con l'indifferenza generale creata da 50 anni di disordine, è ben difficile fare ordine adesso e trovare ambiti OMOGENEI: è tutto omogeneo... così omogeneo da essere indistinto.
Ho previsto 13 ambiti:
1) il centro storico cioè quello che è interno alle Mura e mi pare di essere abbastanza realista ed il linea con progettisti
2) il secondo centro che ho chiamato "centro nord CM" per ricordare che lo spostamento del baricentro di Treviso verso la strada Ovest è "merito" della Lega Nord e di Cassamarca; il primo ha barattato il mantenimento del potere amministrativo concedendo il triplo di cubatura al signore detto Formajea che in 25 anni si è magnato tutto (dico tutto!) il patrimonio della Fondazone ed è ancora lì a quasi 90 anni!! Un genio!
3) Fontane con la zona storica come ambito 10 progettisti
4) S.Maria del Rovere e Sant'Artemio
5) Selvana
6) Fiera (l'ospedale è un inciso nella zona, anzi direi un intruso... soprattutto la lavanderia in riva al Sile: geni della promozione turistica!!)
7) S.Trovaso + Sant'Antonino (e perdonerà il ras del quartiere se ho citato prima San Trovaso, ma ora è minoranza)
8) San Zeno +Sant'Angelo + Canizzano
9) San Giuseppe (e anche qui lascerei fuori l'aeroporto che è l'ennesimo incidente degno dei sommi geni dell'urbanistica moderna.... piazzarlo tra Noalese e Sile e poi chiedere di crescere....Siete fenomeni!)
10) Monigo con sottozona indpendente Sant'Anna
11) S.Liberale e Santa Bona (dove Fanton latita.... )
12) San Pelajo (dove Gobbo è assente, ma che novità è?)
Sono 12 ATO perchè il primo è L'ATO ZERO che prende tutte le acque di Treviso dal Cerca alla Storga per finire al Sile passando per il Botteniga... UN ATTO DI REALTà VERSO TREVISO CITTA' D'ACQUA
Lascio ora al gruppo di lavoro di Gigi e Renata la modifica del patrocchio che ho fatto
sabato 31 agosto 2013
giovedì 29 agosto 2013
COSI' PARLO' ZAMPESE... e COSI' RISPONDIAMO
Anche colui che ha retto le sorti dell'urbanistica per quasi 20 anni dichiara di tutto e di piu' e merita qualche risposta solo per la precisione.
Non entro nella polemica politica perchè la MINORANZA deve fare il suo ruolo e ripeto: MINORANZA (magari ancora per poco, ma ora è così!!)
ZAMPESE "Il
finale purtroppo è già scritto: faranno tanto casino, tanti
proclami, tante audizioni per poi cambiare poco o nulla, con perdite
di tempo, impiego di ulteriori risorse economiche e capire, speriamo
finalmente, che il Pat è uno strumento di principi generali che
partono dalla tutela e dalla valorizzazione del territorio,
difficilmente confutabili»
ITALIA NOSTRA Verissimo è una CORNICE, ma se la cornice è così indefinita che ci sta tutto dentro. è come se non ci fosse e questo è lo scopo dell'urbaninistica in salsa verde leghista. Decido dopo cosa fare in base a cosa mi chiedono, tenendomi il potere contrattuale...
Il PAT adottato è pieno di belle parole che non servono a nulla e sono anche confuse visto che per fare un esempio di parla di Viale della Repubbica a 4 corsie mantenendo anche alberi e fossi... Un miracolo!!
Il PAT si puo' modificare molto profondamente: basta metterci dei contenuti che ora non ci sono proprio perchè non si è voluto andare oltre alla riconferma del vecchio PRG.
Se si vuole si cambia fino all'ultima virgola, tavole comprese e Zampese lo sa benissimo.
Sandro Zampese, capogruppo della Lega,
stronca su tutta la linea la politica di revisione del Pat avviata
dalla Giunta, accusata di «muoversi al buio». E sui quattro scenari
possibili delineati dall'assessore all'Urbanistica Paolo Camolei,
dopo l'esame delle osservazioni al Pat, è quasi caustico: «Stanno
spacciando l'estensione del periodo delle osservazioni come atto
fondativo di un nuovo piano urbanistico -dice- Questi sono gli
scenari prospettati da Camolei. Primo: le osservazioni non hanno
alcun impatto sul Pat, cioè rimane il nostro. Secondo: approfondire
ulteriormente il progetto, dilatando il periodo delle osservazioni. A
che fine se non per prendere tempo? Terzo: ritiro e parziale modifica
del Pat per sopravvenute osservazioni di notevole impatto. Non si può
fare: si chiama revoca e si deve riiniziare l'iter formativo del Pat.
Quarto: revoca del Pat.
ITALIA NOSTRA Gli scenari teorici indicati da Camolei sono filosofia urbanistica. Le osservazioni si fanno per modificare il PAT e ci sono chiari esempi (Zero Branco) di PAT stravolti dalle osservazioni e dai sopravvenuti cambi di giunta. Il dubbio legislativo è solo relativo ad un eventuale riadozione (secondo me opportuna) per dare modo a tutti di dire la loro. Questa si chiama democrazia e non sembra una cosa molto conosciuta...
