"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 4 dicembre 2016

PARCO DELLA STORGA: “COME FARE E COSA FARE” NOTE PER UN CONTRIBUTO COLLABORATIVO



Il sopralluogo di sabato è sostanzialmente stato un “buco nell'acqua” (di risorgiva) perchè quello che per me era un giro esplorativo per cercare di capire come poter fare il lavoro che ci siamo proposti di fare, si è trasformato per alcuni nello svolgimento del lavoro vero e proprio con segnalazioni mediante nastro bianco-rosso e per altri è stato motivo di passeggiata con discussione su temi molto (troppo) ampi...

Non voglio essere polemico con nessuno, ma tutto questo dimostra che non ci sono idee chiare nemmeno tra di noi e quindi figurarsi se possiamo dare indicazioni ad altri su “cosa e come fare”!!

Vorrei ricordare gli obiettivi di breve, medio e lungo periodo per migliorare la situazione ambientale a Treviso ed in particolare per questo splendido “parco urbano” per crescere tutti insieme al di là delle inevitabili diverse sensibilità che devono restare una ricchezze e non motivo per insensate divisioni, anche perchè chi gestisce ama il “divide ...et impera”.


Il primo obiettivo di breve periodo (entro gennaio, ma probabilmente marzo 2017) è quello di dare indicazioni precise alla Provincia che ha intenzione:
  • di fare un'esercitazione di Protezione Civile proprio nel parco della Storga, per prendere due piccioni con una fava e cioè fare una dimostrazione obbligatoria per tenere in esecizio i volontari e nel medesimo tempo intervenire in modo “gratuito” sul parco che è in stato di abbandono. Questo primo intervento sarà limitato al ripristino in sicurezza dei soli sentieri già tracciati con opere di riparazione o eliminazione di strutture pericolose e/o non utili.
Teniamo conto che l'opzione “normale” per una P.A., con problemi di bilancio sempre più gravi, è sempre quello di fare meno manutenzione possibile oppure di farla ad intervalli sempre più lunghi per cui gli interventi di taglio sono spesso massicci...

In pratica quello che ritengo debba essere il nostro compito entro febbraio 2017 riguarda:
  • la valutazione delle piante da tagliare perchè potenzialmente pericolose (entro un periodo di 1-2 anni) per il transito sui sentieri 
  • gli interventi da fare entro 5-10 metri per ogni lato sul sottobosco 
  • gli interventi da fare entro 5-10 metri per ogni lato sull'edera 
  • cosa è importante preservare nella fascia di intervento mantenere una gradualità di passaggio tra la parte del sentiero e la parte di non-intervento 
  • quali infrastrutture mantenere e quali eliminare subito oppure non appena arrivano a fine vita (tipo i parapetti).

Tutto questo mirato, non a fare filosofia o accademia, ma a dare istruzioni il più chiare possibili a 200 persone che faranno un intervento in 2 soli giorni.
Ho richiesto oggi, tramite il consigliere Iannicelli, di avere le planimetrie del parco per poter graficizzare le nostre proposte con i punti sopra indicati da verificare sul campo.

Ovviamente ritengo che siano utili uno o più sopralluoghi con esperti di vario genere e diverse sensibilità per raccogliere il maggior numero di informazioni utili prima di fare le proposte: attendo quindi di avere i nominativi di chi è disponibile per contattarlo in modo da fare anche un corso di educazione ambientale per adulti, che credo sia utile a molti.

Ritengo anche necessario che una parte di noi diventi “Protezione Civile” in modo da poter essere presente a questo tipo di interventi: attendo volontari.

Questo però non è l'unico obiettivo che abbiamo, ma è necessario puntare ad altro ed oltre per valorizzare e far diventare un vera eccellenza questo luogo!

Il ripristino dei sentieri e la nostra capacità di essere interlocutore collaborativo con la Provincia diventa fondamentale per questi più importanti obiettivi, che mirano a:

  • analizzare le aree diventate “naturali” per abbandono con censimenti di piante, alberi e fauna in modo da caratterizzare questi nuovi habitat; 
  • proporre la ricostruzione (o meglio la creazione) dei famosi “prai de acqua” valutando possibili gestioni 
  • valutare e capire quali sia la qualità dell'acqua e quali siano gli interventi più opportuni per eventuali depurazioni e per la conservazione delle risorgive e della flora e fauna ittica 
  • proporre un serie di infrastrutture minime in area specifiche per dare un servizio a chi fruisce del parco, valutando possibilità e modalità di gestione 
  • impedire che il parco della Storga diventi un altro “modello veneto” di turismo ambientale tipo le passerelle dei Burci dove si vede un fiume con nutrie, gamberi della Louisiana e tartarughe americane di fronte a resti di zone industriali in degrado...

Conclusione (provvisoria)

Lasciamo quindi perdere le inutili questioni polemiche e cerchiamo di strutturare un modo comune di lavorare sul campo, restando per il momento sugli obiettivi di breve periodo.

Tutto serve per imparare, anche capire che non si è capito.

Ora percepite il Natale e lasciatemi andare in Centro Italia, ma cercatevi ognuno un piccolo compito da fare e portatelo alla prossima riunione, perchè non possiamo fare tutto, ma non possiamo nemmeno delegare tutto ai “famosi” tecnici.

Molte è da fare ed è assurdo non trovare il modo per poterlo fare con serenità, gusto e divertimento. 













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