Il
Piano Casa Veneto, terza versione ed ennesima proroga, e le proposte
di legge per limitare il consumo del territorio stanno riportando
l'attenzione della società e dei media su un tema fondamentale: il
nostro territorio ed in particolare la valorizzazione e tutela del
suolo agricolo.
|
asiago |
|
una periferia da densificare? |
Una
prima questione da sottolineare è che il Piano Casa è legge
regionale dal 2009 e lo resterà fino al 2017: per 8 (otto) lunghi
anni la normativa urbanistica veneta sarà gestita da una legge
derogatoria.
Le
proposte di legge per limitare il consumo del territorio sono....
“proposte”, cioè non sono leggi e forse non lo diventeranno mai,
visto che sono antitetiche alla logica del Piano Casa.
Anche
la consecutio
temporum non
è casuale: la LR 32/2013 (Piano Casa3) viene prorogata in
extremis il 29-11-2013 perchè i cittadini non potevano sopportare
nemmeno un giorno di ritardo (!), mentre per le proposte di legge 390
e 393 sul contenimento del consumo del suolo ci sono le audizioni in
2° Commissione Regionale appena dopo le feste natalizie: un modo per
non stressare troppo i Consiglieri Regionali dopo i bagordi??
Sul
tema vediamo un confronto apparentemente aspro tra Regione e Comuni e
ce ne sarebbero tutti i motivi, visto che la nuova versione del Piano
Casa esautora di fatto i Comuni dal poter deliberare in senso
restrittivo sulle deroghe imposte dalla Regione, violando un
principio di competenza specifico e le precedenti regole ordinarie
dettate dalla Regione con la LR11/2004.
Sono
le regole che hanno imposto di spendere un sacco di soldi per la
“rivoluzione” dei PAT e PI, che, per esempio Treviso ancora non
ha, nonostante un spesa di centinaia di migliaia di euri!
I
Comuni oltretutto sono anche “vittime” della munificenza della
Regione Veneto che regala gli oneri concessori che spettano ai
Comuni, estendendo sia il concetto di “familiare” che quello di
“prima casa di abitazione”.
Oggi
è “prima casa di abitazione”, che ha diritto ai benefici
derogatori ed agli sconti sugli oneri concessori, anche la casa data
al bisnonno (parente di 3° grado) o al nonno della moglie
(collaterale di 2° grado).
Ma
il tema piu' clamoroso e che, purtroppo passa in secondo piano nel
dibattito in corso, è il carattere ferocemente derogatorio di questa
normativa, che per un periodo lunghissimo diventa un caposaldo della
non-programmazione dell'urbanistica veneta.
E
poi ci stupiamo che Veneto Strade non riesce a fare il 4° lotto
della tangenziale di Treviso??
Alla
crisi economica che impoverisce la nostra società, i politici
regionali (ma non solo) sono in grado di rispondere solo con una
“ricetta vecchia”, come ha sottolineato giustamente Giannantonio Stella
nell'incontro di Casella d'Asolo di mercoledì 9-1 u.s.
La
ricetta non è solo obsoleta, ma è anche dannosa e controproducente,
nonostante l'assessore Zorzato si affanni e si arrabbi, proponendo
dati e numeri, che dicono tutto e niente, a seconda di come vengono
presentati, come ha chiaramente illustrato il prof. Tiziano Tempesta sempre a
Casella d'Asolo.
Il
settore edilizio nel Veneto ha potuto sopravvivere negli anni scorsi
per i restauri incentivati dagli sgravi IRPEF per le ristrutturazioni
e per l'efficientamento gestiti dal Governo, piu' che per i bonus
del Piano Casa svenduti dalla Regione. Poche balle....
Oltretutto
è singolare, a livello macroeconomico, che pochi obiettino la
stranezza di una Regione che regala “metri cubi” in un momento in
cui imprese e proprietari non riescono a vendere le loro costruzioni
nuove o esistenti per eccesso di offerta, che ha abbattuto i prezzi
del 20-30%.
Come
ha detto il prof. Tempesta, il padre che ha ampliato la casa per il
figlio, ha sottratto un potenziale acquirente all'asfittico mercato
edilizio!
