"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

giovedì 7 novembre 2013

Parco Sile al contrattacco «Mare di fango sull’Ente» (tribuna oggi)



Dopo le accuse e il commissariamento la giunta tira fuori le unghie e accusa «Qui si lavora, il capoluogo frena i nostri progetti: Zaia ha preso una cantonata»

«La sfiducia di Zaia è una cantonata che non ci spieghiamo, qui la nuova giunta lavora sodo e bene e i risultati sono concreti, non parole». Dopo tre giorni di fuoco incrociato, tra attacchi interni e commissariamenti regionali, la giunta dell’ente Parco Sile parte al contrattacco chiamando in causa tutti, dal presidente della Regione al sindaco di Treviso Giovanni Manildo, per finire con chi, nell’ombra, lavora per screditare l’operato di chi ha dato «una svolta radicale all’attività di un ente che forse si sta facendo molti nemici proprio perchè lavora bene». È uno sfogo in piena regola, messo nero su bianco in un comunicato puntuale che parte proprio dal provvedimento con cui Zaia ha strappato il provvedimento con il quale l’Ente rinnovava l’incarico al direttore seguito al sostituzione coatta di Bucci, ovvero Diego Lonardoni. «Il nostro era stato un atto di indirizzo a cui sono seguite carte ufficiali con cui chiedevano alla Regione di ratificare» spiega la giunta, «perchè la Regione (che aveva voluto proprio Lonardoni, ndr) l’abbia rifiutato, non l’abbiamo capito. Zaia ha deciso di mandare un suo uomo di fiducia? Ben venga. Si renderà conto di come si lavora, oggi, nel Parco». Segue l’elenco delle iniziative e dei progetti messi in pratica: dall’ampliamento forzato del bacino dei comuni che ricadono nella tutela del parco, «triplicato per tutelare l’ambiente alla faccia di chi dice che non ci pensiamo», al piano del Caper Resort di Quinto «che adesso è stato affidato e prenderà finalmente il via», fino alla Greenway del Sile, «progetto per il quale abbiamo appena affidato la fase esecutiva». Carrozzone? «Macchè», replica il presidente Nicola Torresan, «i dipendenti sono 7, meno di tutti gli altri parchi, il bilancio dei finanziamenti è calato di 200 mila euro in 6 anni e quest’anno abbiamo speso 118 euro per rappresentanza». Eppure veleni erano partiti anche dall’interno dell’Ente, dove il consigliere Romeo Scarpa, espressione del comune di Treviso, aveva usato parole pesanti. «L’accusa di Scarpa non l’abbiamo capita» dice la giunta e ancor meno l’atteggiamento del comune di cui è espressione. «Il piano della Greenway rallenta? Domandate al Comune di Treviso perchè è l’unica amministrazione che ancora non ha firmato le carte per portare avanti le questioni burocratiche?», dice il presidente. E Manildo? «Qui l’abbiamo invitato tre volte, mai venuto». E tre volte l’Ente parco ha cercato di colloquiare anche con Zaia per illustrarli piani, progetti, attività, ma tre volte è stato rimandato al mittente. «Il presidente venga pure di persona qui per vedere come stiamo operando», dice anche l’assessore Ruggero Sartorato, «non abbiamo alcun timore. Il suo funzionario se ne renderà conto subito, qui non c’è nessuna paura». In via Tandura, dove ha sede il Parco, si parla di attacco mirato, polemiche ricamate ad arte da chi, nel parco, ha perso il suo treno personale. Questioni politiche condite ad arte anche per stimolare un intervento del presidente della Regione «che non è giustificato, e Zaia se ne renderà conto». «Vogliono colpire la giunta del parco?» dice il presidente Torresan, «allora sono il primo che vuole essere giudicato. Non tollero attacchi infondati che vanno a colpire chi lavora con serietà» conclude. Federico de Wolanski

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