Paventare il danno erariale di una revoca è fuorviante; nessuna revoca, nessun nuovo inizio... le analisi ci sono, basta mettere dei contenuti diversi rispetto a quelli leghisti. Anzi basta mettere dei contenuti, visto che in questo PAT adottato c'è aria fritta (puzzolente).
ZAMPESE "Ma tutti e quattro gli scenari mettono in
evidenza la mancanza di progettualità della maggioranza che si
aggrappa unicamente ai contributi delle osservazioni». E a chi
accusa la Lega di aver ideato un Pat che porterebbe una colata di
cemento in città, risponde: «Il Pat adottato dalla nostra
amministrazione è l'unico strumento generale di un capoluogo veneto
a vietare le nuove espansioni edilizie. Il milione di metri cubi
previsti, nell'arco decennale, sono una opportunità e non un
obbligo».
italia nostra: la maggioranza attuale fa il suo percorso e la minoranza fa la sua opposizione poco costruttiva... La Lega prevede con questo PAT la riconferma di 1,6 milioni di metri cubi + altri 1,2 milioni e quindi è fuorviante dire che si vieta l'espansione. L'espansione è stata concessa nel precedente PRG e quindi ora è facile fare i rigorosi... Il triplo della cubatura a Cassamarca all'Appiani in cambio di una pipa di tabacco l'abbiamo fatto noi??
Il PUT che inquina (lo dice il documento di Zampese) e taglia fuori il centro l'abbiamo fatto noi?
Le opportunità la Lega le ha perse perchè c'erano se poteva giostrare gli accordi pubblico-privati come prima, ma ora (forse) non lo puo' piu' fare. Forse.
Il PUT che inquina (lo dice il documento di Zampese) e taglia fuori il centro l'abbiamo fatto noi?
Le opportunità la Lega le ha perse perchè c'erano se poteva giostrare gli accordi pubblico-privati come prima, ma ora (forse) non lo puo' piu' fare. Forse.
COSI' PARLO' CAMOLEI.... e COSI' RISPONDIAMO NOI
Ci chiedono un commento a caldo sulle prime dichiarazioni di Camolei, attuale assessore all'Urbanistica, e volentieri procediamo ritenendo che i virgolettati siano il reale pensiero dell'assessore trasposto e non le solite invenzioni dei giornalisti:
1) «Chiarisco
subito, a costo di deludere qualcuno: l’aeroporto non sarà oggetto
del Pat. Non perché Camolei non lo voglia, o perché io difenda
l’aeroporto, semplicemente perché nondell può farlo: lo scalo di
Treviso è soggetto al ministero e a leggi nazionali».
L'aeroporto è certamente soggetto a leggi nazionali ma si inserisce nel che territorio comunale e non si è mai visto un macro intervento simile che venga fatto contro la volontà del comune capoluogo che , con Quinto, sopporta il carico inquinante ed i benefini dell'infrastruttura. Non è quindi corretto affermare che l'aeroporto sia escluso dall'analisi del PAT. Quello del buon Zampese da' già per assodato che l'aeroporto si ampli ed infatti loro non hanno mai detto o fatto nulla relativamente a questo. QUINDI DISSENTIAMO SUL TEMA che oltrettutto vede confliggere un'area a parco (il SILE) con un'infrastruttura. La posizione maggioritaria delle associazioni è che l'aeroporto starà dov'e' mai con i limiti attuali e sembra essersene reso conto anche Marchi entra la Catullo. Su questo tema le osservazioni ci saranno e pesanti perchè AETRE nonostante non si debba/possa ampliare deve fare in ogni caso degli investimnti sulla sicurezza e sul traffico.
2) Quale Pat
auspica possa uscire dalla vostra revisione del documento approvato
in tutta fretta d Lega e Pdl? «Il Pat dovrà aumentare il verde,
ricalibrare decisamente la nuova edificazione, limitare il nuovo
cemento nelle zone già a forte edificazione. Si dovrà costruire sul
costruito, o recuperare».
Un tema significativo è cosa fare di 1,6 milioni di metri cubi già approvati ma in freezer a causa della crisi; il PAT adottato ne ha dato per certa la riconferma. Cosa vuole fare l'assessore e la sua giunta. Noi pensiamo che con lo strumento del "credito edilizio" possano essere eliminati questi pdL a macchia di leopardo, vanto della precedente giunta che ha fatto quello che chiedevano tutti...
Non discutiamo nemmeno sul 1,2 milioni di metri cubi aggiuntivi che non servono a nessuno e non sono un'opportunità,ma una marchetta. La riqualificazione urbana e la rigenerazione si fanno lo stesso aiutando un settore con interventi di restauro qualificati e non con nuove costruzioni.
3) Altri piatti forti saranno le grandi aree
ancora in attesa di vocazione e di futuro: TrevisoServizi, Salsa, ex
scalo Motta, ex consorzio agrario. «Il Pat non entra nel merito
della singole aree. Ripeto, indica indirizzi generali e linee guida.
