Potrebbe
sembrare una provocazione, ma temo invece sia una delle possibilità
da considerare dopo l'incontro che abbiamo avuto ieri sera con un
gruppo di Consiglieri dell'Ente Parco Naturale del Fiume Sile,
istituito (con dichiarazione d'urgenza!) dalla Legge Regionale
n.8/91.
Perchè
emerge questa drastica ipotesi dopo appena 3 ore di incontro con una
parte di coloro che sono stati chiamati a far parte del Consiglio
dell'Ente Parco, che “è
l'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo”?
Perchè
l'Ente Parco è ormai da tutti considerato un “carrozzone” o un
“poltronificio”, dove si svolge un'attività politico-partitica,
che spreca risorse ed energie ed ha perso di vista il soggetto e la
finalità del suo agire politico: il fiume Sile ed il territorio che
lo connota.
Alcuni
presenti alla riunione hanno evidenziato, come medici dopo una
difficile operazione chirurgica che “si è fatto il possibile....,
ma purtroppo il paziente è morto...”.
Questa
una delle amare conclusioni di alcuni presenti, che commenta senza
altre parole, l'efficacia della gestione degli ultimi 15 anni del
parco.
Il
parco, il suo territorio, le acque, la fauna, la vegetazione:
insomma tutto quello che doveva essere il contesto da proteggere è
peggiorato come situazione e stato di conservazione.
Basta
un confronto di mappe per vedere l'aggressione che si è continuata a
fare verso quello che doveva essere il parco.
Basta
analizzare l'assenza dell'Ente Parco sulla questione dell'ampliamento
dell'aeroporto “Canova”, illustre ed ingombrante vicino del
parco.
Basta
ricordare le scelte di chi ha gestito senza gestire, anzi ha gestito
delegittimando competenze interne a favore degli “amici degli
amici” per capire la situazione di oggettiva “inutilità”
dell'Ente Parco, che è oggi così diffusa tra tutti.
Ha
senso un Ente Parco che ti fracassa gli zebedei per modificare un
foro finestra o per il colore di un portone, quando poi, con fior di
pareri contrari di commissioni e comitati scientifici, vengono
ribaltate istruttorie e concesse situazioni al di fuori dei limiti
del piano ambientale, che l'ente parco deve far rispettare?
Non
si tratta di un caso isolato, ma di una lenta e diffusa strategia,
che dimostra che il parco naturale del fiume Sile non è un valore
riconosciuto.
Se
così è per la maggioranza dei cittadini residenti nei Comuni del
Parco, si abbia il coraggio di rendere manifesta e chiara questa
decisione e si chiuda l'Ente Parco e si elimini proprio del tutto il
parco, che è solo un “problema”.
Altro
che la proposta di legge 286/2012, che, dopo un sonno regionale di
anni, decide di “riordinare la gestione dei parchi del Delta del
Po, del Sile e dei Colli Euganei per esigenze di contenimento della
spesa”: eliminiamo tutto, enti parco e leggi istitutive dei parchi,
che sostanzialmente non sono servite a difendere quello dovevano.
Ecco un vero risparmio di soldi e di tempo perso a difendere principi
che poi vengono massacrati.
Basta
buoni propositi sulla carta ed assalti normativi e di potere al
territorio reale: rendiamo evidente la vittima
di questo nostro scriteriato agire e prendiamocene le responsabilità!
Qui
non bastano pochi ritocchi normativi o super-manager illuminati
perchè un valore si difende se lo riconosciamo come valore,
altrimenti si tratta solo di un comportamento manicheo, che nasconde
interessi diametralmente opposti alla tutela che si vorrebbe, a
parole, difendere.
E'
la stessa questione della gestione generale del territorio, dove
molti (gli
industriali, in primis)
reclamano ancora maggior deregolamentazione perchè “ci sono troppe
norme e troppi ostacoli allo sviluppo”.
Togliamo
tutto! Ognuno faccia come vuole... Che problema c'è?
E'
già così nei fatti perchè basta un Colomberotto qualsiasi che va
da un Comune all'altro per aumentare le cubature da 1 a 7 o per
dimenticare che poco prima si è approvato un PTCP che definisce e
protegge proprio quella zona.
E'
vero, c'è necessità di lavoro, c'è la crisi, mille questioni,
tutte vere..., ma sono sempre le stesse questioni che ci hanno
portato ad avere un territorio informe ed inguardabile, senza che
nessuno si chieda come sia stato possibile.
Si
arriva a richiedere ai politici qualsiasi cosa ed i politici non sono
piu' in grado di gestire con un minimo di decenza queste istanze, a
volte legittime ed a volte demenziali.
I
politici ormai dicono di sì piu' o meno a tutto senza curarsi delle
contraddizioni o dei problemi che la decisione A avrà sulla
decisione B. Non c'è strategia, né progetto: al massimo si cerca di
sopravvivere come fa il sindaco Quaggiotto a Vedelago...
La
società è ormai come una famiglia con molti figli capricciosi e
genitori non più in grado di avere un minimo di autorevolezza e
spirito critico per guidare e contemperare le scelte.
Vi
invito ad indagare su cosa richiede una parte del mondo agricolo
sulle Coperture Agricole Leggere Annuali (acronimo CALA): un
manifesto da rendere pubblico per la chiarezza del punto di
non-ritorno dove siamo arrivati!
Non
servono altre leggi e norme. Non servono riforme gestionali.
Per
questo Italia Nostra Treviso è favorevole a chiudere l'ente Parco
Sile, abrogare la LR 8/91 che istituisce il parco e deregolamentare
tutto il possibile.
Risparmio,
efficienza e sviluppo: olè!
Treviso,
13 ottobre 2012
il
presidente Italia Nostra Treviso
Romeo
Scarpa
post
scriptum
Siccome
però siamo testardi e testoni (come il don Chisciotte di
Cervantes?), prima chiederemo la convocazione della Consulta
dell'Ente Parco Sile, che dovrebbe riunirsi due volte all'anno in
base all'articolo 53 del Regomento, ma sono circa.... 15 anni che non
si riunisce.
Le leggi
non servono, soprattutto se non si rispettano...
Appuntamento
al consiglio dell'ente parco a Casale...