Il
prezzo di “questa legge per i Cittadini”, come grida l'Assessore
nelle sue dichiarazioni, è altissimo in termini di visione
strategica perchè la politica sembra affidare la ripresa del settore
edilizio all'iniziativa individuale dei Veneti, da sempre amanti del
mattone, senza tener conto dell'enorme disincentivo che deriva dalla
diffusa sensazione che le costruzioni (nuove o vecchie) saranno il
caposaldo della tassazione nazionale, regionale e comunale del futuro
(leggasi ICI o IMU o TARES o TARSU o ... TASI!).
Molti
imprenditori hanno già creduto alle sirene del buon Tremonti con il
suo incentivo al reinvestimento degli utili ed alla fine il Veneto si
trova disseminato di capannoni e zone industriali.
Certamente
ne hanno goduto anche i Sindaci con un fiume di oneri concessori, ma
oggi sono tutti pentiti e si si sentono “gabbati”, tutti, salvo
la Regione Veneto!
L'altra
questione che rende paradossale il comportamento della Regione Veneto
è che ormai la normativa è un “colabrodo” e, per esempio,
chiunque puo' costruire un ampliamento da 800 mc in zona agricola,
viste le integrazioni e modifiche, anche ordinarie, introdotte
all'articolo 44 della LR11/2004.
Cosa
altro vogliono regalare i dirigenti dell'Urbanistica, i consulenti e
l'assessore Zorzato??
Hanno
già svenduto tutto lo svendibile per carenza di idee, anzi per
insistenza nella solita e stantia idea che bisogna sempre crescere e
costruire... meglio se senza una minima regia pubblica e senza che la
Regione investa un euro.
Molto
piu' sensato il prof. Barel, certo anche lui responsabile di questa
legge derogatoria in qualità di consulente, che chiede di
incentivare la demolizione di capannoni con fondi pubblici, mentre
Confartigianato o Confedilizia (indecenti!) chiedono di remunerare
il capitale investito!!
L'avvocato
forse non sa che una volta demolito il capannone (operazione poco
costosa e rapida), non si riesce a piantare subito un bel vigneto,
perchè il ripristino di un'area agricola è operazione
economicamente lunga e costosa.
Un
campo da coltivare di lottizza in pochi mesi, ma si ridà
all'agricoltura in molti anni!
I
dati dicono che il Veneto ha perso nel
decennio 2000-2010 è pari a 380.000 ettari di terreno agricolo;
restano nella nostra regione solo 1.030.000 ettari, il che significa
che, con altri 30 anni di questo sviluppo, non resterà piu' un metro
quadro di terra da coltivare!!
Questo
il vero problema che ci porta a chiedere a tutti di difendere il
territorio in modo chiaro e deciso, senza sconti o trucchi.
Le
proteste dei Sindaci sono state poche, secondo il nostro parere, ed i
soli Orsoni, Rossi e Gios hanno alzato un po' la voce, ma è
assolutamente insufficiente ed inefficace accettare la proposta di
pseudo collaborazione della Regione Veneto, perchè questa legge va
abrogata proprio per il suo carattere derogatorio esteso e prolungato
nel tempo e per le palesi illegittimità in tema di competenze.
Pensare
di non applicare la legge, non è possibile e pensare di fare delle
correzioni è illusorio su un impianto così sgangherato.
Non
ha senso nemmeno pensare di avviare un iter per una legge regionale
modificativa perchè ci sono già troppe leggi e nel frattempo il
Piano Casa 3 (la vendetta?) produrrà i suoi malefici e dannosi
frutti, che nemmeno in Regione sanno bene quali saranno!
La
dichiarazione odierna dell'assessore Zorzato che promette una
circolare chiarificatrice entro un mese è semplicemente ridicola per
una legge che si proponeva di “semplificare la vita ai cittadini”.
Chiediamo
quindi che la legge venga impugnata dai Comuni in tutti i profili di
illegittimità presenti e che l'assessore Zorzato rassegni le
dimissioni per manifesta incapacità.
Se
poi si vuole unire alle dimissioni anche l'assessore Chisso, che
aveva promesso sfaceli con l'orario cadenzato dei treni e che
gestisce tutti i grandi progetti, non saremo certo noi a piangere.
Il
tema sarà approfondito in un prossimo convegno che terremo a breve e
sarà inoltre uno dei punti all'ordine del giorno della prossima
assemblea della sezione di Treviso di ITALIA NOSTRA che si terrà il
18 gennaio 2014 alle ore 16 a Treviso.
Per
la sezione di Treviso di ITALIA NOSTRA
il
presidente
Romeo
Scarpa
I