Ma non incide sulla specifica area. Queste scelte saranno demandare
ai piani di intervento» Okay. Ma su stadio Tenni, TrevisoServizi, o
Salsa, qualche idea la giunta l’avrà pure, no? «Non ne abbiamo
parlato assieme. Ci sono idee, ma personali. Anche il sindaco aveva
espresso un pensiero sul Tenni, sempre personale.
Siamo
un po' in ritardo sulla questione! Forse è il caso che ne parlino e
trovino una sintesi prima che i loro elettori se ne accorgano!
I cittadini si aspettano proposte ed indirizzi chiari: pedre?onalizzazione, ciclabilità, spazi per giovani (anche ribelli), residenza sociale, qualità della vita.... Cosa di pensa di dire? E' vero che non siamo ancora tornati dalle ferie, ma allora meglio non fare dichiarazioni.
4) "Il 5 settembre
incontrerò i consiglieri. Tutti, anche le minoranza, perché tutti
possono dare un contributo, anche le minoranze. Sono l’assessore di
tutti, non di una parte della città, e lavoro nell’interesse di
tutti. Mi aspetto apporti qualificati anche da Zampese, nessuna
preclusione. E ci faremo aiutare da una commissione». Novità
assoluta. Saranno i «saggi« dell’urbanistica? «Con me ci saranno
il dirigente del settore, il presidente della commissione edilizia, due professionisti volutamente esterni alla città, un paio di
consulenti, e presenze politiche forti, per qualificare la
commissione».
Anche qui commissioni di saggi?? Dilatur.... Non credo servano a nulla visto che il pool di professionisti incaricati è di primo'ordine e sarebbe in grado di fare un bel lavoro se ci fosse una seria revisione del "Documento preliminare" redatto dall'arch. Barbieri. Fa però piu' figo fare una commissione che speriamo sia gratuita...
Hanno promesso "partecipazione": forse è bene che qualcuno spieghi cosa significa fare una progettazione PARTECIPATA.... Non sono altri duie incontri alle Stefanini, dimostrando anche poca fantasia rispetto ai poveri leghisti.
5) Tecniecamente, avete annunciato due strumenti:
credito edilizio e la perequazione urbanistica. Spieghiamolo anche ai
non addetti ai lavori. «Il credito ediciamo che con dilizicosa significa fare una o è un a sorta di banca
della volumetria. Se avevo diritto a costruire, ma non ho più
interesse, posso accantonare quella volumetria, e utilizzarla
altrove, in contesti dove invece le volumetrie servono». E la
perequazione? «Serve per contemperare l’interesse dei proprietari
e coniugarlo con particolari esigenze pubbliche, ad esempio il social
hounsing, o altre opere a favore della collettività. Vogliamo usare
entrambi gli strumenti proprio per armonizzare e calibrare la nuove
costruzioni: oltre a 1,6 milioni di metri cubi di dote arretrata, c’è
la nuova concessione di 1,2 milioni di metri cubi: numeri impattanti,
se non gestiti attentamente» Su questo punto le associazioni vi
chiedono di agire come ha fatto Feltre, dove il Pat ha praticamente
azzerato il cemento. Vecchio e nuovo. «Vero. Ma le condizioni sono
diverse, lì l’amministrazione è partita da zero. Qui, adesso, noi
dobbiamo fare i conti con un Pat già approvato dai nostri
predecessori».
I nuovi strumenti non li inventa l'assessore ma la Legge Regionale 11/2004 e per spiegarlo sarebbe interessante avere un incontro con i progettisti e vedere degli esempi.
Il cardine della nuova urbanistica è quello di fare una CORNICE con il PAT (di solito general generica e piena di buone intenzioni) lasciando poi al PI ed algli accordi pubblico-privato la messa in pratica con una concertazione che non è altro che la legittimazione di uno scambio di interessi che per essere proficuo deve essere alla luce del sole. Altrimenti è come prima.
DISSENTIAMO anche sulla questione della modifica sostanziale del PAT: le analisi ci sono e vanno solo integrate con i dati del censimento 2011 dove mancano; il resto è tutto modificabile e così verrà da noi proposto. Quello che uscirà, se avremo l'assenso della nuova amminsitrazione, sarà un PAT nuovo di zecca, dove non resterà una virgola del nulla finora adottato. Questo si puo' fare se si vuole e non prechi di soldi. Il tempo? Non è mai sprecato perchè un documento fatto male non serve a nulla e fa danno.
PAT TREVISO - MOBILITA (parte 2 rev0)
(segue)
PAT
TREVISO
SISTEMA
INFRASTRUTTURALE, CONNETTIVO URBANO E PERCORSI CICLO-PEDONALI
Analisi
della documentazione adottata ed in particolare di:
d010
- Quale traffico vogliamo? Cosa possiamo fare??
E'
evidente che un obiettivo prioritario è definire quale traffico
vogliamo...
La
scelta di fare il PUT come si è fatto ha risolto alcuni problemi di
scorribilità ma si è portato tutto il traffico (anche di
attraversamento) a ridosso del centro creando una frattura tra dentro
e fuori le Mura, peggiorando la qualità dell'ambiente e favorendo
una sola categoria (quelli in auto). Questo si vuole ancora?
La
regola aurea direbbe che il traffico deve seguire percorsi creati in
base al tipo di destinazione cioè percorsi lunghi devono avere
strade veloci con pochi attraversamenti e percorsi terminali devono
avere strade limitate a bassa velocità perchè ci sono i residenti.
In questo senso gli aumenti di sezione stradali delle strade vicinali
e il togliere i passaggi a livello non è sempre un buon servizio...
Riteniamo
che obiettivi prioritari siano i seguenti:
favorire la mobilità lenta nelle zone residenziali dei quartieri e nel centro storico
obbligare il traffico di attraversamento ad usare le strade ad elevato scorrimento; prevedere il minimo di nuove strade funzionali a tale obiettivo
incentivare l'uso dei parcheggi scambiatori
- scrivilo tu...
Il
primo obiettivo si ottiene dando un precisa gerarchia alla strade
senza consentire mescolamenti inopportuni di traffico di scorrimento
con traffico cittadino.
La
famosa tangenziale attorno Treviso è finalmente diventata (grazie
allo sprawl) quella di cui si parlava trent'anni fa, cioè
tangenziale attuale, autostrada A27, Postumia Romana SP102 e
Feltrina.
Il
primo e fondamentale risultato da ottenere è la
liberalizzazione
del tratto di autostrada A27 tra il casello nord ed il casello sud di
Treviso
,
migliorando l'uscita a nord che non puo' passare per il centro di
Lancenigo.
Secondo
obiettivo è risolvere i problemi di San Giuseppe senza crearne a
Monigo; forse è il caso di vedere anche cosa pensa Paese, se ha
intenzione di non morire di traffico sulla Postumia... Certamente
il progetto della Tangenziale ovest
com'è ora non ha senso se non ha un'idea di futuro collegamento con
la Postumia Romana a nord;
finire
al Lando per raccordarsi con viale Europa, usando Viale della
Repubblica come strada di scorrimento è inattuabile e demenziale.
Sulla
via Postumia verso Paese è da eliminare il passaggio a livello (che
tra l'altro blocca anche i VVF), mentre per esempio i passaggi a
livello devono (per me) rimanere perchè “proteggono” dal
traffico di attraversamento, cioè fanno da dissuasori per chi cerca
strade diverse per far prima e qundi corre...
Spiegatemi
poi la ratio di realizzare prima il sottopasso su via Paludetti di
quello sulla Postumia!! Certo il primo è un'opera facile da 3-4
milioni di euro, il secondo è un'opera utile con delle complicazioni
di cantiere...
Il
terzo obiettivo è quello di
ridurre
l'attrattiva del PUT (anello esterno)
per chi deve solo attraversare la città, favorendo di contro la
mobilità lenta: propongo quindi di creare dedicare una corsia ai
mezzi pubblici (taxi, bus elettrici o a gas, tram se qualcuno lo
paga...).
Rispetto
ad oggi deve essere invertita la priorità. Oggi i pedoni aspettano
minuti (due o tre per attraversare), mentre vanno fatti semafori a
chiamata con tempi di attesa minori per i pedoni e ciclisti.
Il
quarto obiettivo è quello di
rendere
pedonale tutta le città entro le mura con un sistema ZTL
che dia accesso ai residenti (pochi ormai), a chi lavora ed alle
merci; il resto deve essere un sistema di trasporto che consenta
flessibilità ma assoluta priorità a cicli e pedoni con servizi bus
e taxi per anziani e altri (a prezzi convenzionati).
In
quest'ottica è necessario cercare di
eliminare
il piu' possibile i parcheggi a raso in città
Giardino (oggi vittà Parcheggio), lungo le Mura, in piazza Vittoria
valutando la possibilità di recuperare immbili oggi dismessi in
centro per fare parcheggi a servizio di residenti, lavoratori e di
chi vuole continuare a venire in macchina in centro (ma pagando un
obolo molto rilevante).
Ci
sono a est gli edifici ex Enel, a sud si puo' recuperare l'area
Siamic (non il bastione!), a ovest puo' ci sarebbe il Miani (un po'
decentrato, ma si sa i leghisti non sono proprio fulmini..) e nord
c'è la caserma di Viale Luzzati. Bastano??
Un'ipotesi
che mi piacerebbe (anche se so che farà discutere) è quella di fare
un park ad un solo piano interrato in piazza della Vittoria con
grande scavo archelogico e poi cedere in diritto di superficie i
parcheggi ai residenti e negozi, liberando la piazza.
Oltre
a questo è necessario avviare una
revisione
del Biciplan per fare di Treviso la città della bici
(che sarebbe anche un bel modo di onorare un'azienda storica come la
Pinarello); si facciano quindi vere piste ciclabili nei quartieri per
collegare il quartiere alle scuole con percorsi anche per il pedibus
che abbiano una dignità ambientale.
Si
raccordino poi questi percorsi verso la città eventualmente
sacrificando una corsia carrabile senza chiudere fossi o tagliare
alberi.
La
prima opera simbolica è la pista ciclabile su via Sovernigo da
Monigo a Paese, riducendo la carreggiata e creando dei rallentamenti
che consentano l'eliminazione dei rallentatori. In questa zona va
creato anche un percorso podistico vista la qualità ambientale
naturale che ancora c'è, con i relativi servizi (miniparcheggi,
postazioni ristoro nei “casolini” presenti, etcc..).
La
seconda opera è la demolizione dell'inutile pista ciclabile fuori di
porta San Tommaso, ripristinando i passeggi alla loro funzione
naturale (primo caso di pista ciclabile dove non serviva: esemplare
esempio di intelligenza...)
I
parcheggi scambiatori funzionano se c'è un loro effettivo utilizzo e
quindi se ci sono dei vantaggi o dei minori svantaggi al fatto di
cambiare mezzo
(cosa
psicologimente molto difficile...)
quindi:
bisogna dare percorsi scorrevoli e veloci a chi deve attraversare Treviso senza fermarsi
bisogna rendere preferibile il parcheggio con cambio di mezzo rispetto all'arrivo in auto.
Le
modalità di creare premialità esistono:
parcheggi scambiatori gratuiti pagati da accesso al centro a pagamento e sosta in centro a pagamento;
servizi bus convenzionati con negozi del centro (fai la spesa e ti sconto il bus in percentuale?)
rendere i percorsi (pedonali e ciclabili) attraenti dal punto di vista ambientale
creare un servizio di consegna a casa della merce acquistata gratuito per chi raggiunge la città con mobilità lenta
creare un servizio tipo riscio' dove chi è stanco possa prendere un mezzo trainato in bici creando un lavoro socialmente utile...
…
.. iniziative ce ne sono mille... basta volere...
Tra
i vantaggi di questa politica ci sarebbe anche il miglioramento
ambientale perchè meno auto, significa meno inquinamento e piu'
salute per chi cammina o corre in bici.
Dimenticavo
che ci sarà una soloa deroga per i motorini “ciao”...
Aeroporto
Completamente
assurdo il Masterplan di SAVE+AERTRE che prevede solo i bus e auto
per raggiungere lo scalo.
Indipendentemente
dall'ampliamento (che secondo noi non va fatto, visto che ora entra
in scena anche il Catullo di Verona...), è da creare un serio
servizio navetta per portare i turisti a Treviso e non solo a ….
Venezia.
Tale
servizio deve essere a carico di AERTRE che deve dimostrare con i
fatti che l'aeroporto serve a Treviso e non è solo lo scalo
periferico della città lagunare.
Va
risolto con creazione di un sottopasso/sovrapasso l'interferenza tra
Noalese ed aeroporto perchè la creazione della bretella da aeroporto
a tangenziale non pare così utile.
Le
aree aree Marazzato e adiacenti sono di grande pregio e vanno
riservate al guisto prezzo a SAVE+AERTRE per farev dei parcheggi
decenti ed un accesso all'aeroporto dignitoso e non la casbah che c'è
adesso... (Canova si rivolta nella tomba!).
Viale della Repubblica
L'aver
spostato le funzioni amministrative che erano in centro a
Sant'Artemio e all'ex Appiani ha di fatto spostato il baricentro
della città di Treviso che non è piu' Piazza dei Signori, ma è una
zona indistinta ancora da definire.
Per
eliminare tale incertezza e mettere delle toppe ai danni fatti dalla
Lega e da Dino De Poli+soci, è necessario dare a Viale della
Repubblica la sua connotazione di strada commerciale e non di
scorrimento.
Il
traffico di attraversamento va dirottato (per ora a sud tramite
tangenziale e liberalizzazione A27 ed in futuro con nuova tangenziale
ovest) e la strada va resa degna della sua funzione rinforzando il
viale alberato, i fossi e creando una seria pista ciclabile.
Tutti
i capannoni continueranno la loro trasformazione da industriale a
commerciale e si creerà il nuovo asse di servizi e commercio di
media dimensione (che già c'è!).
Il
centro storico deve quindi procedere a diventare il luogo
dell'incontro e del commercio tipico con specializzazione sui settori
evoluti e di qualità, creando attrattiva per trevigiani e non con
pedonalizzazione spinta preceduta da servizi di scambiatori seri.
La
politica commerciale in centro deve incentivare la creazione di
esperienze artigianali e giovanili per dare vita oltre a riportare
residenza sociale in centro.
PAT TREVISO - MOBILITA (parte 1 - rev0)
PAT
TREVISO
SISTEMA
INFRASTRUTTURALE, CONNETTIVO URBANO E PERCORSI CICLO-PEDONALI
Analisi
della documentazione adottata ed in particolare di:
d0101030_RelazioneTecnica_20130308 paragrafo 13.2.7
R0
2.D Relazione della mobilità. Simulazioni, scenari ed indicatori
mancano tutte le tavole che sono citate nella relazione R02.D
tavole della trasformabilità T05A-B-C-D-E
L'analisi
ed i dati
sono esaurienti e quindi possono essere usati essendo anche
aggiornati all'ultimo censimento ed a rilevazioni specifiche.
La
sintesi è impietosa:
trasporto su autovettura 78%
trasporto pubblico 7%
cicli e pedoni 15%
E'
quindi evidente che le strade non bastino mai, se tutti vanno con
l'auto propria con all'interno una persona ed i bus sono usati solo
dagli studenti (se togliamo loro, arriviamo al 2% di utilizzo!!);
cicli e pedoni sono significativi nonostante l'assenza di percorsi
sicuri.
E'
interessante analizzare e commentare la tabella 2 di pagina 88 della
relazione tecnica
trasporto privato…
e
infatti lì è stato concesso anche il triplo del volume per l'ex
Appiani!
…
“
il
PUT ridurrà l'inquinamento: piu' percorso ma meno gas di scarico!”
Ricordate?
vvio
ci sono le scuole!
centro intermodale passeggeri:…
E
volevano il park di Piazza della Vittoria con 3 piani interrati!
piste ciclabili:
“
Bassa
protezione”??? cosa protegge una striscia gialla?
La
mancata pista ciclabile di Via Sovernigo grida ancora vendetta...
Le
azioni e le politiche promosse nell'ambito del PAT (vedere pagina 89
relazione) sono praticamente poco o nulla, visto che:
trasporto privato
si accettano acriticamente gli interventi sovraordinati che invece devono essere valutati all'interno della politica della mobilità che si intende perseguire; in particolare da vedere il prolungamento della
Tangenziale Ovest, il Terraglio Est, la viabilità della Treviso Servizi
che non sarà piu' polo di scambio intermodale...
Serve qualcuno che faccia valutazioni specifiche su ognuno di questi 3 progetti
si prevede di intervenire su Viale della Repubblica per separare il traffico di lunga percorrenza da quello dei “residenti” (??);
significa fare 4 corsie con sacrificio degli alberi e dei fossi... Verificare anche l'innesto tra San Giuseppe e le Stiore dove c'è antico progetto molto impattante.
Verificare l'accessibilità alla Cittadella della Salute (posizionata in riva a Sile!) da nord;
da verificare l'intera viabilità relativa al progetto della cittadella che è già stato oggetto di critiche dalla nuova amministrazione
indicazione generica per estensione di ZTL con la parola magica (SMART CITY)
trasporto pubblico e mobilità lenta
realizzazione di Centro Intermodale Passeggeri vicino alla stazione;
è evidente che serve, anzi ne servono due: uno lato nord e uno lato sud per alleggerire il quartiere di Santa Maria del Sile
Linea TRAM da aeroporto attorno alla città fino a Feltrina;
è un'invenzione di moda di cui non si capisce l'utilità, né il finanziamento; che fine fanno gli autobus
?
incrementare aree di sosta in corrispondenza capolinea tram e nodi interscambio;
banalità, ma se non si fa il tram?
migliorare le interconnessioni dei poli attrattori con il Centro Storico sia con trasporto pubblico che con mobilità ciclo pedonale;
intenzioni... come si fa questo miglioramento??
migliorare i collegamenti ciclo-pedonali...
beh, c'è molto da fare.
Da
vedere la relazione R.05 che in realtà è la relazione R.02.D dove
ci sono maggiori dati, ma le stesse considerazioni;
mancano
tutte le tavole citate in tale relazione specialistica
.
VALORI
ED IDEE PER OSSERVAZIONI
In
primis devono essere chiaramente esplicitati gli obiettivi che si
intendono raggiungere con l'intervento strategico sulla mobilità con
il PAT.
Obiettivi?
Espongo
di seguito una serie di obiettivi di lungo e medio periodo che
dovrebbero dare il senso alle successive azioni. L'ordine di
presentazione è casuale e deve essere oggetto di riflessione.
progressiva pedonalizzazione del centro storico
protezione delle zone residenziali dal traffico di attraversamento
razionalizzazione del trasporto pubblico (autobus)
centri intermodali di scambio auto-altri mezzi; servizi diversi di accesso al centro
interventi politici per liberalizzazione tratto autostrada A27 verso nord
miglioramento della modalità di accesso all'aeroporto
interventi per favorire la mobilità delle categorie deboli (pedoni, ciclisti, anziani, bambini)
definire il ruolo di Viale della Repubblica e delle aree sull'asse stradale
dare un ruolo al fiume Sile come elemento caratterizzante della città (navigabilità?)
utilità della viabilità sovraordinata
cosa fare della zona Treviso Servizi?? Scalo Motta? Stadio?
Elementi
progettuali
Centro Intermodale Passeggeri
E' evidente che in corrispondenza della stazione ferroviaria deve essere creato un centro intermodale passeggeri che dovrebbe essere costituito da
parcheggi multipiano
sia a nord (P10) che a sud (P9) della rete ferroviaria per ospitare almeno 1000+500 posti auto. La posizione piu' favorevole è quella occupata dal parcheggio di Metropolis ed analogamente in quell'area dovrebbe trovare posto
la stazione dei bus
, liberando la zona fronte Sile.
Sul lato Santa Maria del Sile la zona a ridosso del sedime ferroviario deve essere usata per creare un ulteriore parcheggio multipiano (con funzione anche di schermo al rumore) con
servizi per l'ospitalità e la gioventu'
, visto che in questo modo si crea un punto presidiato e di facile raggiungibilità per coloro che non hanno auto.
Parcheggi Scambiatori
La pedonalizzazione de centro storico va preceduta dalla creazione d parcheggi scambiatori in punti facilmente collegabili con trasporto pubblico (bus, tram o bici).
La filosofia deve prevedere una convenienza (in tempo, soldi, etc..) per fare in modo che le persone lascino la loro macchina nei parcheggi e cambino mezzi; servono quindi servizi efficenti sostitutivi/integrativi e un “peggioramento” della transitabilità verso il centro con auto privata (ticket, meno corsie, …).
I
parcheggi scambiatori P9-P10 sono a servizio della stazione
ferroviaria e della stazione dei bus da rilocalizzare e devono poter
contenere in edifici multipiano piu' di 1000+500 auto.
I
parcheggi P2, P1 e P8 sono funzionali ai poli attrattori “stadio”
, “aeroporto” ed “ospedale” con alta capacità, soprattutto
per quelli dell'aeroporto e dell'ospedale da raggiungere per mezzo
della tangenziale + autostrada A27.
Lo
stadio viene potenziato e pensato in comune per rugby e calcio
(verificare)
.
I
parcheggi scambiatori a servizio del centro storico sono il P3
(Appiani), il P6 (foro boario), il P12 (terraglio) che sono parcheggi
serviti da minibus o usati per andare a piedi in centro.
Verificare
se il parcheggio P12 ha senso con il parcheggio P9 molto vicino...
come puo' funzionare?
Il
parcheggio P7 dovrebbe essere un parcheggio di servizio per
l'ospedale o in alternativa forse è meglio potenziare il parcheggio
P13 all'uscita dell'autostrada.
I
parcheggi scambiatori P7 (tra tangenziale e callalta), P13
(autostrada A27), P11 (zona Castellana), P2 (stadio), P4 (strada
ovest), P5 (sant'artemio), con collegamenti radialiche molto
frequenti con mezzi pubblici (10 minuti dalle 7 alle 22 almeno).
Gli
scambiatori P11, P4, P5 e P7 sono a servizio anche di percorsi
cicloturistici lungo i fiumi Botteniga, Storga e Sile o lungo la
Treviso-Ostiglia.
sabato 24 agosto 2013
I CERVI DEL CANSIGLIO secondo Ass. Naturalistica Sandonatese
Quello che riporto è la sintesi del parere tecnico dell'Associazione Naturalistica Sandonatese che ha il pregio della chiarezza e di una presa di posizione chiara. Non si tratta di una battaglia di religione, nè di una questione tra l'abbatitore di Verona e lo sterilizzatore di San Vendemmiano, ma di una questione da affrontare e gestire con argomenti e motivi.
Questo è quanto scrive Michele Zanetti, Presidente dell'Associazione Naturalistica Sandonatese:
"Eccomi
qui, allora, a dire la mia sulla spinosa (e per molti versi banale)
questione dei cervi del Cansiglio. Lo scontro nasce dal loro presunto
sovrannumero in rapporto alla “portanza” della foresta: dove il
termine “portanza” significa capacità dell’ambiente forestale
di tollerare il prelievo alimentare degli stessi cervi, rigenerandosi
senza subire la compromissione dei propri dispositivi ecosistemici.
A
contrapporsi sono, in questo caso e come sempre, gli animalisti, i
movimenti di opinione e le associazioni ambientaliste (quelli che un
tempo venivano genericamente raggruppati nel cosiddetto “arcipelago
verde”), gli amministratori regionali e locali e le associazioni
venatorie.
I primi a sostenere che i cervi hanno diritto a vivere
indisturbati, magari senza più riprodursi (si propone di castrarli
chimicamente!!!); i secondi a sostenere che è necessario “prelevarne
un certo numero”, ovvero abbattere i soggetti ritenuti eccedenti
rispetto alla portanza della foresta.
Lo
scontro nasce da un atteggiamento negligente e colpevole degli enti
pubblici competenti, protrattosi per alcuni decenni.
Nel momento
stesso in cui alcune decine di cervi fuggirono dai recinti in cui
erano trattenuti e si dispersero nella foresta del Cansiglio, era
evidente a chiunque si occupi di questa materia, che nel volgere di
pochi decenni i cervi sarebbero diventati migliaia. Per una ragione
semplicissima: perché l’habitat forestale è il loro habitat
elettivo e perché non avevano (e non hanno) predatori naturali.
Per
decenni, dunque, si è finto di ignorare il problema, salvo scoprire
alla fine che i cervi “erano troppi” e che andavano abbattuti a
centinaia.
Nel
frattempo però è cresciuta anche la sensibilità del cittadino
comune: di colui cioè che si forma una cultura faunistica leggendo
quotidianamente il Gazzettino o la Nuova e che, nel momento in cui il
problema si presenta, si schiera ovviamente dalla parte degli
animalisti per salvare i “poveri cervi”.
Se
si volesse a questo punto semplificare, basterebbe chiedere a questi
cittadini (che forse non sono la maggioranza, ma tanto la maggioranza
nel Veneto è sempre silenziosa e non conta nulla) se sono più
importanti i cervi o la foresta. Ma cosa c’entra, dirà qualcuno:
sono importanti tutti e due! Anzi, a questo punto che foresta sarebbe
senza la bellezza dei cervi?
Certo,
è così, ma di mezzo c’è ancora la “portanza”: se i cervi
aumentano eccessivamente di numero, infatti, si mangiano la foresta e
allora addio cervi e addio foresta.
Anche perché pochissimi sanno
che una popolazione di cervi in buona salute (e questa pare lo sia),
cresce numericamente del 25% l’anno circa. Sarebbe a dire che 1000
cervi presenti nel 2013, l’anno successivo diventano 1250.
Qual
è la soluzione allora? Non certo la sterilizzazione: fa venire i
brividi soltanto a pensare ai costi (per gli uomini e per i cervi) e
lascia stupiti che a proporla siano proprio gli animalisti.
Evidentemente non sanno che la prima, la più importante e
ineludibile delle missioni che la vita ha affidato ai cervi è
proprio quella di riprodursi (esattamente come agli umani). Non è
bastato il fallimento cui si è assistito con i colombi di Venezia:
ora lo si ripropone per i cervi!
La
soluzione, lo si voglia o no, giunti a questo punto è quella
dell’abbattimento selettivo.
Lo si vuole fare con i lupi? Bene,
aspettiamo che arrivino: ci vuole un po’ di pazienza (dieci anni,
vent’anni?) e intanto i cervi continueranno ad aumentare.
Lo si
vuole fare con i fucili? Basta che sia fatto con criteri scientifici
e sotto controllo del personale addetto alla gestione della fauna
selvatica. Il che significa cominciare dai vecchi, dai malformati,
dai malati e poi via via tutti gli altri.
Così
è sempre accaduto nella storia delle relazioni tra uomo e animali
selvatici. Con la differenza che un tempo i cervi li si uccideva per
mangiare; ora lo si deve fare per salvare il Cansiglio e gli stessi
suoi, bellissimi cervi. Il che non esclude, comunque, che i cervi
abbattuti possano rifornire le mense degli ospizi, dei poveri, degli
asili e degli ospedali.
A questo punto aggiungo io, la carne dei cervi rifornisca anche i ristoranti della zona ed è fatta..
Sottolineo ancora una volta che se la Regione Veneto si affidasse a consulenti seri, i problemi si affronterebbero prima e con criteri sensati senza arrivare alla drammatizzazione che certamente fa gioco a qualcuno. Discorsi troppo difficili per l'italico popolo...
giovedì 22 agosto 2013
ALDALO-malga ZAMBANA-Rif. LA RODA CON VISTA ..... SULLE NUVOLE
Mercoledì 14 ha piovuto e ne ho approffittato per acquistare un paio di scarponi seri ad Arco finendo poi la giornata in piscina; una parte del gruppo era ad Arco ed un'altra a Trento nel tentativo di entrare al nuovo museo di Piano (fallito).
Dal centro di Andalo, grazie alla
cabinovia Doss Pelà, raggiungiamo in pochi minuti la stazione a monte,
punto di partenza della nostra escursione, quota 1730 m.
Davanti alla
stazione a monte, seguiamo le indicazioni dell’invitante cartello per
Malga Zambana, che raggiungiamo dopo 15 minuti di cammino sulla strada
forestale.
Dopo una pausa caffé con Rocco davanti al caminetto acceso, proseguiamo sulla forestale in
direzione nord, che si inserisce in un fitto bosco interrotto solo dai
prati delle piste da sci.
Dopo una larga curva, inizia la salita in
direzione Dosso Larici. Sempre più in su, attraversiamo la Selletta per
raggiungere Cima Paganella.
Dal Rifugio La Roda la vista dovrebbe spaziare dalle
Dolomiti di Brenta alla Valle di Non ed alla Val d’Adige, dalle valli di
Cembra e Fiemme a Trento e fino al Lago di Garda, ma invece non si vede ad un palmo per la presenza di nuvole!!
.
Prima
di scendere a valle, ci avviciniamo alla stazione dei ripetitori Rai,
che offre il miglior panorama sul Bondone, che ovviamente non vediamo...
. Seguendo poi il percorso 605,
completiamo l’anello di strade forestali che, passando dal Passo di S.
Antonio e da Malga Terlago, ci riporta alla stazione della funivia.
Un
escursione che, eccetto l’ultimo km di ripida salita alla cima, non
presenta difficoltà e che può essere intrapreso quasi da tutti. Per i più
pigri (Ugo) esiste poi la possibilità di raggiungere cima Paganella in
seggiovia.
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